In Pizzeria con la Giorgia: le Perversioni crescono
di
Patrizia V.
genere
orge
Le pizze ormai si sono raffreddate, ma tanto ormai ci siamo tolte l’appetito. Beh, quasi.
Seduta accanto a me, la Giorgia si dimena come una gattina, e a me è rimasto un languorino...
Prima che il ragazzone torni con la birra di Eva, anch’io ho finito la mia.
Sto quasi per ordinarne un’altra, ma all’ultimo momento mi rendo conto che la mia fame supera di gran lunga la sete, così invece che una birra ordino uno sfilatino.
Lui mi guarda, incerto se io stia chiedendogli del pane oppure...
- Oppure – gli chiarisco io, alzandomi in piedi e accostandomi a lui con aria predatrice.
Gli piazzo una mano sul pacco, saggiandone la consistenza, e mi compiaccio di quel che sento: il ragazzo ha un buon tempo di recupero. Vantaggi dei ventenni...
- Pat! – esclama la Giorgia alle mie spalle – ...Davvero?
- Hmmm... – annuisco io – Eva ha avuto la sua parte, ora io voglio la mia. Vuoi assaggiare anche tu?
- Cosa? – fa lei, che evidentemente ha superato il disgusto ma non cambiato gusti – No grazie!
Lui mi guarda costernato mentre gli sfilo l’uccellone dalla patta, ma non protesta quindi a rigore non è stupro.
Lo sego leccandomi le labbra, poi lo afferro per la nuca e me lo tiro contro offrendogli la lingua.
Di nuovo lui non oppone resistenza e risponde al mio bacio a bocca aperta.
Eva mi incoraggia con un tifo da stadio: si gira e molla una pacca sul sedere del ragazzo, poi un’altra sul mio, che risuona di più per via della minigonna di pelle.
Ci limoniamo in bocca per un po’, e il giovanotto perde le sue inibizioni: mi piazza le mani sul culo e comincia a strofinarmi il cazzo contro lo stomaco facendomi bagnare tutta.
Lui è pronto, e io pure... Lo lascio andare, mi volto e mi piego sul tavolo afferrando il bordo dal lato opposto dove c’è ancora la Giorgia.
- Adesso ti faccio vedere un’altra cosa... – le dico, ammiccando. Poi mi giro verso il maschione e gli ordino: - Buttamelo nel culo, svelto!
Lui sgrana gli occhi, incredulo.
Eva ha già capito l’antifona ed è in piedi: gli afferra il cazzo bello duro e si piega per prenderlo in bocca e insalivarlo a dovere.
Prima però si rivolge alla Giorgia: - Vieni qui e dammi una mano: occorrono due lingue...
Giorgia aggrotta la fronte ma si alza e raggiunge la bionda.
Io sono di spalle e non seguo la spiegazione della mia compagna alla nostra allieva, ma questa deve afferrare al volo perché mi si inginocchia dietro, mi solleva l’orlo della mini e mi apre le chiappe; un istante più tardi avverto la sensazione umida e calda della sua lingua sul perineo.
- Aahhh... – bramisco – Bravissima, così!
La Giorgia mi slingua il buco del culo, insalivandolo bene e ammorbidendolo dolcemente. Giro la testa per guardare, ma è veramente difficoltoso: vedo Eva che spompina il cameriere e la testolina arruffata di Giorgia col naso affondato nel solco delle mie chiappe.
Mi godo il lecchino della ragazzina, che decisamente con la lingua ci sa fare davvero... S’interrompe un momento quando Eva le offre una gollata al cazzo, poi torna a succhiarmi il foro anale facendomi uggiolare di piacere.
- Okay, direi che va bene così – sento dire a Eva – Dev’essere ben lubrificato, altrimenti senza unguento rischia di farle male... Adesso tocca a te, bello: sfondala!
Mi aggrappo al tavolo e scodinzolo invitante... Lui mi afferra per i fianchi e sento il calore della verga appoggiata al solco bagnato di saliva fra le natiche.
Stringo i dento preparandomi all’impatto: lui preme la cappella rovente contro il mio sfintere sgocciolante di saliva, poi spinge con forza.
Chiaramente non è un analista esperto, però ha energia da vendere: l’ariete di carne mi squarcia il buco e sprofonda nel retto in un colpo solo.
- Aaahhhh! – grido, sentendomi squarciare.
Cazzo, nessuno gli ha spiegato che bisogna andare per gradi? Mi sa che è la prima volta che lo mette in culo a una donna... Fortuna che ero insalivata per bene, altrimenti mi avrebbe aperta in due.
Mi sento farcire le budella di carne durissima e pulsante... Solo adesso mi rendo conto di quanto ne avessi bisogno.
Dietro di me la Giorgia esclama: - Accidenti, glie lo ha messo dentro tutto quanto!
Eh... Averne solo un pezzetto non serve a niente, penso io, assaporando quella sensazione di pienezza che ogni volta mi regala una penetrazione contro natura.
