La prima volta
di
Maxx 73.2
genere
incesti
Ero seduto sul divano, appena uscito dalla doccia col solo asciugamano a cingermi la vita. Suona il campanello, vado ad aprire e mi ritrovo davanti quella bellissima, sexy affascinante ragazza che è mia figlia.
-ciao pà, sorpresa.
-ciao amore mio. Come mai da ste parti?
-devo chiederti un favore: ho uno stage da fare nel paese qui vicino e mi impegnerà per un paio di mesi. Da casa mia dista un centinaio di km e non mi pagano le spese di viaggio, non è che mi puoi ospitare per questo periodo?
-ma che cavolo di domande, amore, certo; non c'era neanche bisogno di chiedere.
Cristina viveva lontano, con i suoi figli, avuti molto, molto giovane ed era da poco separata; per questo stage i bambini stavano con sua madre dalla quale sono divorziato da tre anni dopo du di separazione (vicendevole tradimenti)
-amoruccio, la 'tua' camera sai dov'è, l'armadio è libero. Come fosse casa tua.
Non ho esagerato sulla bellezza di Cristina: 168 cm per 55kg di mora mediterranea, occhi azzurri, mora, quarta di seno ed un culetto, proporzionato, da sballo, perfetto e sodo.
Si fa una doccia ristoratrice dopo quattro ore di auto sotto il sole di Luglio, e si presenta in sala con un vestitino leggero sotto il quale intuisco non porti intimo.
Cerco di non posare gli occhi sulla sua figura; è mia figlia, non posso avere certi pensieri ma, vuoi l'astinenza da più di un anno e mezzo, vuoi che è davvero una bomba strafiga...
Una sbirciata c'è scappata senza essere colto in fallo; l'indovinare il segno dei capezzoli sotto quel vestitino mi ha fatto sentire un fremito ed i brividi alla schiena. Istantaneamente comincia a prendere forma una vergognosa erezione per la quale, sempre seduto sul divano, a cavallo le gambe per dissimulare la presenza.
-Pà, caffettino?
Certo che si 'tata', ci sta proprio un caffè, nel mentre lo prepari vado a vestirmi.
Faccio per alzarmi e andare in camera mia quando lei mi dice:
-guarda che non mi scandalizzo se resti col telo in vita, d'altronde siamo a casa tua e non vorrei ti sentissi a disagio, tanto più che sei mio padre.
-va bhé, mi cambio dopo il caffè.
Lei mette su la moka e nell'attesa si siede vicino a me sul divano. Parliamo di tutto, dello stage, dei miei nipotini, di sua madre mia ex moglie, di suo marito fedigrafo fino ad arrivare a chiacchierare tranquillamente delle rispettive vite private.
Siamo entrambe in astinenza da sesso da più di un anno, entrambi non abbiamo né vogliamo compagni seppure per motivi diversi ed entrambi arrossiamo un po'parlandone.
La mia nottata è alquanto agitata da pensieri leciti ed illeciti; avevo davanti agli occhi le sue forme così provocanti. Me ne vergognavo di pensarla in pose provocanti ed ancor maggiore vergogna la provavo sentendo il mio cazzo duro come il marmo nel pensare mia figlia in quelle pose.
Erano già un paio di anni che avevo un lavoro pagato molto profumatamente e la maggior parte del mio lavoro la potevo fare da casa al PC. Nei cantieri era sufficiente recarmici un paio di volte a settimana per non più d'un paio d'ore percui avevo tanto tempo libero. Cri, al mattino allo stage, io al mattino al PC o nei cantieri ed entrambi avevamo il resto della giornata libero. Pranzo, breve siesta e poi mare; è su di una spiaggetta seminascosta che ci rechiamo; è privata ma il proprietario è un mio amico di Milano e posso recarmici tranquillo. Qul giorno in particolare è iniziato uno strano gioco tra me e Cristina. Subito non ho fatto caso a cosa stesse accadendo; me ne sono reso conto pochissimo dopo il nostro arrivo in spiaggia.
-papino, ma qui siamo soli soli? Voglio dire, non è che arriva qualcuno...?
-tranquilla tata, è di proprietà di Luca ed abbiamo solo noi il permesso di usufruirne, perché?
-avrei voglia di prendere un po' più di sole e...
