Quelle parole che mi fottono mente e vescica.
di
Tibet
genere
pissing
Non mio. Di Saku, una collega di penna dei tempi andati.
Buena Vida, Saku.
In questo piccolo "mondo" virtuale tutti hanno capito qual è la mia piccola perversione mentale. Ma nella realtà? Nella realtà no, nessuno lo sa cosa inebria la mia testolina, inibendo qualsiasi mia razionalità, nessuno sa di quei pensieri stupidi e schifosi che come dei piccoli tarli mi lacerano di piacere.
Per questo, quando in un piovoso venerdì sera mi ritrovo attorno al tavolo di un caldo pub in compagnia di alcune amiche il fatto che loro inizino a scherzare e parlare di certe cose è una tortura per me.
"Dio santo, il bagno è occupato, mi sto letteralmente pisciando sotto" inizia una.
E già a quelle paroline magiche qualcosa dalle parti del mio stomaco fa un piccolo sobbalzo.
Poi si sa com'è, basta una piccola frase sparata a casaccio, e ci si fissa per tutta la sera.
Ogni dialogo, ogni conversazione è condita da risate e ironia, battute da ochette brille... "questa non è birra, è il piscio di Cristina che ha trovato il bagno occupato"..."zitta stronza, adesso ti piscio addosso!"..."cavoli sento freddissimo, quasi quasi me la faccio sotto almeno mi scaldo un po' "
E io partecipo, ridendo con innocenza, dissimulando.
No ragazze, così non va bene...
Così mi fottete il cervello...
Vi prego, basta...
Niente da fare...
Mi eccito, mi eccito, mi eccito.
Si, mi bagno, lo so, lo sento. Sento sciogliermi dall'ombelico in giù, crollo.
Sogno che ogni parola sia vera, immagino le piccole follie che escono dalle nostre bocche diventare realtà.
Un'orgetta di schifosissima pazzia, senza pudore, senza il minimo freno.
Calda e torbida è la mia anima, caldo e torbido è ogni mio pensiero, caldo e torbido è l'incavo tra le mie cosce.
Mi lascio andare solo un po', un pochino, quel che basta per passare il confine, il punto di non ritorno.
Un piccolo rivolo di calore sotto e dentro di me, lo sento chiaro e fugace, come un lampo.
Io crollo. Confusa balbetto una scusa per alzarmi e andare verso il bagno.
Mi accompagna l'ennesima battuta "Simona piscia qui dai!! Fai la cagnolina cattiva!!! Fallo per Monicuccia tua ahahahah" urlata nel piccolo pub. Mi chiudo dietro le risate delle mie amiche, con un sospiro faccio scendere i jeans, infilo le dita, mi masturbo furiosamente liberando ogni pulsione, sciogliendo la mia libidine in un fiume di umori e calda pipì... si Monica, faccio la cagnolina cattiva.
Buena Vida, Saku.
In questo piccolo "mondo" virtuale tutti hanno capito qual è la mia piccola perversione mentale. Ma nella realtà? Nella realtà no, nessuno lo sa cosa inebria la mia testolina, inibendo qualsiasi mia razionalità, nessuno sa di quei pensieri stupidi e schifosi che come dei piccoli tarli mi lacerano di piacere.
Per questo, quando in un piovoso venerdì sera mi ritrovo attorno al tavolo di un caldo pub in compagnia di alcune amiche il fatto che loro inizino a scherzare e parlare di certe cose è una tortura per me.
"Dio santo, il bagno è occupato, mi sto letteralmente pisciando sotto" inizia una.
E già a quelle paroline magiche qualcosa dalle parti del mio stomaco fa un piccolo sobbalzo.
Poi si sa com'è, basta una piccola frase sparata a casaccio, e ci si fissa per tutta la sera.
Ogni dialogo, ogni conversazione è condita da risate e ironia, battute da ochette brille... "questa non è birra, è il piscio di Cristina che ha trovato il bagno occupato"..."zitta stronza, adesso ti piscio addosso!"..."cavoli sento freddissimo, quasi quasi me la faccio sotto almeno mi scaldo un po' "
E io partecipo, ridendo con innocenza, dissimulando.
No ragazze, così non va bene...
Così mi fottete il cervello...
Vi prego, basta...
Niente da fare...
Mi eccito, mi eccito, mi eccito.
Si, mi bagno, lo so, lo sento. Sento sciogliermi dall'ombelico in giù, crollo.
Sogno che ogni parola sia vera, immagino le piccole follie che escono dalle nostre bocche diventare realtà.
Un'orgetta di schifosissima pazzia, senza pudore, senza il minimo freno.
Calda e torbida è la mia anima, caldo e torbido è ogni mio pensiero, caldo e torbido è l'incavo tra le mie cosce.
Mi lascio andare solo un po', un pochino, quel che basta per passare il confine, il punto di non ritorno.
Un piccolo rivolo di calore sotto e dentro di me, lo sento chiaro e fugace, come un lampo.
Io crollo. Confusa balbetto una scusa per alzarmi e andare verso il bagno.
Mi accompagna l'ennesima battuta "Simona piscia qui dai!! Fai la cagnolina cattiva!!! Fallo per Monicuccia tua ahahahah" urlata nel piccolo pub. Mi chiudo dietro le risate delle mie amiche, con un sospiro faccio scendere i jeans, infilo le dita, mi masturbo furiosamente liberando ogni pulsione, sciogliendo la mia libidine in un fiume di umori e calda pipì... si Monica, faccio la cagnolina cattiva.
1
voti
voti
valutazione
2
2
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Venezia. Carnevale 1745.racconto sucessivo
Il Capitano.
Commenti dei lettori al racconto erotico