Orge e Diamanti
di
Patrizia V.
genere
orge
I maschi sembrano davvero pronti per il secondo round. Il più allupato di tutti è proprio Arn, che non aveva mai visto la moglie con un’altra donna; ma anche i romeni sembrano tornati perfettamente in tiro.
Prendo in mano il cazzone di Nicolai che è già bello tosto e mi pulsa fra le dita, caldo e ancora lubrificato dal mio piacere. La sensazione del membro nel palmo mi fa indurire di nuovo i capezzoli e mi viene subito voglia di baciarlo in bocca.
Un minuto, e sono di nuovo in ginocchio a spompinarlo come un’assatanata.
Giro lo sguardo intorno a me, e vedo che non sono la sola: anche Eva e Pam sono già in azione e si smascellano sui rispettivi maschi.
Pam è la più rapida a impalarsi sul cazzo del suo occasionale amante: lo fa stendere sul tappeto e gli salta sopra infilzandosi da sola sulla sua gagliarda erezione prima di buttarsi in avanti per baciarlo appassionatamente come se fosse l’uomo della sua vita.
Lo spettacolo della sua groppa che comincia ad andare su e giù mi ispira un osceno pensiero bisex: smetto di spompinare e alzo la testa per guardare Nicolai: - Guarda com’è messa Pam: scommetto che adesso le piacerebbe proprio gustarsi un bel tramezzino...
Il tipo gira la testa e si lecca i baffi.
Lascio andare il suo cazzone ormai già duro come una spranga di ferro, e lui va ad accomodarsi alle spalle della padrona di casa per infornarla da dietro.
Sono generosa, lo so... E’ che mi è venuta una gran voglia di incularmela, ma a parte il fatto che ho lasciato a bordo lo strapon, dubito che Pam apprezzerebbe un approccio troppo diretto da parte mia, quindi tanto vale che se la inforni il cazzo che ho appena preparato io.
- Aaghhh!
Pam si è inarcata di colpo quando Nicolai le ha sfondato il buco con il suo enorme attrezzo: io lo avevo lubrificato con la saliva e lei è rotta in culo da una vita, ma resta il fatto che il romeno è superdotato e lei ha già Ioan nella pancia, quindi il dolore è da mettere in conto...
Beh, è lei quella che vuole solo cazzi.
Arn si avvede dell’ordalia della moglie, e decide di dare una mano – anzi, un cazzo – per farla stare zitta: si stacca da Eva e va a cacciarle l’uccello in bocca.
Completamente ingolfata, Pam si becca i tre cazzi tutta da sola e comincia rapidamente ad apprezzare l’attenzione congiunta dei tre maschi.
Eva e io ci alziamo in piedi e ci guardiamo in faccia: siamo entrambe disoccupate, ma questo ci apre anche nuove prospettive...
- Sei ancora piena di Nicolai, vero? – mi fa Eva, con un lampo di perversione negli occhi.
Io sorrido e annuisco, poi mi siedo sul bordo del tavolo e allargo maliziosamente le gambe offrendole la mia bella passerotta pelosa e bagnata fradicia.
Eva si lecca le labbra: è sempre stata appassionata di creampies, e quelle particolarmente abbondanti la eccitano particolarmente. Si inginocchia fra le mie gambe spalancate, insinua la testa fra le mie cosce nude, e affonda la faccia sotto l’orlo della minigonna.
- Aahhh... – bramisco io sentendo la lingua esperta della mia compagna che mi apre le valve della fica per leccare la sborra calda e appiccicosa che mi riempie.
Getto la testa all’indietro e comincio a gemere forte mentre lei succhia avidamente la crema che ho tenuto in caldo per lei. Sento le sue mani scorrere sulla pelle nuda delle cosce mentre la sua lingua scava avidamente dentro di me, e nel giro di pochi minuti sono nel pucio più completo.
Mi porto le mani ai seni e comincio a giocare con i miei capezzoli gonfi da morire, e dimeno la testa come un’ossessa. Per gustare meglio il gioco con le mie punte, mi strappo di dosso il top e lo getto lontano prima di tornare a palparmi, mentre le slurpate golose di Eva si fanno sempre più profonde, avvicinandosi sempre di più al mio punto G...
La prima a godere, manco a dirlo, è Pam: con tre cazzi in corpo, è avvantaggiata. La sento urlare impazzita, e ne deduco che il marito le ha lasciato libera la bocca, ma gli altri due continuano a trivellarla imperterriti.
- Vieni sul tavolo – annaspo, tirando Eva per i capelli – Voglio leccarti anch’io...
Non sono capace di restare passiva a lungo: anch’io voglio saziarmi di fica, e quella di Eva è la migliore del mondo. Mi stendo di schiena sul tavolo tenendo le gambe larghe, ed Eva mi sale sopra a sessantanove, appoggiandomi la fica sulla faccia e tornando a premere il viso fra le mie gambe.
Anche Eva ha fatto il pieno da poco: come le slabbro la passera bionda e spelacchiata, lo sperma di Arn comincia a colare fuori, e io sono lesta a lapparlo golosamente. Il seme del maschio è diluito dalle abbondanti secrezioni vaginali della giovane femmina, e il cocktail che ne risulta è inebriante.
Lecco e bevo ansimando, mentre lei riprende a sua volta a succhiare me, e il nostro delizioso sessantanove lesbico ci sta conducendo rapidamente in direzione di un glorioso orgasmo, quando vengo distratta da un nuovo arrivo.
Mi sento toccare i capelli, poi vedo il cazzo di Arn, fresco della bocca di sua moglie, che mi si avvicina bello duro alla bocca.
Come dire di no al padrone di casa? Smetto di slinguare Eva, allungo una mano e me lo porto in bocca per una saporita succhiata.
Hmmm... E’ bello duro: lo spettacolo della moglie presa a sandwich dai suoi amanti, e quello di noi due che lesbichiamo devono averlo arrazzato alla grande.
Lo insalivo per bene, poi lo accosto alla spacca grondante di Eva, che so essere la sua buca favorita.
Lui spinge, e il cazzo entra facilmente nella figa aperta e guazza.
Eva smette un attimo di leccarmi ed emette un gridolino di gioia sentendosi riempire la passera di carne dura, poi torna al suo connilinguo e Arn comincia a scoparla forte.
Io mi godo lo spettacolo, e ne approfitto per leccare i coglioni gonfi e pelosi dell’uomo che mi scopa la ragazza, mentre lei ricomincia a spingermi a colpi di lingua verso il piacere.
Io dardeggio la lingua fra la congiunzione dei corpi di Eva e Arn, i testicoli di lui e il clito di lei, e intanto mi godo la lingua che mi scava nella vagina, e mi sembra di essere in paradiso.
