Nave Scuola

di
genere
saffico

Un confuso caleidoscopio di colori, suoni e sensazioni; il profumo intossicante del sesso, la fragranza virile del maschio e quella più dolce della femmina, il sapore intenso e delicato ad un tempo delle secrezioni vaginali e del seme mescolati insieme, i gemiti d’estasi, il calore della carne dei partner...
Mi sento come avvolta da un insieme di percezioni potenti: passione, eccitazione e piacere spinto fino all’estasi assoluta.
Eva e Giulia si abbracciano nude, baciandosi appassionatamente: la loro relazione si è evoluta fino a sbocciare in un amore profondo, vizioso, totale. Giulia stringe a sé la sua amante con atteggiamento possessivo, ed Eva si abbandona senza riserve, sottomessa e contenta: si accarezza il pancione rigonfio, sorridendo orgogliosa della sua gravidanza. Non saprà mai chi sia stato fra i suoi numerosi amanti di colore quello che l’ha messa incinta: non importa, perché si è trattato solo di un donatore di seme. Quando si ammucchia con i neri non chiede neppure loro il nome: deve solo sfogare i suoi bisogni eterosessuali prima di tornate a giacere con la sua vera amante, che sarà il vero padre del figlio che porta in grembo.
Giulia è felice: Eva ormai è solo sua, e ora che è anche incinta il loro rapporto è definitivamente consolidato. I maschi passano per il loro letto, e scompaiono rapidamente all’orizzonte, mentre loro si ritrovano sempre alla sera nel loro lettone...
Sono felice per loro. E anche per me: anch’io sono incinta, per la seconda volta nella mia vita... Perfino le mie tette sono cresciute un po’, e il pancione non mi lascia quasi dormire per la gioia di sentirmi così piena di vita... Le forti mani di Alex mi stringono con delicata fermezza: forti, protettive. Finalmente ho trovato il maschio capace di mettermi sotto e di tenermici: un uomo capace di possedermi per sempre.
Alla fine il nostro complicato rapporto si è stabilizzato seguendo il corso naturale delle cose: messe da parte le perversioni più sconce, le passioni incestuose e le eccessive differenze di età, ci siamo riaccoppiati e messi insieme in modo definitivo. Sono la donna di Alex adesso, e gli darò il figlio maschio che ha sempre desiderato... Mentre Eva e Giulia sono finalmente libere di vivere il loro amore e la loro sessualità come una famiglia completa e senza interferenze da parte dei loro genitori depravati.
Sento le braccia del mio uomo che mi stringono, e mi rannicchio contenta nel suo forte abbraccio, orgogliosa del suo amore...

Mi stringono davvero forte, cazzo.
Apro un occhio e vedo che la luce filtra piuttosto intensa attraverso la tendina che scherma la finestra: la cabina padronale della Serenissima è immersa nella luce del mattino, e un leggero profumo di cappuccino arriva dal corridoio. La schiava deve essere già al lavoro.
L’orologio sul comodino indica le nove del mattino: è a pochi centimetri dal mio occhio, perché sono quasi sul ciglio del lettone...
...E, sì: Alex mi ha incucchiaiata nel sonno e mi sta stringendo con una familiarità che manderebbe Eva fuori dai gangheri ove se ne dovesse accorgere.
Il maschio alfa sta anche russando sonoramente. E ha il cazzo duro che mi preme fra le chiappe: nessuna meraviglia che mi abbia indotto un sogno erotico così intenso.
Come diavolo siamo finiti in questa posizione? Quando ci siamo addormentati, accanto a me c’era Eva, con Giulia e Alex dall’altra parte... Ah, già: io ero al centro, fra Eva e Giulia; poi però mi sono alzata per andare in bagno, e quando sono tornata le due ragazze si erano abbracciate nel sonno, così sono dovuta andare dall’altra parte del letto, dando la schiena ad Alex. Poi, nel sonno lui deve avermi presa per Giulia.
Non che mi dispiaccia: non capita spesso di dormire abbracciata da un uomo come Alex.
Però a Eva non piacerebbe; e poi ho fame.
A malincuore rimuovo il braccio del maschio che mi stringeva il fianco e scivolo giù dal letto cercando di non svegliare gli altri.
Mi alzo in piedi e mi stiracchio, poi mi volto a guardare i miei compagni: Eva e Giulia sono abbracciate, con la mia ragazza come al solito di schiena e stretta da dietro... Anche lei deve credere che sia io a stringerle il seno con una mano, invece che mia figlia. Alex e Giulia invece sono schiena contro schiena... Sorrido: verrebbe voglia di fagli una foto.

