Nonne porche 4

di
genere
incesti

Nonostante il caldo convinco nonna a mettersi le calze prima di fare sesso. La cosa mi arrapa tantissimo e lei lo sa quindi, nonostante il caldo estivo alla fine si infila il suo bustino azzurro coi gancetti e una alla volta si fa scivolare sulle gambe la calza velata color carne.
Io non perdo neanche un gesto perché solo vedergliele infilare me lo fa drizzare da matti.
Infatti inizio subito a segarmi.
Si sdraia sul divano, io mi metto sopra di lei che già attende a figa bagnata di essere presa ma mi dilungo sfregando il cazzo sulle sue gambe.
Il nylon mi da sensazioni fantastiche, la durezza pare aumentare ancora con buona soddisfazione di nonna che con pazienza mi lascia giocare e aspetta la sua dose di nerchia.
Allungò una mano, gliela metto sulla patata e le infilo il pollice dentro. È già un lago. Glielo spingo fino in fondo e inizio a smulinarla. “Ummmm....”.
“Piace?”
“O si caro ma vorrei qualcosa di più grosso”.
Ma pensa un po’....
Cedo e la accontento, le scivolo sopra, la agguato a me mentre le sue tettone fuoriuscite dal bustino sono pronte per essere ciucciate e leccate a più non posso.
Un colpo di reni e il mio cazzo le entra fino in fondo.
“O siiiii” annuisce la nonna.
“Poi però ti sborro sulle calze” dico mentre inizio a pompare piano piano.
“Ma ti eccitano così tanto?”.
“Si nonna, non so perché ma il nylon mi da strane voglie. Forse perché mi ci segavo dentro anni fa”.
“Ti segavi nelle calze?”.
“È si... le tue usate. Te ne ha preso un paio Emy e poi me lo faceva segare”.
“Ma dai... ma che porci di nipoti” sbotta la nonna neanche non fosse lì a farsi trapanare a tutta forza.
“E poi lei se le metteva?” chiede a mezza voce mentre sotto sento che sta venendo di nuovo.
“No no, non le andavano troppo larghe. Dopo un po’ ha iniziato col collant ma le vostre calze, tue e di zia sono una cosa spettacolare. Me le sono anche messe sai”.
“Ti sei messo le mie calze?”.
“Anche quelle di ziaaaaaa” rispondo io e il ricordo è così stimolante che le sborro dentro prima di rendermene conto.
Lo tiro fuori, la nonna cola liquido bianco alla grande, io le appoggio la cappella sulla coscia e mi struscio un po’.
Prende i fazzolettini da una scatola (ormai c’è ne sono in tutta casa pronti all’uso) e si pulisce con cura mentre io riprendo fiato.
“Non ho mai visto un maschio con le calze da donna. Ma ti piace vestirti da donna amore mio?”.
“Ma no veramente no. Non è che mi tiri mettere una gonna o i tacchi. Mi piacciono le calze e un po’ l’intimo”.
“Le mutande da donna intendi. Magari quei tanga da ragazzina...”.
“Poco. In realtà sono del club odiatori delle mutande come te e zia” rido.
“Diciamo che è più pratico non averle se la usi tanto” commenta la mia nonnina mentre butta via i fazzoletti e si osserva la vulva bella pulita.
“Anche l’idea magari quando siamo in giro che sotto non le hai mi eccita tantissimo. I bustini mi piacciono, danno quella sensazione da porca e vi spingono fuori le tettone”
“Magari ti sei privato anche quelli”.
“Una volta il bustino nero di zia Olga ma mi andava largo. Più che altro mi serviva per avere i gancetti e tenere su le calze”.
“Non ti riesco a immaginare in calze da donna con quel pisellone da maschione”.
“Bhe se vuoi ti faccio vedere” dico io.
Mi ride in faccia “Cerca di essere sincero. Vuoi farmelo vedere o hai solo voglia di farlo per il tuo piacere...”.
Abbasso lo sguardo e il cazzo mi è già tornato duro. È bastata la proposta che già mi sono eccitato.
“Non so mi sembra una cosa così da gay” sussurra lei.
“Ti sembro gay nonna?”.
“O no, non sia mai che mi cambi parrocchia e mi togli il divertimento” ride lei. Si alza in piedi, sgancia il bustino che rapidamente le scivola via mentre le calze, scanciate le calano alle caviglie.
Le sfila del tutto, raccoglie il body e mi guarda ora completamente nuda con la pancia grassa in bella vista.
“Dai vediamo un po’ come sei carino”.
“Davvero posso?”.
“È solo un gioco no?”.
“O si certo nonna, solo un gioco”.