Poi Eva mi gode sopra, sbrodolandomi in faccia in suo orgasmo.
Invece di concludere di nuovo dentro la biondina, Arn lo tira fuori dalla sua tana e me lo caccia prepotentemente in gola per farselo ciucciare.
Non mi piace molto succhiare a testa in giù: mi va il sangue alla testa e mi perdo il piacere. Così scivolo da sotto Eva, che sta boccheggiando cercando di riprendersi, e mi inginocchio per spompinare a dovere il padrone di casa.
- Bravissima – mi fa lui, accarezzandomi i capelli – Succhi come una dea...
Bel complimento. Non so come lo succhino le dee, ma l’accostamento è in ogni caso lusinghiero.
Passo le mani sulle cosce asciutte e pelose del maschio mentre gli spompino il cazzo durissimo che sa di Eva; me lo caccio in gola decisa a svuotargli i coglioni, ma il maschio esperto resiste bene.
Eva si è ripresa e mi raggiunge in ginocchio davanti al maschio che l’ha già scopata due volte; come ho già rimarcato, io sono una donna generosa, e le concedo metà del cazzo che sto succhiando: in fondo lei è la mia ragazza...
Lavoriamo bene in coppia, Eva ed io: siamo bene allenate e abbiamo una bella esperienza con i cazzi stagionati che rimorchiamo al Casinò. Ci alterniamo sulla punta e sull’asta, con io che sego la verga e lei che gli spreme le palle, finché lui comincia a ragliare come un somaro e il membro comincia a pulsare violentemente...
- Vengo, puttane...
Il primo schizzo me lo prendo io sulle tette: mi colpisce dritto sul capezzolo destro, rigandomi tutto il petto. Poi Eva spalanca la bocca e inghiotte la cappella prendendosi il resto direttamente in gola e mandando tutto avidamente giù nello stomaco.
Continuo a segarlo e a leccargli l’asta mentre lui finisce di sborrare in gola a Eva; poi, quando le palle sono ridotte a due sacchetti mosci e grinzosi e lui barcolla all’indietro, esaurito, caccio la lingua in bocca a Eva per prendermi la mia parte di sborra: lo so che fa bene alla pelle, e io ne ho più bisogno di Eva...
Ci scambiamo in bocca la venuta di Arn con un lungo bacio umidissimo, finché non la consumiamo del tutto, poi Eva si abbassa a succhiarmi i capezzoli durissimi per ripulire il casino che lui ha combinato sborrandomi addosso, e io mi masturbo furiosamente.
Sono un po’ frustrata: sono l’unica che non è venuta una seconda volta.
Pam è fuori uso, stravaccata sul pavimento con la sborra che le cola un po’ da tutti i buchi ancora spalancati, e suo marito barcolla come un ubriaco verso di lei.
Ioan e Nicolai si sono sfogati entrambi dentro di lei facendole il pieno, e adesso credo che sia soddisfatta per un po’.
Quella che non è soddisfatta sono io, cazzo.
Mi sollevo in piedi, mentre Eva rimane sul pavimento a rifiatare, e mi guardo intorno con frustrazione.
La mia compagna è esausta, e Pam è del tutto fuori combattimento. Arn risente del peso degli anni, e in fondo se ne è già fatte due... Mi restano i due romeni: avranno anche le palle vuote, ma alla loro età il cazzo dovrebbe tirargli ancora.
Mi alzo in piedi e mi sfilo anche la mini: ormai sono completamente nuda, e chi se ne frega se sono tutta inzaccherata di Arn e Nicolai... Mi avvicino con aria battagliera ai due istruttori di karate e gli chiedo di quanto hanno bisogno prima di riprendersi quanto basta per darmi un’altra ripassata.
Quelli mi guardano con occhi da pesci lessi, poi Nicolai sbotta: - Un puttanone come te non si rifiuta mai... Però dovrai darti da fare con la bocca, troia!
Bene.
L’aria nel quadrato si è fatta un po’ pesante, specialmente dopo il tramezzino di Pam, quindi su suggerimento di Nicolai per farli riprendere me li porto sul ponte.
E’ pomeriggio tardi, e il sole sta calando, ma tira una brezza leggera e tiepida, e si sta abbastanza bene anche nudi. Sul molo e sulle barche circostanti non c’è nessuno, ma comunque chissenefrega: io sono un’esibizionista e s e anche ci vedessero...
Tanto siamo sulla barca di Arn e Pam, mica sulla mia.
Il ponte della Carina è pieno di attrezzature varie: è una barca a vela, e c’è di tutto in giro. Rotoli di gomena, cassette di attrezzi, contenitori per materiale da vela, salvagente...
C’è anche un ampio materasso elegante che Pam usa per prendere il sole, ed è lì che decido di farmi montare.
Afferro i cazzi uno per mano e comincio a segarli in sincrono mentre offro la lingua ora a uno ora all’altro. Sento nel palmo della mano la tosta consistenza delle loro erezioni che montano rapidamente, e io mi sento indurire i capezzoli all’idea di quel che sta per accadere.
Apprezzo anche la differenza fra un pene e l’altro: grosso e nodoso Nicolai, più snello e anche un po’ più lungo Ioan. Due cazzi di prim’ordine, e con Pam in fuorigioco e Eva probabilmente occupata con Arn, adesso sono tutti per me.
Per qualche strana ragione, Nicolai vorrebbe prendermi in piedi vicino all’albero maestro, ma io voglio stare comoda, quindi lo costringo a schienarsi sul materassino: è vero che sono più sfondata di Pam, ma se posso scegliere il suo arnese lo preferisco in fica.
Monto in arcione schiacciandomelo sotto, punto il membro durissimo all’apertura della vagina ancora sgocciolante, e mi infilzo lentamente su di lui, gustandomi ogni istante della penetrazione.
Quando ce l’ho tutto in fregna, mi giro verso Ioan che intanto si è sistemato dietro di me, gli prendo il cazzo e me lo punto verso il buco del culo.
Il tipo non si fa pregare: mi sputa sull’orifizio che mi tengo aperto con le dita, poi mi spinge dentro il cazzo con un movimento elegante e non troppo prepotente.
- AARGHHH! – ringhio, sentendomi squarciare tutta mentre Ioan mi affonda il membro nel retto.
Finalmente anche io ricevo il tramezzino che mi merito: i due istruttori di karate mi sbattono come un pezzo di carne sul ponte della Carina, e io mi scordo presto di essere in piena vista dal molo... Le mie grida spaventano i gabbiani, ma rischiano anche di attirare curiosi; infatti Nicolai mi tappa la bocca con una manaccia che potrebbe usare meglio titillandomi i capezzoli, ma visti i suoi precedenti penali non posso dargli torto.
