Vita di un professore porcello capitolo 4: in sauna con i guardoni

di
genere
incesti

Era una serata più fredda del solito. Io e Samuel eravamo stesi nudi sul divano con lui che mi succhia un capezzolo strizzandomi per bene i pettorali. Mi sto quasi per addormentare e in effetti mi addormento, ma Samuel ci mette poco a risvegliarmi sbattendomi il cazzone in faccia.
“Ok sai cosa? Andiamo in un posto caldo e divertente” gli dico alzandomi in piedi. Ci vestimmo, solo una felpa e dei pantaloni della tuta e salimmo in macchina.
“Dai fammi un pompino” gli dissi mentre eravamo ormai a metà strada. Samuel non si fece attendere, mi scoprì il cazzo duro e iniziò un passionale bocchino. Feci del mio meglio per non distrarmi dalla strada mentre la sua lingua esperta leccava e assaporava il mio membro eccitato.

Eccoci arrivati a destinazione: un centro benessere particolare” aperto 24 ore su 24 e quasi disperso nel nulla. Interrompo il pompino di Samuel e rinfilo il cazzo nella tuta. Non curandoci delle nostre evidenti erezioni, scendiamo dalla macchina e entriamo nel centro. Ad accoglierci c’è un bel trentenne ammiccante e muscoloso, capelli corti, dalla pelle un po’ abbronzata e completamente nudo. Pago l’entrata per me e Samuel e il trentenne ci porge li asciugamani, prendendoli da uno scaffale che sta alle sue spalle, mostrandoci così le chiappe pallide e tornite che non chiedono altro di essere violate. Decido di trattenermi dal saltargli addosso e vado negli spogliatoi. Lì io e Samuel ci spogliamo e proviamo ad indossare gli asciugamani, che però messi in vita sono troppo corti per noi due, dato che i nostri cazzi fanno capolino da sotto il misero pezzo di stoffa. Samuel decide di tenerlo così, ma la mia baldanza prende il sopravvento e decido di indossare l’asciugamano sulle spalle e mostrare a tutti il mio gran membro. Noto gli sguardi affamati di Samuel, ma con un occhiata gli dico di trattenersi.

Ci avviamo verso la sauna percorrendo un corridoio illuminato di luci soffuse rosa, che fanno risaltare bene la nostra pelle scura e i nostri corpi ben scolpiti. Sulla strada ci incrociamo con tre ragazzini appena diciottenni snelli e tutti nudi e con i cazzi duri che squadrano me e mio figlio da cima in fondo. Samuel attira particolarmente la loro attenzione e uno di loro gli tira giù l’asciugamano, scoprendogli il cazzo. Alla vista del suo grosso pene duro e scappellato si lasciano sfuggire tutti e tre un gemito di ammirazione.
“Provaci di nuovo se hai il coraggio” disse Samuel alterato e prese di forza il ragazzo che gli aveva tirato giù l’asciugamano e lo porto al suo cazzo, obbligandolo a prenderlo tutto in gola. Gli altri due erano un po’ spaventati, ma l’eccitazione era maggiore e iniziarono a segarsi.
“Samuel non siamo qui per questo” interruppi il rapporto in corso. Samuel sbuffo e quasi sicuramente, alzò gli occhi al cielo. Prese il ragazzo per i capelli e lo sbatté a terra, si riprese l’asciugamano e mi raggiunse. Il ragazzo che aveva il membro di Samuel in bocca era a terra che tossiva.

Proseguimmo, entrambi col pisello al vento e arrivammo alla sauna, che era ancora vuota visto l’orario. Mi sedetti su una panca e aprì le gambe, invitando mio figlio a cibarsi del mio bel cazzone. Samuel si fiondò subito sulla mia lunga asta e iniziò a pompare a fondo con passione. Chiusi gli occhi e mi rilassai per godere meglio della bocca di Samuel che arrivava fino alle palle con gran facilità e che mi faceva ansimare di piacere ad ogni colpo di lingua. Era un po’ che Samuel lavorava di bocca e iniziavo a sentire dei rumori, ma non ci badai, stavo godendo troppo

Mi accorsi che stavo quasi per venire quindi aprì gli occhi e mi accorsi che avevamo compagnia. Una decina di uomini trai trenta e i cinquant’anni ci stavano osservando da un bel po’ con i cazzi duri in mano. Gli squadrai brevemente uno ad uno: erano pallidi, tutti con la pancetta e con cazzi mediocri anche da duri. Nessuno era degno di succhiarmi il cazzo, tanto meno di scopare in culo mio figlio. Decisi quindi che avremmo dato un bello show a questi guardoni pervertiti. Come prima cosa presi in braccio Samuel e inizia ad incularlo nella posizioni che gli piace tanto. Era abbracciato a me e saliva e scendeva sul mio cazzo senza fatica, mentre gli altri uomini osservavano la scena ipnotizzati dal movimento di Samuel e ammaliati dai suoi versi di piacere. Invertimmo i ruoli e ora ero io a trapanare attivamente il culo di Samuel, con lui che emetteva versi sempre più da troia in calore.

Iniziai a baciare con passione mio figlio, rallentando il ritmo della penetrazione, quasi a rendere la scopata più romantica, ma è solo per illuderlo. Subito lo feci scendere dalle mie braccia e lo buttai a pancia a terra, gli alzai il culo e iniziai a scoparlo in ginocchio, spingendoli la testa verso il pavimento. Ora i suoi versi erano sia di dolore che di godimento e più urla e più lo fotto con violenza. Ignoro bellamente i poveri guardoni, ma credo apprezzino visto che sento qualche gemito di piacere. Samuel continua a lamentarsi e emettere versi da puttana mentre il mio cazzo entra ed esce con ritmo frenetico dal suo povero orifizio ormai in fiamme.

Sento che sto per venire, quindi aumento ancora di più la tortura di Samuel raggiungendo ritmi che non avevo mai raggiunto fin’ora in un rapporto con lui. Gli riempio il culo di una decina di schizzi caldi e densi. Samuel è stremato e imbambolato, ma ancora tra noi. I guardoni anche sono venuti e come previsto, la sborra prodotta da loro dieci e niente in confronto a quella nel culo di Samuel. Mi carico mio figlio sudato e accaldato in spalla e esco dalla sauna. Mentre percorro il corridoio illuminato di rosa, ripenso con piacere a quanto mi figlio non solo sia identico a me fisicamente, ma anche come temperamento nel sesso: forte e dominante.

Nello spogliatoio faccio sedere Samuel su una panchina e lo asciugo.
“Se fai uscire quel ben di dio dal tuo culo prima di essere a casa vedi che ti faccio” lo minacciai io. Forse per sfida, o forse perché non aveva perso controllo del corpo, una colata di sperma colò a terra proprio sotto di lui. Se l’è cercata. Presi la sua testa e gli infilai il cazzo ancora duro e ancora pieno di sborra da scaricare e iniziai a scoparlo in bocca, come fece lui col ragazzo prima della sauna. Lo scopai in gola senza pietà ignorando le lacrime che scendevano dai suoi occhi, fino a che anche la sua bocca non fu piena del mio sperma caldo. Non tirai fuori il cazzo fino a che non fui sicuro che aveva ingoiato tutto. Quando uscì dalla sua bocca, iniziò a ridere fissando il vuoto.
“Ridi di meno. E pulisci il macello che hai fatto”
Samuel si ricompose e pulì per terra con la sua lingua. Ci rivestimmo, riconsegnammo gli asciugamani e tornammo a casa.
scritto il
2020-02-03
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