Viola - Ovvero come farsi cornificare dall’amante - Esempio 1: A tappeto!
di
Turbidum
genere
orge
Aggiungo un breve nota introduttiva a questo racconto:
E’ il Primo di tre racconti, che mettono in scena in modi differenti la stessa fantasia. Una fantasia esplicitamente cuckold, precisamente di una prima esperienza, che è rimasta tale perché nella realtà non c’è mai stata e che per questioni pratiche non ci sarà mai.
Come sarebbe stata, cosa avrei provato io, cosa avrebbe provato lei? Come avremmo messo in scena il nostro gioco?
Io l’ho immaginato in tanti modi diversi.
Turbidum@gmail.com
Noi:
Per una settimana.
Per una settimana ci saremmo potuti toccare, avremmo potuto giocare con le nostre compagne.... ma senza venire. In nessun caso!
Eravamo in quaresima? No! Era il prezzo per un scopata fuori menù!
Per la precisione era il prezzo che avrebbero dovuto pagare Marco e Antonio.
Perché ero io ad avere il mano il biglietto vincente della lotteria: una scopata con Viola! No! Di più! Una scopata in quattro con Viola!
Viola, la forestiera, la pugliese, era una gran figa, il sorriso luminoso, gli occhi da gatta. E poi...quei racconti che circolavano su di lei.
Nulla è più eccitante per due uomini con la sindrome da Peter Pan delle leggende di ordinaria trasgressione di provincia!
Viola:
Come mi ero cacciata in quella situazione?
Ero in ginocchio .... tutti e due davanti a me… la patta gonfia di cazzo! Ne sentivo l’odore!
Sentivo l’odore del liquore, che si mescolava con la musica… Sentivo l’odore del cazzo, dello sperma accumulato nei loro testicoli gonfi. Sentivo l’odore degli ormoni.
Io e Fabio siamo amanti da anni, ci vediamo di tanto in tanto quando è il momento di prenderci una pausa dalla routine. Viviamo a molte centinaia di chilometri di distanza. Non so se è quello che ci ha tenuti uniti o divisi. Un amore mancato, un’amicizia speciale, una scopamicizia, il nostro rapporto avrebbe potuto avere tanti nomi, ma non abbiamo mai sentito il bisogno di dargliene uno. Quando ci vedevamo era come stappare una bottiglia di vino conservata per un’occasione speciale, era il momento per sperimentare idee e fantasie lasciate a lievitare per mesi.
Fabio mi assillava da anni con la fantasia di vedermi scopata da altri uomini e io naturalmente mi ero fatta mille seghe mentali: gli piaccio poco, non gli piaccio più, non ci tiene ... ma un rapporto come il nostro ha il vantaggio di rivelare rapidamente l’inutilità di alcune domande e una sera mi ritrovai a mordicchiarmi il pollice pensando: “...e se...” .
Non credo sarei davvero arrivata ad una scopata in modalità da Pornhub, ma magari sarebbe stato divertente giocare con l’idea ...già! ...magari...
La fantasia coinvolgeva sempre i suoi due amici di merende, Marco e Antonio. La cosa per certi versi mi tranquillizzava, perché, pur non avendoli mai incontrati, l’amicizia di una vita li faceva rientrare nella mia zona di comfort.
Naturalmente non avremmo potuto semplicemente organizzare “una cosa a quattro”, non solo perché Fabio non intendeva scoprire i suoi altarini, ma anche perché sarebbe reso tutto troppo facile. Cosi decidemmo di giocare, di inventare una storia credibile e di dare vita a un personaggio nuovo di zecca.
Viola sarebbe stata Viola, ma una Viola diversa. Mi piaceva l’idea che Lei fosse esattamente l'opposto di me: sarebbe stata una troietta …una facile, che la dà sempre a tutti al primo appuntamento!
Quella Viola però, Fabio non l’aveva ancora scopata. Questo avrebbe reso tutto meno scontato.
Il personaggio naturalmente avrebbe avuto bisogno di una sua mitologia.
Viola non sarebbe stata del paese, sarebbe stata una di fuori regione che aveva parenti in paese. Questo le avrebbe permesso di apparire e sparire a suo piacimento senza destare sospetti.
Per darle una fedina penale credibile e di tutto rispetto, avevamo riciclato alcuni dei tanti racconti che Fabio aveva sentito al Bar del paese. Come in una di quelle serie televisive in cui si risolvono casi vecchi di decine di anni, Viola era diventata la forestiera alla quale Beppe il benzinaio aveva dato un passaggio sei mesi prima guadagnandoci un pompino e sempre lei era la troietta che la sera della sagra di paese era sparita nel minivan con il magrebino della bancarella etnica o ancora la turista che il ferragosto dell’anno prima a fine serata si era chiusa nel chiosco con i due fratelli Basile.
L’esca:
Fabio annunciò entusiasta che Viola era di nuovo in città.
...come “chi è Viola?”! ...
.... e trascorse alcune serate a rinfocolare la curiosità degli amici rispolverando vecchie e nuove avventure che avevamo preconfezionato per il nostro personaggio.
Trascorsero alcune settimane, poi Fabio dichiarò di essere riuscito ad attaccare bottone con Viola in un bar del paese vicino e, senza troppa fatica, di aver rimediato un numero di cellulare. Lui è Viola, si erano scambiati una serie di Whatsapp sempre più piccanti e in fine espliciti. Una settimana fa aveva trovato il coraggio di invitarla “ad una cena tranquilla con un paio di amici… sono dei cazzoni, ma sono simpatici …. vedrai che ti divertirai…”!
Marco e Antonio
Il gioco:
L’idea mia e di Fabio era di tirare la corda per il piacere di osservare i fili spezzarsi uno dopo l’altro e fermarci un attimo prima che si spezzasse l’ultimo.
Fuori di metafora, li avrei incontrati, avremmo passato qualche ora insieme convinti che la serata si sarebbe trasformata in una gloriosa scopata di gruppo e sul più bello io avrei tagliato la corda. Non era esattamente il gioco che aveva alimentato le fantasie di Fabio, ma questo è quello che avrei concesso.
Sarei entrata in casa usando una copia delle chiavi di Fabio. Sarebbero stati tutti lì ad aspettarmi.
Li avrei provocati per tutta la sera... alla fine sarei andata in bagno a lavarmi le mani… e senza essere vista, avrei indossato il cappotto, mi sarei chiusa la porta alle spalle e sarei andata via.
Qualcosa è andato storto:
Ora però ero in ginocchio ... davanti a loro... a riprova del fatto che non tutto era andato esattamente secondo i piani.
Quando si decide di tirare la corda, calcolare la lunghezza della catena è essenziale.. quella sera avevamo fatto male i conti...
Gli eventi:
L'appartamento era in periferia in una zona residenziale. Un bell'appartamento moderno all'attico di un condominio nuovo di zecca quasi disabitato.
Ci ero stata diverse volte da quando lui si era trasferito in Veneto.
Feci le scale a piedi, senza usare l'ascensore e senza accendere le luci.
Girai le chiavi lentamente. La porta principale dava su un anticamera separata dal soggiorno da una porta ora socchiusa. Sentivo le loro voci farsi più forti, ma ancora indistinte. Mi accostai alla porta accanto all'attaccapanni dal quale piovevano i loro cappotti che profumavano di sigaretta.
Mi misi a sbirciare.
Antonio era un ragazzo moro intorno ai 35 anni, fisico asciutto, sguardo da figlio di buona donna. Era fidanzato, ma in paese tutti sapevano che se la spassava senza farsi troppi problemi, probabilmente lo sapeva anche la sua ragazza e probabilmente le stava bene.