I due amici non hanno perso la loro abilità a lavorare in tandem: i due cazzi mi trapanano in sincronia perfetta facendomi impazzire di piacere. Uno dentro e uno fuori... Uno fuori e l’altro dentro, e via così! Io continuo a latrare come una cagna in calore mentre mi faccio fottere senza respiro, e la mano che mi tappa la bocca può solo limitare il casino che sto facendo.
In quelle condizioni, l’orgasmo non può essere trattenuto a lungo: i due cazzi che mi squassano le viscere raggiungono il mio punto G da due direzioni diverse, donandomi un sollazzo senza pari, e dopo meno di dieci minuti di quella cavalcata selvaggia io esplodo come una bomba al plasma.
- Aahhh! – grido, sconvolta dall’orgasmo – Aahhh... Aahhh...
Mi contorco come una serpe schiacciata dai due maschi, masticando i loro cazzi con i miei buchi affamati, e li obbligo a sborrare a loro volta.
Avverto il calore dei loro schizzi dentro di me, e mi sento riempire in entrambi i canali dalla loro sborra densa e collosa mentre le convulsioni del mio orgasmo continuano a scuotere il mio corpo finché non mi lascio andare, finalmente soddisfatta.
Ioan si stacca per primo, esausto dopo aver coperto Eva, Pam e adesso anche me; sento l’odiosa sensazione di vuoto di quando il cazzo spento ti esce dal culo, e subito dopo quella assai più intrigante dello sperma che comincia a colare dal buco rotto.
La sente anche Nicolai, perché la sborra di Ioan che mi scivola fra le cosce probabilmente arriva a bagnargli anche i coglioni: probabilmente non gli piace, perché mi fa sollevare per togliersi da sotto di me. Anche il suo uccellone mi abbandona, e io comincio a perdere sborra anche dalla fica... Sono una nave scuola piena di falle, direbbe la Giorgia per farmi incazzare.
Io ricado inerte sul materassino, e chi se ne frega se tutto il liquame che sto perdendo imbratterà tutto: è solo plastica, e Pam pulirà più tardi... In fondo il materasso è suo.
Sento Ioan che rifiata accanto a me.
Invece Nicolai si è già alzato in piedi... Beata gioventù!
Il romeno dallo sguardo freddo non mi è simpatico neanche un po’, però devo ammettere che mi ha scopata davvero bene; apro un occhio per guardarlo mentre si muove con circospezione sul ponte.
Strano, non si stiracchia come mi aspetterei da un maschio che mi ha appena montata: piuttosto si guarda intorno... E si dirige dritto verso un rotolo di cime di riserva sotto l’albero maestro.
Strano.
Apro l’altro occhio e lo osservo curiosa.
Nicolai nudo e con il cazzo ancora mezzo duro e bagnato di me è in ogni caso uno spettacolo degno di essere guardato, ma la mia innata curiosità indiscreta mi porta a cercare di capire cosa cavolo stia facendo...
Si piega sul rotolo, infila una mano dentro e ravana qualche secondo prima di tirarla fuori di nuovo.
Per un istante vedo scintillare qualcosa, poi lui si porta la mano alla bocca e si solleva in piedi girandosi finalmente di nuovo verso di noi.
- Ehi! – gli faccio con voce roca e impastata dopo l’orgasmo – Hai trovato qualcosa?
Lui scuote la testa senza rispondere.
Mi insospettisco.
Accanto a me, Ioan comincia a riprendersi lentamente. Mi sollevo sul gomito e mi guardo intorno.
- Nicolai, cosa hai trovato fra quelle corde?
Di nuovo, quello non risponde e si limita a scrollare le spalle.
Ioan mi fa con voce assonnata: - Lo sai che Nicolai è di poche parole...
- Già, ma a una domanda diretta potrebbe anche rispondere, cazzo.
Sento l’afflusso rivitalizzante di adrenalina scorrermi nel corpo, e mi sollevo in piedi.
- Nicolai, fammi vedere cos’hai trovato.
Quello fa una smorfia e mi volta le spalle, dirigendosi verso la scaletta.
Lo raggiungo velocemente e gli metto una mano sulla spalla nuda per fermarlo. Lui si volta con aria seccata e mi respinge.
Stiamo parlando di un istruttore di karate, giovane e muscolosissimo: decisamente al di sopra delle mie capacità, anche se sono in forma.
Così gioco sporco, e gli sferro con tutte le mie forze una ginocchiata nei coglioni.
Nicolai strabuzza gli occhi e caccia un urlo lacerante e non troppo virile mentre si piega in avanti acciecato dal dolore.
Urlando ha aperto la bocca, e ne è caduto qualcosa. Qualcosa di scintillante...
Mi piego a raccoglierlo prima che il tipo possa calciarlo via, e lo tiro su per osservarlo.
Il diamante.
Cazzo. Era rimasto a bordo tutto il tempo...
- Pat, ma sei impazzita?
Questo è Ioan, che si è sollevato velocemente in piedi vedendomi aggredire il suo amico.
Mi giro e gli faccio vedere il diamante: - Non mi dirai che tu non ne sapevi niente?
Il romeno spalanca la bocca per lo stupore, e la sua espressione mi pare sincera: lui non ne sapeva davvero niente.
Mi volto verso Nicolai che sta ancora boccheggiando cercando di riprendersi dopo che gli ho cacciato i testicoli direttamente in gola: - Ecco perché i carabinieri non hanno trovato niente da te: l’avevi nascosto qui a bordo e aspettavi solo l’occasione per recuperarlo...
Nicolai lancia un urlo di furore e mi si lancia addosso con una luce assassina nello sguardo.
Lui è a piedi nudi, mentre io indosso ancora gli stivali senza tacco: mi muovo meglio sul ponte di legno e evito il suo attacco.
Però sono impacciata dal diamante che stringo nella destra, e svanita la sorpresa, lui è molto più forte ed esperto di me.
Sto per mettermi a urlare per chiamare aiuto, quando Ioan si avventa addosso al collega cinturandolo e scaraventandolo a terra.
- Bastardo, e io che ti ho difeso tutto questo tempo... – gli ringhia rabbioso – Così ci sputtani tutti, stronzo!
Sono entrambi forti ed esperti di lotta, ma Nicolai è molto più giovane... Peccato però che io l’ho già danneggiato abbastanza: Ioan riesce a schienarlo e a montargli sopra prima di sferrargli un paio di tremendi cazzotti in faccia che poco hanno a che fare con il karate e molto con la rabbia.
Nicolai sputa un paio di denti, e Ioan ha buon gioco ad immobilizzarlo completamente.