Scivolo silenziosamente fuori dalla cabina e ritrovo la mia canotta sul pavimento del corridoio: la infilo, poi recupero anche le mutandine nel quadrato, così quando riemergo sul ponte non rischio di dare scandalo ad eventuali passanti sul molo.
Sì, la Roby sta preparando la colazione; peccato, mi sarebbe piaciuto punirla. Magari dopo potrei darle qualche scudisciata anche se non se lo merita: così, tanto per gradire...
Per adesso l’afferro per i capelli ricci e me la tiro contro; lei mi guarda con i suoi occhioni spalancati, e io le caccio la lingua in bocca, baciandola a forza.
La schiava s’irrigidisce un istante, poi si rilassa e risponde contenta al bacio... Finché non la respingo con forze, rimandandola ai suoi doveri domestici.
Lei sospira e si rimette al lavoro, tutta contenta.
Controllo i comandi di bordo, poi le notizie su internet. Quando torno al tavolo ormai pronto, trovo la Giulia intenta a versarsi un succo d’arancia.
- Ciao – le faccio – Dormito bene?
Lei scrolla le spalle: - Insomma. Padre e figlia russavano mica male... Suppongo sia l’inconveniente di averli fatti bere. Quando sei tornata a letto dopo essere andata in bagno, ho cercato di spingerti addosso Alex per vedere se almeno mentre dormivate riuscivo a farvi scopare, ma lui dormiva davvero come un sasso... Gli è venuto duro toccandoti il culo, ma non ti ha scopata. Credevo fosse impossibile!
Già, adesso che ci penso, è quasi offensivo. Oh, beh... Meglio così: almeno non ho rotto la mia promessa a Eva.
- Ma nel complesso, le cose sono andate come volevi?
Lei sorride: - Tutto sommato direi di sì. Immagino che le mie fantasie di vedere te con Alex, e Eva che infrange il suo tabù dell’incesto rimarranno tali; ma almeno abbiamo fatto sesso tutti e quattro insieme come speravo.
La bacio sui capelli e mi siedo accanto a lei: - Bene, sono contenta. Ma non chiedermi più di ingannare Eva, per piacere: nemmeno per il tuo compleanno. Intendo rispettare la linea rossa che mi ha chiesto di non attraversare, e non andrò mai con Alex... Anche se lo desidero moltissimo. Nella vita bisogna saper dire di no, almeno ogni tanto.
Lei annuisce: - Sì, lo capisco. E immagino che io debba rispettare la decisione di Alex di non lasciarsi indurre in tentazione da Eva... Anche se non capirò mai perché va bene che tu lo faccia con tua figlia, ma non lui con la sua.
Io scrollo le spalle: - Ne abbiamo parlato: il nostro è sesso solo in quanto ci procura piacere fisico, esattamente come una masturbazione, o un rapporto orale. Fra loro sarebbe un accoppiamento vero e proprio.
- Allora potrebbero avere un rapporto anale: quello non sarebbe un accoppiamento secondo natura, no?
Ci rinuncio.