-va bhé, sono le 15, possiamo starci fino all'ora di cena.
Non ho finito di parlare che lei, senza fare una piega, si slaccia il pezzo superiore del costume ed io quasi svengo.
Non lo avevo mai visto così esposto, nella sua piena bellezza, perché si è sposata giovane e dall'età di undici anni, quando ancora era piatta, non si faceva neanche scorgere di striscio.
Alé, mi giro pancia sotto per nascondere l'erezione più prepotente che abbia mai avuto fino a quel giorno.
Papi papi, mi passi la vrema sulla schiena?
Fingo di essermi assopito. Come posso alzarmi, avvicinarmi a lei, passarle la crema sulla schiena senza che si accorga del mio cazzo marmoreo o senza svenire per assenza di sangue al cervello perché emigrato verso il basso? Fortunatamente il sonno mi ha colto davvero e quando alle 19 Cri mi ha svegliato ero in condizioni decenti. Lei fasciata nel pareo mi precede verso casa e io mi beo della vista del suo la b da sballo. Entriamo in casa, doccetta rapida, cena e, dopo il caffè mi dice:
-pà, andiamo a prenderci un gelato?
-e se invece ci prendiamo una birra?
-ok, basta che usciamo un po'n a casa non ho più un minuto per me e, qui con te, ne voglio approfittare per svagarmi un pochino.
Seduti sulla panchina della passeggiata mare ridiamo, conversiamo e sorseggiamo le nostre birre come due amici finché non mi fa una domanda che mi spiazza completamente.
-papi, ma a te non manca?
-??? Di chi parli?
-non di chi ma di cosa. Il sesso non ti manca? Una bella scopata calda e travolgente che ti svuoti il cervello ed alto...?
-ma amore, che cazzo dici? Va bhé che fra noi c'è una certa confidenza, più che tra padre e figlia ma sono domande da fare a tuo padre, così, poi, come se fosse una domandina stupida ed innoqua.
-ma dai pà, ho ventisette anni, tu ne hai cinquant'uno, siamo adulti. E poi mi sembra d'aver visto movimenti li sotto...
Lo dice con fare provocante e provocatorio e io mi faccio prendere un po' da questo suo giochetto pensando che fosse solo questo, un gioco.
Dopo alcuni minuti di silenzio, la birra finita, lei si alza in piedi, mi guarda e si dirige, io penso, verso il chioschetto. Mi alzo a mia volta, la seguo già che i soldi li avevo io in tasca e mi accorgo che supera il chiosco e prende a camminare sulla spiaggia. Io dietro di lei a breve distanza. Si volta nella mia direzione, mi porge le mani, me le prende tra le sue e riprendiamo a passeggiare. Siamo distanti dalla strada, distanti da tutto; la luna illumina appena la scogliera do ci sediamo.
-sai papà, ho accettato lostage perché è qui vicino a casa tua. Non per la comodità che c'è casa tua ma perché ci sei tu.
Mi guarda languidamente e poi mi sussurra la frase più pazzesca che il mio cuore può sentire.
-ho voglia di fare l'amore ma non con uno qualsiasi, bensì con te papà. Sono anni che ti desidero senza speranze. Mi sono sposata e trasferita per doverti stare a distanza ma ti penso molto spesso e la voglia nonhafatto che crescere.
Io ho la salivazione azzerata, la testa che gira, il cazzo che tira ed il cuore quasi fermo.
Mi distanzio di qualche cm, schiarisce la voce ed in un bisbiglio:
-ne sono onorato moltissimo ma siamo padre e figlia, una giovane ragazza ed un uomo di una certa età, non possiamo fare quanto mi chiedi e te lo dico con un groppo in gola. Sarebbe una cosa fantastica ma proibita.
Lei sembra rattristirsi e rassegnarsi ma sembra solo.
-puoi solo darmi un bacio innocente sulle labbra ed abbracciarmi? Me lo farò bastare...
Cosa potevo fare se non accontentarla. Mi sporgo verso di lei ci abbracciamo e quello che doveva essere un bacio innocente è divenuto il più sensuale e porco che abbia mai ricevuto.
