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di
TATO
genere
pulp
Era ormai passato il periodo caldo, eravamo dopo Agosto e al ritorno dalle ferie, e iniziate le scuole, potei riprendere gli incontri con il mio porco e il Don.
Io durante giugno luglio e agosto, ero via, in vacanza dai nonni, e quindi, da buon ragazzino, lo passai a giocare con i miei coetanei, senza mai tradire la mia vera natura, non ero interessato ai soliti giochi tra adolescenti, io ormai ero donna fatta e ero compagna di giochi di persone adulte.
E così, entravo nel mio sedicesimo compleanno.
Iniziate le scuole potei ricominciare la mia vita da femmina, e un pomeriggio, mi presentai dal Don, mi aprì la suorina, e mi accompagnò da lui.
Era felice di rivedermi, mi abbracciò, e mi baciò a lungo, poi mi fece molti complimenti, e mi disse che stavo screscendo, e molto bene, e che era ora di discutere di alcune cose che mi riguardavano, e così, mi fece accomodare nel suo studio, mi sedetti accavallai le gambe, indossavo un vestitino corto, che mostrava abbondantemente le mie coscie, coperte da un paio di finissime calze agganciate al reggicalze, e ai piedi un sandalo tacco 12 nero, ero stupenda, e così dopo pochi minuti, il Don rientrò, ma non era solo.
Con lui c'erano altri due preti, uno sulla quarantina, e uno sulla settantina, si sedettero uno alla mia sinistra e uno alla mia destra.
Io ero un poco stordita, e dopo aver bevuto una fresca bibita offertami dalla suorina, il Don iniziò, vedi piccola, tu stai crescendo, e molto bene direi, gli altri due fecero cenno di sì col capo, e il vecchio, mi appoggiò noncurante, la sua mano sulle coscie, e dunque, non mi sembra il caso, che una bellezza così rara, finisca con chissà chì e dove, tu, ha bisogno, di una guida nei prossimi anni, che ti insegni cosa fare, e ti aiuti a trovare la tua vera strada, e quindi, vorremmo proporre ai tuoi genitori, di portarti in un nostro collegio, particolare, aperto a pochi, dove tu potrai studiare e comportarti da quello che sei, senza problemi, per il tuo mantenimento ci penseremo noi, e se sei d'accordo, parleremmo con i tuoi a breve.
Intanto il vecchio, era arrivato al mio clito, ed era intento a massaggiarlo, io ero eccitata, e sulla soglia del godimento, dissi di sì, ma un sì languido, e si accorsero, ottimo, Don Luca, la stai facendo godere, Don aNGELO NON SPRECARE QUESTO BEN DI DIO, E COSì, UN ATTIMO DOPO, MI RITROVAI dON angelo, che mi succhiava il cazzo e gli sborrai in bocca, un getto liberatorio.
Poi mi alzai, feci scivolare a terra il vestito, rimanendo nuda, mi appoggiai, alla scrivania del DAON, APRRI LE GAMBE, LO GUARDAI NEGLI OCCHI, E DISSI, eccomi, sono pronta, portatemi dove volete e fatemi fare quello che devo fare, ora però , scopatemi, sono trè mesi che non tocco cazzo, e così, Don Angelo, infilò con un colpo secco il suo cazzo nel mio culo, pompandomi come un ossesso, e riempendomi da lì a poco con il suo caldo sperma.
Si sfilò, e nemmeno un attimo di riposo, che Don Luca, mi si mise dietro, si avvicinò al mio orecchio, ora puttanella proverai il vero orgasmo, ti farò urlare dal piacere e dal dolore, mi misi a ridere, e pensai, un vecchio porco, mi mancava solo lui, guardai il Don, che sorrise, poi ad un tratto sentii un bruciore, crescente, e un forte dolore, il Don era entrato.
Mi mancò il fiato, non respirai per un minuto, era pazzesco, era entrato solo con la cappella, mi girai, e vidi un pezzo di carne pazzesco, era il suo cazzo, urlai, e lui spinse, e mi introdusse tutto il suo enorme cazzo, svenni.
Incurante del fatto che ero svenuta, e iniziava ad uscire sperma e sangue, il Don proseguì, e mi scopò, mi ripresi, e iniziai a calmare il dolore, bene troia, tu sarai la mia donna una volta in collegio, dormirai con mè, e sarai mia, e di chi ti indicherò, e intanto mi pompava, iniziai a godere, rantolavo, e poi urlavo lo incitavo, era stupendo, si cagna, vedrai come ti divertirai, una volta lì, ti farò fare cose pazzesche e ti farò cose pazzesche e così venne e mi riempì.