Mentre bevo il mio cappuccino e sgranocchio una fetta biscottata arriva anche Eva.
Ha una faccia devastata, e non ha bisogno di dire che le scoppia la testa. Se anche Giulia sperava che lasciandola nuda nel lettone insieme ad Alex avrebbe potuto portare a qualcosa, si sbagliava di grosso: non ci si eccita con i postumi di una sbornia che ti esplodono nel cranio.
La bionda ci guarda con una smorfia di dolore.
- Ditemi che stanotte non è successo niente di quello che temevo.
Le sorrido: - Sono successe molte cose, ma nessuna di quelle a cui avevi messo il veto.
Lei mi guarda dritto negli occhi: - Non ti sei fatta scopare da Alex?
- No.
- E... Io non ho fatto niente con mio padre?
Giulia fa una smorfia che è un mezzo sorriso: - Beh, a parte un pompino con ingoio...
- COSA?
Intervengo di corsa: - No, tesoro, non hai fatto niente di serio... Niente che possa turbare il rapporto fra te e Alex. O fra di noi, se è per questo.
Lei mi guarda intensamente: - Giuramelo.
Sa che non riuscirei a mentirle neanche se volessi, mentre mi guarda così...
- Te lo giuro.
Eva sospira, e finalmente viene a sedersi accanto a me con una smorfia di dolore: - Grazie al cielo. Quando mi sono svegliata accanto a lui, ho temuto il peggio. Ce l’aveva ancora duro, e io sono un disastro in mezzo alle gambe...
- Oh – fa Giulia noncurante – Se è per questo, Alex ce l’ha sempre duro al mattino. Ho letto che è tipico dei maschi alfa.
Eva la fulmina con un’occhiataccia. La mia ragazza è totalmente disinibita, ma se si tratta di suo padre diventa più pudica di una monaca illibata.
- Parlando di maschi alfa... – aggiunge la Giulia con tono casuale – Alex e io ripartiamo dopo pranzo. Lo porto a Cortina a conoscere Fulvio: così possiamo vedere anche la Giorgia, cha ha appena compiuto gli anni anche lei.
Già: non so se Fulvio sia un alfa a tutto tondo, visto che tende ad essere un po’ schivo, ma di sicuro dal punto di vista fisico è la controparte italica di Alex.
- Speravo rimaneste anche domenica...
- Scusa, Pat: ci tengo a vedere mia sorella. Ha compiuto tredici anni, è un momento importante per lei... E la sento molto vicina a me.
Sorrido dentro di me: la piccola Giorgia è un vero peperino. Sicuramente somiglia più a Giulia che non alla sua stessa mamma.

Alex si alza con calma, sicuro e rilassato come sempre.
Rifila una pacca sul sedere alla Roby per farla staccare dai fornelli e si prepara da solo una tazza di acqua sporca bollente (lui lo chiama caffè), poi ci raggiunge sul ponte, perfettamente sbarbato e con un leggero dopobarba che mi fa rizzare i capezzoli all’istante.
Prima se ne va, meglio è.
La Giulia porta la Serenissima in Laguna dove pranziamo al largo del Lazzaretto, poi proseguiamo fino a Santa Lucia dove sbarchiamo gli ospiti con un ultimo bacio caldissimo prima di tornare al Lido.
Eva torna sottocoperta a coltivare il suo mal di testa e a studiare, mentre io faccio un po’ di manutenzione ordinaria e sorveglio la Roby che fa le pulizie.
Più tardi convinco Eva ad accompagnarmi a fare un po’ di jogging sul lungomare, così le viene anche fame per cena e magari le passa l’emicrania da gelosia acuta...
In serata arrivano un po’ di SMS da Cortina, con le foto di Fulvio e soprattutto della Giorgia.
Hmmm... Sempre più carina, la mocciosa.

***

Nessuna notizia del diamante di Pam.
Mi sento un po’ in colpa, mentre sorseggio il caffè offerto dalla padrona di casa e Arn mi aggiorna sul loro ultimo colloquio alla stazione Carabinieri: in fondo sono stata io a portargli i romeni a bordo.
E’ una settimana che non frequentiamo neppure più la palestra per evitare di sentire i piagnistei di Ioan sul suo amico che è stato licenziato dai proprietari solo nel dubbio che possa essere colpevole... Secondo lui è razzismo. Secondo Arn è buonsenso. Io francamente me ne frego abbastanza, ma mi dispiace per Arn e Pam.
Lui scrolla le spalle: per fortuna era assicurato... Le pratiche per avere i soldi sono già impostate.
Nel frattempo, Eva e io ci teniamo in forma soprattutto con il nuoto: ormai il tempo ci consente lunghe nuotate in mare aperto, e non c’è niente di meglio per prepararci alla nostra sessione annuale di addestramento in Sardegna...