- Pat è sfondata – spiega Eva alle mie spalle – Non conosco nessun’altra brava come lei a prenderlo nel culo.
A parte te, mi verrebbe da dire con affetto, ma sono troppo occupata a gustarmi quel cazzone nelle viscere.
Il ragazzone mi stringe i fianchi con le manacce dure e comincia a fottermi contro il tavolo, facendolo scricchiolare a ogni affondo. La sua verga dura e nodosa mi svanga le budella, rovesciandomele ogni volta che fuoriesce, e dilatandomele quando rientra... Un supplizio divino.
- Aah! Aah! Aahhh...
Mi aggrappo disperatamente al tavolo e divarico le gambe più che posso, piantando gli stivali a terra per ricevere meglio i colpi di maglio di quell’ariete di carne che mi sta sbudellando tutta.
Mentre vengo sodomizzata, sento sullo sfondo le spiegazioni didattiche di Eva: - Pat adora questo tipo di rapporto... E’ anche per questo che pur preferendo le donne non ha mai rinunciato agli uomini.
- Ma non le fa male? – chiede la Giulia, interessata – Come fa a provare piacere?
- Certo che le fa male... Ma è un dolore estatico. Vedi, dipende tutto dalla conformazione individuale dei gangli nervosi: Pat è poco clitoridea e molto vaginale, il che significa che il fulcro della sua sensualità è piuttosto profondo. Una penetrazione anale, se ben diretta, arriva a stimolarle il centro del piacere dal di dietro, e può facilmente portarla all’orgasmo. Questa sua particolare conformazione fa sì che per lei la penetrazione sia fondamentale per godere: non essendo clitoridea, è molto difficile farla venire solo con la lingua...
Accidenti – penso io fra me – Se solo qualcuno me lo avesse spiegato quando avevo l’età della Giorgia, mi sarei risparmiata un sacco di problemi!
- Capisco – fa la Giorgia – Io invece sono clitoridea, vero?
- Direi proprio di sì... E questo orienterà sicuramente la tua sessualità verso i rapporti orali, mentre la penetrazione probabilmente per te non sarà mai fondamentale... Una fortuna, se i ragazzi ti attraggono poco.
- Hmmm... E tu, invece?
- Oh, io sono un po’ una via di mezzo: mi piace tutto. Per questo, pur essendo etero mi piace tanto farlo anche con le ragazze.
Mentre la lezione di anatomia alle mie spalle procede, il cameriere continua a incularmi selvaggiamente contro il tavolo, e io rantolo e annaspo sotto i suoi colpi bestiali. Cerco di angolarmi in modo da prenderlo nella direzione giusta, e quando il cazzo mi raggiunge finalmente il punto G mi sembra di impazzire di piacere.
- Aahhh! Godo... Godo...
Mi sollevo sui gomiti inarcando la schiena e gettando la testa all’indietro in un grido strozzato e godo di culo come non mi capitava da un po’.
Nell’orgasmo contraggo spasmodicamente lo sfintere e gli spremo il cazzo alla base, obbligando anche il maschio a venire.
Lui s’immobilizza di colpo, emette un lamento, e mi sborra in culo allagandomi le budella con una serie impressionante di spruzzi di sperma caldissimo e lento.
- Sì, riempimi... – ansimo io, sentendomi allagare il retto.
Lui esegue alla lettera, gonfiandomi letteralmente con i suoi schizzi: mi sembra di sentirmi uscire la sborra dalle orecchie...
Rimango lì, disperatamente aggrappata al tavolo, intontita dall’orgasmo; sento il cazzone che deflata e fuoriesce, lasciandomi dentro un’insopportabile sensazione di vuoto, ma il piacere continua a far vibrare il mio corpo soddisfatto.
Sento il cameriere che si tira su i pantaloni, borbotta qualcosa circa il suo principale che probabilmente lo licenzierà, poi corre via con i boccali di birra vuoti.
Finalmente sono soddisfatta: mi ero alzata la mattina con una voglia di cazzo da paura, e sono stata ingrifata tutto il giorno, alle prese con le lezioni di sesso per la Giorgia... La sveltina al bar non conta, è stata una cosa troppo rapida e bruciante. Ora però, mi sento piacevolmente piena e appagata.
Quando mi sollevo a fatica sui gomiti e mi volto, vedo Eva e Giorgia che stanno pomiciando alla grande in piedi in mezzo alla saletta: Eva ha una mano negli shorts della brunetta, e a giudicare dall’espressione direi che la ragazzina è a sua volta in dirittura d’arrivo.
Vantaggi di essere clitoridea, penso fa me con un sorriso.
Mi alzo dolorosamente in piedi, e sento subito il liquame che comincia a defluire dal buco spanato: la sensazione di calore lungo l’interno delle cosce è nauseante ed eccitante al tempo stesso...
Sospiro e mi dirigo barcollando verso il cesso.
Passando accanto alle due che continuano a baciarsi e a masturbarsi imperterrite, dico loro: - Io vado in bagno. Credo che cagherò sborra per un quarto d’ora, quindi ordinate pure il conto...
