Passione carnale IV
di
Maxx 73.2
genere
incesti
Dopo una notte di fuoco io feci il check out mentre mia sorella sgattaiolava non vista verso l'auto. Riprendemmo a vivere la nostra vita fra lavoro, casa, amore e 'fughe' romantiche. Fino al anno scorso.
Infatti è stato proprio allora che nostra madre decise per la convivenza col suo compagno; noi figli a nostra volta decidemmo di uscire da casa e, senza dare sospetto, prendemmo un villino in affitto poco distante dalla vigna. Un sabato pomeriggio, annoiatissimi, prendemmo l'auto e facemmo un lungo giro nei dintorni; vagavamo senza una meta, era un semplice giro per svagarsi. Giungemmo accidentalmente presso una bella villa ben nascosta ed isolata da tutto; nel parcheggio antistante c'erano quattro o cinque macchine tra le quali riconoscemmo quella di nostra madre. Posteggiammo lungo la strada esterna alla proprietà e ci avviciniamo. Pensavamo di fare una sorpresa a nostra medre e agli invitati alla 'festa' ed invece la sorpresa c'è la fece lei a noi; da fuori una finestra, senza essere visti, sbircia mo dentro prima di bussare ma ci gelammo nel vedere mia madre ed il suo lui presi in un'orgia. Una dozzina di corpi nudi, giovani e meno giovani, si intrecciano tra loro sorte do gridolini, gemiti e sbuffi per orgasmi dati e ricevuti. Non volevamo infilarci in quella mischi per ovvi motivi e ci defilammo ma non prima di essere riusciti a scattare alcune foto, inosservati, a nostra madre presa in quella fantastica atmosfera peccaminosa.
Il sabato dopo approfittiamo dell'assenza del compagno di mamma e l'andammo a trovare; il pomeriggio era caldo ed io indossavo un pantaloncini da basket e una canotta. Mamma era splendida nel suo vestitino estivo sotto il quale si intuiva l'assenza di intimo; bhé, é in casa sua, noi giungemmo inattesi...
Il caffè lo prendemmo in sala, seduti su divano e poltrona. Ad un tratto Mara si strinse alla mamma e le bisbigliò alcune parole al orecchi facendola sobbalzare; alzatasi in piedi si scagliò, quasi, contro di me che dovetti afferrarle le mani perché non mi schiaffeggiasse; mi alzai e la strinsi a me in un dolce ma fermo abbraccio. Lei continuava a cercare di divincolarsi per colpirmi ma non vi riusciva. Mara le si fece appresso prendendola per le spalle, la spingeva contro il mio corpo imprigionandola tra noi ed attaccò a darle dolci baci alle guance ed al collo in una sorta di coccole che la calmarono un po'. Nel suo tubino corto e leggero, Mara, era una visione; sempre da dietro si impossessò del seno di mamma la quale edde un flebile sussulto appoggiando la testa sul mio petto. In quel momento avevo il cazzo duro come una pietra e leisi strinse ancora di più a me. Mia sorella con fare dolce la rigirò di fronte a lei e lediede un primo bacio soffice sulle labbra, per poi insistere fino ad ottenere di avere la sua lingua in bocca; adesso ero io a palparle le tette e giocare coi capezzoli ritti. La figlia le tirò lentamente giù le spalline del vestito liberando un seno fantastico, ancora sodo e pieno, una quarta misura dove perdersi in baci e succhiotti; sempre Mare, lentamente si inginocchiò davanti al grembo materno e sollevata la gonna cominciò a baciare il monte di Venere tirando, dolcemente, i peli morbidi e curati di quella fighetta ancora chiusa fra le gambe tenute strette. Mia madre sempre più languida si lasciava andare un po' alla volta fino ad aprire un tantino le sue cosce; in un attimo si ritrovò presa fra due forze che volevano condurla in un gioco piccante e peccaminosissimo. Mara tirò su di una sua spalla una gamba della mamma e cominciò a leccare la fica profumata e dolce dalla quale sgorgavano rivoli di umori. Baci, linguate al clitoride, morsi alle piccole e alle grandi labbra, dita intinte in quella carne madida di ciprino portarono la nostra mammina ad un orgasmo potentissimo che la vide tremare, ansimare, quasi gridare dal piacere; io la sorregge o senza staccarmi dal suo seno e senza smettere di baciare il collo e la bocca. Ci mettemmo tutti e tre seduti sul divano; nostra madre tra noi ci guardava alternativamente con un velo di vergogna misto alla lussuria misti alla curiosità. Quest'ultima sarebbe stata soddisfatta dopo, adesso si doveva e si voleva dare seguito al peccato che avevamo cominciato. Mara ed io ci alzammo e spogliammo come due figure speculari. Una volta nudi strappammo, quasi, di dosso alla mammina porcella il vestito ridotto ad essere ormai una cinta intorno al suo addome. Misi il mio viso a contatto con la fica materna e presi a leccare e succhiare ogni piegolina di quel frutto. Dalle mie labbra e lingua ebbe due orgasmi consecutivi restando senza fiato per alcuni secondi. Il tutto mentre la mia gemellini la limonava, le succhiava con forza i capezzoli ecol ditino della mano le masturbava il clitoride ogni volta che la mia lingua se ne allontanava un attimo.