Mi stringeva graffiandomi un braccio e la schiena e ci siamo scambiati le lingue in bocca come fossimo amanti da sempre. I miei buoni propositi di essere un padre inapprensibile, le mie reticenze a lasciarmi andare, i miei freni, tutto si perse in quel bacio e quando mia figlia posa la sua mano sul mio pacco mi sono trasformato nell'immagine al negativo di mestesso. Le infilo le mani sotto il vestito raggiungendo l'elastico del perizzoma e, inginocchia domi davanti a lei, lo tiro giù fino alle caviglie; infilo la testa sotto la gonna leggera del vestito ed i spirò il profumo di quel gioiello difica che non avevo più visto dall'ultima volta che le cambiai il pannolino; le mie mani protese in alto ad afferrare quel seno magnifico mentre le sue spongono la mia testa ad aderire ancora di più al suo inguine. Il sangue mi tamburava nelle orecchie, ho cominciato a leccare quella fica ben rasata riempiendo i la bocca con il suo piacere che mi cola tra le labbra; insisto a martellarle il clitoride risucchia dolo e strappando profondi gemiti che cerca di limitare premendosi una mano sulla bocca.
Non ho idea di quanto sono stato li sotto a godere del suo sapore e a farla godere della mia lingua. Fattostà che hanno cominciato a tremarele le gambe e non aveva un equilibrio stabile così mi alzo, le prendo le mani e l'aiuto a sedersi sullo scoglio più liscio e spianato che c'è dietro di lei. Sembra febbricitante ma è solo impaziente di continuare questa scopata che, fin'ora, le ha regalato già due o tre orgasmi intensi.
Mi calo i calzoncini e boxer e per la prima volta vede ciò che a breve le entrerà dentro.
Mi inginocchiò davanti al suo corpo steso, le afferro saldamente le caviglie portandole al petto e punto il cazzo li, al centro de piacere, due labbra succose che aspettano l'assalto. Una stoccata decisa, la più bollente penetrzione che abbia mai provato.
-siiiiii. Questo sognavo, questo desideravo. Siii, scopami , amami, riempimi, fammi totalmente tua.
Non sta gridando, per fortuna, sta ruggendo; ad ogni mio affondo corrisponde un suo ruggito, un gremito profondo che le risale dal profondo. Di colpo mi spinge per allontanarmi un po', si solleva, finisce di spogliarsi di quel poco che ha in dosso, lo posa sullo scoglio, mi artigli gli avanbracci e mi sdraia al suo posto; mi monta a cavalcioni tenendosi leggermente sollevata, posiziona la mia cappella ad un millimetro dal centro della fica e ci si lascia cadere sopra penetrandosi con grande gusto e con un altro ruggito carico di lussuria. Le afferro le chiappe e le impongo io il ritmo della cavalcata.
Con le lacrime agli occhi mi guarda, si china a baciarmi ancora con focosa passione e mi dice sotto voce:
-è fantastico papà, è bellissimo come mi fai sentire. Ti amo da impazzire, voglio essere completamente tua. Tu mi vuoi? Vuoi che io sia tutta tua. Vuoi tutto di me, vero?
I suoi continui orgasmi si spandevano tra i nostri corpi e raggiungevano anche il forellino 'proibito' e dopo quello che miha appena detto è proprio lì che miro, adesso. Adesso lo voglio e me lo prendo.
-Cristina, amore di papà tuo, lo sai che adesso lo voglio, è vero?
-Siii, è tuo ma sarai il primo, fai piano.
-ma certo, amore di papà. Piano piano ma ora me lo prendo.
La faccio mettere a pecora sullo scoglio, mi chino e le lecco con passione tutto ciò che incontroconla lingua; passo dall'ano alla fica e viceversa portando sul buco roseo e grinzosetto quanto più umore vaginale possibile. Pronto il pertugio, pronto il cazzo, punto, spingo et voilà sono dentro. Il mio amore ha lanciato un breve e sommesso urletto per la sorpresa e per un po'di dolore subito diventato in lussurioso godimento di entrambi. Un orgasmo pazzesco per intensità squote interamente il mio amore. Io sono ormai prossimo al mio orgasmo e con gli ultimi due o tre colpi inerti quasi con rabbia le riempio il retto con una mostruosa sborrata. Le crollò addosso, lei si volta appena, ci baciamo ed ansimiamo esausti. Con lentezza ci ricomponiamo continuando a guardarci alla fioca luce lunare. Non diciamo una sola parola e una volta rivestiti e presentabili ci prendiamo per mano e via, verso casa con dei sorrisi soddisfatti ma sempre senza dire nulla.