***
Il mattino dopo mi sveglio nel lettone sulla Serenissima.
Stranamente non sono sul fianco come al solito, ma giaccio di schiena a gambe aperte. Una sensazione di piacere mi pervade le membra, e dalle labbra mi sfuggono lunghi sospiri di godimento.
Eva è accanto a me, ancora addormentata.
La Giorgia invece è fra le mie gambe, intenta a leccarmi la fica.
- Hmmm... – ansimo – Ecco cos’è questa sensazione di estasi!
- Ciao Pat – mi fa lei sollevando un momento la testa con un sorriso – Buongiorno. Ti dispiace se mi alleno un po’ prima di colazione? La tua fica è così saporita...
- Oh, tesoro... Non smettere, ti prego! Continua... Continua...
Giorgia continua, e io comincio a smaniare.
Eva si sveglia, ci guarda e fa una smorfia: - Voi due lesbiche continuate pure... Io vado a vedere a che punto è la colazione.
La raggiungiamo venti minuti più tardi, affamate.
Facciamo colazione, gustandoci il sole del mattino in slip e canotta. Poi, mentre la schiava sparecchia, mi viene in mente che c’è un’altra cerimonia da fare per portare a termine l’iniziazione della Giorgia.
- Roby, vieni qui.
La schiava si affretta a deporre il vassoio con gli avanzi e si precipita davanti alla mia sedia.
- Dimmi Pat: cosa vuoi che faccia?
Le sorrido indulgente e accenno alla Giorgia: - Vedi questa ragazza, Roby? E’ la nostra figlioccia. Da adesso in poi, la tratterai esattamente come tratti la Giulia, che poi è sua sorella... La Giorgia ha esattamente la stessa autorità della Giulia, e farai bene a ricordartene. Capito?
La Roby annuisce, compunta: - Certo, Pat.
Poi si gira verso la Giorgia e china leggermente la testa: - Padrona...
La ragazzina sorride compiaciuta, mi guarda, poi torna a guardare la schiava: - Grazie, Roby. Non c’è bisogno che mi chiami così... Puoi chiamarmi Giorgia, esattamente come fai con Eva e Pat.
La tettona annuisce contenta: - Grazie Giorgia.
- Prego. Adesso inginocchiati e leccami i piedi come fai con Eva... Subito!
Roby deglutisce, cade in ginocchio, si piega in avanti per sollevare il piedino nudo della Giorgia, e comincia a leccarlo diligentemente.
Impara presto, la piccola...
La Giorgia si fa leccare con cura tutte le dita dei piedi, le piante e le caviglie sottili... Poi mette un piede in faccia alla schiava e la caccia senza troppi complimenti.
- Adesso basta così. Vai a finire le pulizie, fila!
La schiava cade all’indietro, si solleva con una smorfia, afferra il vassoio e sparisce sottocoperta.
Giorgia ci guarda: - Dopo magari posso usarla un po’?
Eva scrolla le spalle. Io rispondo: - Beh, è qui per questo. Ricordati di non danneggiarla troppo però: l’ultima volta l’hai conciata un po’ male.
- Va bene Pat. Questa volta userò la vaselina...
Andiamo di nuovo al largo a nuotare, poi per asciugarci invece di metterci sui lettini andiamo a sdraiarci direttamente sul ponte a prua. Il teck del ponte è piacevolmente caldo, e poi così possiamo stare vicine mentre ci scaldiamo al sole nude.
Ci teniamo per mano, ed è inevitabile che subentri il languore...
Prima che me ne accorga, ci stiamo baciucchiando tutte e tre: la Giorgia è ancora stesa al centro, ma io ed Eva siamo entrambe chine su di lei per baciarla in bocca, e le nostre tre lingue s’incontrano fra le sue labbra spalancate. Poi, all’unisono, scendiamo entrambe a succhiarle i capezzoli già duri.
- Oohhh! – guaisce la piccola sudiciona – Che bello...
Le mastichiamo le punte all’unisono, e lei geme di piacere rovesciando la testa all’indietro.
Quando porto una mano fra le sue gambe trovo la posizione già occupata da Eva, che la sta accarezzando delicatamente.
Allora mi metto a gambe aperte e invito la Giorgia a provare il gioco delle forbici. Lei mi vede a gambe spalancate e si lecca le labbra, poi capisce cosa intendo: Eva la aiuta ad assumere la posizione infilando una gamba sopra e una sotto le mie, e le nostre fiche si baciano delicatamente... Poi comincio a spingere, e lei caccia un gridolino di gioia sentendo lo stimolo caldo e umido sul clito. Subito comincia a spingere anche lei, e la doppia sforbiciata ha inizio, con Eva che si diverte a baciare e mordicchiare una o l’altra...