Quando sua figlia si mise a sedere sul bracciolo del divano lei si posizionò per poterle rendere il piacere di lingua ; era uno spettacolo vedere mia madre a pecorina pronta a leccare sua figlia. Ne approfittai subito per infilare quella femmina da sogno e in un secondo ero sprofondato dentro di lei fino ai coglioni. La stantuffavo con un ritmo cadenzato, senza fretta nonostante sentissi che il mio orgasmo era prossimo allo sgorgare. Le due cagnette continuavano ad avere orgasmi quasi simultanei e ne ebbero molti per essere il primo incontro. Ormai non reggevo più, dovevo sborrare ed avvisata mamma mi lasciai andare ad allagare quella fica che ventotto anni fa ci ha partoriti.
Guardai Mara facendolo segno che per lei c'è ne sarebbe stato dopo, a casa. Mi sorrise, diede ancora un bacio a mamma, poi baciò me e per mano ad Elisa, nostra madre, andarono a fare la doccia. Le raggiunsi sotto il getto nel box ma ci limitammo a lavarci e a piccoli baci e brevi carezze.
... Continua.
Infatti è stato proprio allora che nostra madre decise per la convivenza col suo compagno; noi figli a nostra volta decidemmo di uscire da casa e, senza dare sospetto, prendemmo un villino in affitto poco distante dalla vigna. Un sabato pomeriggio, annoiatissimi, prendemmo l'auto e facemmo un lungo giro nei dintorni; vagavamo senza una meta, era un semplice giro per svagarsi. Giungemmo accidentalmente presso una bella villa ben nascosta ed isolata da tutto; nel parcheggio antistante c'erano quattro o cinque macchine tra le quali riconoscemmo quella di nostra madre. Posteggiammo lungo la strada esterna alla proprietà e ci avviciniamo. Pensavamo di fare una sorpresa a nostra medre e agli invitati alla 'festa' ed invece la sorpresa c'è la fece lei a noi; da fuori una finestra, senza essere visti, sbircia mo dentro prima di bussare ma ci gelammo nel vedere mia madre ed il suo lui presi in un'orgia. Una dozzina di corpi nudi, giovani e meno giovani, si intrecciano tra loro sorte do gridolini, gemiti e sbuffi per orgasmi dati e ricevuti. Non volevamo infilarci in quella mischi per ovvi motivi e ci defilammo ma non prima di essere riusciti a scattare alcune foto, inosservati, a nostra madre presa in quella fantastica atmosfera peccaminosa.
Il sabato dopo approfittiamo dell'assenza del compagno di mamma e l'andammo a trovare; il pomeriggio era caldo ed io indossavo un pantaloncini da basket e una canotta. Mamma era splendida nel suo vestitino estivo sotto il quale si intuiva l'assenza di intimo; bhé, é in casa sua, noi giungemmo inattesi...
