Per mia moglie feci anche l'idraulico
di
Franco018.
genere
etero
Torno a casa per il pranzo dopo trenta consegne di merce (sono trasportatore), stanco ma, alla vista di mia moglie Paola, bionda, formosa e particolarmente eccitante perchè la trovo in bagno ad asciugarsi dopo la doccia, mi spoglio velocemente e la spingo dentro la doccia e, mentre lei m'insapona tutto, la lecco e la bacio dappertutto, scendendo poi giù a leccarle la figa che subito sbrodola e, senza indugio, la scopo vorticosamente e, quando sto per venirmene, la giro e, insaponandole l'ano col bagnoschiuma, la inculo selvaggiamente. Dopo la doccia-scopata, ci rivestiamo ed andiamo a pranzo. Paola mi chiede di andare dopo con lei dalla sua amica Grazia che vorrebbe da me un consiglio di idraulica. La osservo ridendo perchè io dell'idraulica, a differenza di tanti lavori che sò fare bene, ne sò quasi nulla ma voglio soddisfarla ed andiamo subito dopo a prendere il caffè da Grazia. Giunti a casa sua, lei ci parla della lavatrice semi nuova ma mandata all'isola ecologica perchè colma di calcare. Prontamente le consiglio di far montare un addolcitore e la vedo impallidire al pensiero della spesa da sostenere ma Paola mi dà un calcetto alla caviglia e mi fa l'occhietto dicendomi che il lavoro lo potrei fare bene io. Sto quasi per "mandarla a quel paese" ma un nuovo occhiolino mi convince ad accettare l'incarico. Grazia mi chiede quanto le chiederò per il lavoro che le farò ma, sempre osservando Paola, le dico che l'unica spesa è l'acquisto dell'apparecchio ed il resto è offerto da me. Ci mettiamo d'accordo per acquistare l'addolcitore ed il mattino dopo sarò ad accompagnarla al centro commerciale. Tornando a casa Paola mi chiarisce che Grazia è senza lavoro e perciò bisogna aiutarla e mi propone di pagare io l'apparecchio e fermi ridare la somma in più rate. Il mattino dopo avviso Grazia che vado io ad acquistare l'addolcitore e lei potrà restituirmi la somma rateizzando a suo piacere. La sento sospirare e non finisce più di ringraziarmi. Alle dieci sono da lei con l'apparecchio e, dopo visto la cucina ed il bagno, trovo l'allacciamento dell'acqua in casa sul balcone lungo e largo dove tre porte-finestra fanno accedere dalla cucina, dalla camera da letto e dal salotto. Fatta la valutazione del punto più adatto, decido di istallare l'addolcitore sulla parete del balcone senza farlo notare dalla strada, lì siamo al primo piano, proprio all'allacciamento in casa dalla rete idrica comunale. Applico tre staffe e colloco l'apparecchio. Mentre sto lavorando, vedo sul marciapiedi una ragazza molto ben messa, bassina ma molto graziosa, che si ferma al portone e sento che il campanello che ha premuto, è quello di Grazia, infatti lei risponde al citofono e poco dopo la bambolina è in casa. Grazia me la presenta come una sua nipote e se ne vanno in camera da letto. Incuriosito vado a spiare dalla porta-finestra e vedo che la fighetta si sta spogliando per poi indossare una gonnina scozzese rossa, calzettoni a metà polpaccio ed una maglietta che risalta i suoi seni prosperosi. Grazia le sistema i capelli con treccine. Mentre stanno parlando, suona di nuovo il campanello e, poco dopo entra in casa e va dritto in camera da letto un signore distintissimo, elegantissimo che, appena vede la bambolina si congratula con Grazia per averle fatto trovare quel bel fighino e, senza indugiare, estrae dal portafoglio un assegno che fa brillare gli occhi a Grazia e lo compila, poi si rivolge alla ragazzina e gli mette in mano tre banconote da cento euro. La ragazzina lo abbraccia e lo bacia sulla guancia. Grazia lascia soli loro due e viene da me che intanto mi sono fatto trovare intento al montaggio e mi dice che esce un attimo e ritornerà subito dopo. Lei esce ed io volo a curiosare dalla persiana il movimento nella camera. Lui si spoglia e siede sul letto, fa avvicinare la bambolina e le solleva la gonnellina scoprendole il culetto protetto da mutandine che coprono interamente le natiche. Le abbassa le nutandine e la fa piegare sulle sue ginocchia ed inizia a sculacciarla, smettendo quando sente lei piagnucolare e notare che le natiche sono arrossate intensamente. La fa sdraiare sul letto e, tolta dalla sua borsa una siringa ed alcool e cotone, la tiene ferma con il braccio sinistro e, strofinandole il cotone imbevuto di alcool, le infila l'ago sulla natica ma lentamente, non con un colpo rapido e deciso e la ragazzina strilla per il dolore provocatole ma lui rimane indifferente ed insensibile alla supplica di smettere l'operazione in corso, anzi, una volta vuotata la siringa, ne riprende un'altra già carica di liquido e infila l'ago sull'altra natica sempre lentamente, facendola soffrire gridando a lungo. Terminato il supplizio, la fa spogliare completamente e la lecca dal collo all'inguine, poi, quando vede uscire gli umori dalla fighina, le spalanca le cosce e, violentemente la penetra con il cazzo che doveva essere lungo almeno trenta centimetri e largo assai più di dieci, facendola nuovamente gridare di dolore e lui se la godeva molto da come gli brillavano gli occhi ad osservarla nel tentativo di svincolare e liberarsi della sua violenza. Lui le sborrò gridando di piacere poi, dopo una breve pausa dove lei si lavò in bagno, lui la fece nuovamente stendere sul letto e, dopo averle lubrificato l'ano con una crema, la possedette nel culo dandole dei colpi che la fecero urlare a lungo. Alla fine della dolorosa pratica, lui le sborrò tutto dentro e, dopo che si rivestì, se ne andò via senza neanche osservarla. Poco dopo rientrò Grazia che andò dritta dalla ragazza ancora piangente e, messale in mano una banconota da duecento euro, la aiutò a vestirsi e la accompagnò alla porta di casa. Venne poi da me, tutta sorridente e mi offrì da bere. Dopo una breve pausa, io ripresi il lavoro e collegai l'apparecchio alla rete idrica che entrava in casa. Provammo insieme il nuovo sapore dell'acqua in cucina e dopo lei mi disse che mi avrebbe pagato subito l'acquisto dell'apparecchio ed io le dissi l'importo ed incassai la somma richiesta. Iniziai poi a porre gli attrezzi da lavoro nella cassetta e, salutandola, mi recai a casa.
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