Vita di un professore porcello capitolo 2: dieci cazzi (più un culo) per Samuel

di
genere
orge

(Samuel POV)

il cazzo di mio padre è solo l’apice di questa giornata per me. Il mio intimo femminile e provocante mi aveva permesso di godere come una troietta già questa mattina alle nove.
Andiamo con ordine. Come ogni mattina mio padre mi accompagna a scuola e io vado dai miei compagni per le solite chiacchiere prima di scuola. Il perizoma di pizzo che papà mi ha obbligato a mettere mi fa sentire più sexy e puttana del solito tanto che ho già il cazzo barzotto, ma per fortuna ho una felpa larga che mi copre il punto focale, così che nessuno noti quanto sono arrapato in questo momento. La campanella suona e io e i miei compagni ci dirigiamo subito agli spogliatoi, visto che ginnastica è alla prima ora.

Appoggiamo i nostri zaini e iniziamo a spogliarci. Ho altri dieci compagni di classe e in totale siamo undici, ma le ragazze in classe sono più di noi. Ognuno di noi ragazzi ha un bel fisico atletico. Alcuni di loro sono già in mutande e altri sono addirittura nudi e mostrano un gran bel culo. Manco solo io. Mi sfilo la felpa e poi la maglietta, mi tolgo le scarpe e finalmente mi tolgo i jeans. Mi giro in modo da mostrare il culo ai miei compagni e mi piego strategicamente a novanta per mostrare un minimo il mio buchino affamato di sesso. Rimango quindi in perizoma di pizzo e in gonnellina svolazzante in tessuto nero trasparente.

“Hai sempre delle mutande da gran puttana” fa uno dei miei compagni mentre mi da una pacca sul culo che mi da un brivido di piacere.
“Ti piace? Posso anche toglierlo sai” dissi io guardandolo negli occhi in modo ammiccante.
“Tranquillo ci pensiamo noi” e appena lo disse mi ritrovai circondato dai miei compagni con i loro cazzi già in tiro che mi palpavano e mi massaggiavano tutto il corpo. Avevo mani sul pacco che il perizoma faticava a contenere, sul culo e avevo mani che mi massaggiavano i pettorali e stringevano i capezzoli. Uno di loro mi sfilò gonna e perizoma, rimanendo nudo come gli altri e offrendo il cazzo come dono alla classe. Due di loro si inginocchiarono e iniziarono a darsi turni per farmi un pompino appassionato, mentre il compagno che mi titillava i capezzoli mi infilava la lingua in bocca e due dita su per il mio culo già più che esperto grazie al cazzone del mio papino.

Ormai in spogliatoio era partita una delle migliori orge. Dopo aver succhiato i cazzi di tutti, alcuni si succhiarono il cazzo a vicenda come degli assatanati, ma due di loro già erano impegnati in un rapporto anale passionale. Era tutto molto silenzioso perché non volevamo farci notare dalle ragazze nello spogliatoio accanto.
Uno di noi ebbe per qualche secondo un momento di lucidità.
“Raga ma il prof potrebbe arrivare qui da un momento all’altro” chiese prendendo una pausa dal cazzo che stava succhiando
“Nah è sempre in ritardo quello la prima ora” rispose il ragazzo che stava ricevendo il pompino da lui e gli prese la testa obbligandolo a ricominciare la pompa.

“Samuel aprimi il culo per favore” disse Kevin, che mi stava sditalinando il culo ormai da un bel po’.
“Con piacere” risposi. Mi staccai dal pompino di coppia e spinsi Kevin contro il muro più vicino, sputai sul suo buco e spinsi dentro i miei 21 centimetri di cazzo dentro al suo buchino stretto.
“Cazzo fai piano” si lamentò lui, ma io lo ignorai, gli misi una mano davanti alla bocca e iniziai a scoparlo come un pazzo, nello stesso modo in cui mio padre mi scopa ogni sera per sborrare dentro di me e farmi godere. Presto si formarono altre tre coppie che si fottevano il culo e un bel trenino a quattro. Infatti quasi subito mi ritrovai un bel cazzetto di 19 centimetri dietro di me. Era quello di Andrea che prima mi stava facendo un pompino e nel culo di Andrea si infilò Luca, il suo compagno di pompe. Godevo come un porco mentre stantuffavo il culetto di Kevin e Andrea scopava il mio.

Ma ad un certo punto la porta che dava sulla palestra si aprì e il professor Agostini ci scoprì nella nostra orgia adolescenziale. Ma subito chiuse la porta. Noi ci guardammo spaventati e smettemmo di scopare. E poi qualche secondo dopo la porta si riaprì un altra volta.
“ho lasciato le ragazze fare quello che vogliono in palestra” e dicendo questo si girò dandoci le spalle e si tolse i pantaloncini cortissimi che indossa sempre, rivelandoci un culo muscoloso e peloso. “Ora fate voi quello che volete con il mio culo” disse piegandosi a novanta.
Eravamo tutti in meraviglia. Il professore ha 45 anni e un fisico quasi da rugbista. Indossava sempre magliette aderenti e pantaloncini corti che ogni tanto scoprivano un jockstrap bianco. Ed era proprio il jockstrap bianco l’unico indumento che aveva addosso il questo momento mentre si offriva a noi. Noi ragazzi ci mettemmo in cerchio attorno a lui inginocchiati a terra e il primo a deflagrarlo fui io. Quasi non servì del lubrificante, ma appena uno sputo per far scivolare il mio grosso cazzo nel culo del professore. Ci arrivai fino a che le palle non sbattessero contro le chiappe grosse e sode e quindi iniziai a fotterlo come facevo sempre: con violenza. Gli altri invece si segavano e si baciavano intorno al prof in calore e a turno gli infilavano il cazzo in bocca, che lui leccava e pompava con passione ed esperienza. Mentre scopavo il prof, uno dei miei compagni si mise sopra di lui per giocare con i capezzoli duri del prof, mostrandomi il suo culo giovane e affamato e non mi feci attendere per infilare tre delle mie dita nella rosellina giovane del mio compagno.

Per finire il prof si sdraiò sulla schiena per ricevere i nostri schizzi di sperma, che arrivarono senza fatica su tutto il suo corpo. Ma noi ragazzi avevamo ancora energie, dopo che il prof ritornò nel suo spogliatoio personale attraversando il corridoio, mi misi io a terra per offrire generosamente il mio culo a tutti i compagni che non avevano potuto approfittare di quello del prof, in quanto capitalizzato dal mio cazzo affamato. Mi feci scopare da ognuno in tutte le posizioni, mentre succhiavo uno o due cazzi nel frattempo. Altri fiotti di sborra arrivarono dentro il mio culo. Notai che tutto quello sperma stava uscendo, ma non volendo farlo uscire, mi infilai il mio plug anale di emergenza che tengo sempre nello zaino. Rimasi così fino a quando non tornai a casa, dove andai in bagno e mi spogliai immediatamente, tolsi il plug e scaricai tutta la sborra che tenevo dentro da ore sul pavimento del bagno dove la leccai tutta con fame e passione. Finito ciò rimasi nudo e andai sul divano, attendendo mio padre per dirgli del bel voto che avevo ricevuto oggi.
scritto il
2020-02-02
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