Bene: è il momento di usare quella fune per uno scopo più idoneo...
Mentre Ioan sorveglia il prigioniero, io scendo nel quadrato con il diamante.
Pam è dove l’ho lasciata, ancora stordita dalla violenza del sandwich che ha subito (è decisamente meno allenata di me), mentre Eva e Arn stanno scopando di nuovo sul divano come due fidanzatini...
Che teneri, quasi mi dispiace interromperli: - Guardate cosa ho trovato nella bocca di Nicolai!
***
Quindi era stato proprio lui. Solo che invece di portarselo via, sapendo che sarebbe stato controllato in quanto principale sospetto, l’aveva lasciato a bordo calcolando di andarselo a riprendere quando le acque si fossero calmate.
Il suo problema era stato la nostra costante presenza sulla Serenissima, per cui gli riusciva difficile avvicinarsi al molo della Carina. L’invito all’orgia era stato l’occasione che aspettava... Gli è andata male che io sono un tipo curioso, e dalla ginocchiata facile.
Sto per chiamare i carabinieri, ma Arn mi blocca: - Aspetta, Pat. L’assicurazione mi ha già versato il premio: se chiami i carabinieri, dovremo restituire tutto...
Esito. Centomila euro sono niente per l’assicurazione (e Arn che ci lavora ne sa qualcosa), ma sono moltissimo per persone come noi...
- Vuoi dire che non lo denunciamo?
Non mi sembra giusto. Però Ioan insiste: Nicolai ha avuto una vita difficile... Se lo denunciamo, dopo la galera verrà espulso e in Romania lo aspetta la sua vecchia gang per fargli la pelle. Magari avrà imparato la lezione...
Io non sono esattamente un tipo caritatevole, però Ioan mi è simpatico e apprezzo la sua lealtà per il connazionale meno affidabile di lui.
Guardo Eva, che scrolla le spalle: - Il diamante l’hai recuperato tu. Per il diritto del mare, ti spetta il dieci per cento del suo valore.
Sempre attaccata ai soldi, la mia ragazza... Se non fosse per lei, saremmo sul lastrico.
Arn è perfettamente d’accordo: - Giustissimo. Ti faccio subito un assegno circolare, Pat. Non so come ringraziarti...
Fa diecimila euro. Non male, per una giornata di “lavoro”.
Mi lascio convincere: non sarà la cosa più onesta, ma aiuto degli amici ed evito di rovinare per sempre un ragazzo che in fondo non ha ammazzato nessuno... Non ancora.
Spero di non dovermene pentire.
Saliamo di sopra, io, Ioan e Arn.
Io taglio le corde che lo legano all’albero e Ioan gli spiega in romeno la situazione.
Conclude in italiano: - Adesso però sparisci. E non farti mai più vedere a Venezia: sono quelli come te che rovinano il nome della nostra gente, stronzo.
Nicolai ci guarda con odio, raccatta i suoi vestiti e si riveste in fretta prima di correre via come un cane bastonato.
Arn ci offre da bere nel quadrato, dove ringrazia di cuore anche Ioan e stacca un assegno anche per lui per ringraziarlo dell’aiuto.
Pam si è ripresa. Indossa di nuovo il suo diamante, e le splendono gli occhi per la soddisfazione... Sia fisica che non.
Si è rimessa la vestaglia, mentre io sono ancora discinta. Vederla con il diamante che pende fra i suoi bellissimi seni nudi mi fa tornare in mente un paio di cose.
- Pam, ora che mi ricordo: noi due avevamo fatto un patto, circa il diamante...
Lei mi guarda sorniona, rigirandosi il pendente fra le dita: - Hmmm... Sì, mi sembra di ricordare qualcosa. Quando ti serve?
Presentarmi al Casinò con un simile brillante al collo raddoppierà come minimo la mia credibilità, e anche il valore delle mie marchette...
- Non c’è fretta – sorrido avvicinandomi alla sedia dove si è accomodata, con il gomito sul tavolo e le belle gambe accavallate – Ti farò sapere... Intanto però penso che tu mi possa dare un piccolo anticipo, cosa ne pensi?
Alzo repentinamente una gamba appoggiando il tacco dello stivale sulla sua sedia, e nel contempo le afferro la nuca e mi premo la sua faccia contro la fica.
- Hmmmpp! – fa lei, colta di sorpresa lasciando cadere il suo bicchiere.
- Sono ancora piena della sborra di Nicolai – le faccio a denti stretti – Sono sicura che anche una etero di ferro come te apprezzerà una torta alla crema come questa...
In realtà, Nicolai mi è venuto dentro tre volte, e sto davvero traboccando: Pam avrà di che bere per almeno mezz’ora.
La donna cerca di divincolarsi per sottrarsi allo stupro, ma io le tengo forte per le orecchie e lei non fa abbastanza palestra: sento le sue labbra sulla vagina, e le spingo la testa in modo da costringerla a slabbrarmi la fica.
Lei protesta e si dimena, poi sente sulle labbra il sapore dello sperma, e da ciucciacazzi qual è non può fare a meno di apprezzarne il sapore.
- Così, brava... Non sei obbligata a leccarmela: basta che tu mi ripulisca dalla sborra. Lo so che ti piace...
In effetti le piace. Dopo una breve esitazione, sento la sua lingua lappare fra le mie valve spalancate, suggendone gli abbondanti succhi che ne fuoriescono ancora densi e caldi.
Lo spettacolo di sua moglie che finalmente lecca una fica arrapa velocemente anche Arn: vedo il suo uccello indurirsi rapidamente, ed Eva non si lascia scappare l’occasione.
- Visto che Pam e Pat sono occupate, direi che adesso voi due maschioni potreste occuparvi un po’ di me: in fondo sono l’unica a non essere ancora stata presa a sandwich, finora... Non vi pare?
Come si fa a respingere un simile invito da una come Eva?
Arn e Ioan sono subito addosso alla mia compagna, che si crogiola con due cazzi a disposizione, mentre io mi godo finalmente la lingua di Pam nella fica.
- Hmmm... Sì, continua così: brava. Fammi godere...
L’eccitazione della conquista accompagna la rapida crescita del piacere, stimolato dalla recente iniezione di adrenalina: ci metto pochissimo, anche se Pam non è esattamente una leccatrice esperta.
- Aahhh! – grido, premendomi la sua faccia sulla fica – Sborro... Sborro...
La donna ormai è partita: sta leccando come una gatta, avida di sottrarmi fino all’ultima goccia di sperma trattenuta nella mia fica, e non si scoraggia se ormai è mescolata con i miei umori. Slappa tutto senza più troppe remore.
- Aahhh... Bravissima – le faccio, soddisfatta, mentre Eva grida di piacere stretta fra Arn e Ioan – A proposito del diamante, cara... Me lo presteresti questa sera?
