Tre donne ed un uomo - Parte 2^

di
genere
saffico

Mi chiamo Alicia. Ho diciannove anni e sono sposata da sei mesi e sono incinta già da cinque mesi. Nonostante la gravidanza il mio sexy appeal è rimasto immutato. Anzi a sentire mio marito sono più eccitante. Il pancione ed i seni gonfi non impediscono agli uomini ed alle donne di lanciarmi significativi sguardi di compiacimento. Ho detto che anche le donne mi guardano. Forse inconsciamente sanno che anch’io desidero entrare nel loro letto. Sì sono una bisessuale. Ho avuto, durante i miei anni di scuola liceale, rapporti con molte mie compagne. Con gli uomini, invece, ho avuto rapporti molto superficiali che si limitavano in qualche leccatina alla mia sempre infuocata passera ed a qualche sega. Con le mie mani ho fatto abbassare la cresta a diversi cazzi. Non ho mai usato la bocca. Il mio primo rapporto orale l’ho consumato con il ragazzo che poi è diventato mio marito. Strano. Gli uomini perdono la loro baldanza non appena i loro cazzi eiaculano. Al contrario di noi donne che non ci stanchiamo mai di provare piacere in continuazione. Un giorno, un anno prima che completassi gli studi liceali e due anni prima di sposarmi, mi accorsi che in casa c’era una ragazzina carina ed attraente. Si trattava di mia sorella Brigitte. Aveva sedici anni ed un fisico da sballo. Molto corteggiata. La nostra casa era frequentata da schiere di ragazzini che le sbavavano dietro. In verità non fui io ad accorgermi di lei ma fu mia sorella a circuirmi. Notai che da un pò di tempo, si infilava sotto la doccia lasciando la porta del bagno aperta in modo che io potessi guardarla. Si lavava strofinando con una lentezza esasperante la spugna sul suo splendido corpo. Portava le mani a coppa sotto le floride mammelle, le sollevava e me le offriva in visione. Indossava abiti che mettevano in risalto le sue meravigliose forme. Non perdeva occasione di lanciarmi languidi sguardi. Brigitte mi stava corteggiando. Lei sapeva delle mie tendenze omosessuali. Glielo avevo confidato. Quello che non sapevo è che sarei diventata anche una pervertita incestuosa. Andiamo con ordine. Una sera di un gelido inverno andai a letto presto. Intorno a mezzanotte sento aprirsi la porta della mia camera. Accendo la luce e la vedo. È Brigitte. Indossa una vestaglia di velo nero (è di nostra madre) trasparentissima. Sotto la vestaglia non ha nient’altro. È completamente nuda. Si avvicina al letto.
“Alicia, fa freddo, posso dormire insieme a te?”
È da quando eravamo bambine che non dormivamo più insieme. Mamma ci ha abituate a dormire da sole ed in camere separate. Quella richiesta mi sorprende non poco. Acconsento. Mia sorella si libera della vestaglia. Tutta la bellezza del suo nudo corpo è sotto i miei occhi. Lo stomaco gorgoglia. Sollevo la coperta e lei viene a stendersi al mio fianco.
“Non lo senti il freddo. Dai sorellona, togliti questa specie di corazza. Mettiti come me. Nuda. Facciamo come i popoli nordici. Il calore dei nostri corpi ci riscalderà.”
Tutto questo freddo non lo avverto. L’intero appartamento è attraversato da un impianto di riscaldamento che emana un calore da far invidia alle temperature del deserto del Sahara. L’accontento. Mi metto seduta e mi sfilo la camicia da notte.
“Woah! Sorellina. Hai delle tette che sono una meraviglia. Mamma ti ha impastata proprio con amore. Un bambino si divertirebbe a succhiare latte dalle tue mammelle.”
“Non dire stupidaggini. Dormiamo che è tardi.”
“Alicia, parlo sul serio. Le tue tette sono fantastiche. Tu somigli molto ad una modella inglese. Ne porti anche il nome. Domani mattina te la faccio vedere su internet.”
Intanto un suo braccio mi ha circondato la vita e la mano mi accarezza delicatamente il fianco. Un formicolio percorre il mio corpo. Ha la testa nell’incavo della mia spalla. Sento l’alito che esce dalla sua bocca investire una mia mammella. No; non è alito, è vento. Sta soffiando. Lo capisco dal fatto che i miei capezzoli si stanno inturgidendo, il formicolio aumenta e la micina incomincia a lamentarsi.
“Smettila di soffiare. Mi da fastidio.”
“Alicia, sono innamorata di te. Ti amo. Ardo dal desiderio di baciarti. Vorrei esplorare ogni cm del tuo corpo con la mia bocca.”
Ci siamo. Quello che inconsciamente percepivo si sta materializzando. Mia sorella vuole scoparmi. Il mio cuore sembra impazzito. Ne sento i battiti. La mia componente lesbica sta prendendo il sopravvento. Cerco di resistere.
“Ti rendi conto di quello che stai dicendo. Vuoi fare sesso con me. Sono tua sorella e sono una donna.”
“Alicia, anch’io sono una donna e sono meglio di tutte quelle che ti sei scopato. Ti prego lascia che ti ami. Non respingermi.”
È pura verità. Brigitte tra tutte le donne che sono entrate nel mio letto è la più bella. Ma non posso concedermi. Cazzo. Il mio corpo sta lottando contro la ragione.
“Brigitte quello che vuoi che noi facciamo si chiama incesto. Sei conscia di volerlo.”