Marco invece era un ragazzone alto, moro, fisico taurino. Molte avevano provato ad accalappiarlo, ma senza grande successo.
Un bicchiere di birra in mano chiacchieravano fingendo di essere rilassati.
Di tanto in tanto i discorsi si interrompevano e uno di loro fissava l'orologio!
Fabio li rassicurava
"Tranquilli, sarà qui a momenti!"
"Fabio.... spero che non sia la solita cazzata Fabio!"
"Tranquilli che stasera ve la ricorderete finché campate! ve l'ho detto questa è l'opposto di quello che sembra! tanto bella e carina...quanto troia! "
"Sì! tanto troia che tu non te la sei mai scopata!”
"... .i messaggi ve li ho fatti leggere! e vi ho raccontato quello che è successo alla festa di Enzo!"
"Quella ormai è roba vecchia...e Enzo è una cazzaro!"
" Secondo voi questa viene da sola ad una cena con tre uomini con la nostra fama....senza sapere come andrà a finire?"
"...e infatti non ci è venuta!"
Marco era seduto sul divano, maniche corte, una mano poggiata sul pacco. Antonio era in piedi nervoso.
Sentivo il mio volto avvampare, la situazione mi sconvolgeva ed eccitava, una parte di me voleva fuggire, una parte voleva entrare in quella stanza, fissarli negli occhi, leggere la loro eccitazione, sentire il loro desiderio, alimentarlo, farlo crescere...
mi allontanai, riaprii la porta per uscire, esitai un istante....è solo un gioco!
chiusi la porta ...
"Ciao Fabio... sono Viola!"
i sorrisi maliziosi sparirono e fecero posto ad un'espressione imbarazzata
Fabio si risvegliò dal suo torpore e mi venne incontro sorridendo:
"Eccoti finalmente! ti stavamo aspettando! la cena si fredda... per punizione ti toccherà lavare i piatti!" puntandomi un dito contro.
"Non c'è problema!" alzai la mano in segno di giuramento "...farò la brava massaia"
Antonio si fece tenendo la mano come per paura di scottarsi
"Ciao Viola!"
Marco accennò un saluto strizzando gli occhi in un sorriso forzato
"… dai ragazzi! la cena si fredda!" incalzò Fabio
I ragazzi in fondo non erano male… simpatici direi.
Marco si rivelò un ragazzone tranquillo che, superata la timidezza, riusciva strapparti un sorriso.
Antonio era quello brillante, battute sempre ammiccanti senza essere volgare, non mi meravigliava che più di una si fosse finita nel suo letto.
Mi ritrovai a centro dell'attenzione.
Mi sforzavo di seguire il canovaccio che avevamo concordato, ma ora sembrava stupido e forzato. Avrei dovuto improvvisare.
....mi venne in mente Miriam, la ragazza della quinta D. Una puttanella frivola che durante i 5 giorni della gita di quinto anno era assurta alla fama per essersi fatta portare a letto da tutti. Rideva per qualunque battuta lasciando in tutti il sospetto che non ne avesse afferrata neanche una.
E mentre io e le mie amiche passavamo il tempo a comprare cartoline e a scattare foto che avrei dimenticato in qualche cassetto, i ragazzi facevano a gara per sedersi accanto a Miriam .
Una mano sul sedere o sulle tette la facevano esplodere in urletti indispettiti e risate incontenibili.
In breve Miriam divenne l'attrazione del viaggio d'andata e la più desiderata di quello di ritorno.
Con il tempo capì che era stata lei l’unica a tornare a casa con qualcosa che valesse la pena di ricordare, e non parlo del sesso, ma delle emozioni e delle sensazioni che solo l’adolescenza ti permette di vivere.
Ecco, quella sera sarei stata Miriam.
Così quando Marco fece una battuta stupida sul pasticcio, esplosi in una risata che finsi di coprire con le mani. Da quel momento fu tutto in discesa. Ridevo perché ne avevo voglia, non volevo apparire intelligente o colta, ma essere divertente e maliziosa.
Viola quella sera si era comportata come non l'avevo mai vista fare, rilassata, sfacciata.
La serata trascorse piacevole e dimenticammo che eravamo lì con altre intenzioni.
Lo avevamo dimenticato tutti..ma non Antonio, che a fine serata ci lanciò uno sguardo e inseguì Viola in cucina che, come promesso, era intenta a lavare i piatti.
Antonio aveva lasciato la porta appena accostata e io e Marco ci eravamo precitati a spiare come due ragazzini dei film anni ’80.
Viola era al lavandino, di spalle intenta a mantenere la sua promessa. Aveva indossato il mio grembiule da "casalingo" e se l'era fasciato stretto alla vita, lasciando però spazio al sedere avvolto in un pantacollant nero aderente.
"Non è mica giusto farti lavare tutti quei piatti da sola!" disse con il suo miglior sorriso da figlio di puttana...
"Bhe...era il patto! ...tocca a me!"
"...e tu rispetti tutti i patti?"
"certo...!"
disse con un espressione divertita,facendo il segno della croce con le mani ancora schiumose che le lasciarono il segno sul vestitino nero all'altezza del seno. Il seno di Viola non era grande, ma quelle aderenze lo mettevano in risalto.
"Ma guarda cosa hai combinato..."
Antonio non si fece sfuggire l'occasione e si mise d'impegno per aiutarla a ripulirsi.
Viola si mise a ridere...fingendo di allontanare le mani di Antonio che si faceva sempre più intraprendente.
"..non fare lo stupido..."
"...voglio solo darti una mano...ti sembra il modo di lavare i piatti... con tutto quel detersivo guarda cosa stai combinando!"
Viola fece un'espressione birichina
"bhe... perché tu come li lavi...?"
Antonio le si mise le mani sulle spalle...scivolò lungo le braccia fino ad incontrare le sue...
...lo vedevo muoversi lentamente dietro di lei...
"....brava..così..."
la sua voce era calda…soffocata…
Sentivo il suo membro durissimo dietro di me.
Si muoveva lentamente.
Teneva le sue mani grandi sulle mie.
Le sue labbra vicinissime al collo
... ero eccitata...
sentivo il suo cazzo spingersi tra le natiche...duro... mentre le sue mani scivolavano tra le mie nell'acqua calda ...continuava a sussurrarmi nelle orecchie...
"va bene così...?"
mi chiese...
"Sì... " risposi...senza riuscire ad aggiungere altro...
mi spinse più avanti e mi costrinse contro il bordo del lavabo...continuava a spingere...a premermi il cazzo contro il culo...lo sentivo attraverso tutti tessuti...carico...se avesse potuto mi avrebbe presa così... sentivo il suo odore... la sua saliva...sentivo le sue labbra e la lingua sul collo...
sfilò una mano e lentamente se l'asciugò sul mio grembiule all'altezza del seno..
sobbalzai... non recitavo..
me lo strinse ...
sentivo il suo cazzo...le sue mani... le sue labbra..
"Ti piace...?”
"Sì...." risposi ipnotizzata
"lo senti ?..."
Me lo sussurrò dolcemente...come se fosse la più dolce delle parole...
si fece più deciso..
"Sì..." continuavo a ripetere....
Ero stordita...ubriaca...di alcool e di voglia... ero Viola...ed ero Miriam... e non trovavo più alcuna differenza...
"Questa sera come credi finirà ...?”
Sembrava una domanda sincera.
Non risposi....
Mi accarezzo il mento che spostò verso il suo viso...