Al ritorno dalla nuotata del mattino, mi crogiolo al sole mentre Eva naviga su internet sottocoperta, quando mi sento chiamare per nome.
- Pat! Posso salire?
Riapro gli occhi e cerco di mettere a fuoco il molo e la battagliola, che sono contro sole.
Abbasso gli occhiali da sole sugli occhi e mi faccio schermo con una mano, e individuo la ragazzina bruna che saluta con la mano dal molo.
La Giorgia.
Folti capelli nerissimi tagliati da maschiaccio, una semplice maglietta di cotone che nasconde le tettine acerbe, shorts denim ricavati in casa da jeans stinti dell’anno prima, e sandali da spiaggia ai piedi... Occhiali da sole e una sacca da viaggio a tracolla. Un’adolescente ribelle come tante altre, con il tipico sorriso sfrontato di chi ha già deciso che il mondo così com’è gli va stretto.
- Questa è bella – faccio io – Tu cosa ci fai qui?
Lei scrolla le spalle: - Se mi fai salire a bordo te lo dico.
Questa è peggio della Giulia, penso fra me. Forse non è un bene che quelle due pesti si frequentino troppo...
Le faccio un gesto di invito, e solo allora lei marcia compunta su per la battagliola, apparentemente senza nessun problema di equilibrio... Almeno non è un’imbranata.
- Siediti – le faccio, indicandole il sedile accanto al mio – Hai mangiato?
- Un panino sul vaporetto, ma sono a posto così, grazie.
- I tuoi lo sanno che sei qui?
- Lo sa papà. Sono a Cortina con lui, questi giorni...
- Ma lui dov’è?
- Sempre a Cortina, naturalmente.
- Ma tu...
- No, non sono scappata di casa – fa lei con una smorfia – Papà doveva lavorare e la Giulia lo ha convinto a lasciarmi venire da te per vedere la tua barca. Giulia e Alex mi hanno accompagnata fino al vaporetto, ma loro dovevano prendere il treno per Milano. Non ti hanno avvertita?
No. Tipico di Giulia... Perché sprecare tempo ad avvertire sua madre?
- Beh, che dire... Benvenuta a bordo. Un’aranciata?
Lei se la beve di gusto, guardandosi intorno interessata: è evidente che la Serenissima le piace, anche se lei è una montanara.
La Giorgia è una tipa un po’ chiusa, quasi scontrosa. Piccolina di statura, piuttosto minuta, ma chiaramente atletica come suo padre. Già, è una promessa dello sci alpino...
Mi arriva in SMS. E’ la Giulia: lei e Alex sono sul treno per Milano, e mi chiede se la Giorgia è arrivata. Quando confermo, mi raccomanda di aver cura di lei.
Sempre più tipico: dare la madre per scontata è un classico, alla sua età...
Sospiro: ormai è a bordo, non posso mica buttarla in mare... Fra l’altro, con il fisico che si ritrova, sospetto che nuoti benissimo.