Poi lo sfilò, mi girai, era rosso di sangue, era enorme e deformato, non era umano, in poche lo hanno preso si complimento il mio Don, e mi scopò anche lui.
Ritornai dal mio porco che già sapeva tutto, e mi disse, per un mese sarai ancora mia, e così lavorai nel bordello per un mese, e nel frattempo i Don, parlarono con i miei,che accettarono di buon grado, il fatto che andassi in una scuola molto rinomata e che avrei avuto possibilità di studio enormi, senda doversi svenare per la retta, peccato che non sapevano, che era n vero e proprio bordello come scoprirò poi io.
Comunque, il giorno del mio esordio non me lo scorderò mai, mi portarono il Don e la suorina, salutai i miei, con un abbraccio, e una lacrima, e sali in auto, fù l'ultima volta che misi abiti maschili, non eravamo nemmeno partiti, che il Don mi disse prentorio, spogliati troia, e io mi denudai, poi mi misi reggiseno, slip, e lui aggiunse, tra un annetto avrai un seno stupendo vedrai, poi infilai reggicalze e calze, una camicetta e una gonna corta e un paio di decolté rosse tacco 10, un leggero trucco ed eccomi Paol.
Ci fermammo più volte, nel viaggio, e scendemmo per un caffè, una bibita una passeggiata, e sempre en femme, ero stupenda, poi verso l'arrivo, il Don si fermò, scendemmo e ci mettemmo al riparo dietro un muretto, mi sollevò la gonna spostò gli slip, e mi scopò, con furia e mi venne dentro, in ricordo dei bei tempi, mi baciò, e andammo in collegio.
Una volta lì, mi attendevano i due Don, e un paio di suore anziane, salutai il mio Don e mi incamminai con loro quattro, e a metà corridoio, mi fecero togliere la camicetta, la gonna il reggiseno, e gli slip, e poi entrammo nell'aula magna, dove vidi un cemtinaio di ragazzi e ragazze, seduti, mi portarono al centro della stanza, e Don Luca disse, ecco Paola la vostra nuova compagna, nonché mia prossima moglie, tutti applaudirono, sarà dei più meritevoli, e la aiuterete a prepararsi al compito che tutti e tutte ben conoscete, poi si tolse la tonaca, e rimase in reggicalze e calze, tutti applaudirono di nuovo, e poi mi prese, mi infilò il suo enorme cazzo, da allora fui sua.
Io durante giugno luglio e agosto, ero via, in vacanza dai nonni, e quindi, da buon ragazzino, lo passai a giocare con i miei coetanei, senza mai tradire la mia vera natura, non ero interessato ai soliti giochi tra adolescenti, io ormai ero donna fatta e ero compagna di giochi di persone adulte.
E così, entravo nel mio sedicesimo compleanno.
Iniziate le scuole potei ricominciare la mia vita da femmina, e un pomeriggio, mi presentai dal Don, mi aprì la suorina, e mi accompagnò da lui.
Era felice di rivedermi, mi abbracciò, e mi baciò a lungo, poi mi fece molti complimenti, e mi disse che stavo screscendo, e molto bene, e che era ora di discutere di alcune cose che mi riguardavano, e così, mi fece accomodare nel suo studio, mi sedetti accavallai le gambe, indossavo un vestitino corto, che mostrava abbondantemente le mie coscie, coperte da un paio di finissime calze agganciate al reggicalze, e ai piedi un sandalo tacco 12 nero, ero stupenda, e così dopo pochi minuti, il Don rientrò, ma non era solo.
Con lui c'erano altri due preti, uno sulla quarantina, e uno sulla settantina, si sedettero uno alla mia sinistra e uno alla mia destra.
Io ero un poco stordita, e dopo aver bevuto una fresca bibita offertami dalla suorina, il Don iniziò, vedi piccola, tu stai crescendo, e molto bene direi, gli altri due fecero cenno di sì col capo, e il vecchio, mi appoggiò noncurante, la sua mano sulle coscie, e dunque, non mi sembra il caso, che una bellezza così rara, finisca con chissà chì e dove, tu, ha bisogno, di una guida nei prossimi anni, che ti insegni cosa fare, e ti aiuti a trovare la tua vera strada, e quindi, vorremmo proporre ai tuoi genitori, di portarti in un nostro collegio, particolare, aperto a pochi, dove tu potrai studiare e comportarti da quello che sei, senza problemi, per il tuo mantenimento ci penseremo noi, e se sei d'accordo, parleremmo con i tuoi a breve.