Mi baciò
Sentivo l'altra mano ancora bagnata scivolarmi tra le gambe..
La strinsi per bloccarla...ma per poco...
Un colpo secco dal soggiorno...
Ci risvegliamo entrambi. Antonio si staccò dal mio corpo.Guardò verso la porta e mi sorrise...
"Ok!...dai finisci... e raggiungici in soggiorno..."
sorrideva come se nulla fosse...
rimasi lì...immobile... con le mani bagnate... lo sguardo smarrito, mentre lui si lasciava la porta alle spalle.
Come due ragazzini ci eravamo appiccicati alla porta della cucina ad origliare! esasperati da ogni sospiro e ogni parola riuscivamo a rubare!
I due ragazzini di 35 anni suonati trattenevano a stento le risate.
Antonio era il solito figlio di puttana, ma per una volta...forse... avrebbe portato a casa il risultato !
Marco mi diede uno spintone per guadagnare visuale e io, che non me lo aspettavo, ero crollato sul televisore a parete che non aveva retto al peso e si era sganciato dal supporto con un tonfo sordo...
"merda...merda..merda..."
La porta si richiuse di scatto
"Coglione"
"Oh cazzo ho fottuto l’Oled..."
"ma chi se ne frega dell'Oled!"
pochi istanti dopo Antonio entrò in sala. Ci guardò e realizzò quello che stavamo combinando ..
"Siete due coglioni!"
Appena il tempo di rimettere al suo posto il televisore che Viola ci raggiunse in camera arrossita e sovrappensiero...
ci congelammo per un istante...poi il suo viso si illuminò di un sorriso allegro..e ci sciogliemmo tutti in una risata..
"un Bayles?" proposi
"Vada per il Baileys..."
"ragazzi...io sono già ubriaca persa dalla cena...non credo di regger un altro sorso!"
"Bhe..non ci resta che metterti alla prova..." rispose Antonio con un sorriso malizioso.
Ci sedemmo tutti e quattro al centro dell'enorme tappeto ignorando il divano come dei ragazzini pronti per il gioco della bottiglia. Fabio spostò il tavolino.
Poggiai la schiena contro la base del divano, sentivo il tessuto spesso del tappeto sotto di me, il calore dei loro corpi, il loro odore.
Le luci erano basse, musica jazz di sottofondo, morbida e calda come il velluto.
Antonio era appiccicato a Viola...che non sembrava affatto infastidita...
Abbassai le luci e distribuì il liquore nei bicchieri ...feci circolare la bottiglia...che si fermava sempre tra le mani di Viola...
Il discorso scivolò ovviamente sul sesso e ovviamente le domande furono tutte per Viola…
Fu brava. Sava al gioco con leggerezza, rispondeva, rideva, provocava….
L’aria era soffocante, eravamo tutti decisamente ubriachi…
Antonio le scivolò accanto, le poggiò distrattamente una mano sulla gamba...spostandola lentamente lungo la coscia… le si avvicinò all’orecchio e le sussurro …
"Scommetto che ti piace leccarlo?"
Viola sorrise, ma non rispose...
.. ero confusa ed ed eccitata...
… tre corpi, tre odori così diversi, sempre più vicini...
“Scommetto che ti piace leccarlo?"
Avrei avuto voglia di rispondergli che non mi piace solo leccarlo......
Antonio rimase in silenzio qualche istante... fissò la bottiglia tra le mani di Viola e sorrise..
mi prese dolcemente le mani tra le quali tenevo ancora la bottiglia..la sollevò e mi portò il collo della bottiglia alle labbra..
Assecondai il movimento, tirai fuori leggermente la lingua e lo accolsi...sentì scivolare il collo di vetro tra le labbra...sentivo il sapore dolciastro del liquore, sapevo di avere i loro occhi addosso, passai la lingua sul collo di vetro…
Antonio senza fermarmi mi spinse dolcemente indietro il viso ... io reclinai un po' la testa, in quella strana posizione non riuscì a trattenere il liquore..che fuoriuscì dalle labbra scivolando sul collo...
Mi sentivo potente, sfacciata.
"No dai ragazzi...guardate cosa avete combinato..." li guardai furba, mi passai due dita sul mento raccogliendo un po’ di quel liquido denso e dolce e le portai alle labbra..
Sentivo l'odore del suo cazzo, avevo la vista annebbiata, il cuore a mille.
Il gioco era finito, Miriam è fuggita, ero rimasta sola.
Antonio senza dirmi nulla, prese la mia mano nella sua, …. la musica non riusciva a coprire i nostri respiri..
Marco si alzò e si sedette vicino a noi.
Fabio rimase fermo di fronte con le gambe divaricate e un sorriso stampato sul volto...
Io lo fissai un istante negli occhi.
Antonio mi baciò sul collo, sentivo la sua lingua scivolarmi fino all'orecchio, mentre la mia mano scorreva sulla stoffa ruvida dei pantaloni.
Sentì una fitta allo stomaco… la figa pulsarmi tra le gambe...
Antonio si fece più intraprendente e mi infilò la lingua in bocca... le mani di Marco mi scivolavano sul seno…tra le gambe..
...sentivo i loro corpi vicinissimi...l'odore del loro sudore... la lingua di Antonio intorno alla mia...le sue labbra contro le mie…
mi staccai un attimo, mi voltai e incontrai lo sguardo di Marco, poi le sue labbra, la lingua, la sua saliva.
I loro sapori così diversi all'inizio si mescolarono lentamente bacio dopo bacio.
Non distinguevo più i loro odori, le loro mani, i loro corpi.
Era eccitante perdersi in un bacio e sentire un'altra lingua dietro l'orecchio. Le loro mani scivolarmi sul corpo, accarezzarmi, stringermi, come un fiume caldo, senza prepotenza.
Li sentì bisbigliare qualcosa, forse una domanda..
non risposi...
Riuscì solo ad accennare un sì con la testa... la domanda non era più importante, perché la risposta non poteva che essere quella.
Antonio si alzò in piedi sul tappeto... Marco lo imitò....
Ero in ginocchio, tutti e due davanti a me … i jeans gonfi … la patta vicina ad esplodere! Ne sentivo l’odore! Sentivo l’odore del cazzo, dello sperma accumulato nei loro testicoli gonfi! duri, quasi doloranti...
Ricordai il patto di Fabio.
Marco era in piedi… gambe leggermente divaricate…
mi infilò una mano tra i capelli, potevo sentire la sua eccitazione. Mi premette il viso sulla patta, la cerniera in metallo era fredda…
Per un istante rimasi senza fiato. Fabio mi aveva detto di lui, del suo cazzo.
Sentivo la stoffa pulsarmi contro le labbra, mi tirò indietro la testa perché potessi guardarlo negli occhi, il viso rosso dall'eccitazione
“allora… ti piace ?”
... sapevo che mi sarei dovuta offendere… ma non riuscivo a trovare nulla di sbagliato in quelle parole.. nulla che in quel momento non fosse assolutamente vero ed esattamente come avrebbe dovuto essere……
Feci un cenno con la testa
Sentì Antonio prendermi la mano. Non potevo vederlo, il viso premuto contro i jeans di Marco… sentì le sue dita intrecciare le mie, poi una stoffa sottile, morbida, aveva slacciato i pantaloni. Afferrai il suo cazzo attraverso il tessuto arrendevole dei boxer…
Antonio aveva un bel cazzo, non grosso come quello di Marco, ma bello.
Comincia a masturbarlo lentamente, la sua mano intorno alla mia a dettarmi il ritmo…
Ero confusa, sopraffatta da me stessa.