Mando un SMS a Fulvio per rassicurarlo, poi mando la schiava a comprare da mangiare anche per la nuova ospite, comunico la novità a Eva che sta impazzendo sul suo prossimo esame, e torno in coperta, dove la Giorgia sta curiosando in giro come è normale per una ragazzina della sua età.
- Bella barca – mi fa – E’ tua?
- Mia e di Eva – confermo.
- Hmmm... Eva è la tua ragazza, vero?
Okay, adesso mi tocca fare lezione sugli uccelli, le api e la comunità LGBTQ a una tredicenne?
- Immagino che la Giulia ti abbia spiegato...
- Sì, lo so che siete lesbiche. E’ per questo che sono qui.
La guardo, sorpresa e un po’ spiazzata.
Lei sbuffa: - Io e la Giulia abbiamo parlato parecchio... Conoscere mia sorella è una delle cose migliori che mi siano mai capitate: ci conosciamo da poco, ma è come se fosse da sempre...Lei è la persona che mi ha capito meglio da quando sono nata. L’idea di mandarmi da te è stata sua.
- Oh! – non ci capisco più niente – E questo, perché...
Mi guarda con l’espressione di una che ha già deciso di avere a che fare con una tonta: - Perché secondo mia sorella sono lesbica anch’io. Anzi, per usare le sue parole: “lesbica marcia”, come la sua amica Mara...
Mi irrigidisco: mi sembra un giudizio un po’ drastico, specialmente data l’età della Giorgia.
- Non ti sembra che sia un po’ presto per dire una cosa del genere?
Lei scrolla le spalle: - Te l’ho detto: abbiamo parlato molto. Mia mamma è molto conservatrice su queste cose: non si fa scrupoli ad avere due uomini, ma secondo lei l’omosessualità è una perversione. Forse papà è più aperto, ma lui è solo un uomo... Non avevo nessuno con cui confidarmi, finché non è arrivata Giulia. Parlando con lei ho capito molte cose...
Sospiro: in effetti, per la sua età, mia figlia è una vera esperta di sessualità... E in fatto di deviazioni e trasgressioni ne sa quasi quanto me.
- Mi ha detto che lei è bisessuale. O meglio, che le piacciono anche le ragazze... Poi mi ha strizzato l’occhio e mi ha chiesto se piacessero anche a me. Come se lo sapesse già. Cavolo, non lo avevo mai detto a nessuno! Anzi, a dirla tutta, non ne ero neanche sicura io stessa...
- E adesso credi di esserlo?
Altra scrollata di spalle: - Più o meno... Abbastanza. Insomma, i ragazzi non mi interessano; neanche un po’. Le mie amiche ne sono ossessionate, io li trovo antipatici, noiosi... E fisicamente un po’ ripugnanti.
- E le ragazze?
Lei arriccia il naso: - Antipatiche e noiose anche loro, per lo più. Ma fisicamente...
- Attraenti?
Lei fa una smorfia: - Beh, per esempio trovo che tu abbia un gran bel culo...
Sobbalzo: una dieci + tre -enne mi sta facendo un’avance...
- Ehm... Sì, me lo dicono in molti. Però io ho qualche anno più di tua madre.
- Lo so. Ma Giulia dice che hai molta esperienza con le ragazzine, e che ci sai fare.
Perfetto. Mia figlia va in giro a raccontare che sono una pedofila adusa a pervertire le minorenni.
- Senti Giorgia, non credo che questi discorsi dovresti farli con me...
- Li ho già fatti con Giulia. Quando ho capito che lei finalmente comprendeva i miei problemi, le ho chiesto di... Insomma, trovo attraente anche lei!
Lo credo bene... Giulia è uno schianto.
- Ma lei ha detto che non sarebbe giusto: non solo è mia sorella, ma non ha neanche mai iniziato una ragazza più giovane. Mentre tu...
Sempre meglio: non solo pedofila e adescatrice, adesso anche nave scuola! Aspetta che riesca a mettere le mani addosso alla Giulia...
- ...Insomma, dice che la sua prima volta è stata con te. Ed è stata una bellissima esperienza.
Ci mancava la madre incestuosa. A quando una bella intervista TV? O magari un bel blog? Giulia questa me la paga...
- Una bellissima esperienza, eh? – questa almeno è carina...
- Già. Sembra che uscire dall’armadio sia un’esperienza traumatica per la maggior parte degli adolescenti gay... Di sicuro io mi sono sempre sentita molto a disagio con la mia sessualità, e non ho un buon rapporto con il mio corpo.
OK: queste non sono le parole di una ragazzina: la Giulia dev’essere stata molto convincente a indottrinare la sua sorellina sui misteri della vita...
- Giorgia, fammi capire: sei qui perché...
Lei deglutisce, chiaramente imbarazzatissima ma anche decisa ad andare fino in fondo: - Sono qui perché voglio che tu mi insegni a fare sesso. Giulia dice che sei la migliore.
Mi guarda dritta negli occhi, con aria di sfida: è tesa da fare tenerezza, ma è evidente che la cosa per lei è davvero importante, e non abbassa lo sguardo.
Mi fa una tenerezza enorme... Mi imbarazza da morire, ma quel che è peggio mi eccita anche moltissimo.