Quando Giorgia ha goduto (io proprio non ci riesco in questa posizione), siamo anche un po’ stanche e allora è Eva a riprendere l’iniziativa. Ci stacca una dall’altra e si inserisce in mezzo, tuffando la faccia fra le cosce della ninfetta. Io ne approfitto e mi giro in modo da offrire la fica alla Giorgia, e mi infilo a mia volta con la testa fra le gambe di Eva...
Di nuovo il triangolo isoscele: solo che questa volta il lato spurio è quello della brunetta, che è parecchio più piccolina della sorella maggiore.
Hmmm... Torrido! Il sole picchia, il sudore scorre fra le cosce, e gli umori vaginali di Eva mi riempiono la bocca mentre lecco avidamente la sua spacca. La Giorgia ha capito che mi deve leccare il clito solo a tratti, per poi cercare di andare più a fondo che può, e devo dire che è davvero un’allieva diligente... Eva poi ha buon gioco a lavorarsi di lingua e di labbra il clito della ragazzina, che infatti è la prima a schizzare in orbita.
Accidenti, lo voglio anch’io un clito così! Dev’essere fantastico potersi conquistare un orgasmo così facilmente...
Il bello è che uno non le basta: vuole continuare anche dopo, e perfino dopo il secondo...
Dopo il secondo orgasmo della Giorgia, io riesco a far sballare Eva, che se ne viene in modo alluvionale dissetando la mia lingua riarsa...
Quando si accorge che non riesce a farmi venire solo con la lingua, Giorgia comincia a usare le dita: le sento entrare e scorrere facilmente nella vagina grondante di piacere, e mi rendo conto che la ragazzina mi sta esplorando... Comincio a segnalarle le mie sensazioni con mugolii e gemiti via via sempre più forti, finché la giovane esploratrice non trova il mio tesoro nascosto e lo aggredisce con un’aggressività impressionante.
Mi ha cacciato dentro tre dita e continua a spingere: praticamente mi sta fistando, e ha localizzato con precisione il mio punto G. Lingua sul bottoncino esterno e dita su quello interno, non ho scampo: vengo anch’io con un grido selvaggio, sbrodolandole in faccia tutto il mio piacere.
Il triangolo è la mia figura geometrica preferita.
Dopo l’amore ci riposiamo stese sul ponte di prua, arrostendoci le tette e infischiandoci degli spettatori che a volte accostano in modo sospetto con le loro barche tanto per dare un’occhiata.
La Roby ci chiama per pranzo, e noi ci godiamo le sue pennette all’arrabbiata e il gelato vaniglia e amarena.
Poi, dopo mangiato, la Giorgia chiama a sé la schiava.
Obbediente, Roby va sotto il tavolo, si inginocchia fra le gambe spalancate della ragazzina che divora il suo secondo gelato, infila la testa fra le sue cosce e comincia a leccarla.
Giorgia si gode il suo primo connilinguo da dominatrice, e la sua schiava è anche troppo contenta di soddisfare le sue voglie di adolescente in fregola.
Guardandola godere viene voglia anche a me, e dopo naturalmente tocca anche a Eva avere il suo, così la povera Roby ha il suo bel da fare, e alla fine la sua povera lingua è letteralmente consumata.
Nel pomeriggio riportiamo la Giorgia a Santa Lucia a prendere il treno.
L’accompagniamo al treno e ci assicuriamo che salga a bordo sana e salva prima di dirigersi al nord: ci penserà suo padre a prenderla a Belluno.
- Adesso so perché la Giulia è così in gamba – ci fa la ragazzina abbracciandoci prima di partire – Ha una mamma fantastica, e una fantastica amica!
Quasi mi commuovo mentre ci bacia in bocca prima di salire sul treno.
Che cara ragazza...
***
Quando torniamo al Lido è ormai notte.
Io manovro con calma per attraccare: ormai conosco il molo come le mie tasche, e anche se è buio non ho problemi ad orientarmi con le luci di navigazione e i faretti dell’attracco.
Volto la Serenissima in modo da attraccare di poppa come al solito, ed Eva va sul bordo per agganciare le gomene.
Riduco al minimo la velocità in retro per l’accostata finale, quando Eva lancia un grido: - Ehi! Chi è là?
Mi volto a guardare, e vedo una figura scura acquattata nell’ombra che schizza via alla voce della mia ragazza. Riesco appena a distinguere una persona vestita di nero, con un passamontagna dello stesso colore, che scappa a gambe levate verso il lungomare.
Appena Eva ha fissato le cime la raggiungo: - Chi era?
- Non lo so. Ho visto qualcuno che si muoveva nell’ombra mentre accostavamo. Quando ha capito che stavamo attraccando qui si è bloccato cercando di nascondersi in un angolo buio. Poi, quando ho gridato di farsi riconoscere, è scappato via.
Aggrotto la fronte: - Un ladro?
- Non so. Forse... Di sicuro qualcuno che preferiva non essere visto.
Hmmm... La buona notizia è che se è arrivato proprio quando la Serenissima non era in rada, non ce l’aveva con noi.