In ginocchio…li fissai… li implorai in silenzio… non per fermarli.
Marco ebbe pietà di me e lentamente si sbottonò i pantaloni …
i boxer neri non lo contenevano, le mie dita febbrili lo liberarono... Non ne avevo mai visto uno così scuro…completamente depilato…
….lo sentivo muoversi sul mio viso, usarlo per masturbarsi, il viso impiastricciato, l'odore acre... intenso....
Io spalancai la bocca implorandolo di violarla. Mi premette la cappella sulle labbra senza permettermi di ingoiarla... poi mi affondò il viso nei suo testicoli enormi.
Questa tortura durò a lungo Io schiudevo le labbra per accoglierlo e lui mi allontanava per prolungare dolore e piacere…
in fine... sentì la sua cappella fradicia di umori … prima sule labbra e poi scivolarmi sulla lingua, mi riempiva completamente premendomi contro le guance...la bocca mi si allago di saliva…per quanto mi sforzassi arrivavo appena a metà dell’asta
“...da brava... fammi sentire la tua bocca... ”
"per favore"… implorai… mi tremavano le mani...
Marco ebbe pietà di me e lentamente si sbottonò i pantaloni …
i boxer neri non lo contenevano...
le mie dita febbrili lo liberarono...
Non ne avevo mai visto uno così…
Era scuro…completamente depilato…
…. sentivo quel cazzo enorme muoversi sul mio viso…mi usava per masturbarsi … tenendomi stretta per i capelli…
Era umido e mi impiastricciava il viso …l'odore acre... intenso....
io spalancai la bocca implorandolo di violarla
Mi premette la cappella sulle labbra senza permettermi di ingoiarla...
poi mi affondò il viso nei suo testicoli enormi...duri...
questa tortura durò a lungo...
io schiudevo le labbra per accoglierlo e lui si allontanava strusciandolo sul viso
in fine, con gli occhi chiusi, sentì la sua cappella bagnata prima sule labbra e poi sulla lingua.
La accolsi lentamente, era enorme, mi riempiva, premendomi contro le guance...
la bocca piena di saliva…
“...da brava...così ...”
provai ad ingoiarlo tutto combattendo i conati che mi provocava la cappella in gola
un mix schiumoso di saliva e liquido prespermatico mi grondava sul seno.
La sua mano mi imponeva un ritmo lentissimo come per godersi la mia bocca che ormai straripava di saliva e di cazzo.
In fine si fermò….e lo sfilò con dolcezza dalle mie labbra
provai ad oppormi... fu inutile…
lo fissai imbronciata, mi sorrise, i suoi occhi nei miei..
Antonio fu meno cerimonioso, mi riempì subito la bocca, le dimensioni ragguardevoli, ma umane del suo membro, mi permisero di muovermi come avrei voluto. Aveva un sapore diverso da quello di Marco, ma non meno intenso.
Mi perdevo a passare la lingua subito sotto il glande nello spazio alla base del prepuzio.
La mano di Marco ancora tra i miei capelli mi impresse un ritmo lento sul cazzo dell’amico.
La lentezza, finalmente, mi diede la possibilità di esprimere il mio talento.
Marco, si spostò alle mie spalle, mi accarezzò la schiena, poi sentì i pantacollant scivolare in basso e il sedere scoperto.
Mi spinse leggermente in avanti, poggiai le mani sul tappeto per non strozzarmi con il cazzo di Antonio.
Vederla così mi faceva impazzire.
Marco dopo un attimo di esitazione poggiò la cappella sulla figa rosso fuoco di Viola che, bagnatissima, lo divorò, sentivo il rumore umido della sua lenta penetrazione, il mugolio soffocato di lei, in fine fu dentro, completamente.
Le mise entrambe le mani sui fianchi, rimase dentro immobile, limitandosi a muovere lentamente i suoi fianchi, Viola lo accoglieva fino in fondo, poi lentamente prese ritmo e cominciò a cavalcarla.
Io mi godevo lo spettacolo seduto in poltrona, incredulo, eccitato, più di quanto avrei mai immaginato.
"Voglio venirti dentro!"
“Sì.. .”
“ Non così…”
Scivolò fuori di lei e si distese sul pavimento, l’erezione fiera, lucida dei suoi umori.
Viola in piedi a gambe larghe esattamente all’altezza del suo cazzo mi dava le spalle. Si voltò verso di me, mi dedico un sorriso birichino, uno di quello fatto anche con gli occhi e lentamente si sedette su di lui.
Le sue mani mi avevano sempre fatto impazzire, sembravano così piccole e chiare intorno al cazzo scuro di Marco. Lo strinse e con pazienza lo guidò dentro di lei.
Antonio le si avvicinò alle spalle. La baciò sul collo. Lei si voltò e ricambio il bacio
“… Vuoi?" disse, senza aggiungere altro
Lei non rispose, ma inarcò la schiena, si piegò leggermente in avanti e con una mano si allargò le natiche
Alla doppia penetrazione ci avevo pensato lo confesso, immaginavo soprattutto la sensazione che avrebbe prodotto la mia immagine.
Mi eccitava non tanto la sensazione che avrei provato, quanto quelle che avrei provocato.
L’idea di essere osservata mi esaltava!
Il cazzo di Marco lo sentivo fino in fondo.
Continuava a baciarmi.
Sentì dietro la cappella di Antonio premere contro lo sfintere strettissimo per la compressione.
Mi colpirono le sensazioni di pienezza e il cazzo di Antonio che scorreva su quello di Marco centimetro dopo centimetro.
In fine fu dentro.
Mi sentivo schiacciata tra i loro corpi. Marco mi torturava le labbra con la sua lingua, Antonio si muoveva lentamente dentro di me e mi leccava e mordeva il collo. I nostri visi erano vicinissimi.
Sulla poltrona Fabio ci fissava, masturbandosi.
Era questo che voleva vedere. Eccomi!
Fu Antonio il primo a cedere. Forse fu la situazione al di fuori della sua portata. Pochi colpi, poi si contrasse, liberò dentro di lei l’orgasmo di una settimana.
Sentì venire entrambi dentro di me. Lo sperma mi riempiva bollente, lo sentivo grondare lungo le cosce.
Marco con un ultimo affondo arrivò con i testicoli contro la vagina. Credo di aver sentito la violenza del getto di sperma dentro di me. Un flusso bollente, che mi riempiva e straripava. Sentivo le cosce zuppe, imbrattate dallo sperma di due uomini!
Tremavo come una foglia…
In fine senti anche il suo cazzo contrarsi..I suoi testicoli…
Mi riempì la bocca..
Finalmente potevo abbandonarmi all’orgasmo…che mi travolse come mai… insieme a Lui…Stava godendo..
Lui stava godendo…
Sentì il sapore del suo sperma inondarmi la bocca..
Fu bello riconoscerlo…
… lo lasciai qualche secondo riempirmi ogni angolo… provai ad ingoiarlo…era troppo…lo feci fuoriuscire dalla labbra…lasciandolo cadere… lentamente…abbondante… sul tappeto…
Sentì Antonio e Marco uscire da me esausti…
Si avvicinarono entrambi al mio viso. Li ripulì con pazienza..
Il loro sperma si mescolava nella mia bocca. Il tappeto sotto di noi era bagnato.
Sentivo il calore della loro pelle su di me, i nostri corpi privi di energia abbandonati uno vicino all’altro, sudati, bollenti…
Guardai Fabio, lui mi sorrise.
Un bel fuori programma!