Il body mi va largo e non ho tette da metterci dentro. Il bustino mi schiaccia fra le gambe giusto all’attaccatura del cazzo che con quella pressione resta inevitabilmente dritto e duro.
Le calze, che ho infilato con molta cura mi stanno davvero bene. Sono un po’ chiazzate di sperma ma fa nulla. Mi fisso le gambe e devo dire che dalla coscia in giù sarei davvero una bella troia.
La nonna mi guarda e ride.
“O ma che bella signorina. Peccato che ha tre gambe questa fanciulla” e mi da una pacca sul cazzo duro.
Io sento il piacere estremo è quasi la imploro “o si nonna toccami ancora”.
Lei si siede sulla poltrona e mi fa avvicinare “ti faccio una sega? O vuoi la bocca?”.
“O nonna io vorrei fottere ancora guarda come è duro”.
“Allora mi metto sul divano”.
“Si ma.... potresti....”.
“Cosa! Dimmi?”.
“Puoi metterti le calze anche tu”.
“Le ho sopra le calze, in camera”,
“Possiamo....?” insisto io.
Scuote la testa “Ma guarda che sei proprio un gran bel rompiscatole con ste calze” si alza, infila ai piedi le ciabatte e dimenando il culone a ogni passo mi fa strada sulla scala e andiamo in camera sua.
Apre un cassetto e tira fuori delle confezioni ancora nuove di Sanoellegrino. Ne mette quattro sul letto “color carne, daino, fumè e queste più spesse per l’inverno sono 60 denari invece di 40”.
“Ne hai una bella scelta” dico notando che nel cassetto c’è ne sono almeno altri 10 paia.
“La Elsa mi tratta bene” dice lei alludendo al negozio di calze e intimo del paese dove le nonne fanno i loro acquisti.
“Non le metti nere?”
“No, nere piacciono a tua zia. Io preferisco daino o colore della pelle”.
“Anche queste quasi nere non te le ho mai viste”
“Quelle fumè le tengo più per i funerali quando metto il completo nero”.
“Fanno molto troia le calze nere” dico senza pensare.
“A... e quindi ai funerali sono tutte troie?”.
“Ma no dai mica dico quello però cioè, intendo, attirano di più l’occhio malizioso”.
Lei ride di gusto a tutta bocca.
“Che c’è nonna adesso?”
“Niente pensavo l’anno scorso che ti abbiamo portato al funerale della Carla. Lo avrai avuto duro tutto il funerale con tutte quelle vecchie con le calze nere”.
In effetti a fine funerale mi ero segato parecchio ripensando a quelle befane ancora appetibili e a cosa avrei fatto con loro.
“Bhe un po’...” ammetto con imbarazzo.
Si volta, apre l’armadio e tira fuori un bustino nero. “Questo è nuovo nuovo. Avrei dovuto cominciare a usarlo questo autunno”.