Continua, forse.
-ciao pà, sorpresa.
-ciao amore mio. Come mai da ste parti?
-devo chiederti un favore: ho uno stage da fare nel paese qui vicino e mi impegnerà per un paio di mesi. Da casa mia dista un centinaio di km e non mi pagano le spese di viaggio, non è che mi puoi ospitare per questo periodo?
-ma che cavolo di domande, amore, certo; non c'era neanche bisogno di chiedere.
Cristina viveva lontano, con i suoi figli, avuti molto, molto giovane ed era da poco separata; per questo stage i bambini stavano con sua madre dalla quale sono divorziato da tre anni dopo du di separazione (vicendevole tradimenti)
-amoruccio, la 'tua' camera sai dov'è, l'armadio è libero. Come fosse casa tua.
Non ho esagerato sulla bellezza di Cristina: 168 cm per 55kg di mora mediterranea, occhi azzurri, mora, quarta di seno ed un culetto, proporzionato, da sballo, perfetto e sodo.
Si fa una doccia ristoratrice dopo quattro ore di auto sotto il sole di Luglio, e si presenta in sala con un vestitino leggero sotto il quale intuisco non porti intimo.
Cerco di non posare gli occhi sulla sua figura; è mia figlia, non posso avere certi pensieri ma, vuoi l'astinenza da più di un anno e mezzo, vuoi che è davvero una bomba strafiga...
Una sbirciata c'è scappata senza essere colto in fallo; l'indovinare il segno dei capezzoli sotto quel vestitino mi ha fatto sentire un fremito ed i brividi alla schiena. Istantaneamente comincia a prendere forma una vergognosa erezione per la quale, sempre seduto sul divano, a cavallo le gambe per dissimulare la presenza.
-Pà, caffettino?
Certo che si 'tata', ci sta proprio un caffè, nel mentre lo prepari vado a vestirmi.
Faccio per alzarmi e andare in camera mia quando lei mi dice:
-guarda che non mi scandalizzo se resti col telo in vita, d'altronde siamo a casa tua e non vorrei ti sentissi a disagio, tanto più che sei mio padre.
-va bhé, mi cambio dopo il caffè.
Lei mette su la moka e nell'attesa si siede vicino a me sul divano. Parliamo di tutto, dello stage, dei miei nipotini, di sua madre mia ex moglie, di suo marito fedigrafo fino ad arrivare a chiacchierare tranquillamente delle rispettive vite private.
Siamo entrambe in astinenza da sesso da più di un anno, entrambi non abbiamo né vogliamo compagni seppure per motivi diversi ed entrambi arrossiamo un po'parlandone.
La mia nottata è alquanto agitata da pensieri leciti ed illeciti; avevo davanti agli occhi le sue forme così provocanti. Me ne vergognavo di pensarla in pose provocanti ed ancor maggiore vergogna la provavo sentendo il mio cazzo duro come il marmo nel pensare mia figlia in quelle pose.
Erano già un paio di anni che avevo un lavoro pagato molto profumatamente e la maggior parte del mio lavoro la potevo fare da casa al PC. Nei cantieri era sufficiente recarmici un paio di volte a settimana per non più d'un paio d'ore percui avevo tanto tempo libero. Cri, al mattino allo stage, io al mattino al PC o nei cantieri ed entrambi avevamo il resto della giornata libero. Pranzo, breve siesta e poi mare; è su di una spiaggetta seminascosta che ci rechiamo; è privata ma il proprietario è un mio amico di Milano e posso recarmici tranquillo. Qul giorno in particolare è iniziato uno strano gioco tra me e Cristina. Subito non ho fatto caso a cosa stesse accadendo; me ne sono reso conto pochissimo dopo il nostro arrivo in spiaggia.
-papino, ma qui siamo soli soli? Voglio dire, non è che arriva qualcuno...?
-tranquilla tata, è di proprietà di Luca ed abbiamo solo noi il permesso di usufruirne, perché?
-avrei voglia di prendere un po' più di sole e...
-va bhé, sono le 15, possiamo starci fino all'ora di cena.
Non ho finito di parlare che lei, senza fare una piega, si slaccia il pezzo superiore del costume ed io quasi svengo.