Prendo in mano il cazzone di Nicolai che è già bello tosto e mi pulsa fra le dita, caldo e ancora lubrificato dal mio piacere. La sensazione del membro nel palmo mi fa indurire di nuovo i capezzoli e mi viene subito voglia di baciarlo in bocca.
Un minuto, e sono di nuovo in ginocchio a spompinarlo come un’assatanata.
Giro lo sguardo intorno a me, e vedo che non sono la sola: anche Eva e Pam sono già in azione e si smascellano sui rispettivi maschi.
Pam è la più rapida a impalarsi sul cazzo del suo occasionale amante: lo fa stendere sul tappeto e gli salta sopra infilzandosi da sola sulla sua gagliarda erezione prima di buttarsi in avanti per baciarlo appassionatamente come se fosse l’uomo della sua vita.
Lo spettacolo della sua groppa che comincia ad andare su e giù mi ispira un osceno pensiero bisex: smetto di spompinare e alzo la testa per guardare Nicolai: - Guarda com’è messa Pam: scommetto che adesso le piacerebbe proprio gustarsi un bel tramezzino...
Il tipo gira la testa e si lecca i baffi.
Lascio andare il suo cazzone ormai già duro come una spranga di ferro, e lui va ad accomodarsi alle spalle della padrona di casa per infornarla da dietro.
Sono generosa, lo so... E’ che mi è venuta una gran voglia di incularmela, ma a parte il fatto che ho lasciato a bordo lo strapon, dubito che Pam apprezzerebbe un approccio troppo diretto da parte mia, quindi tanto vale che se la inforni il cazzo che ho appena preparato io.
- Aaghhh!
Pam si è inarcata di colpo quando Nicolai le ha sfondato il buco con il suo enorme attrezzo: io lo avevo lubrificato con la saliva e lei è rotta in culo da una vita, ma resta il fatto che il romeno è superdotato e lei ha già Ioan nella pancia, quindi il dolore è da mettere in conto...
Beh, è lei quella che vuole solo cazzi.
Arn si avvede dell’ordalia della moglie, e decide di dare una mano – anzi, un cazzo – per farla stare zitta: si stacca da Eva e va a cacciarle l’uccello in bocca.
Completamente ingolfata, Pam si becca i tre cazzi tutta da sola e comincia rapidamente ad apprezzare l’attenzione congiunta dei tre maschi.
Eva e io ci alziamo in piedi e ci guardiamo in faccia: siamo entrambe disoccupate, ma questo ci apre anche nuove prospettive...
- Sei ancora piena di Nicolai, vero? – mi fa Eva, con un lampo di perversione negli occhi.
Io sorrido e annuisco, poi mi siedo sul bordo del tavolo e allargo maliziosamente le gambe offrendole la mia bella passerotta pelosa e bagnata fradicia.
Eva si lecca le labbra: è sempre stata appassionata di creampies, e quelle particolarmente abbondanti la eccitano particolarmente. Si inginocchia fra le mie gambe spalancate, insinua la testa fra le mie cosce nude, e affonda la faccia sotto l’orlo della minigonna.
- Aahhh... – bramisco io sentendo la lingua esperta della mia compagna che mi apre le valve della fica per leccare la sborra calda e appiccicosa che mi riempie.
Getto la testa all’indietro e comincio a gemere forte mentre lei succhia avidamente la crema che ho tenuto in caldo per lei. Sento le sue mani scorrere sulla pelle nuda delle cosce mentre la sua lingua scava avidamente dentro di me, e nel giro di pochi minuti sono nel pucio più completo.
Mi porto le mani ai seni e comincio a giocare con i miei capezzoli gonfi da morire, e dimeno la testa come un’ossessa. Per gustare meglio il gioco con le mie punte, mi strappo di dosso il top e lo getto lontano prima di tornare a palparmi, mentre le slurpate golose di Eva si fanno sempre più profonde, avvicinandosi sempre di più al mio punto G...
La prima a godere, manco a dirlo, è Pam: con tre cazzi in corpo, è avvantaggiata. La sento urlare impazzita, e ne deduco che il marito le ha lasciato libera la bocca, ma gli altri due continuano a trivellarla imperterriti.
- Vieni sul tavolo – annaspo, tirando Eva per i capelli – Voglio leccarti anch’io...
Non sono capace di restare passiva a lungo: anch’io voglio saziarmi di fica, e quella di Eva è la migliore del mondo. Mi stendo di schiena sul tavolo tenendo le gambe larghe, ed Eva mi sale sopra a sessantanove, appoggiandomi la fica sulla faccia e tornando a premere il viso fra le mie gambe.
Anche Eva ha fatto il pieno da poco: come le slabbro la passera bionda e spelacchiata, lo sperma di Arn comincia a colare fuori, e io sono lesta a lapparlo golosamente. Il seme del maschio è diluito dalle abbondanti secrezioni vaginali della giovane femmina, e il cocktail che ne risulta è inebriante.
Lecco e bevo ansimando, mentre lei riprende a sua volta a succhiare me, e il nostro delizioso sessantanove lesbico ci sta conducendo rapidamente in direzione di un glorioso orgasmo, quando vengo distratta da un nuovo arrivo.
Mi sento toccare i capelli, poi vedo il cazzo di Arn, fresco della bocca di sua moglie, che mi si avvicina bello duro alla bocca.
Come dire di no al padrone di casa? Smetto di slinguare Eva, allungo una mano e me lo porto in bocca per una saporita succhiata.
Hmmm... E’ bello duro: lo spettacolo della moglie presa a sandwich dai suoi amanti, e quello di noi due che lesbichiamo devono averlo arrazzato alla grande.
Lo insalivo per bene, poi lo accosto alla spacca grondante di Eva, che so essere la sua buca favorita.
Lui spinge, e il cazzo entra facilmente nella figa aperta e guazza.
Eva smette un attimo di leccarmi ed emette un gridolino di gioia sentendosi riempire la passera di carne dura, poi torna al suo connilinguo e Arn comincia a scoparla forte.
Io mi godo lo spettacolo, e ne approfitto per leccare i coglioni gonfi e pelosi dell’uomo che mi scopa la ragazza, mentre lei ricomincia a spingermi a colpi di lingua verso il piacere.
Io dardeggio la lingua fra la congiunzione dei corpi di Eva e Arn, i testicoli di lui e il clito di lei, e intanto mi godo la lingua che mi scava nella vagina, e mi sembra di essere in paradiso.
Poi Eva mi gode sopra, sbrodolandomi in faccia in suo orgasmo.