“È bellissimo” dico mangiandola con gli occhi mentre si china per indossarlo.
“Se eviti di macchiarmelo sarebbe meglio”.
Annuisco.
Un secondo dopo afferra le calze fumè e se le infila poggiando prima una gamba sul letto e poi l’altra. Come Sofia Loren ma più troia.
“Come sto?”.
“Sei figa da paura” dico e senza darle il tempo di chiedermi altro le sto già accanto con la mano fra le gambe.
La masturbo, gode. Allunga la mano, mi afferra il cazzo, lo sega.
Mi muovo strusciandomi su di lei il mio bustino sul suo, le mie gambe sulle sue, i nostri nylon fanno scintille.
Non le do neanche il tempo di sedersi, la spingo in avanti contro l’armadio su cui si appoggia con le mani aperte. La penetro!
“Aia!” urla.
“Che hai?”.
“Non so, forse sei più gonfio ho sentito la frustata”.
“Esco?”.
“No no... adesso passa” (ci mancherebbe che questa porcona mi chieda di non scoparla)
La monto. Pompo come se non ci fosse un domani. I gemiti di nonna sono sempre più lunghi e sentiti. Viene, riviene e riviene ancora. Sotto la sua fica fa squossss a ogni pompata tanto è piena di liquidi. Ogni tanto le accarezzo le gambe e le calze e il piacere aumenta.
Le godo dentro con tutta la voglia che ho nelle palle. Lo sfilo, glielo passo sulle calze guidando la cappella come un pennello. “Sulle calze posso vero”.
“Ma si, ma si poi le buttiamo non c’è problema”.
È ancora chinata con le tettone a penzoloni quando le mozzo il fiato infilandoglielo di nuovo. Dritto nel culo.
“Urka” urla.
“Dai che ti faccio il pieno anche qui”.
“Mamma mia oggi proprio non dai tregua”.
“Saranno le calze...” dico io mentre glielo muovo dentro al culo in tutta la sua lunghezza.
“Bisognerà che le metti più spesso allora” ride lei che ora si gode anche la ripassata anale.
La sbatto per un bel po e quando sento che sono al culmine mi preparo a tirarlo fuori perché voglio sborrare tutto sulle sue calze nere quando alle nostre spalle sento la voce di zia Olga.
“E questa novità adesso?”.
Lo tiro fuori dal culo di nonna e ci voltiamo a guardarla. È tutta nuda in ciabatte e basta e ci guarda.
Per un attimo non capisco ma ora afferro che sta parlando delle calze.
“È solo un gioco” minimizza la nonna che intanto sapendo quanto sono avanti coi lavori me lo ha preso in mano e me lo sega piano piano.
“Vuoi bere zia?” dico e senza aspettare la sua risposta sto già sborrando nella calda mano di nonna con uno schizzo che arriva fino al corpo nudo di zia inzaccherandola un po’.