E’ il Primo di tre racconti, che mettono in scena in modi differenti la stessa fantasia. Una fantasia esplicitamente cuckold, precisamente di una prima esperienza, che è rimasta tale perché nella realtà non c’è mai stata e che per questioni pratiche non ci sarà mai.
Come sarebbe stata, cosa avrei provato io, cosa avrebbe provato lei? Come avremmo messo in scena il nostro gioco?
Io l’ho immaginato in tanti modi diversi.
Turbidum@gmail.com
Noi:
Per una settimana.
Per una settimana ci saremmo potuti toccare, avremmo potuto giocare con le nostre compagne.... ma senza venire. In nessun caso!
Eravamo in quaresima? No! Era il prezzo per un scopata fuori menù!
Per la precisione era il prezzo che avrebbero dovuto pagare Marco e Antonio.
Perché ero io ad avere il mano il biglietto vincente della lotteria: una scopata con Viola! No! Di più! Una scopata in quattro con Viola!
Viola, la forestiera, la pugliese, era una gran figa, il sorriso luminoso, gli occhi da gatta. E poi...quei racconti che circolavano su di lei.
Nulla è più eccitante per due uomini con la sindrome da Peter Pan delle leggende di ordinaria trasgressione di provincia!
Viola:
Come mi ero cacciata in quella situazione?
Ero in ginocchio .... tutti e due davanti a me… la patta gonfia di cazzo! Ne sentivo l’odore!
Sentivo l’odore del liquore, che si mescolava con la musica… Sentivo l’odore del cazzo, dello sperma accumulato nei loro testicoli gonfi. Sentivo l’odore degli ormoni.
Io e Fabio siamo amanti da anni, ci vediamo di tanto in tanto quando è il momento di prenderci una pausa dalla routine. Viviamo a molte centinaia di chilometri di distanza. Non so se è quello che ci ha tenuti uniti o divisi. Un amore mancato, un’amicizia speciale, una scopamicizia, il nostro rapporto avrebbe potuto avere tanti nomi, ma non abbiamo mai sentito il bisogno di dargliene uno. Quando ci vedevamo era come stappare una bottiglia di vino conservata per un’occasione speciale, era il momento per sperimentare idee e fantasie lasciate a lievitare per mesi.
Fabio mi assillava da anni con la fantasia di vedermi scopata da altri uomini e io naturalmente mi ero fatta mille seghe mentali: gli piaccio poco, non gli piaccio più, non ci tiene ... ma un rapporto come il nostro ha il vantaggio di rivelare rapidamente l’inutilità di alcune domande e una sera mi ritrovai a mordicchiarmi il pollice pensando: “...e se...” .
Non credo sarei davvero arrivata ad una scopata in modalità da Pornhub, ma magari sarebbe stato divertente giocare con l’idea ...già! ...magari...
La fantasia coinvolgeva sempre i suoi due amici di merende, Marco e Antonio. La cosa per certi versi mi tranquillizzava, perché, pur non avendoli mai incontrati, l’amicizia di una vita li faceva rientrare nella mia zona di comfort.
Naturalmente non avremmo potuto semplicemente organizzare “una cosa a quattro”, non solo perché Fabio non intendeva scoprire i suoi altarini, ma anche perché sarebbe reso tutto troppo facile. Cosi decidemmo di giocare, di inventare una storia credibile e di dare vita a un personaggio nuovo di zecca.
Viola sarebbe stata Viola, ma una Viola diversa. Mi piaceva l’idea che Lei fosse esattamente l'opposto di me: sarebbe stata una troietta …una facile, che la dà sempre a tutti al primo appuntamento!
Quella Viola però, Fabio non l’aveva ancora scopata. Questo avrebbe reso tutto meno scontato.
Il personaggio naturalmente avrebbe avuto bisogno di una sua mitologia.
Viola non sarebbe stata del paese, sarebbe stata una di fuori regione che aveva parenti in paese. Questo le avrebbe permesso di apparire e sparire a suo piacimento senza destare sospetti.
Per darle una fedina penale credibile e di tutto rispetto, avevamo riciclato alcuni dei tanti racconti che Fabio aveva sentito al Bar del paese. Come in una di quelle serie televisive in cui si risolvono casi vecchi di decine di anni, Viola era diventata la forestiera alla quale Beppe il benzinaio aveva dato un passaggio sei mesi prima guadagnandoci un pompino e sempre lei era la troietta che la sera della sagra di paese era sparita nel minivan con il magrebino della bancarella etnica o ancora la turista che il ferragosto dell’anno prima a fine serata si era chiusa nel chiosco con i due fratelli Basile.
L’esca:
Fabio annunciò entusiasta che Viola era di nuovo in città.
...come “chi è Viola?”! ...
.... e trascorse alcune serate a rinfocolare la curiosità degli amici rispolverando vecchie e nuove avventure che avevamo preconfezionato per il nostro personaggio.
Trascorsero alcune settimane, poi Fabio dichiarò di essere riuscito ad attaccare bottone con Viola in un bar del paese vicino e, senza troppa fatica, di aver rimediato un numero di cellulare. Lui è Viola, si erano scambiati una serie di Whatsapp sempre più piccanti e in fine espliciti. Una settimana fa aveva trovato il coraggio di invitarla “ad una cena tranquilla con un paio di amici… sono dei cazzoni, ma sono simpatici …. vedrai che ti divertirai…”!
Marco e Antonio
Il gioco:
L’idea mia e di Fabio era di tirare la corda per il piacere di osservare i fili spezzarsi uno dopo l’altro e fermarci un attimo prima che si spezzasse l’ultimo.
Fuori di metafora, li avrei incontrati, avremmo passato qualche ora insieme convinti che la serata si sarebbe trasformata in una gloriosa scopata di gruppo e sul più bello io avrei tagliato la corda. Non era esattamente il gioco che aveva alimentato le fantasie di Fabio, ma questo è quello che avrei concesso.
Sarei entrata in casa usando una copia delle chiavi di Fabio. Sarebbero stati tutti lì ad aspettarmi.
Li avrei provocati per tutta la sera... alla fine sarei andata in bagno a lavarmi le mani… e senza essere vista, avrei indossato il cappotto, mi sarei chiusa la porta alle spalle e sarei andata via.
Qualcosa è andato storto:
Ora però ero in ginocchio ... davanti a loro... a riprova del fatto che non tutto era andato esattamente secondo i piani.
Quando si decide di tirare la corda, calcolare la lunghezza della catena è essenziale.. quella sera avevamo fatto male i conti...
Gli eventi:
L'appartamento era in periferia in una zona residenziale. Un bell'appartamento moderno all'attico di un condominio nuovo di zecca quasi disabitato.
Ci ero stata diverse volte da quando lui si era trasferito in Veneto.
Feci le scale a piedi, senza usare l'ascensore e senza accendere le luci.
Girai le chiavi lentamente. La porta principale dava su un anticamera separata dal soggiorno da una porta ora socchiusa. Sentivo le loro voci farsi più forti, ma ancora indistinte. Mi accostai alla porta accanto all'attaccapanni dal quale piovevano i loro cappotti che profumavano di sigaretta.
Mi misi a sbirciare.
Antonio era un ragazzo moro intorno ai 35 anni, fisico asciutto, sguardo da figlio di buona donna. Era fidanzato, ma in paese tutti sapevano che se la spassava senza farsi troppi problemi, probabilmente lo sapeva anche la sua ragazza e probabilmente le stava bene.
Marco invece era un ragazzone alto, moro, fisico taurino. Molte avevano provato ad accalappiarlo, ma senza grande successo.