Invece di concludere di nuovo dentro la biondina, Arn lo tira fuori dalla sua tana e me lo caccia prepotentemente in gola per farselo ciucciare.
Non mi piace molto succhiare a testa in giù: mi va il sangue alla testa e mi perdo il piacere. Così scivolo da sotto Eva, che sta boccheggiando cercando di riprendersi, e mi inginocchio per spompinare a dovere il padrone di casa.
- Bravissima – mi fa lui, accarezzandomi i capelli – Succhi come una dea...
Bel complimento. Non so come lo succhino le dee, ma l’accostamento è in ogni caso lusinghiero.
Passo le mani sulle cosce asciutte e pelose del maschio mentre gli spompino il cazzo durissimo che sa di Eva; me lo caccio in gola decisa a svuotargli i coglioni, ma il maschio esperto resiste bene.
Eva si è ripresa e mi raggiunge in ginocchio davanti al maschio che l’ha già scopata due volte; come ho già rimarcato, io sono una donna generosa, e le concedo metà del cazzo che sto succhiando: in fondo lei è la mia ragazza...
Lavoriamo bene in coppia, Eva ed io: siamo bene allenate e abbiamo una bella esperienza con i cazzi stagionati che rimorchiamo al Casinò. Ci alterniamo sulla punta e sull’asta, con io che sego la verga e lei che gli spreme le palle, finché lui comincia a ragliare come un somaro e il membro comincia a pulsare violentemente...
- Vengo, puttane...
Il primo schizzo me lo prendo io sulle tette: mi colpisce dritto sul capezzolo destro, rigandomi tutto il petto. Poi Eva spalanca la bocca e inghiotte la cappella prendendosi il resto direttamente in gola e mandando tutto avidamente giù nello stomaco.
Continuo a segarlo e a leccargli l’asta mentre lui finisce di sborrare in gola a Eva; poi, quando le palle sono ridotte a due sacchetti mosci e grinzosi e lui barcolla all’indietro, esaurito, caccio la lingua in bocca a Eva per prendermi la mia parte di sborra: lo so che fa bene alla pelle, e io ne ho più bisogno di Eva...
Ci scambiamo in bocca la venuta di Arn con un lungo bacio umidissimo, finché non la consumiamo del tutto, poi Eva si abbassa a succhiarmi i capezzoli durissimi per ripulire il casino che lui ha combinato sborrandomi addosso, e io mi masturbo furiosamente.
Sono un po’ frustrata: sono l’unica che non è venuta una seconda volta.
Pam è fuori uso, stravaccata sul pavimento con la sborra che le cola un po’ da tutti i buchi ancora spalancati, e suo marito barcolla come un ubriaco verso di lei.
Ioan e Nicolai si sono sfogati entrambi dentro di lei facendole il pieno, e adesso credo che sia soddisfatta per un po’.
Quella che non è soddisfatta sono io, cazzo.
Mi sollevo in piedi, mentre Eva rimane sul pavimento a rifiatare, e mi guardo intorno con frustrazione.
La mia compagna è esausta, e Pam è del tutto fuori combattimento. Arn risente del peso degli anni, e in fondo se ne è già fatte due... Mi restano i due romeni: avranno anche le palle vuote, ma alla loro età il cazzo dovrebbe tirargli ancora.
Mi alzo in piedi e mi sfilo anche la mini: ormai sono completamente nuda, e chi se ne frega se sono tutta inzaccherata di Arn e Nicolai... Mi avvicino con aria battagliera ai due istruttori di karate e gli chiedo di quanto hanno bisogno prima di riprendersi quanto basta per darmi un’altra ripassata.
Quelli mi guardano con occhi da pesci lessi, poi Nicolai sbotta: - Un puttanone come te non si rifiuta mai... Però dovrai darti da fare con la bocca, troia!
Bene.
L’aria nel quadrato si è fatta un po’ pesante, specialmente dopo il tramezzino di Pam, quindi su suggerimento di Nicolai per farli riprendere me li porto sul ponte.
E’ pomeriggio tardi, e il sole sta calando, ma tira una brezza leggera e tiepida, e si sta abbastanza bene anche nudi. Sul molo e sulle barche circostanti non c’è nessuno, ma comunque chissenefrega: io sono un’esibizionista e s e anche ci vedessero...
Tanto siamo sulla barca di Arn e Pam, mica sulla mia.
Il ponte della Carina è pieno di attrezzature varie: è una barca a vela, e c’è di tutto in giro. Rotoli di gomena, cassette di attrezzi, contenitori per materiale da vela, salvagente...
C’è anche un ampio materasso elegante che Pam usa per prendere il sole, ed è lì che decido di farmi montare.
Afferro i cazzi uno per mano e comincio a segarli in sincrono mentre offro la lingua ora a uno ora all’altro. Sento nel palmo della mano la tosta consistenza delle loro erezioni che montano rapidamente, e io mi sento indurire i capezzoli all’idea di quel che sta per accadere.
Apprezzo anche la differenza fra un pene e l’altro: grosso e nodoso Nicolai, più snello e anche un po’ più lungo Ioan. Due cazzi di prim’ordine, e con Pam in fuorigioco e Eva probabilmente occupata con Arn, adesso sono tutti per me.
Per qualche strana ragione, Nicolai vorrebbe prendermi in piedi vicino all’albero maestro, ma io voglio stare comoda, quindi lo costringo a schienarsi sul materassino: è vero che sono più sfondata di Pam, ma se posso scegliere il suo arnese lo preferisco in fica.
Monto in arcione schiacciandomelo sotto, punto il membro durissimo all’apertura della vagina ancora sgocciolante, e mi infilzo lentamente su di lui, gustandomi ogni istante della penetrazione.
Quando ce l’ho tutto in fregna, mi giro verso Ioan che intanto si è sistemato dietro di me, gli prendo il cazzo e me lo punto verso il buco del culo.
Il tipo non si fa pregare: mi sputa sull’orifizio che mi tengo aperto con le dita, poi mi spinge dentro il cazzo con un movimento elegante e non troppo prepotente.
- AARGHHH! – ringhio, sentendomi squarciare tutta mentre Ioan mi affonda il membro nel retto.
Finalmente anche io ricevo il tramezzino che mi merito: i due istruttori di karate mi sbattono come un pezzo di carne sul ponte della Carina, e io mi scordo presto di essere in piena vista dal molo... Le mie grida spaventano i gabbiani, ma rischiano anche di attirare curiosi; infatti Nicolai mi tappa la bocca con una manaccia che potrebbe usare meglio titillandomi i capezzoli, ma visti i suoi precedenti penali non posso dargli torto.