Ritorno con la memoria a quando ho sverginato la Mara, e poi anche la Giulia. Ho sempre avuto un debole per le ragazzine, ma qui siamo davvero in campo penale.
- Giorgia, ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo? Sei troppo giovane per...
- Troppo giovane per cosa? Per masturbarmi? Lo faccio tre o quattro volte al giorno: me la sto consumando... Vuoi che usi una zucchina? Devo farlo da sola? Pat, io ho bisogno di aiuto!
L’agnello che cerca di convincere il lupo a mangiarlo a tutti costi... Il guaio è che il lupo adora la carne di agnello.
La guardo con occhio meno freddo: la Giorgia è un tipino. Sono abituata a partner alte: Eva lo è anche più di me, e la Giulia, anche se più piccola di me, è sempre oltre il metro e settanta, mentre la Giorgia è piccolina, uno e sessanta, forse sessantacinque al massimo. Però è snella, slanciata, atletica... E decisamente aggressiva. Occhi verdi come la Giulia, pelle ambrata come lei, ma capelli nerissimi e folti come il Fabio. Magra, nervosa, fianchi stretti e spalle larghe, vita da vespa e tettine minuscole che minacciano di somigliare molto alle mie piuttosto che a quelle di sua madre.
Un tipino androgino, un po’ come una giovanissima Pat bruna e piccolina.
Mi piace, lo ammetto.
La guardo dritta negli occhi: - Giorgia... Attenta a quello che chiedi: potresti ottenerlo.
Il suo sguardo sfrontato e spaurito a un tempo non vacilla: - Lo spero davvero! Giulia mi ha avvisata che avresti avuto dei dubbi... Mi ha anche promesso che se ti tirerai indietro ci penserà lei ad aiutarmi. Ma pensa che sarai disposta ad accompagnarmi tu nel mio salto.
Già, perché la Giulia sa perfettamente quanto mi sia difficile non lasciarmi coinvolgere da una ninfetta in calore... Lo sa per esperienza diretta, accidenti a lei!
Scuoto la testa, rassegnata: - Okay. Sistema pure le tue cose nella cabina di Giulia, mettiti qualcosa di leggero e torna su appena pronta: il pranzo è quasi pronto. Poi chiamiamo tuo padre per rassicurarlo, e andiamo a farci un giro al largo... Sai nuotare?
- Certo che so nuotare. Per chi mi hai presa?
Caspita che caratterino... Meno male, credevo che il brutto carattere della Giulia fosse tutto colpa mia, ma magari il Fabio ne è responsabile quanto me...

- Quindi la Giulia l’ha mandata qui perché tu curi la verginità di sua sorella?
Eva è decisamente seccata, e la capisco.
Però lo trovo anche divertente: - Cos’è, sei gelosa di una ragazzina?
- Cosa? Perché mai dovrei essere gelosa di una che ha dieci anni meno di me, è atletica, attraente e con un temperamento che so che ti eccita?
Sì, è gelosa... Che dolce!
- Senti, quando viene su, le dico che non se ne fa niente: le facciamo fare un giro in barca, dorme nella cabina di Giulia, e domani la rimandiamo a casa sua. Va bene così?
Lei mi guarda indignata: - Così che poi racconti a Giulia che io sono una stronza?
Sospiro: - Senti, perché non ne parli tu con la Giulia? Magari fra voi vi capite...
Eva sbuffa, poi afferra il cellulare e scende di nuovo di sotto per discuterne in privato con la sua complice.

Quando torna, la Giorgia è già sul ponte, in slip e maglietta come me.
- Ci siamo parlate – mi fa, tranquilla come se tutto fosse normale – Per me va bene: la Giorgia è la benvenuta...
La brunetta sorride tutta contenta, e io rinuncio definitivamente a capire la mia compagna. A volte penso che gli uomini abbiano ragione: le donne non sono veramente normali...

***

Siamo al largo del Lido, in direzione di Malamocco, e abbiamo fatto il bagno. Contrariamente a quanto mi sarei potuta aspettare da una montanara, la Giorgia si è rivelata un’ottima nuotatrice quasi all’altezza della Giulia, e si è allenata insieme a noi.
Non male per una tredicenne in fregola...
Ci asciughiamo al sole, e io approfitto del momento in cui la ragazzina va in bagno per chiedere lumi a Eva: perché è diventata accomodante di colpo con la Giorgia?
- Semplice – mi fa lei senza sollevare la testa dal lettino – Giulia mi ha detto che possiamo farcela insieme.
Mi sollevo sul gomito, sorpresa: - Cosa? E da quando a te interessano le ragazzine?
- Hmmm... Da quando mi sono resa conto che al mondo non ci sono solo le tardone, immagino.
- COSA?
Mi va il sangue alla testa: passi essere considerata una nave scuola da mia figlia, ma sentirmi dare della tardona dalla mia ragazza, proprio no!
Agguanto l’impertinente sul lettino, la rovescio sul fianco e prima che abbia il tempo di reagire le strappo di dosso lo slip da bagno e comincio a sculacciarla di santa ragione.
Ci sono dei vantaggi ad essere quella con i muscoli...
- Ahi! – strilla Eva, incerta se ridere o piangere – Vacci piano con quelle manacce... Mi rovini la pelle del culo!