Un bicchiere di birra in mano chiacchieravano fingendo di essere rilassati.
Di tanto in tanto i discorsi si interrompevano e uno di loro fissava l'orologio!
Fabio li rassicurava
"Tranquilli, sarà qui a momenti!"
"Fabio.... spero che non sia la solita cazzata Fabio!"
"Tranquilli che stasera ve la ricorderete finché campate! ve l'ho detto questa è l'opposto di quello che sembra! tanto bella e carina...quanto troia! "
"Sì! tanto troia che tu non te la sei mai scopata!”
"... .i messaggi ve li ho fatti leggere! e vi ho raccontato quello che è successo alla festa di Enzo!"
"Quella ormai è roba vecchia...e Enzo è una cazzaro!"
" Secondo voi questa viene da sola ad una cena con tre uomini con la nostra fama....senza sapere come andrà a finire?"
"...e infatti non ci è venuta!"
Marco era seduto sul divano, maniche corte, una mano poggiata sul pacco. Antonio era in piedi nervoso.
Sentivo il mio volto avvampare, la situazione mi sconvolgeva ed eccitava, una parte di me voleva fuggire, una parte voleva entrare in quella stanza, fissarli negli occhi, leggere la loro eccitazione, sentire il loro desiderio, alimentarlo, farlo crescere...
mi allontanai, riaprii la porta per uscire, esitai un istante....è solo un gioco!
chiusi la porta ...
"Ciao Fabio... sono Viola!"
i sorrisi maliziosi sparirono e fecero posto ad un'espressione imbarazzata
Fabio si risvegliò dal suo torpore e mi venne incontro sorridendo:
"Eccoti finalmente! ti stavamo aspettando! la cena si fredda... per punizione ti toccherà lavare i piatti!" puntandomi un dito contro.
"Non c'è problema!" alzai la mano in segno di giuramento "...farò la brava massaia"
Antonio si fece tenendo la mano come per paura di scottarsi
"Ciao Viola!"
Marco accennò un saluto strizzando gli occhi in un sorriso forzato
"… dai ragazzi! la cena si fredda!" incalzò Fabio
I ragazzi in fondo non erano male… simpatici direi.
Marco si rivelò un ragazzone tranquillo che, superata la timidezza, riusciva strapparti un sorriso.
Antonio era quello brillante, battute sempre ammiccanti senza essere volgare, non mi meravigliava che più di una si fosse finita nel suo letto.
Mi ritrovai a centro dell'attenzione.
Mi sforzavo di seguire il canovaccio che avevamo concordato, ma ora sembrava stupido e forzato. Avrei dovuto improvvisare.
....mi venne in mente Miriam, la ragazza della quinta D. Una puttanella frivola che durante i 5 giorni della gita di quinto anno era assurta alla fama per essersi fatta portare a letto da tutti. Rideva per qualunque battuta lasciando in tutti il sospetto che non ne avesse afferrata neanche una.
E mentre io e le mie amiche passavamo il tempo a comprare cartoline e a scattare foto che avrei dimenticato in qualche cassetto, i ragazzi facevano a gara per sedersi accanto a Miriam .
Una mano sul sedere o sulle tette la facevano esplodere in urletti indispettiti e risate incontenibili.
In breve Miriam divenne l'attrazione del viaggio d'andata e la più desiderata di quello di ritorno.
Con il tempo capì che era stata lei l’unica a tornare a casa con qualcosa che valesse la pena di ricordare, e non parlo del sesso, ma delle emozioni e delle sensazioni che solo l’adolescenza ti permette di vivere.
Ecco, quella sera sarei stata Miriam.
Così quando Marco fece una battuta stupida sul pasticcio, esplosi in una risata che finsi di coprire con le mani. Da quel momento fu tutto in discesa. Ridevo perché ne avevo voglia, non volevo apparire intelligente o colta, ma essere divertente e maliziosa.
Viola quella sera si era comportata come non l'avevo mai vista fare, rilassata, sfacciata.
La serata trascorse piacevole e dimenticammo che eravamo lì con altre intenzioni.
Lo avevamo dimenticato tutti..ma non Antonio, che a fine serata ci lanciò uno sguardo e inseguì Viola in cucina che, come promesso, era intenta a lavare i piatti.
Antonio aveva lasciato la porta appena accostata e io e Marco ci eravamo precitati a spiare come due ragazzini dei film anni ’80.
Viola era al lavandino, di spalle intenta a mantenere la sua promessa. Aveva indossato il mio grembiule da "casalingo" e se l'era fasciato stretto alla vita, lasciando però spazio al sedere avvolto in un pantacollant nero aderente.
"Non è mica giusto farti lavare tutti quei piatti da sola!" disse con il suo miglior sorriso da figlio di puttana...
"Bhe...era il patto! ...tocca a me!"
"...e tu rispetti tutti i patti?"
"certo...!"
disse con un espressione divertita,facendo il segno della croce con le mani ancora schiumose che le lasciarono il segno sul vestitino nero all'altezza del seno. Il seno di Viola non era grande, ma quelle aderenze lo mettevano in risalto.
"Ma guarda cosa hai combinato..."
Antonio non si fece sfuggire l'occasione e si mise d'impegno per aiutarla a ripulirsi.
Viola si mise a ridere...fingendo di allontanare le mani di Antonio che si faceva sempre più intraprendente.
"..non fare lo stupido..."
"...voglio solo darti una mano...ti sembra il modo di lavare i piatti... con tutto quel detersivo guarda cosa stai combinando!"
Viola fece un'espressione birichina
"bhe... perché tu come li lavi...?"
Antonio le si mise le mani sulle spalle...scivolò lungo le braccia fino ad incontrare le sue...
...lo vedevo muoversi lentamente dietro di lei...
"....brava..così..."
la sua voce era calda…soffocata…
Sentivo il suo membro durissimo dietro di me.
Si muoveva lentamente.
Teneva le sue mani grandi sulle mie.
Le sue labbra vicinissime al collo
... ero eccitata...
sentivo il suo cazzo spingersi tra le natiche...duro... mentre le sue mani scivolavano tra le mie nell'acqua calda ...continuava a sussurrarmi nelle orecchie...
"va bene così...?"
mi chiese...
"Sì... " risposi...senza riuscire ad aggiungere altro...
mi spinse più avanti e mi costrinse contro il bordo del lavabo...continuava a spingere...a premermi il cazzo contro il culo...lo sentivo attraverso tutti tessuti...carico...se avesse potuto mi avrebbe presa così... sentivo il suo odore... la sua saliva...sentivo le sue labbra e la lingua sul collo...
sfilò una mano e lentamente se l'asciugò sul mio grembiule all'altezza del seno..
sobbalzai... non recitavo..
me lo strinse ...
sentivo il suo cazzo...le sue mani... le sue labbra..
"Ti piace...?”
"Sì...." risposi ipnotizzata
"lo senti ?..."
Me lo sussurrò dolcemente...come se fosse la più dolce delle parole...
si fece più deciso..
"Sì..." continuavo a ripetere....
Ero stordita...ubriaca...di alcool e di voglia... ero Viola...ed ero Miriam... e non trovavo più alcuna differenza...
"Questa sera come credi finirà ...?”
Sembrava una domanda sincera.
Non risposi....
Mi accarezzo il mento che spostò verso il suo viso...
Mi baciò
Sentivo l'altra mano ancora bagnata scivolarmi tra le gambe..
La strinsi per bloccarla...ma per poco...
