Ricordi?
di
carognetta
genere
masturbazione
Ricordi?
Eravamo sul letto, perfettamente vestiti. Tu eri sotto, io a cavalcioni su di te. Ricordi le parole? Il tono? Gli sguardi? Continuavamo a provocarci, a vedere chi per primo perdeva il controllo, chi per primo avrebbe ceduto.
Ricordi? Ti ho detto di sbottonare i miei jeans, trovare lo spazio per raggiungere il lago che sapevo esserci. Un moto di sorpresa nei tuoi occhi, subito recuperato: sapevi che ero eccitata, ma non immaginavi quanto. Hai ritirato la mano per portarti le dita alla bocca, fissandomi, sfidandomi di continuo. Una promessa muta per il proseguo della serata.
E io, io ho iniziato a sfregarmi sulla tua gamba, sul tuo ginocchio, alternando velocità, cercando a volte un contatto deciso, altre volte sfiorandoti appena, stimolando il clitoride che ipereccitato mandava brividi e scosse in tutto il corpo. Neppure quando mi hai apostrofato con parole pesanti ho abbassato lo sguardo, chiedendotene altre e altre e altre. Quanti orgasmi?
Ricordi?
Ora sono sola nel letto, nuda. L’eccitazione non è a quei livelli e non potrebbe essere altrimenti.
Sotto le lenzuola e anche questa è una differenza: con te siamo sempre sopra, quasi avessi un pudore a mostrarmi a gambe aperte alla stanza vuota. Una timidezza che insieme a te non ho, una timidezza che trasformo per eccitarti, per far esplodere il tuo desiderio, che è il mio.
Raccolgo gli umori e li uso per bagnare quel particolare capezzolo che ho tra le grandi labbra. Scivola sotto le mie dita, cerco di bloccarlo tra le unghie, ma sfugge. Cerco l’orgasmo senza volerlo risolvere, dandomi quel piacere che la tensione costantemente in aumento dà unita ad un sottile dolore. Arriverà un momento in cui non potrò più controllare e il corpo avrà uno spasmo liberando tutta l’energia accumulata, quasi fossi arco ed arciere. Ma ancora non è il momento.
Se tu fossi qui, stringeresti il mio seno, sapendo l’effetto che mi fa.
Se tu fossi qui, affonderesti la lingua bevendomi.
Se tu fossi qui, mi scoperesti, sopra di me, non perdendoti una sola mia espressione.
Mi faresti impazzire.
Mi fai impazzire.
E a nulla varrebbe il mio cercare di distrarti con la mia bocca: piccole pause in un mare di orgasmi che mi doni senza tregua.
Come questo.
Eravamo sul letto, perfettamente vestiti. Tu eri sotto, io a cavalcioni su di te. Ricordi le parole? Il tono? Gli sguardi? Continuavamo a provocarci, a vedere chi per primo perdeva il controllo, chi per primo avrebbe ceduto.
Ricordi? Ti ho detto di sbottonare i miei jeans, trovare lo spazio per raggiungere il lago che sapevo esserci. Un moto di sorpresa nei tuoi occhi, subito recuperato: sapevi che ero eccitata, ma non immaginavi quanto. Hai ritirato la mano per portarti le dita alla bocca, fissandomi, sfidandomi di continuo. Una promessa muta per il proseguo della serata.
E io, io ho iniziato a sfregarmi sulla tua gamba, sul tuo ginocchio, alternando velocità, cercando a volte un contatto deciso, altre volte sfiorandoti appena, stimolando il clitoride che ipereccitato mandava brividi e scosse in tutto il corpo. Neppure quando mi hai apostrofato con parole pesanti ho abbassato lo sguardo, chiedendotene altre e altre e altre. Quanti orgasmi?
Ricordi?
Ora sono sola nel letto, nuda. L’eccitazione non è a quei livelli e non potrebbe essere altrimenti.
Sotto le lenzuola e anche questa è una differenza: con te siamo sempre sopra, quasi avessi un pudore a mostrarmi a gambe aperte alla stanza vuota. Una timidezza che insieme a te non ho, una timidezza che trasformo per eccitarti, per far esplodere il tuo desiderio, che è il mio.
Raccolgo gli umori e li uso per bagnare quel particolare capezzolo che ho tra le grandi labbra. Scivola sotto le mie dita, cerco di bloccarlo tra le unghie, ma sfugge. Cerco l’orgasmo senza volerlo risolvere, dandomi quel piacere che la tensione costantemente in aumento dà unita ad un sottile dolore. Arriverà un momento in cui non potrò più controllare e il corpo avrà uno spasmo liberando tutta l’energia accumulata, quasi fossi arco ed arciere. Ma ancora non è il momento.
Se tu fossi qui, stringeresti il mio seno, sapendo l’effetto che mi fa.
Se tu fossi qui, affonderesti la lingua bevendomi.
Se tu fossi qui, mi scoperesti, sopra di me, non perdendoti una sola mia espressione.
Mi faresti impazzire.
Mi fai impazzire.
E a nulla varrebbe il mio cercare di distrarti con la mia bocca: piccole pause in un mare di orgasmi che mi doni senza tregua.
Come questo.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Sangue
Commenti dei lettori al racconto erotico