Non lo avevo mai visto così esposto, nella sua piena bellezza, perché si è sposata giovane e dall'età di undici anni, quando ancora era piatta, non si faceva neanche scorgere di striscio.
Alé, mi giro pancia sotto per nascondere l'erezione più prepotente che abbia mai avuto fino a quel giorno.
Papi papi, mi passi la vrema sulla schiena?
Fingo di essermi assopito. Come posso alzarmi, avvicinarmi a lei, passarle la crema sulla schiena senza che si accorga del mio cazzo marmoreo o senza svenire per assenza di sangue al cervello perché emigrato verso il basso? Fortunatamente il sonno mi ha colto davvero e quando alle 19 Cri mi ha svegliato ero in condizioni decenti. Lei fasciata nel pareo mi precede verso casa e io mi beo della vista del suo la b da sballo. Entriamo in casa, doccetta rapida, cena e, dopo il caffè mi dice:
-pà, andiamo a prenderci un gelato?
-e se invece ci prendiamo una birra?
-ok, basta che usciamo un po'n a casa non ho più un minuto per me e, qui con te, ne voglio approfittare per svagarmi un pochino.
Seduti sulla panchina della passeggiata mare ridiamo, conversiamo e sorseggiamo le nostre birre come due amici finché non mi fa una domanda che mi spiazza completamente.
-papi, ma a te non manca?
-??? Di chi parli?
-non di chi ma di cosa. Il sesso non ti manca? Una bella scopata calda e travolgente che ti svuoti il cervello ed alto...?
-ma amore, che cazzo dici? Va bhé che fra noi c'è una certa confidenza, più che tra padre e figlia ma sono domande da fare a tuo padre, così, poi, come se fosse una domandina stupida ed innoqua.
-ma dai pà, ho ventisette anni, tu ne hai cinquant'uno, siamo adulti. E poi mi sembra d'aver visto movimenti li sotto...
Lo dice con fare provocante e provocatorio e io mi faccio prendere un po' da questo suo giochetto pensando che fosse solo questo, un gioco.
Dopo alcuni minuti di silenzio, la birra finita, lei si alza in piedi, mi guarda e si dirige, io penso, verso il chioschetto. Mi alzo a mia volta, la seguo già che i soldi li avevo io in tasca e mi accorgo che supera il chiosco e prende a camminare sulla spiaggia. Io dietro di lei a breve distanza. Si volta nella mia direzione, mi porge le mani, me le prende tra le sue e riprendiamo a passeggiare. Siamo distanti dalla strada, distanti da tutto; la luna illumina appena la scogliera do ci sediamo.
-sai papà, ho accettato lostage perché è qui vicino a casa tua. Non per la comodità che c'è casa tua ma perché ci sei tu.
Mi guarda languidamente e poi mi sussurra la frase più pazzesca che il mio cuore può sentire.
-ho voglia di fare l'amore ma non con uno qualsiasi, bensì con te papà. Sono anni che ti desidero senza speranze. Mi sono sposata e trasferita per doverti stare a distanza ma ti penso molto spesso e la voglia nonhafatto che crescere.
Io ho la salivazione azzerata, la testa che gira, il cazzo che tira ed il cuore quasi fermo.
Mi distanzio di qualche cm, schiarisce la voce ed in un bisbiglio:
-ne sono onorato moltissimo ma siamo padre e figlia, una giovane ragazza ed un uomo di una certa età, non possiamo fare quanto mi chiedi e te lo dico con un groppo in gola. Sarebbe una cosa fantastica ma proibita.
Lei sembra rattristirsi e rassegnarsi ma sembra solo.
-puoi solo darmi un bacio innocente sulle labbra ed abbracciarmi? Me lo farò bastare...
Cosa potevo fare se non accontentarla. Mi sporgo verso di lei ci abbracciamo e quello che doveva essere un bacio innocente è divenuto il più sensuale e porco che abbia mai ricevuto.