Il caffè lo prendemmo in sala, seduti su divano e poltrona. Ad un tratto Mara si strinse alla mamma e le bisbigliò alcune parole al orecchi facendola sobbalzare; alzatasi in piedi si scagliò, quasi, contro di me che dovetti afferrarle le mani perché non mi schiaffeggiasse; mi alzai e la strinsi a me in un dolce ma fermo abbraccio. Lei continuava a cercare di divincolarsi per colpirmi ma non vi riusciva. Mara le si fece appresso prendendola per le spalle, la spingeva contro il mio corpo imprigionandola tra noi ed attaccò a darle dolci baci alle guance ed al collo in una sorta di coccole che la calmarono un po'. Nel suo tubino corto e leggero, Mara, era una visione; sempre da dietro si impossessò del seno di mamma la quale edde un flebile sussulto appoggiando la testa sul mio petto. In quel momento avevo il cazzo duro come una pietra e leisi strinse ancora di più a me. Mia sorella con fare dolce la rigirò di fronte a lei e lediede un primo bacio soffice sulle labbra, per poi insistere fino ad ottenere di avere la sua lingua in bocca; adesso ero io a palparle le tette e giocare coi capezzoli ritti. La figlia le tirò lentamente giù le spalline del vestito liberando un seno fantastico, ancora sodo e pieno, una quarta misura dove perdersi in baci e succhiotti; sempre Mare, lentamente si inginocchiò davanti al grembo materno e sollevata la gonna cominciò a baciare il monte di Venere tirando, dolcemente, i peli morbidi e curati di quella fighetta ancora chiusa fra le gambe tenute strette. Mia madre sempre più languida si lasciava andare un po' alla volta fino ad aprire un tantino le sue cosce; in un attimo si ritrovò presa fra due forze che volevano condurla in un gioco piccante e peccaminosissimo. Mara tirò su di una sua spalla una gamba della mamma e cominciò a leccare la fica profumata e dolce dalla quale sgorgavano rivoli di umori. Baci, linguate al clitoride, morsi alle piccole e alle grandi labbra, dita intinte in quella carne madida di ciprino portarono la nostra mammina ad un orgasmo potentissimo che la vide tremare, ansimare, quasi gridare dal piacere; io la sorregge o senza staccarmi dal suo seno e senza smettere di baciare il collo e la bocca. Ci mettemmo tutti e tre seduti sul divano; nostra madre tra noi ci guardava alternativamente con un velo di vergogna misto alla lussuria misti alla curiosità. Quest'ultima sarebbe stata soddisfatta dopo, adesso si doveva e si voleva dare seguito al peccato che avevamo cominciato. Mara ed io ci alzammo e spogliammo come due figure speculari. Una volta nudi strappammo, quasi, di dosso alla mammina porcella il vestito ridotto ad essere ormai una cinta intorno al suo addome. Misi il mio viso a contatto con la fica materna e presi a leccare e succhiare ogni piegolina di quel frutto. Dalle mie labbra e lingua ebbe due orgasmi consecutivi restando senza fiato per alcuni secondi. Il tutto mentre la mia gemellini la limonava, le succhiava con forza i capezzoli ecol ditino della mano le masturbava il clitoride ogni volta che la mia lingua se ne allontanava un attimo.
Quando sua figlia si mise a sedere sul bracciolo del divano lei si posizionò per poterle rendere il piacere di lingua ; era uno spettacolo vedere mia madre a pecorina pronta a leccare sua figlia. Ne approfittai subito per infilare quella femmina da sogno e in un secondo ero sprofondato dentro di lei fino ai coglioni. La stantuffavo con un ritmo cadenzato, senza fretta nonostante sentissi che il mio orgasmo era prossimo allo sgorgare. Le due cagnette continuavano ad avere orgasmi quasi simultanei e ne ebbero molti per essere il primo incontro. Ormai non reggevo più, dovevo sborrare ed avvisata mamma mi lasciai andare ad allagare quella fica che ventotto anni fa ci ha partoriti.
Guardai Mara facendolo segno che per lei c'è ne sarebbe stato dopo, a casa. Mi sorrise, diede ancora un bacio a mamma, poi baciò me e per mano ad Elisa, nostra madre, andarono a fare la doccia. Le raggiunsi sotto il getto nel box ma ci limitammo a lavarci e a piccoli baci e brevi carezze.
... Continua.
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