Un colpo secco dal soggiorno...
Ci risvegliamo entrambi. Antonio si staccò dal mio corpo.Guardò verso la porta e mi sorrise...
"Ok!...dai finisci... e raggiungici in soggiorno..."
sorrideva come se nulla fosse...
rimasi lì...immobile... con le mani bagnate... lo sguardo smarrito, mentre lui si lasciava la porta alle spalle.
Come due ragazzini ci eravamo appiccicati alla porta della cucina ad origliare! esasperati da ogni sospiro e ogni parola riuscivamo a rubare!
I due ragazzini di 35 anni suonati trattenevano a stento le risate.
Antonio era il solito figlio di puttana, ma per una volta...forse... avrebbe portato a casa il risultato !
Marco mi diede uno spintone per guadagnare visuale e io, che non me lo aspettavo, ero crollato sul televisore a parete che non aveva retto al peso e si era sganciato dal supporto con un tonfo sordo...
"merda...merda..merda..."
La porta si richiuse di scatto
"Coglione"
"Oh cazzo ho fottuto l’Oled..."
"ma chi se ne frega dell'Oled!"
pochi istanti dopo Antonio entrò in sala. Ci guardò e realizzò quello che stavamo combinando ..
"Siete due coglioni!"
Appena il tempo di rimettere al suo posto il televisore che Viola ci raggiunse in camera arrossita e sovrappensiero...
ci congelammo per un istante...poi il suo viso si illuminò di un sorriso allegro..e ci sciogliemmo tutti in una risata..
"un Bayles?" proposi
"Vada per il Baileys..."
"ragazzi...io sono già ubriaca persa dalla cena...non credo di regger un altro sorso!"
"Bhe..non ci resta che metterti alla prova..." rispose Antonio con un sorriso malizioso.
Ci sedemmo tutti e quattro al centro dell'enorme tappeto ignorando il divano come dei ragazzini pronti per il gioco della bottiglia. Fabio spostò il tavolino.
Poggiai la schiena contro la base del divano, sentivo il tessuto spesso del tappeto sotto di me, il calore dei loro corpi, il loro odore.
Le luci erano basse, musica jazz di sottofondo, morbida e calda come il velluto.
Antonio era appiccicato a Viola...che non sembrava affatto infastidita...
Abbassai le luci e distribuì il liquore nei bicchieri ...feci circolare la bottiglia...che si fermava sempre tra le mani di Viola...
Il discorso scivolò ovviamente sul sesso e ovviamente le domande furono tutte per Viola…
Fu brava. Sava al gioco con leggerezza, rispondeva, rideva, provocava….
L’aria era soffocante, eravamo tutti decisamente ubriachi…
Antonio le scivolò accanto, le poggiò distrattamente una mano sulla gamba...spostandola lentamente lungo la coscia… le si avvicinò all’orecchio e le sussurro …
"Scommetto che ti piace leccarlo?"
Viola sorrise, ma non rispose...
.. ero confusa ed ed eccitata...
… tre corpi, tre odori così diversi, sempre più vicini...
“Scommetto che ti piace leccarlo?"
Avrei avuto voglia di rispondergli che non mi piace solo leccarlo......
Antonio rimase in silenzio qualche istante... fissò la bottiglia tra le mani di Viola e sorrise..
mi prese dolcemente le mani tra le quali tenevo ancora la bottiglia..la sollevò e mi portò il collo della bottiglia alle labbra..
Assecondai il movimento, tirai fuori leggermente la lingua e lo accolsi...sentì scivolare il collo di vetro tra le labbra...sentivo il sapore dolciastro del liquore, sapevo di avere i loro occhi addosso, passai la lingua sul collo di vetro…
Antonio senza fermarmi mi spinse dolcemente indietro il viso ... io reclinai un po' la testa, in quella strana posizione non riuscì a trattenere il liquore..che fuoriuscì dalle labbra scivolando sul collo...
Mi sentivo potente, sfacciata.
"No dai ragazzi...guardate cosa avete combinato..." li guardai furba, mi passai due dita sul mento raccogliendo un po’ di quel liquido denso e dolce e le portai alle labbra..
Sentivo l'odore del suo cazzo, avevo la vista annebbiata, il cuore a mille.
Il gioco era finito, Miriam è fuggita, ero rimasta sola.
Antonio senza dirmi nulla, prese la mia mano nella sua, …. la musica non riusciva a coprire i nostri respiri..
Marco si alzò e si sedette vicino a noi.
Fabio rimase fermo di fronte con le gambe divaricate e un sorriso stampato sul volto...
Io lo fissai un istante negli occhi.
Antonio mi baciò sul collo, sentivo la sua lingua scivolarmi fino all'orecchio, mentre la mia mano scorreva sulla stoffa ruvida dei pantaloni.
Sentì una fitta allo stomaco… la figa pulsarmi tra le gambe...
Antonio si fece più intraprendente e mi infilò la lingua in bocca... le mani di Marco mi scivolavano sul seno…tra le gambe..
...sentivo i loro corpi vicinissimi...l'odore del loro sudore... la lingua di Antonio intorno alla mia...le sue labbra contro le mie…
mi staccai un attimo, mi voltai e incontrai lo sguardo di Marco, poi le sue labbra, la lingua, la sua saliva.
I loro sapori così diversi all'inizio si mescolarono lentamente bacio dopo bacio.
Non distinguevo più i loro odori, le loro mani, i loro corpi.
Era eccitante perdersi in un bacio e sentire un'altra lingua dietro l'orecchio. Le loro mani scivolarmi sul corpo, accarezzarmi, stringermi, come un fiume caldo, senza prepotenza.
Li sentì bisbigliare qualcosa, forse una domanda..
non risposi...
Riuscì solo ad accennare un sì con la testa... la domanda non era più importante, perché la risposta non poteva che essere quella.
Antonio si alzò in piedi sul tappeto... Marco lo imitò....
Ero in ginocchio, tutti e due davanti a me … i jeans gonfi … la patta vicina ad esplodere! Ne sentivo l’odore! Sentivo l’odore del cazzo, dello sperma accumulato nei loro testicoli gonfi! duri, quasi doloranti...
Ricordai il patto di Fabio.
Marco era in piedi… gambe leggermente divaricate…
mi infilò una mano tra i capelli, potevo sentire la sua eccitazione. Mi premette il viso sulla patta, la cerniera in metallo era fredda…
Per un istante rimasi senza fiato. Fabio mi aveva detto di lui, del suo cazzo.
Sentivo la stoffa pulsarmi contro le labbra, mi tirò indietro la testa perché potessi guardarlo negli occhi, il viso rosso dall'eccitazione
“allora… ti piace ?”
... sapevo che mi sarei dovuta offendere… ma non riuscivo a trovare nulla di sbagliato in quelle parole.. nulla che in quel momento non fosse assolutamente vero ed esattamente come avrebbe dovuto essere……
Feci un cenno con la testa
Sentì Antonio prendermi la mano. Non potevo vederlo, il viso premuto contro i jeans di Marco… sentì le sue dita intrecciare le mie, poi una stoffa sottile, morbida, aveva slacciato i pantaloni. Afferrai il suo cazzo attraverso il tessuto arrendevole dei boxer…
Antonio aveva un bel cazzo, non grosso come quello di Marco, ma bello.
Comincia a masturbarlo lentamente, la sua mano intorno alla mia a dettarmi il ritmo…
Ero confusa, sopraffatta da me stessa.
In ginocchio…li fissai… li implorai in silenzio… non per fermarli.