Lei si raccoglie qualche goccia di sperma con le dita e la porta alla bocca “Già finito lo show?”.
“Lo sai che fra poco torno operativo” minimizzo io mentre la nonna continua a segarmi e fiotti di sperma residuo colano sul letto, sul pavimento e addosso a lei.

Mi sto già pregustando l’idea di farmi ancora una scopatina con zia quando lei ci fa notare l’ora.
È scattato il coprifuoco pomeridiano e bisogna rivestirsi per le ospiti.
“E tu levati quella roba prima che qualcuna ti veda” dice seria scuotendo la testa.
Non credo abbia apprezzato molto il mio body e le calze e la cosa un po’ mi spiace.

La sera c’è una novità. Quando ci sediamo in salotto a guardare la tv noto che tutte e due hanno messo le calze. Se non fossero le mie due troie ma solo due innocenti nonnine penserei che hanno freddo...

Di istinto mi viene di allungare una mano e accarezzare la coscia di zia Olga già scoperta fino alla giarrettiera e palparla attraverso il nylon delle sue calze nere. Lei mi lascia fare mentre guardo anche nonna seduta in poltrona. Lei ha le calze color carne e anche lei le tiene oscenamente aperte e in bella vista.
La mano comincia a salire sotto la gonna verso la patata smutandata di zia quando lei mi blocca il polso. “Non è meglio se gli dai una bella lavata prima”.
In effetti dopo la scopata in calze di oggi mi sono solo sciacquato alla veloce e la lavata ci sta.
Inizio a spogliarmi mentre vado verso il bagno, entro, apro la doccia e mi lavo bene bene badando comunque a non lavare troppo il mio pisellone perché si sa, dopo tre lavate di fila si chiama sega.
Mi do il borotalco mente mi asciugo e lindo e pinto torno nudo dalle nonne.
Anche loro adesso sono praticamente nude anzi sono meglio. Sono in bustino e calze. Le tettone di entrambe sono in bella vista così come le loro ficone pelose e con quelle calze sono davvero sexy. Non è la prima volta che le scopo con le calze e loro sanno quanto lo gradisco ma stasera c’è qualcosa di diverso a giudicare dal sorriso malizioso di Olga.
“Ti piace?” dice indicando il divano dove stavo seduto prima.
Io guardo e sgranò gli occhi. C’è un capo di colore nero tutto traforato che all’apparenza sembrerebbe un reggiseno ma, quando lo apro bene si rivela un reggicalze.
“È quello che usavo da ragazza quando non mettevo il bustino” spiega.
“È bellissimo” dico mentre lo stringo fra le mani e lo odoro percependo il profumo di zia.
“Dovrebbe andarti bene” aggiunge lei.
Io resto un po’ perplesso. “Cioè è per me?”.
“Perché. Non ti piacere provarlo?”.
“Credevo che oggi la cosa ti avesse dato fastidio”.
“Diciamo che tua nonna mi ha spiegato alcune cose” sorride lei.
In effetti ho una gran voglia di provarlo è così lo faccio. Me lo faccio scorrere sulla vita, lo aggancio per bene e lo regolo in modo che i gancetti siano ben perpendicolari alle mie cosce.
Intanto la nonna fa saltar fuori un paio di calze nere che credo siano quelle che abbiamo usato oggi
Me le porge “sono un po’ smagliate ma andranno ancora benissimo”.
“Tanto vale usarle prima di buttarle” commenta zia.
Io non esito oltre. Le indosso. Lo faccio proprio come una donna, in piedi col piede sul divano, prima una gamba poi l’altra srotolandole bene bene sulle mie lunghe gambe quasi senza peli.
Non so perché ma ho pochi peli, giusto un bel ciuffo sul cazzo e sotto le ascelle. Forse sarà poco virile ma devo dire che mi piaccio così.
Le aggancio con destrezza perché ormai sono già pratico e eccomi pronto. Reggicalze, calze nere di nylon e cazzo duro come il marmo.
Per riconoscenza salto subito addosso a zia. La prendo da seduta, le sollevo le gambe fino ad averle sulle spalle e poi spingo.
La fica è già umida e la penetro in un sol colpo giù fino ai coglioni.
“A si.... così” annuisce lei che già sta godendo.
Parte la giostra. La scopo come un pazzo, volto la testa verso le sue caviglie sulle mie spalle e le lecco. Lecco il nylon e godo. Nonna intanto che ha capito cosa mi stimola mi accarezza le cosce facendomi sentire ancor di più il piacere del nylon sulla pelle.
“Cazzo sto godendo” gemo.
È durata meno del solito e un po’ mi dispiace. Guardo zia “scusa ma sto per... fammi uscire”.
Ma è a quel punto che lei stringe le gambe sul mio collo e le mani di nonna da dietro mi spingono un po’.
“Vienimi dentro amore di zia”.
“Posso? Davvero?”.
“Si tu puoi. Ho deciso che puoi” e mi sorride.
“O si zia. O che bello grazieeeeeeeeee” ululo mentre una spruzzo da paura parte e le riempie la pancia.
Lei mi fissa “piaciuto?”.
“È stato bellissimo”
Si agita un po’ “Sbaglio o lo sento ancora duro?”
“Durissimo”.
“Allora perché stai fermo...?”.
Non ha assolutamente torto. Senza esitare riprendo a scoparla a tutta forza.
di
scritto il
2020-02-04
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