Quella cattiva è che là fuori c’è qualcuno con un passamontagna nero che vuole qualcosa da uno degli occupanti del nostro approdo; e di questa stagione non siamo in tanti.
Seduta accanto a me, la Giorgia si dimena come una gattina, e a me è rimasto un languorino...
Prima che il ragazzone torni con la birra di Eva, anch’io ho finito la mia.
Sto quasi per ordinarne un’altra, ma all’ultimo momento mi rendo conto che la mia fame supera di gran lunga la sete, così invece che una birra ordino uno sfilatino.
Lui mi guarda, incerto se io stia chiedendogli del pane oppure...
- Oppure – gli chiarisco io, alzandomi in piedi e accostandomi a lui con aria predatrice.
Gli piazzo una mano sul pacco, saggiandone la consistenza, e mi compiaccio di quel che sento: il ragazzo ha un buon tempo di recupero. Vantaggi dei ventenni...
- Pat! – esclama la Giorgia alle mie spalle – ...Davvero?
- Hmmm... – annuisco io – Eva ha avuto la sua parte, ora io voglio la mia. Vuoi assaggiare anche tu?
- Cosa? – fa lei, che evidentemente ha superato il disgusto ma non cambiato gusti – No grazie!
Lui mi guarda costernato mentre gli sfilo l’uccellone dalla patta, ma non protesta quindi a rigore non è stupro.
Lo sego leccandomi le labbra, poi lo afferro per la nuca e me lo tiro contro offrendogli la lingua.
Di nuovo lui non oppone resistenza e risponde al mio bacio a bocca aperta.
Eva mi incoraggia con un tifo da stadio: si gira e molla una pacca sul sedere del ragazzo, poi un’altra sul mio, che risuona di più per via della minigonna di pelle.
Ci limoniamo in bocca per un po’, e il giovanotto perde le sue inibizioni: mi piazza le mani sul culo e comincia a strofinarmi il cazzo contro lo stomaco facendomi bagnare tutta.
Lui è pronto, e io pure... Lo lascio andare, mi volto e mi piego sul tavolo afferrando il bordo dal lato opposto dove c’è ancora la Giorgia.
- Adesso ti faccio vedere un’altra cosa... – le dico, ammiccando. Poi mi giro verso il maschione e gli ordino: - Buttamelo nel culo, svelto!
Lui sgrana gli occhi, incredulo.
Eva ha già capito l’antifona ed è in piedi: gli afferra il cazzo bello duro e si piega per prenderlo in bocca e insalivarlo a dovere.
Prima però si rivolge alla Giorgia: - Vieni qui e dammi una mano: occorrono due lingue...
Giorgia aggrotta la fronte ma si alza e raggiunge la bionda.
Io sono di spalle e non seguo la spiegazione della mia compagna alla nostra allieva, ma questa deve afferrare al volo perché mi si inginocchia dietro, mi solleva l’orlo della mini e mi apre le chiappe; un istante più tardi avverto la sensazione umida e calda della sua lingua sul perineo.
- Aahhh... – bramisco – Bravissima, così!
La Giorgia mi slingua il buco del culo, insalivandolo bene e ammorbidendolo dolcemente. Giro la testa per guardare, ma è veramente difficoltoso: vedo Eva che spompina il cameriere e la testolina arruffata di Giorgia col naso affondato nel solco delle mie chiappe.
Mi godo il lecchino della ragazzina, che decisamente con la lingua ci sa fare davvero... S’interrompe un momento quando Eva le offre una gollata al cazzo, poi torna a succhiarmi il foro anale facendomi uggiolare di piacere.
- Okay, direi che va bene così – sento dire a Eva – Dev’essere ben lubrificato, altrimenti senza unguento rischia di farle male... Adesso tocca a te, bello: sfondala!
Mi aggrappo al tavolo e scodinzolo invitante... Lui mi afferra per i fianchi e sento il calore della verga appoggiata al solco bagnato di saliva fra le natiche.
Stringo i dento preparandomi all’impatto: lui preme la cappella rovente contro il mio sfintere sgocciolante di saliva, poi spinge con forza.
Chiaramente non è un analista esperto, però ha energia da vendere: l’ariete di carne mi squarcia il buco e sprofonda nel retto in un colpo solo.
- Aaahhhh! – grido, sentendomi squarciare.
Cazzo, nessuno gli ha spiegato che bisogna andare per gradi? Mi sa che è la prima volta che lo mette in culo a una donna... Fortuna che ero insalivata per bene, altrimenti mi avrebbe aperta in due.
Mi sento farcire le budella di carne durissima e pulsante... Solo adesso mi rendo conto di quanto ne avessi bisogno.
Dietro di me la Giorgia esclama: - Accidenti, glie lo ha messo dentro tutto quanto!
Eh... Averne solo un pezzetto non serve a niente, penso io, assaporando quella sensazione di pienezza che ogni volta mi regala una penetrazione contro natura.
- Pat è sfondata – spiega Eva alle mie spalle – Non conosco nessun’altra brava come lei a prenderlo nel culo.