Marco ebbe pietà di me e lentamente si sbottonò i pantaloni …
i boxer neri non lo contenevano, le mie dita febbrili lo liberarono... Non ne avevo mai visto uno così scuro…completamente depilato…
….lo sentivo muoversi sul mio viso, usarlo per masturbarsi, il viso impiastricciato, l'odore acre... intenso....
Io spalancai la bocca implorandolo di violarla. Mi premette la cappella sulle labbra senza permettermi di ingoiarla... poi mi affondò il viso nei suo testicoli enormi.
Questa tortura durò a lungo Io schiudevo le labbra per accoglierlo e lui mi allontanava per prolungare dolore e piacere…
in fine... sentì la sua cappella fradicia di umori … prima sule labbra e poi scivolarmi sulla lingua, mi riempiva completamente premendomi contro le guance...la bocca mi si allago di saliva…per quanto mi sforzassi arrivavo appena a metà dell’asta
“...da brava... fammi sentire la tua bocca... ”
"per favore"… implorai… mi tremavano le mani...
Marco ebbe pietà di me e lentamente si sbottonò i pantaloni …
i boxer neri non lo contenevano...
le mie dita febbrili lo liberarono...
Non ne avevo mai visto uno così…
Era scuro…completamente depilato…
…. sentivo quel cazzo enorme muoversi sul mio viso…mi usava per masturbarsi … tenendomi stretta per i capelli…
Era umido e mi impiastricciava il viso …l'odore acre... intenso....
io spalancai la bocca implorandolo di violarla
Mi premette la cappella sulle labbra senza permettermi di ingoiarla...
poi mi affondò il viso nei suo testicoli enormi...duri...
questa tortura durò a lungo...
io schiudevo le labbra per accoglierlo e lui si allontanava strusciandolo sul viso
in fine, con gli occhi chiusi, sentì la sua cappella bagnata prima sule labbra e poi sulla lingua.
La accolsi lentamente, era enorme, mi riempiva, premendomi contro le guance...
la bocca piena di saliva…
“...da brava...così ...”
provai ad ingoiarlo tutto combattendo i conati che mi provocava la cappella in gola
un mix schiumoso di saliva e liquido prespermatico mi grondava sul seno.
La sua mano mi imponeva un ritmo lentissimo come per godersi la mia bocca che ormai straripava di saliva e di cazzo.
In fine si fermò….e lo sfilò con dolcezza dalle mie labbra
provai ad oppormi... fu inutile…
lo fissai imbronciata, mi sorrise, i suoi occhi nei miei..
Antonio fu meno cerimonioso, mi riempì subito la bocca, le dimensioni ragguardevoli, ma umane del suo membro, mi permisero di muovermi come avrei voluto. Aveva un sapore diverso da quello di Marco, ma non meno intenso.
Mi perdevo a passare la lingua subito sotto il glande nello spazio alla base del prepuzio.
La mano di Marco ancora tra i miei capelli mi impresse un ritmo lento sul cazzo dell’amico.
La lentezza, finalmente, mi diede la possibilità di esprimere il mio talento.
Marco, si spostò alle mie spalle, mi accarezzò la schiena, poi sentì i pantacollant scivolare in basso e il sedere scoperto.
Mi spinse leggermente in avanti, poggiai le mani sul tappeto per non strozzarmi con il cazzo di Antonio.
Vederla così mi faceva impazzire.
Marco dopo un attimo di esitazione poggiò la cappella sulla figa rosso fuoco di Viola che, bagnatissima, lo divorò, sentivo il rumore umido della sua lenta penetrazione, il mugolio soffocato di lei, in fine fu dentro, completamente.
Le mise entrambe le mani sui fianchi, rimase dentro immobile, limitandosi a muovere lentamente i suoi fianchi, Viola lo accoglieva fino in fondo, poi lentamente prese ritmo e cominciò a cavalcarla.
Io mi godevo lo spettacolo seduto in poltrona, incredulo, eccitato, più di quanto avrei mai immaginato.
"Voglio venirti dentro!"
“Sì.. .”
“ Non così…”
Scivolò fuori di lei e si distese sul pavimento, l’erezione fiera, lucida dei suoi umori.
Viola in piedi a gambe larghe esattamente all’altezza del suo cazzo mi dava le spalle. Si voltò verso di me, mi dedico un sorriso birichino, uno di quello fatto anche con gli occhi e lentamente si sedette su di lui.
Le sue mani mi avevano sempre fatto impazzire, sembravano così piccole e chiare intorno al cazzo scuro di Marco. Lo strinse e con pazienza lo guidò dentro di lei.
Antonio le si avvicinò alle spalle. La baciò sul collo. Lei si voltò e ricambio il bacio
“… Vuoi?" disse, senza aggiungere altro
Lei non rispose, ma inarcò la schiena, si piegò leggermente in avanti e con una mano si allargò le natiche
Alla doppia penetrazione ci avevo pensato lo confesso, immaginavo soprattutto la sensazione che avrebbe prodotto la mia immagine.
Mi eccitava non tanto la sensazione che avrei provato, quanto quelle che avrei provocato.
L’idea di essere osservata mi esaltava!
Il cazzo di Marco lo sentivo fino in fondo.
Continuava a baciarmi.
Sentì dietro la cappella di Antonio premere contro lo sfintere strettissimo per la compressione.
Mi colpirono le sensazioni di pienezza e il cazzo di Antonio che scorreva su quello di Marco centimetro dopo centimetro.
In fine fu dentro.
Mi sentivo schiacciata tra i loro corpi. Marco mi torturava le labbra con la sua lingua, Antonio si muoveva lentamente dentro di me e mi leccava e mordeva il collo. I nostri visi erano vicinissimi.
Sulla poltrona Fabio ci fissava, masturbandosi.
Era questo che voleva vedere. Eccomi!
Fu Antonio il primo a cedere. Forse fu la situazione al di fuori della sua portata. Pochi colpi, poi si contrasse, liberò dentro di lei l’orgasmo di una settimana.
Sentì venire entrambi dentro di me. Lo sperma mi riempiva bollente, lo sentivo grondare lungo le cosce.
Marco con un ultimo affondo arrivò con i testicoli contro la vagina. Credo di aver sentito la violenza del getto di sperma dentro di me. Un flusso bollente, che mi riempiva e straripava. Sentivo le cosce zuppe, imbrattate dallo sperma di due uomini!
Tremavo come una foglia…
In fine senti anche il suo cazzo contrarsi..I suoi testicoli…
Mi riempì la bocca..
Finalmente potevo abbandonarmi all’orgasmo…che mi travolse come mai… insieme a Lui…Stava godendo..
Lui stava godendo…
Sentì il sapore del suo sperma inondarmi la bocca..
Fu bello riconoscerlo…
… lo lasciai qualche secondo riempirmi ogni angolo… provai ad ingoiarlo…era troppo…lo feci fuoriuscire dalla labbra…lasciandolo cadere… lentamente…abbondante… sul tappeto…
Sentì Antonio e Marco uscire da me esausti…
Si avvicinarono entrambi al mio viso. Li ripulì con pazienza..
Il loro sperma si mescolava nella mia bocca. Il tappeto sotto di noi era bagnato.
Sentivo il calore della loro pelle su di me, i nostri corpi privi di energia abbandonati uno vicino all’altro, sudati, bollenti…
Guardai Fabio, lui mi sorrise.
Un bel fuori programma!
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
CarSexracconto sucessivo
Viola - Ovvero come farsi cornificare dall'amante - Esempio 2: Ascoltando
Commenti dei lettori al racconto erotico