La sto ancora sculacciando quando arriva la Giorgia, che si ferma a guardarci interdetta.
- Ma... E’ così che si fa l’amore fra donne?
Eva si rivolta paonazza, più per l’umiliazione di essere vista mentre viene punita che per quella della punizione in sé.
Prima che possa dire qualcosa, intervengo io: - No, è così che io punisco le ragazzine impudenti. Ne hai bisogno anche tu?
- No, no – si affretta a dire la brunetta – Sono sfacciata, mica impudente... Credo che mi piacerebbe di più essere quella che le dà, piuttosto che quella che le prende.
Già, ne avevo il vago sospetto. Una dominatrice in erba...
- Vuoi darmi una mano? – le propongo all’improvviso – Eva ha davvero bisogno di una punizione esemplare, sai...
La Giorgia s’illumina tutta: - Davvero, posso?
- Assolutamente no! – grida Eva, oltraggiata – Non ci provare... Pat, lasciami andare!
Non ci penso nemmeno: la tengo saldamente sulle mie ginocchia e faccio accomodare la Giorgia accanto a me mentre la biondina del mio cuore scalcia e strepita cercando inutilmente di divincolarsi.
- Pat, questa me la paghi... Ahia!
Non si deve permettere di darmi della tardona... E nemmeno di minacciarmi.
Le mollo una scarica di pacche a tavoletta, poi faccio cenno a Giorgia di accomodarsi.
La brunetta dagli occhi verdi si lecca le labbra, tende le mani e si scatena in una raffica di sculacciate rumorose e ben centrate sulle splendide chiappe rosee della povera Eva.
- Ah! Cazzo... Mi fai male... Smettila!
- Così, brava – faccio io, da brava maestra – Mano tesa e piatta.
- Ahi... Ahiaaa! Basta... Basta...
- Più forte, non aver paura: è una ragazza grande... Può sopportare questo ed altro.
- Ahaa! Ah! Ahiaaa... Pat, ti prego! Scusami, non ti prenderò più in giro, lo giuro...
Hmmm...
- Okay, basta così Giorgia: almeno per ora.
La ragazzina obbedisce docilmente, mi strizza l’occhio e si fa da parte mentre sollevo la povera Eva, che singhiozza sommessamente.
La abbraccio per confortarla, e lei mi si stringe contro, bagnandomi il collo con i suoi lacrimoni.
- Scusa Pat... Non dovevo dirti una cattiveria così. Non lo faccio più!
Sorrido fra me: ogni tanto occorre ricordare alla mia ragazza chi è quella che comanda, altrimenti si monta la testa.
Le accarezzo i capelli per confortarla, e ci stampo sopra anche un bel bacione.
- Su, su... E’ tutto passato tesoro: non pensarci più. Ma non dirmi mai più una cosa del genere, capito?
- Sigh... Mai più, Pat. Promesso...
Le sollevo il capo e la bacio sulle labbra. Lei mi stringe forte e mi offre la lingua... La faccio trepidare un momento, poi la accetto.
Ci baciamo in bocca davanti alla Giorgia, appassionatamente.

Con la coda dell’occhio vedo che la ragazzina ci osserva intenta, senza perdere un movimento.
E’ a torso nudo, con le tettine acerbe di fuori, ma indossa ancora lo slippino del costume da bagno.
Non è abbronzata come noi: ha la pelle chiara e pulita, senza traccia di acne o di nei, che stacca perfettamente con i capelli corvini e con i capezzoli scurissimi e puntuti, con l’areola piccina e proporzionata ai seni a coppa di champagne.
Ci guarda pomiciare davanti a lei, e le vedo brillare gli occhi; si lecca le labbra, e comincia a respirare più a fondo.
Continuo a strofinarmi contro Eva, ma non smetto di osservare la Giorgia: come le si dilatano le narici, le si accelera il fiato, le si induriscono i capezzoli... La ninfetta si sta eccitando, proprio come noi.
Eva è proprio partita: mi sa che si è anche scordata della Giorgia. La sculacciata l’ha mandata nel pucio, e ormai pensa solo a sfogare i suoi legittimi pruriti da ventenne scatenata.