La sento stringersi ancora di più a me; la sua stretta diventa più forte. La sua bocca e sulla mia mammella. Fremo. Lei lo avverte.
“Non mi importa un cazzo se siamo sorelle. Io ti voglio e credo che anche tu mi vuoi. Il tuo corpo sta fremendo.”
Ha ragione, desidero possederla. L’istinto dell’animale in calore si è impossessato della mente. Mi stringo a lei.
“E così sia. Vieni. Baciami.”
Brigitte alza il viso e mi offre la sua bocca. La mia lingua penetra nella sua bocca dove incontra la sua lingua ed insieme danno vita ad una danza. Si avviluppano tra loro. Mia sorella stringe la mia lingua con le sue labbra e la succhia. Le sue mani scorrono veloci sul mio corpo. Le sue dita giocano con i miei capezzoli. Li strizza, li tira come volesse allungarli, li torce. Smetto di baciarla.
“Dai. Le mie mammelle sono a tua completa disposizione. So che vuoi succhiarle. Cosa aspetti a farlo?”
Brigitte non aspetta. Afferra le mie mammelle con le mani e la comprime con una forza tale da strapparmi un grido di dolore.
“Fai piano; così mi fai male. Sono tette e sono fatte di carne.”
“Scusami. È stato più forte di me; è da tempo che ardo dal desiderio di strizzare le tue poppe.”
Flette la testa su una di esse e comincia a baciarla. Mi da dei bacetti piccoli e veloci. Poi passa a leccarla. La sua lingua sembra il pennello di un pittore. La fa vorticare sull’intera superficie della tetta. Le sue labbra si avventano sul capezzolo oramai completamente indurito e lo titilla con la lingua strappandomi piccole grida di piacere. Infine lo imprigiona fra le sue labbra, lo blocca e da inizio alla suzione. Sembra una bambina affamata. Succhia il mio capezzolo con voracità.
“Ehi, calmati. Guarda che non scappa. Se vuoi latte mi dispiace. Non ne ho.”
Brigitte per un attimo smette di succhiare; mi guarda con quei suoi grandi occhioni neri.
“Se potresti, voglio dire se le tue mammelle producessero latte mi allatteresti?”
“Per produrre latte dovrei aver partorito un bambino che al momento non è nei miei progetti. Ti prometto che quando avrò un figlio da allattare tu contribuirai insieme a lui a svuotarmi le zizze.”
Soddisfatta della risposta riprende a succhiarmi le mammelle. La mia micina sembra un vulcano in ebollizione. Le mie mani si poggiano sulle sue spalle e la spingo. Brigitte lascia le mammelle e scende lungo il mio corpo facendo vibrare la lingua sulla mia pelle. Arriva all’incrocio delle cosce. Tiro su le gambe ed allargo le cosce. Brigitte fionda la testa sulla massa di peli che nascondono l’entrata della mia caverna. Si apre la strada con la lingua e raggiunge la fenditura che divide in due la pagnottella. La lingua di mia sorella incomincia a guizzare nel mio caldo antro. Ne esplora le pareti; lappa gli umori che, copiosi, trasudano da esse; fa vibrare il mio clitoride, lo stringe fra le labbra e lo succhia. Mi fa un pompino. È un uragano. Il mio corpo risponde alle sue sollecitazioni tremando e vibrando di piacere. I miei nitriti rompono il silenzio della stanza. Gli orgasmi si susseguono uno dietro l’altro. Brigitte si sta dimostrando un’amante esperta. Mi sta facendo impazzire. Un ultimo devastante orgasmo investe il mio corpo. Grido e svengo. Quando riprendo conoscenza lei è lì, nuda, seduta sulle proprie gambe e mi sta guardando.
“Sei stata magnifica. Io non avrei saputo fare meglio. Mi hai fatto raggiungere le vette del piacere. Chi è la tua maestra? Non dirmi che è la prima volta che stai con una donna che non ti crederò.”
Brigitte si china e mi da un delicato bacio sulla bocca. Poi con un sorriso di compiacimento mi dice.
“Sono contenta che ti sia piaciuto. No, non è la prima volta. Come te anch’io ho avuto i miei rapporti saffici. La donna che mi ha iniziato all’amore lesbico è stata la mia insegnante di matematica.”
Chissà perché le insegnanti di matematica sono quelle che più tendono ad essere lesbiche. Anche la mia ha questa tendenza. Non ci sono andata a letto perché non mi piace. Quella di cui sono fortemente innamorata è l’insegnante di chimica. Ma con lei non c’è stato niente da fare. Un giorno rompendo tutti gli indugi le confessai che volevo fare sesso con lei. Mi rispose che lo aveva sempre saputo ma che non poteva farmi entrare nel suo letto perché lei non è lesbica. Restai con l’amaro in bocca.
“Brigitte sai che quello che abbiamo fatto cambierà i nostri rapporti. Io e te non saremo più due sorelle che si vogliono bene. Saremo due donne che si amano.”
“Vuoi dire che saremo amanti? Oh dio, Alicia, speravo di sentirtelo dire. Che bello, sarò la tua amante.”
“Sì, saremo amanti. Niente ci separerà. Adesso tocca a me. Vieni fra le mie braccia, fammi sentire quanto il tuo caldo corpo desidera i miei baci.”
Mia sorella stende il suo corpo sul mio e mi offre le sue splendide mammelle da succhiare.
È l’inizio di un storia d’amore che dura ancora oggi nonostante sia sposata e incinta.

P.S. Ogni riferimento a persone viventi o decedute è puramente casuale.
scritto il
2011-09-20
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