I due amici non hanno perso la loro abilità a lavorare in tandem: i due cazzi mi trapanano in sincronia perfetta facendomi impazzire di piacere. Uno dentro e uno fuori... Uno fuori e l’altro dentro, e via così! Io continuo a latrare come una cagna in calore mentre mi faccio fottere senza respiro, e la mano che mi tappa la bocca può solo limitare il casino che sto facendo.
In quelle condizioni, l’orgasmo non può essere trattenuto a lungo: i due cazzi che mi squassano le viscere raggiungono il mio punto G da due direzioni diverse, donandomi un sollazzo senza pari, e dopo meno di dieci minuti di quella cavalcata selvaggia io esplodo come una bomba al plasma.
- Aahhh! – grido, sconvolta dall’orgasmo – Aahhh... Aahhh...
Mi contorco come una serpe schiacciata dai due maschi, masticando i loro cazzi con i miei buchi affamati, e li obbligo a sborrare a loro volta.
Avverto il calore dei loro schizzi dentro di me, e mi sento riempire in entrambi i canali dalla loro sborra densa e collosa mentre le convulsioni del mio orgasmo continuano a scuotere il mio corpo finché non mi lascio andare, finalmente soddisfatta.
Ioan si stacca per primo, esausto dopo aver coperto Eva, Pam e adesso anche me; sento l’odiosa sensazione di vuoto di quando il cazzo spento ti esce dal culo, e subito dopo quella assai più intrigante dello sperma che comincia a colare dal buco rotto.
La sente anche Nicolai, perché la sborra di Ioan che mi scivola fra le cosce probabilmente arriva a bagnargli anche i coglioni: probabilmente non gli piace, perché mi fa sollevare per togliersi da sotto di me. Anche il suo uccellone mi abbandona, e io comincio a perdere sborra anche dalla fica... Sono una nave scuola piena di falle, direbbe la Giorgia per farmi incazzare.
Io ricado inerte sul materassino, e chi se ne frega se tutto il liquame che sto perdendo imbratterà tutto: è solo plastica, e Pam pulirà più tardi... In fondo il materasso è suo.
Sento Ioan che rifiata accanto a me.
Invece Nicolai si è già alzato in piedi... Beata gioventù!
Il romeno dallo sguardo freddo non mi è simpatico neanche un po’, però devo ammettere che mi ha scopata davvero bene; apro un occhio per guardarlo mentre si muove con circospezione sul ponte.
Strano, non si stiracchia come mi aspetterei da un maschio che mi ha appena montata: piuttosto si guarda intorno... E si dirige dritto verso un rotolo di cime di riserva sotto l’albero maestro.
Strano.
Apro l’altro occhio e lo osservo curiosa.
Nicolai nudo e con il cazzo ancora mezzo duro e bagnato di me è in ogni caso uno spettacolo degno di essere guardato, ma la mia innata curiosità indiscreta mi porta a cercare di capire cosa cavolo stia facendo...
Si piega sul rotolo, infila una mano dentro e ravana qualche secondo prima di tirarla fuori di nuovo.
Per un istante vedo scintillare qualcosa, poi lui si porta la mano alla bocca e si solleva in piedi girandosi finalmente di nuovo verso di noi.
- Ehi! – gli faccio con voce roca e impastata dopo l’orgasmo – Hai trovato qualcosa?
Lui scuote la testa senza rispondere.
Mi insospettisco.
Accanto a me, Ioan comincia a riprendersi lentamente. Mi sollevo sul gomito e mi guardo intorno.
- Nicolai, cosa hai trovato fra quelle corde?
Di nuovo, quello non risponde e si limita a scrollare le spalle.
Ioan mi fa con voce assonnata: - Lo sai che Nicolai è di poche parole...
- Già, ma a una domanda diretta potrebbe anche rispondere, cazzo.
Sento l’afflusso rivitalizzante di adrenalina scorrermi nel corpo, e mi sollevo in piedi.
- Nicolai, fammi vedere cos’hai trovato.
Quello fa una smorfia e mi volta le spalle, dirigendosi verso la scaletta.
Lo raggiungo velocemente e gli metto una mano sulla spalla nuda per fermarlo. Lui si volta con aria seccata e mi respinge.
Stiamo parlando di un istruttore di karate, giovane e muscolosissimo: decisamente al di sopra delle mie capacità, anche se sono in forma.
Così gioco sporco, e gli sferro con tutte le mie forze una ginocchiata nei coglioni.
Nicolai strabuzza gli occhi e caccia un urlo lacerante e non troppo virile mentre si piega in avanti acciecato dal dolore.
Urlando ha aperto la bocca, e ne è caduto qualcosa. Qualcosa di scintillante...
Mi piego a raccoglierlo prima che il tipo possa calciarlo via, e lo tiro su per osservarlo.
Il diamante.
Cazzo. Era rimasto a bordo tutto il tempo...
- Pat, ma sei impazzita?
Questo è Ioan, che si è sollevato velocemente in piedi vedendomi aggredire il suo amico.
Mi giro e gli faccio vedere il diamante: - Non mi dirai che tu non ne sapevi niente?
Il romeno spalanca la bocca per lo stupore, e la sua espressione mi pare sincera: lui non ne sapeva davvero niente.
Mi volto verso Nicolai che sta ancora boccheggiando cercando di riprendersi dopo che gli ho cacciato i testicoli direttamente in gola: - Ecco perché i carabinieri non hanno trovato niente da te: l’avevi nascosto qui a bordo e aspettavi solo l’occasione per recuperarlo...
Nicolai lancia un urlo di furore e mi si lancia addosso con una luce assassina nello sguardo.
Lui è a piedi nudi, mentre io indosso ancora gli stivali senza tacco: mi muovo meglio sul ponte di legno e evito il suo attacco.
Però sono impacciata dal diamante che stringo nella destra, e svanita la sorpresa, lui è molto più forte ed esperto di me.
Sto per mettermi a urlare per chiamare aiuto, quando Ioan si avventa addosso al collega cinturandolo e scaraventandolo a terra.
- Bastardo, e io che ti ho difeso tutto questo tempo... – gli ringhia rabbioso – Così ci sputtani tutti, stronzo!
Sono entrambi forti ed esperti di lotta, ma Nicolai è molto più giovane... Peccato però che io l’ho già danneggiato abbastanza: Ioan riesce a schienarlo e a montargli sopra prima di sferrargli un paio di tremendi cazzotti in faccia che poco hanno a che fare con il karate e molto con la rabbia.
Nicolai sputa un paio di denti, e Ioan ha buon gioco ad immobilizzarlo completamente.
Bene: è il momento di usare quella fune per uno scopo più idoneo...
Mentre Ioan sorveglia il prigioniero, io scendo nel quadrato con il diamante.
