Convivendo - Parte II

di
genere
etero

La nostra in realtà non si chiama più convivenza ormai. Da un annetto si chiama vita matrimoniale.
Devo dire però che, contrariamente a tanti luoghi comuni, mi capita spesso di addormentarmi felicemente tra le sue braccia, nuda, ascoltando i nostri respiri e i nostri battiti rallentare dopo essere stata accelerati dalle nostre voglie e dal nostro piacere. Oppure di buttarmi sotto la doccia con le gambe ancora tremanti e i muscoli affaticati da un soddisfacente rapporto sessuale.
Come ieri ad esempio.

Ieri era domenica, una bellissima domenica primaverile. Anche se in questo periodo i giorni sono tutti così maledettamente uguali. Fuori c’è la pandemia e noi siamo chiusi in casa, niente lavoro, niente pub, niente palestra, niente di niente.
Era pomeriggio, la lavastoviglie stava ancora finendo il suo lavoro mentre io ero già alla fase successiva e mi godevo il meritato relax, dopotutto il pranzo aveva richiesto un paio d’ore di preparazione e il risultato era stato parecchio apprezzato. Ero sul divano e leggevo un libro mentre lui nell’altra stanza controllava le mail. Avevo addosso dei leggins neri e una felpina grigia con snoopy che mi faceva sembrare una ragazzina, i ricci raccolti in uno chignon sopra la testa e i piedi nudi che cercavano riparto sotto un cuscino dagli ultimi strascichi dell’inverno.
Presa dalla lettura non mi sono nemmeno accorta di quando mio marito, tornando in soggiorno, si è fermato sulla porta, appoggiato allo stipite, ad osservarmi. “Che fai lì? Dai vieni qui e smettila di guardarmi così”. Mi faceva sempre arrossire quando lo sorprendevo ad osservarmi così intensamente, lo faceva durante i primi appuntamenti ormai anni fa e lo fa tuttora che siamo sposati. “Lo sai che mi piace guardarti. Sei proprio bella”. L’ha detto mentre si abbassava sopra di me per darmi un dolce bacio prima di sedersi al mio fianco.
Ha preso il cuscino che copriva i miei piedi e se l’è messo sulle ginocchia per poi prendere delicatamente le mie caviglie posandole sul cuscino. Sa che soffro tremendamente il solletico quindi non ha nemmeno provare a sfiorare i piedi, ma sa anche che, al contrario, in altri punti il suo tocco mi piace molto. Ha quindi portato le sue mani un po’ più su, avvolgendo i miei polpacci e massaggiando delicatamente. Li accarezzava e spostava le sue carezze lungo tutte le mie gambe, saliva lungo le cosce fino ai fianchi. Poi scendeva di nuovo e deviava di lato arrivando a sfiorare la parte inferiore delle mie natiche. Il tessuto leggero e aderente dei miei leggins mi faceva sentire benissimo il suo tocco e ben presto ho iniziato a sentire benissimo anche gli effetti del trattamento che mi stava riservando.
Lui l’ha letto nei miei occhi, ha sorriso, e ha reso i suoi movimenti più audaci. È risalito con le mani verso le ginocchia e lentamente la ha allontanate scendendo poi lungo l’interno delle cosce. Ho sentito i suoi pollici sfiorare il mio sesso, con un paio di strati di troppo di tessuto a dividerli.
Si è soffermato lì per un po’ dedicandomi piccoli movimenti leggeri in corrispondenza delle mie labbra spingendosi ogni tanto verso il clitoride. Me lo sono goduto ad occhi chiusi finché non l’ho sentito staccarsi dal mio corpo e prendermi le mani. Ho riaperto gli occhi e ho visto che si era seduto comodamente appoggiandosi allo schienale. Ho assecondato il suo invito e mi sono seduta a cavalcioni sopra di lui prendendogli il viso tra le mani e baciandolo profondamente.
In quella posizione avevo modo di percepire, attraverso i pantaloni della sua tuta, che le carezze di prima avevano avuto un discreto effetto anche su di lui.
Senza smettere di baciarlo ho spostato il bacino indietro, verso le sue ginocchia. Tenevo una mano dietro la sua testa e con l’altra mi sono infilata sotto l’elastico dei suoi pantaloni e dei boxer sfiorando così direttamente la sua eccitazione. L’ho poi avvolto con la mano masturbandolo piano e scoprendolo dagli indumenti che ancora lo coprivano.
Ero parecchio eccitata e questo mi ha fatto venire un’idea un po’ monella che sapevo gli avrebbe piacevolmente ricordato i nostri primi incontri in auto. “Chiudi gli occhi”, gli ho detto. Continuando a segarlo piano, ho portato l’altra mano sotto i miei leggins, dentro le mie mutandine e con due dita ho raccolto un po’ dei miei umori. Ho poi avvicinato la mia mano al suo viso, poteva sicuramente sentirne il profumo. Mi sono avvicinata al suo orecchio sussurrandogli di aprire la bocca e ho quindi poggiato sulle sue labbra le mie dita facendogli sentire anche il mio sapore. “Quanto sei eccitante amore”.
“Ah dici?” gli ho detto mentre arretravo e mi alzavo in piedi osservandolo con un sorrisino malizioso. Sempre guardandolo, con un gesto lento ma deciso, ho abbassato leggins e slip, sfilandoli dai piedi e tornando poi sul divano, sopra di lui. Teneva una mano sul mio fianco e con l’altra accompagnava il suo membro verso l’apertura tra le mie labbra, ormai ben lubrificate e pronte ad accoglierlo. Mi è sfuggito un gemito di piacere sentendolo entrare dentro me, ho iniziato a muovermi sopra di lui godendomi ogni sensazione ad occhi chiusi, lui accompagnava i miei movimenti con le sue mani sul mio lato b mentre le sue labbra baciavano il mio collo.
Ho allontanato poi il mio petto dal suo poggiando le mani dietro la mia schiena, sulle sue ginocchia guardandolo negli occhi, senza smettere di muovere il bacino avanti e indietro. Le sue mani invece a quel punto sono finite sui miei seni stringendoli e giocando con i miei capezzoli turgidi. Questo mi ha eccitato molto e lui l’ha capito sentendo aumentare la velocità e la forza dei miei movimenti.
Ha quindi deciso di farmi impazzire: ha messo una mano sul mio fianco e con l’altra è sceso tra le mie gambe, il palmo sul mio pube e il pollice sul clitoride stimolandolo a dovere. A questa combinazione non potevo resistere e di lì a poco ho sentito esplodere un potente orgasmo. Le contrazioni del mio sesso erano fortissime e stringevano il suo dandogli un ulteriore stimolo e ulteriore eccitazione portandolo a godere a sua volta insieme a me e dentro me.

Con un bacio profondo e i respiri ancora affannati ci siamo stretti a lungo in un caldo abbraccio prima di regalarci una bella doccia rilassante, insieme ovviamente.
scritto il
2020-04-07
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