Sottufficiale in congedo cerca impiego 3.
di
Franco018.
genere
etero
Al mattino dopo io e Luisa partiamo per Budapest. Attraversiamo la Slovenia, perdendo ore alla dogana, poi, anche la dogana tra Slovenia ed Ungheria ci fa perdere altre ore ed è un continuo incontrare sulla strada, camion carichi di capre o cavalli. Finalmente arriviamo a Budapest e, proprio prima di entrare nella città, troviamo un enorme piazzale dove infiniti depositi di corrieri, gestiscono una delle dogane che mi sembra siano tre e lì lascio il carico da consegnare a destinazione. Chiaramente, affascinati da Budapest, decidiamo d'inoltrarci dentro la città, anche per vedere il noto Danubio ma rimaniamo delusi assai in quanto è ugualmente sozzo come il Po e per niente blu ma fangoso. Ci ridiamo sopra ed io cerco poi un posto per mangiare e, chiaramente, gustiamo il piatto classico: il gulash che è condito con paprika e ci invita a smorzare il bruciore al palato, con un vinello che di norma dovrebbe assopire i sensi a chiunque ma invece a me, accende tutto l'infiammabile: l'eccitazione sessuale, provocata dal sontuoso culo di mia cognata, infatti, appena ripartiamo per l'Italia, al primo piazzale fermo il furgone e, presa in braccio Luisa, la sdraio dentro il furgone con delle coperte e la spoglio per leccarle la figa. Lei lascia uscire i suoi umori ed io li uso per lubrificarle l'ano e me la inculo selvaggiamente. Prima che si spengano i miei ardori, riesco a scoparla ed incularla più volte e, quando le mie batterie sono scariche, riprendo il viaggio, questa volta assai più scorrevole non avendo nulla da dichiarare alle frontiere e, quando entriamo in Italia a Farnetti, nei pressi di Trieste, crolliamo in un sonno, sul pianale del furgone e, dopo sei ore di dormita, ci guardiamo, nuovamente complici di tradimento... più che degno di "corna ad alto livello". Dopo che le ho sborrato nel suo culetto, andiamo ad un bar dove ci rinfreschiamo in bagno e ci prendiamo il buon caffè che solo in Italia è apprezzabile. Riprendiamo il ritorno e, giunti a Venezia, andiamo dall'altra mia cognata e posso finalmente abbracciare mia moglie. Lasciamo le cognate ed andiamo a casa dove le racconto il viaggio, tralasciando, chiaramente, l'attività sessuale con la cognatina. Propongo, alle prossime nostre ferie, di vedere insieme Budapest ed anche altre città della Slovenia. Poi le chiedo per quanto dovrà starsene ferma in casa e mi risponde che si parla di venti giorni. Allora telefono al corriere e ottengo un viaggio per il mattino dopo. Dovrò andare a Genova. Alle sette sono alla guida per andare a caricare la merce per Genova e, quando dopo riparto, trovo una gran bella ragazza che sta chiedendo l'autostop e, attratto dalla sua prorompente bellezza, la faccio salire e, dopo le presentazioni, osservo le forme che mi provocano subito una notevole erezione. Anche lei se ne accorge e, senza peli sulla lingua, mi propone di ricambiare lei il passaggio ottenuto, offrendosi per scopare appena possibile. Mi fermo ad un parcheggio e vado a vedere quanto spazio c'è nel furgone e, spostando un po di scatoloni, invito lei, Marianna, a seguirmi dentro il piano di carico. Ci spogliamo e, stendendoci sulle coperte, ci scambiamo baci in bocca poi lei scende sul cazzo che scorre con la bocca slinguandolo e, quando lui s'addrizza, lei se lo infila in figa e non si ferma fino a quando sente aumentare la mia eccitazione che si conclude con una sborrata. Faccio scorrere le mie dita sulla sua figa e raccolgo gli umori per rendere più scorrevole il cazzo nel suo culo. Lei in un primo momento non capisce la mia mossa ma dopo deduce che sto per incularla e, essendo ancora vergine lì, comincia a protestare ma io, sin troppo ingrifato, cerco di eccitarla con morsetti al collo e sulle orecchie, intanto accosto il glande al suo ano, poi, lentamente, glielo infilo tutto dentro facendola gridare e ciò mi eccita ancora di più e stantuffo fino ad una memorabile sborrata. La ragazza, ancora piangente per il dolore provato, si tocca l'ano e vede poi del sangue sulla sua mano. Mi guarda e mi chiede di farla scendere ed andarsene per conto suo ma non mi sento di lasciarla sola e, aiutatala a rivestirsi, partiamo per fermarci ad un'area di servizio dove l'accompagno al bagno e le scopro il sedere per lavarglielo e lei mi sta appoggiata alla spalla, così, confortata dal mio operato, mi bacia sulla guancia e mi ringrazia per non averla lasciata in strada da sola. Ripartiamo poi per Genova e, giunti a destinazione, lei mi bacia in bocca e poi mi lascia un biglietto dove c'è il suo nome e numero di telefonino: Marianna, 335...... .
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