A parte te, mi verrebbe da dire con affetto, ma sono troppo occupata a gustarmi quel cazzone nelle viscere.
Il ragazzone mi stringe i fianchi con le manacce dure e comincia a fottermi contro il tavolo, facendolo scricchiolare a ogni affondo. La sua verga dura e nodosa mi svanga le budella, rovesciandomele ogni volta che fuoriesce, e dilatandomele quando rientra... Un supplizio divino.
- Aah! Aah! Aahhh...
Mi aggrappo disperatamente al tavolo e divarico le gambe più che posso, piantando gli stivali a terra per ricevere meglio i colpi di maglio di quell’ariete di carne che mi sta sbudellando tutta.
Mentre vengo sodomizzata, sento sullo sfondo le spiegazioni didattiche di Eva: - Pat adora questo tipo di rapporto... E’ anche per questo che pur preferendo le donne non ha mai rinunciato agli uomini.
- Ma non le fa male? – chiede la Giulia, interessata – Come fa a provare piacere?
- Certo che le fa male... Ma è un dolore estatico. Vedi, dipende tutto dalla conformazione individuale dei gangli nervosi: Pat è poco clitoridea e molto vaginale, il che significa che il fulcro della sua sensualità è piuttosto profondo. Una penetrazione anale, se ben diretta, arriva a stimolarle il centro del piacere dal di dietro, e può facilmente portarla all’orgasmo. Questa sua particolare conformazione fa sì che per lei la penetrazione sia fondamentale per godere: non essendo clitoridea, è molto difficile farla venire solo con la lingua...
Accidenti – penso io fra me – Se solo qualcuno me lo avesse spiegato quando avevo l’età della Giorgia, mi sarei risparmiata un sacco di problemi!
- Capisco – fa la Giorgia – Io invece sono clitoridea, vero?
- Direi proprio di sì... E questo orienterà sicuramente la tua sessualità verso i rapporti orali, mentre la penetrazione probabilmente per te non sarà mai fondamentale... Una fortuna, se i ragazzi ti attraggono poco.
- Hmmm... E tu, invece?
- Oh, io sono un po’ una via di mezzo: mi piace tutto. Per questo, pur essendo etero mi piace tanto farlo anche con le ragazze.
Mentre la lezione di anatomia alle mie spalle procede, il cameriere continua a incularmi selvaggiamente contro il tavolo, e io rantolo e annaspo sotto i suoi colpi bestiali. Cerco di angolarmi in modo da prenderlo nella direzione giusta, e quando il cazzo mi raggiunge finalmente il punto G mi sembra di impazzire di piacere.
- Aahhh! Godo... Godo...
Mi sollevo sui gomiti inarcando la schiena e gettando la testa all’indietro in un grido strozzato e godo di culo come non mi capitava da un po’.
Nell’orgasmo contraggo spasmodicamente lo sfintere e gli spremo il cazzo alla base, obbligando anche il maschio a venire.
Lui s’immobilizza di colpo, emette un lamento, e mi sborra in culo allagandomi le budella con una serie impressionante di spruzzi di sperma caldissimo e lento.
- Sì, riempimi... – ansimo io, sentendomi allagare il retto.
Lui esegue alla lettera, gonfiandomi letteralmente con i suoi schizzi: mi sembra di sentirmi uscire la sborra dalle orecchie...
Rimango lì, disperatamente aggrappata al tavolo, intontita dall’orgasmo; sento il cazzone che deflata e fuoriesce, lasciandomi dentro un’insopportabile sensazione di vuoto, ma il piacere continua a far vibrare il mio corpo soddisfatto.
Sento il cameriere che si tira su i pantaloni, borbotta qualcosa circa il suo principale che probabilmente lo licenzierà, poi corre via con i boccali di birra vuoti.
Finalmente sono soddisfatta: mi ero alzata la mattina con una voglia di cazzo da paura, e sono stata ingrifata tutto il giorno, alle prese con le lezioni di sesso per la Giorgia... La sveltina al bar non conta, è stata una cosa troppo rapida e bruciante. Ora però, mi sento piacevolmente piena e appagata.
Quando mi sollevo a fatica sui gomiti e mi volto, vedo Eva e Giorgia che stanno pomiciando alla grande in piedi in mezzo alla saletta: Eva ha una mano negli shorts della brunetta, e a giudicare dall’espressione direi che la ragazzina è a sua volta in dirittura d’arrivo.
Vantaggi di essere clitoridea, penso fa me con un sorriso.
Mi alzo dolorosamente in piedi, e sento subito il liquame che comincia a defluire dal buco spanato: la sensazione di calore lungo l’interno delle cosce è nauseante ed eccitante al tempo stesso...
Sospiro e mi dirigo barcollando verso il cesso.
Passando accanto alle due che continuano a baciarsi e a masturbarsi imperterrite, dico loro: - Io vado in bagno. Credo che cagherò sborra per un quarto d’ora, quindi ordinate pure il conto...