Non era così che avevo immaginato la lezione di sesso con la sorellina di Giulia, ma a volte queste cose riescono meglio quando capitano per caso.
Strizzo in seno a Eva e la faccio squittire, poi le metto una mano sul capo e la obbligo ad abbassarsi per leccarmi le punte.
- Hmmm... – ansimo gustando la sua lingua esperta sui capezzoli duri – Così, brava...
La Giorgia si è messa comoda sul divanetto davanti a noi e ci osserva intenta: una mano le è già scivolata fra le gambe, e sta giocando con le dita sul triangolino anteriore del costume.
- Abbassami le mutandine, brava...
Eva esegue ubbidiente: ormai è completamente domata, almeno per il momento, e mi tira giù lungo le gambe il costumino che anch’io avevo eccezionalmente tenuto per fare il bagno, tanto per mettere la Giorgia a suo agio.
Sento lo sguardo della ragazzina accarezzarmi la pelle mentre lo slippino mi cade sulle caviglie rivelando il mio boschetto biondo.
Sì, la piccola è davvero a suo agio: si avvicina per guardare meglio, chiaramente incuriosita dalla mia fica, così diversa dalla sua.
Eva va in ginocchio, infila la faccia fra le mie cosce nude, e mi tira una prima slappata a lingua dura sulla passera pelosa.
- Aahhh... – gemo, sentendomi aprire le valve della fica dalla lingua espertissima e rovente della mia compagna – Sì, leccamela, così...
Eva si esibisce in un connilinguo da esperta, e io me lo gusto ansimando di piacere e rilassandomi al sole.

La Giorgia si infila un mano nelle mutandine e comincia a ravanare con calma, mordendosi un labbro; con la mano libera si accarezza i seni e si torce un capezzolo: la vedo rabbrividire di piacere, e la ricompenso strizzandole un occhio mentre mi lecco lascivamente le labbra.
- Hmmm... Sei bravissima tesoro! Continua così, tutta dentro...
La lingua rasposa di Eva mi sta scavando nelle viscere, tesa a leccarmi l’anima. Mi fa impazzire... Ma lo spettacolo della Giorgia che si masturba guardandoci è quasi altrettanto eccitante.
La vedo sfilarsi del tutto lo slippino, rimanendo completamente nuda davanti a noi: si mette comoda a gambe spalancate sul divanetto, e ricomincia a masturbarsi con frenesia crescente senza smettere di guardare noi che facciamo l’amore davanti a lei.
I suoi capezzoli piccoli e scuri sono erti come e quanto i miei, indice sicuro di un temperamento focoso e di una sessualità particolarmente calda.
Eva oggi è particolarmente in forma: la sua lingua mi fa impazzire.
- Continua così – annaspo senza fiato – Non ti fermare, ci sono quasi...
Una slinguata rovente mi centra implacabile il punto più caldo, e io esplodo: - Aah! Ti sborro... Ti sborro... Aahhh!!!
Getto la testa all’indietro inarcandomi tutta e godo in faccia alla mia ragazza, che beve avidamente il mio piacere caldo e perlaceo.
Mi sforzo di mantenere almeno in parte il controllo del mio corpo, mentre Eva continua implacabile a slinguarmi da sotto il cuore: riapro gli occhi e vedo la Giorgia che se ne viene a sua volta con un grido strozzato, sussultando e contorcendosi convulsamente.

Finito di abbeverarsi alla mia fonte del piacere, Eva riemerge fra le mie gambe e si protende a baciarmi in bocca, regalandomi il mio stesso sapore.
Ci abbracciamo e ci rotoliamo nude e sudate sul divanetto, dimenando le gambe e schiacciandoci reciprocamente le tette senza smettere di baciarci appassionatamente.
Quando alla fina ci fermiamo appagate, con Eva distesa sopra di me che respira pesantemente col viso nell’incavo del mio collo, io torno a guardare la Giorgia, chiaramente tutt’altro che soddisfatta, che continua a masturbarsi anche dopo l’orgasmo.
Le tendo una mano, sorridendo: - Ti va di unirti a noi? Non abbiamo mica finito, sai...
Lei spalanca gli occhioni verdissimi, illuminandosi tutta, e ci raggiunge con un balzo felino.
scritto il
2019-11-15
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