Pam è dove l’ho lasciata, ancora stordita dalla violenza del sandwich che ha subito (è decisamente meno allenata di me), mentre Eva e Arn stanno scopando di nuovo sul divano come due fidanzatini...
Che teneri, quasi mi dispiace interromperli: - Guardate cosa ho trovato nella bocca di Nicolai!
***
Quindi era stato proprio lui. Solo che invece di portarselo via, sapendo che sarebbe stato controllato in quanto principale sospetto, l’aveva lasciato a bordo calcolando di andarselo a riprendere quando le acque si fossero calmate.
Il suo problema era stato la nostra costante presenza sulla Serenissima, per cui gli riusciva difficile avvicinarsi al molo della Carina. L’invito all’orgia era stato l’occasione che aspettava... Gli è andata male che io sono un tipo curioso, e dalla ginocchiata facile.
Sto per chiamare i carabinieri, ma Arn mi blocca: - Aspetta, Pat. L’assicurazione mi ha già versato il premio: se chiami i carabinieri, dovremo restituire tutto...
Esito. Centomila euro sono niente per l’assicurazione (e Arn che ci lavora ne sa qualcosa), ma sono moltissimo per persone come noi...
- Vuoi dire che non lo denunciamo?
Non mi sembra giusto. Però Ioan insiste: Nicolai ha avuto una vita difficile... Se lo denunciamo, dopo la galera verrà espulso e in Romania lo aspetta la sua vecchia gang per fargli la pelle. Magari avrà imparato la lezione...
Io non sono esattamente un tipo caritatevole, però Ioan mi è simpatico e apprezzo la sua lealtà per il connazionale meno affidabile di lui.
Guardo Eva, che scrolla le spalle: - Il diamante l’hai recuperato tu. Per il diritto del mare, ti spetta il dieci per cento del suo valore.
Sempre attaccata ai soldi, la mia ragazza... Se non fosse per lei, saremmo sul lastrico.
Arn è perfettamente d’accordo: - Giustissimo. Ti faccio subito un assegno circolare, Pat. Non so come ringraziarti...
Fa diecimila euro. Non male, per una giornata di “lavoro”.
Mi lascio convincere: non sarà la cosa più onesta, ma aiuto degli amici ed evito di rovinare per sempre un ragazzo che in fondo non ha ammazzato nessuno... Non ancora.
Spero di non dovermene pentire.
Saliamo di sopra, io, Ioan e Arn.
Io taglio le corde che lo legano all’albero e Ioan gli spiega in romeno la situazione.
Conclude in italiano: - Adesso però sparisci. E non farti mai più vedere a Venezia: sono quelli come te che rovinano il nome della nostra gente, stronzo.
Nicolai ci guarda con odio, raccatta i suoi vestiti e si riveste in fretta prima di correre via come un cane bastonato.
Arn ci offre da bere nel quadrato, dove ringrazia di cuore anche Ioan e stacca un assegno anche per lui per ringraziarlo dell’aiuto.
Pam si è ripresa. Indossa di nuovo il suo diamante, e le splendono gli occhi per la soddisfazione... Sia fisica che non.
Si è rimessa la vestaglia, mentre io sono ancora discinta. Vederla con il diamante che pende fra i suoi bellissimi seni nudi mi fa tornare in mente un paio di cose.
- Pam, ora che mi ricordo: noi due avevamo fatto un patto, circa il diamante...
Lei mi guarda sorniona, rigirandosi il pendente fra le dita: - Hmmm... Sì, mi sembra di ricordare qualcosa. Quando ti serve?
Presentarmi al Casinò con un simile brillante al collo raddoppierà come minimo la mia credibilità, e anche il valore delle mie marchette...
- Non c’è fretta – sorrido avvicinandomi alla sedia dove si è accomodata, con il gomito sul tavolo e le belle gambe accavallate – Ti farò sapere... Intanto però penso che tu mi possa dare un piccolo anticipo, cosa ne pensi?
Alzo repentinamente una gamba appoggiando il tacco dello stivale sulla sua sedia, e nel contempo le afferro la nuca e mi premo la sua faccia contro la fica.
- Hmmmpp! – fa lei, colta di sorpresa lasciando cadere il suo bicchiere.
- Sono ancora piena della sborra di Nicolai – le faccio a denti stretti – Sono sicura che anche una etero di ferro come te apprezzerà una torta alla crema come questa...
In realtà, Nicolai mi è venuto dentro tre volte, e sto davvero traboccando: Pam avrà di che bere per almeno mezz’ora.
La donna cerca di divincolarsi per sottrarsi allo stupro, ma io le tengo forte per le orecchie e lei non fa abbastanza palestra: sento le sue labbra sulla vagina, e le spingo la testa in modo da costringerla a slabbrarmi la fica.
Lei protesta e si dimena, poi sente sulle labbra il sapore dello sperma, e da ciucciacazzi qual è non può fare a meno di apprezzarne il sapore.
- Così, brava... Non sei obbligata a leccarmela: basta che tu mi ripulisca dalla sborra. Lo so che ti piace...
In effetti le piace. Dopo una breve esitazione, sento la sua lingua lappare fra le mie valve spalancate, suggendone gli abbondanti succhi che ne fuoriescono ancora densi e caldi.
Lo spettacolo di sua moglie che finalmente lecca una fica arrapa velocemente anche Arn: vedo il suo uccello indurirsi rapidamente, ed Eva non si lascia scappare l’occasione.
- Visto che Pam e Pat sono occupate, direi che adesso voi due maschioni potreste occuparvi un po’ di me: in fondo sono l’unica a non essere ancora stata presa a sandwich, finora... Non vi pare?
Come si fa a respingere un simile invito da una come Eva?
Arn e Ioan sono subito addosso alla mia compagna, che si crogiola con due cazzi a disposizione, mentre io mi godo finalmente la lingua di Pam nella fica.
- Hmmm... Sì, continua così: brava. Fammi godere...
L’eccitazione della conquista accompagna la rapida crescita del piacere, stimolato dalla recente iniezione di adrenalina: ci metto pochissimo, anche se Pam non è esattamente una leccatrice esperta.
- Aahhh! – grido, premendomi la sua faccia sulla fica – Sborro... Sborro...
La donna ormai è partita: sta leccando come una gatta, avida di sottrarmi fino all’ultima goccia di sperma trattenuta nella mia fica, e non si scoraggia se ormai è mescolata con i miei umori. Slappa tutto senza più troppe remore.
- Aahhh... Bravissima – le faccio, soddisfatta, mentre Eva grida di piacere stretta fra Arn e Ioan – A proposito del diamante, cara... Me lo presteresti questa sera?
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Triplo Mistoracconto sucessivo
SQuarcio
Commenti dei lettori al racconto erotico