***
Il mattino dopo mi sveglio nel lettone sulla Serenissima.
Stranamente non sono sul fianco come al solito, ma giaccio di schiena a gambe aperte. Una sensazione di piacere mi pervade le membra, e dalle labbra mi sfuggono lunghi sospiri di godimento.
Eva è accanto a me, ancora addormentata.
La Giorgia invece è fra le mie gambe, intenta a leccarmi la fica.
- Hmmm... – ansimo – Ecco cos’è questa sensazione di estasi!
- Ciao Pat – mi fa lei sollevando un momento la testa con un sorriso – Buongiorno. Ti dispiace se mi alleno un po’ prima di colazione? La tua fica è così saporita...
- Oh, tesoro... Non smettere, ti prego! Continua... Continua...
Giorgia continua, e io comincio a smaniare.
Eva si sveglia, ci guarda e fa una smorfia: - Voi due lesbiche continuate pure... Io vado a vedere a che punto è la colazione.
La raggiungiamo venti minuti più tardi, affamate.
Facciamo colazione, gustandoci il sole del mattino in slip e canotta. Poi, mentre la schiava sparecchia, mi viene in mente che c’è un’altra cerimonia da fare per portare a termine l’iniziazione della Giorgia.
- Roby, vieni qui.
La schiava si affretta a deporre il vassoio con gli avanzi e si precipita davanti alla mia sedia.
- Dimmi Pat: cosa vuoi che faccia?
Le sorrido indulgente e accenno alla Giorgia: - Vedi questa ragazza, Roby? E’ la nostra figlioccia. Da adesso in poi, la tratterai esattamente come tratti la Giulia, che poi è sua sorella... La Giorgia ha esattamente la stessa autorità della Giulia, e farai bene a ricordartene. Capito?
La Roby annuisce, compunta: - Certo, Pat.
Poi si gira verso la Giorgia e china leggermente la testa: - Padrona...
La ragazzina sorride compiaciuta, mi guarda, poi torna a guardare la schiava: - Grazie, Roby. Non c’è bisogno che mi chiami così... Puoi chiamarmi Giorgia, esattamente come fai con Eva e Pat.
La tettona annuisce contenta: - Grazie Giorgia.
- Prego. Adesso inginocchiati e leccami i piedi come fai con Eva... Subito!
Roby deglutisce, cade in ginocchio, si piega in avanti per sollevare il piedino nudo della Giorgia, e comincia a leccarlo diligentemente.
Impara presto, la piccola...
La Giorgia si fa leccare con cura tutte le dita dei piedi, le piante e le caviglie sottili... Poi mette un piede in faccia alla schiava e la caccia senza troppi complimenti.
- Adesso basta così. Vai a finire le pulizie, fila!
La schiava cade all’indietro, si solleva con una smorfia, afferra il vassoio e sparisce sottocoperta.
Giorgia ci guarda: - Dopo magari posso usarla un po’?
Eva scrolla le spalle. Io rispondo: - Beh, è qui per questo. Ricordati di non danneggiarla troppo però: l’ultima volta l’hai conciata un po’ male.
- Va bene Pat. Questa volta userò la vaselina...
Andiamo di nuovo al largo a nuotare, poi per asciugarci invece di metterci sui lettini andiamo a sdraiarci direttamente sul ponte a prua. Il teck del ponte è piacevolmente caldo, e poi così possiamo stare vicine mentre ci scaldiamo al sole nude.
Ci teniamo per mano, ed è inevitabile che subentri il languore...
Prima che me ne accorga, ci stiamo baciucchiando tutte e tre: la Giorgia è ancora stesa al centro, ma io ed Eva siamo entrambe chine su di lei per baciarla in bocca, e le nostre tre lingue s’incontrano fra le sue labbra spalancate. Poi, all’unisono, scendiamo entrambe a succhiarle i capezzoli già duri.
- Oohhh! – guaisce la piccola sudiciona – Che bello...
Le mastichiamo le punte all’unisono, e lei geme di piacere rovesciando la testa all’indietro.
Quando porto una mano fra le sue gambe trovo la posizione già occupata da Eva, che la sta accarezzando delicatamente.
Allora mi metto a gambe aperte e invito la Giorgia a provare il gioco delle forbici. Lei mi vede a gambe spalancate e si lecca le labbra, poi capisce cosa intendo: Eva la aiuta ad assumere la posizione infilando una gamba sopra e una sotto le mie, e le nostre fiche si baciano delicatamente... Poi comincio a spingere, e lei caccia un gridolino di gioia sentendo lo stimolo caldo e umido sul clito. Subito comincia a spingere anche lei, e la doppia sforbiciata ha inizio, con Eva che si diverte a baciare e mordicchiare una o l’altra...
Quando Giorgia ha goduto (io proprio non ci riesco in questa posizione), siamo anche un po’ stanche e allora è Eva a riprendere l’iniziativa. Ci stacca una dall’altra e si inserisce in mezzo, tuffando la faccia fra le cosce della ninfetta. Io ne approfitto e mi giro in modo da offrire la fica alla Giorgia, e mi infilo a mia volta con la testa fra le gambe di Eva...