Mi stringeva graffiandomi un braccio e la schiena e ci siamo scambiati le lingue in bocca come fossimo amanti da sempre. I miei buoni propositi di essere un padre inapprensibile, le mie reticenze a lasciarmi andare, i miei freni, tutto si perse in quel bacio e quando mia figlia posa la sua mano sul mio pacco mi sono trasformato nell'immagine al negativo di mestesso. Le infilo le mani sotto il vestito raggiungendo l'elastico del perizzoma e, inginocchia domi davanti a lei, lo tiro giù fino alle caviglie; infilo la testa sotto la gonna leggera del vestito ed i spirò il profumo di quel gioiello difica che non avevo più visto dall'ultima volta che le cambiai il pannolino; le mie mani protese in alto ad afferrare quel seno magnifico mentre le sue spongono la mia testa ad aderire ancora di più al suo inguine. Il sangue mi tamburava nelle orecchie, ho cominciato a leccare quella fica ben rasata riempiendo i la bocca con il suo piacere che mi cola tra le labbra; insisto a martellarle il clitoride risucchia dolo e strappando profondi gemiti che cerca di limitare premendosi una mano sulla bocca.
Non ho idea di quanto sono stato li sotto a godere del suo sapore e a farla godere della mia lingua. Fattostà che hanno cominciato a tremarele le gambe e non aveva un equilibrio stabile così mi alzo, le prendo le mani e l'aiuto a sedersi sullo scoglio più liscio e spianato che c'è dietro di lei. Sembra febbricitante ma è solo impaziente di continuare questa scopata che, fin'ora, le ha regalato già due o tre orgasmi intensi.
Mi calo i calzoncini e boxer e per la prima volta vede ciò che a breve le entrerà dentro.
Mi inginocchiò davanti al suo corpo steso, le afferro saldamente le caviglie portandole al petto e punto il cazzo li, al centro de piacere, due labbra succose che aspettano l'assalto. Una stoccata decisa, la più bollente penetrzione che abbia mai provato.
-siiiiii. Questo sognavo, questo desideravo. Siii, scopami , amami, riempimi, fammi totalmente tua.
Non sta gridando, per fortuna, sta ruggendo; ad ogni mio affondo corrisponde un suo ruggito, un gremito profondo che le risale dal profondo. Di colpo mi spinge per allontanarmi un po', si solleva, finisce di spogliarsi di quel poco che ha in dosso, lo posa sullo scoglio, mi artigli gli avanbracci e mi sdraia al suo posto; mi monta a cavalcioni tenendosi leggermente sollevata, posiziona la mia cappella ad un millimetro dal centro della fica e ci si lascia cadere sopra penetrandosi con grande gusto e con un altro ruggito carico di lussuria. Le afferro le chiappe e le impongo io il ritmo della cavalcata.
Con le lacrime agli occhi mi guarda, si china a baciarmi ancora con focosa passione e mi dice sotto voce:
-è fantastico papà, è bellissimo come mi fai sentire. Ti amo da impazzire, voglio essere completamente tua. Tu mi vuoi? Vuoi che io sia tutta tua. Vuoi tutto di me, vero?
I suoi continui orgasmi si spandevano tra i nostri corpi e raggiungevano anche il forellino 'proibito' e dopo quello che miha appena detto è proprio lì che miro, adesso. Adesso lo voglio e me lo prendo.
-Cristina, amore di papà tuo, lo sai che adesso lo voglio, è vero?
-Siii, è tuo ma sarai il primo, fai piano.
-ma certo, amore di papà. Piano piano ma ora me lo prendo.
La faccio mettere a pecora sullo scoglio, mi chino e le lecco con passione tutto ciò che incontroconla lingua; passo dall'ano alla fica e viceversa portando sul buco roseo e grinzosetto quanto più umore vaginale possibile. Pronto il pertugio, pronto il cazzo, punto, spingo et voilà sono dentro. Il mio amore ha lanciato un breve e sommesso urletto per la sorpresa e per un po'di dolore subito diventato in lussurioso godimento di entrambi. Un orgasmo pazzesco per intensità squote interamente il mio amore. Io sono ormai prossimo al mio orgasmo e con gli ultimi due o tre colpi inerti quasi con rabbia le riempio il retto con una mostruosa sborrata. Le crollò addosso, lei si volta appena, ci baciamo ed ansimiamo esausti. Con lentezza ci ricomponiamo continuando a guardarci alla fioca luce lunare. Non diciamo una sola parola e una volta rivestiti e presentabili ci prendiamo per mano e via, verso casa con dei sorrisi soddisfatti ma sempre senza dire nulla.
Continua, forse.
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