Le Avventure di Alice e Roberto narrate da essi stessi. 1. Sala Apposita

di
genere
orge

Suoniamo alla porta del privè. Noi non andiamo nei privè italiani, non ci fidiamo. Ma qui siamo in una grande città europea, dove tutto sembra rilassato e normale.
Suoniamo una seconda volta, con la curiosità di scoprire in che locale siamo capitati, e se la nostra ricerca su internet ci ha fatto scegliere bene.
Aprono.
Entriamo.
Prima impressione: ma quanti anni hanno? al bar signore decisamente mature, in negligeè d’ordinanza. In giro coppie certo non giovani. Arredi vecchiotti.
Ma nessun singolo, proprio come piace a noi, ed un’aria rilassata e divertita da parte di tutti, che ci distende subito: “Come deve andare andrà”, ci diciamo, “Almeno il posto è gradevole”.
La matrona ci guida fra i tavoli. Sceglie per noi e ci colloca vicino ad altre due coppie: quindi, con noi, due tavolini e tre coppie. Loro più giovani di noi.
A guardar bene ci sono altre coppie giovani; non le avevamo viste, si confondevano bene nell’atmosfera matura del locale.
Sembrano nè eccessivamente cordiali nè scostanti, ma ci presentiamo (piacere, Alice, piacere, Roberto) e le chiacchere cominciano senza disagio.
Banalità sui luoghi di provenienza (mmmmm....., sono spagnoli, bene!), “si noi Roma”, “Bellissima città”.
La più vispa è Maria, canottiera e slip rossi, gambe magre e muscolose. I maschi un po’ scialbi. L’altra dama (Teresa? si Teresa) bruna e silenziosa, sembra l’unica persona non cordiale, quasi scostante.
Con Alice ci guardiamo, cerchiamo di capire dove siamo capitati. I quattro sono accoppiati, ma come? Maria si appiccica a me, diventa man mano più esplicita. Sembra infischiarsene di tutti gli altri, compreso quello che sembra il suo compagno, e questo mi lascia un po’ perplesso.
Guardo Alice, che con gli occhi mi risponde divertita: noi non scopiamo separatamente, non ci interessa: ci piacciono i corpi tutti assieme, ci piace vedere l’eccitazione che cresce, ci piace goderci e scoparci, ci piace il gruppo che ci tocca e che tocchiamo assieme. Io adoro vedere Alice ed un’altra donna che si fanno senza pudore, toccarla mentre la leccano, baciarla mentre gode.
Maria invece mi punta e vuole farmi. Alice ride e dice “Vado a fumare”.
C’è una stanzetta apposita, dietro il bar.
Maria, secondo me equivoca, lo prende per un via libera: io scherzo, e resisto divertendomi; mi godo la spudoratezza di Maria, faccio lo spiritoso e le tocco le tette, ma so che senza Alice non farò niente.
Con sorpresa vedo che Teresa e uno dei due maschi stanno scopando; si sono spostati su un divano a fianco: non un sospiro, ma movimenti lunghi e concentrati; ma guarda Teresa, quella gatta morta.
L’altro maschio come se non ci fosse nessuno. Alice tarda. Maria è allegra ed insistente e ridendo ridendo mi apre la camicia: svicolo, non ho nessun piacere a banalizzare la serata con una scopata senza Alice: dò un bacio a Maria, le spremo un attimo il culo (uhhhh, mica male) mi divincolo e dico “vado a cercarla”.
Io non fumo, sopporto a mala pena chi lo fa; Alice fuma abbastanza, ma riesce a non farmelo pesare; entro nella saletta fumatori: l’odore mi dà un po’ fastidio: guardo. Una signora simpatica e grassa in baby doll, una sua amica chiaccherona e ... Alice! Un tuffo al cuore.
Fuma rilassata e beata: una testolina bruna, una ragazza molto giovane fra le sue gambe, la sua mano sulle mutande e sul pacco del ragazzo giovane al suo fianco.
Alice! La ragazza bruca assorta la figa della mia compagna, e lei che si gode il tutto con l’aria del fumatore esperto.
Uhhhh, ma dove erano questi due? Che ci fanno due ventenni in mezzo a questo vecchiume? Ed Alice.... mascalzona....
“Ti sei deciso ad arrivare, o eri troppo occupato con la carampana?” mi dice ironica.
“Io aspettavo te, lo sai benissimo. Sei tu quella occupata, vedo”
“E che ci potevo fare, dice, se la ragazza qui è si appassionata di quello che ha trovato..... Ma ti aspettavo, lo sai, ti aspettavo”
Mi siedo, spostando un po’ il culone della fumatrice accanto a me, e mi stringo ad Alice. Lei ha una mano libera e con la decisione che adoro fa sgusciare il mio uccello duro dalle mutande: mano destra il mio cazzo, mano sinistra ancora sopra le mutande del ragazzo, le gambe leggermente aperte a godersi la leccata appassionata e gentile della nostra nuova giovane amica.
Arriva con un piccolo e silenzioso singulto, gode come è capace di fare. Sembra un segnale: ci alziamo in quattro in piedi, ed ogni coppia si riforma, ognuno bacia a distesa la sua donna.
Poi usciamo in quattro dalla sala fumo, attraversiamo il bar, puntiamo ai lettoni sotto: i nostri tavolini sono deserti: gli amici spagnoli non ci sono più. Scendiamo le scale; già negli ultimi gradini sentiamo i gemiti ed i rumori della sala e dei separè.
Intravedo forse Maria, accoppiata con qualcuno, ma noi passiamo oltre, troviamo uno spazio fra le tende, e ci godiamo il resto del tempo, appiccicati io ed Alice, mischiati ai due giovani amici, appassionati e felici, scovati misteriosamente nella sala fumo dove io non entro mai.
© alicerobertohot, 2013

scritto il
2020-05-05
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