Di nuovo il triangolo isoscele: solo che questa volta il lato spurio è quello della brunetta, che è parecchio più piccolina della sorella maggiore.
Hmmm... Torrido! Il sole picchia, il sudore scorre fra le cosce, e gli umori vaginali di Eva mi riempiono la bocca mentre lecco avidamente la sua spacca. La Giorgia ha capito che mi deve leccare il clito solo a tratti, per poi cercare di andare più a fondo che può, e devo dire che è davvero un’allieva diligente... Eva poi ha buon gioco a lavorarsi di lingua e di labbra il clito della ragazzina, che infatti è la prima a schizzare in orbita.
Accidenti, lo voglio anch’io un clito così! Dev’essere fantastico potersi conquistare un orgasmo così facilmente...
Il bello è che uno non le basta: vuole continuare anche dopo, e perfino dopo il secondo...
Dopo il secondo orgasmo della Giorgia, io riesco a far sballare Eva, che se ne viene in modo alluvionale dissetando la mia lingua riarsa...
Quando si accorge che non riesce a farmi venire solo con la lingua, Giorgia comincia a usare le dita: le sento entrare e scorrere facilmente nella vagina grondante di piacere, e mi rendo conto che la ragazzina mi sta esplorando... Comincio a segnalarle le mie sensazioni con mugolii e gemiti via via sempre più forti, finché la giovane esploratrice non trova il mio tesoro nascosto e lo aggredisce con un’aggressività impressionante.
Mi ha cacciato dentro tre dita e continua a spingere: praticamente mi sta fistando, e ha localizzato con precisione il mio punto G. Lingua sul bottoncino esterno e dita su quello interno, non ho scampo: vengo anch’io con un grido selvaggio, sbrodolandole in faccia tutto il mio piacere.
Il triangolo è la mia figura geometrica preferita.
Dopo l’amore ci riposiamo stese sul ponte di prua, arrostendoci le tette e infischiandoci degli spettatori che a volte accostano in modo sospetto con le loro barche tanto per dare un’occhiata.
La Roby ci chiama per pranzo, e noi ci godiamo le sue pennette all’arrabbiata e il gelato vaniglia e amarena.
Poi, dopo mangiato, la Giorgia chiama a sé la schiava.
Obbediente, Roby va sotto il tavolo, si inginocchia fra le gambe spalancate della ragazzina che divora il suo secondo gelato, infila la testa fra le sue cosce e comincia a leccarla.
Giorgia si gode il suo primo connilinguo da dominatrice, e la sua schiava è anche troppo contenta di soddisfare le sue voglie di adolescente in fregola.
Guardandola godere viene voglia anche a me, e dopo naturalmente tocca anche a Eva avere il suo, così la povera Roby ha il suo bel da fare, e alla fine la sua povera lingua è letteralmente consumata.
Nel pomeriggio riportiamo la Giorgia a Santa Lucia a prendere il treno.
L’accompagniamo al treno e ci assicuriamo che salga a bordo sana e salva prima di dirigersi al nord: ci penserà suo padre a prenderla a Belluno.
- Adesso so perché la Giulia è così in gamba – ci fa la ragazzina abbracciandoci prima di partire – Ha una mamma fantastica, e una fantastica amica!
Quasi mi commuovo mentre ci bacia in bocca prima di salire sul treno.
Che cara ragazza...
***
Quando torniamo al Lido è ormai notte.
Io manovro con calma per attraccare: ormai conosco il molo come le mie tasche, e anche se è buio non ho problemi ad orientarmi con le luci di navigazione e i faretti dell’attracco.
Volto la Serenissima in modo da attraccare di poppa come al solito, ed Eva va sul bordo per agganciare le gomene.
Riduco al minimo la velocità in retro per l’accostata finale, quando Eva lancia un grido: - Ehi! Chi è là?
Mi volto a guardare, e vedo una figura scura acquattata nell’ombra che schizza via alla voce della mia ragazza. Riesco appena a distinguere una persona vestita di nero, con un passamontagna dello stesso colore, che scappa a gambe levate verso il lungomare.
Appena Eva ha fissato le cime la raggiungo: - Chi era?
- Non lo so. Ho visto qualcuno che si muoveva nell’ombra mentre accostavamo. Quando ha capito che stavamo attraccando qui si è bloccato cercando di nascondersi in un angolo buio. Poi, quando ho gridato di farsi riconoscere, è scappato via.
Aggrotto la fronte: - Un ladro?
- Non so. Forse... Di sicuro qualcuno che preferiva non essere visto.
Hmmm... La buona notizia è che se è arrivato proprio quando la Serenissima non era in rada, non ce l’aveva con noi.
Quella cattiva è che là fuori c’è qualcuno con un passamontagna nero che vuole qualcosa da uno degli occupanti del nostro approdo; e di questa stagione non siamo in tanti.
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