Intanto il vecchio, era arrivato al mio clito, ed era intento a massaggiarlo, io ero eccitata, e sulla soglia del godimento, dissi di sì, ma un sì languido, e si accorsero, ottimo, Don Luca, la stai facendo godere, Don aNGELO NON SPRECARE QUESTO BEN DI DIO, E COSì, UN ATTIMO DOPO, MI RITROVAI dON angelo, che mi succhiava il cazzo e gli sborrai in bocca, un getto liberatorio.
Poi mi alzai, feci scivolare a terra il vestito, rimanendo nuda, mi appoggiai, alla scrivania del DAON, APRRI LE GAMBE, LO GUARDAI NEGLI OCCHI, E DISSI, eccomi, sono pronta, portatemi dove volete e fatemi fare quello che devo fare, ora però , scopatemi, sono trè mesi che non tocco cazzo, e così, Don Angelo, infilò con un colpo secco il suo cazzo nel mio culo, pompandomi come un ossesso, e riempendomi da lì a poco con il suo caldo sperma.
Si sfilò, e nemmeno un attimo di riposo, che Don Luca, mi si mise dietro, si avvicinò al mio orecchio, ora puttanella proverai il vero orgasmo, ti farò urlare dal piacere e dal dolore, mi misi a ridere, e pensai, un vecchio porco, mi mancava solo lui, guardai il Don, che sorrise, poi ad un tratto sentii un bruciore, crescente, e un forte dolore, il Don era entrato.
Mi mancò il fiato, non respirai per un minuto, era pazzesco, era entrato solo con la cappella, mi girai, e vidi un pezzo di carne pazzesco, era il suo cazzo, urlai, e lui spinse, e mi introdusse tutto il suo enorme cazzo, svenni.
Incurante del fatto che ero svenuta, e iniziava ad uscire sperma e sangue, il Don proseguì, e mi scopò, mi ripresi, e iniziai a calmare il dolore, bene troia, tu sarai la mia donna una volta in collegio, dormirai con mè, e sarai mia, e di chi ti indicherò, e intanto mi pompava, iniziai a godere, rantolavo, e poi urlavo lo incitavo, era stupendo, si cagna, vedrai come ti divertirai, una volta lì, ti farò fare cose pazzesche e ti farò cose pazzesche e così venne e mi riempì.
Poi lo sfilò, mi girai, era rosso di sangue, era enorme e deformato, non era umano, in poche lo hanno preso si complimento il mio Don, e mi scopò anche lui.
Ritornai dal mio porco che già sapeva tutto, e mi disse, per un mese sarai ancora mia, e così lavorai nel bordello per un mese, e nel frattempo i Don, parlarono con i miei,che accettarono di buon grado, il fatto che andassi in una scuola molto rinomata e che avrei avuto possibilità di studio enormi, senda doversi svenare per la retta, peccato che non sapevano, che era n vero e proprio bordello come scoprirò poi io.
Comunque, il giorno del mio esordio non me lo scorderò mai, mi portarono il Don e la suorina, salutai i miei, con un abbraccio, e una lacrima, e sali in auto, fù l'ultima volta che misi abiti maschili, non eravamo nemmeno partiti, che il Don mi disse prentorio, spogliati troia, e io mi denudai, poi mi misi reggiseno, slip, e lui aggiunse, tra un annetto avrai un seno stupendo vedrai, poi infilai reggicalze e calze, una camicetta e una gonna corta e un paio di decolté rosse tacco 10, un leggero trucco ed eccomi Paol.
Ci fermammo più volte, nel viaggio, e scendemmo per un caffè, una bibita una passeggiata, e sempre en femme, ero stupenda, poi verso l'arrivo, il Don si fermò, scendemmo e ci mettemmo al riparo dietro un muretto, mi sollevò la gonna spostò gli slip, e mi scopò, con furia e mi venne dentro, in ricordo dei bei tempi, mi baciò, e andammo in collegio.
Una volta lì, mi attendevano i due Don, e un paio di suore anziane, salutai il mio Don e mi incamminai con loro quattro, e a metà corridoio, mi fecero togliere la camicetta, la gonna il reggiseno, e gli slip, e poi entrammo nell'aula magna, dove vidi un cemtinaio di ragazzi e ragazze, seduti, mi portarono al centro della stanza, e Don Luca disse, ecco Paola la vostra nuova compagna, nonché mia prossima moglie, tutti applaudirono, sarà dei più meritevoli, e la aiuterete a prepararsi al compito che tutti e tutte ben conoscete, poi si tolse la tonaca, e rimase in reggicalze e calze, tutti applaudirono di nuovo, e poi mi prese, mi infilò il suo enorme cazzo, da allora fui sua.
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