Stip Poker - Avventura di Bea donna bella, farfallosa e complicatissima

di
genere
orge

“Coppia di donne, togliti la camicetta”
“Tolgo quello che cazzo mi pare; ho una giarrettiera, stronzo!”
Si era portata la giarrettiera... Libera di farlo. La regola era dieci cose addosso, maschi e femmine, quello che decidevi tu.
Centomila euro all’ingresso, diecimila ogni capo di abbigliamento. Bea li aveva consegnati al cassiere. Poi era stata ispezionata dalla Madama, fredda come un’ infermiera, che aveva contato le sue dieci cose, ritirato tutto il resto (ogni oggettino, persino il fazzoletto di carta) e poi chiamato: “Simon!”
Simon era apparso, giacca da sera, nero come la notte, e l’aveva scortata in basso, dove giocavano.
Due soli tavoli; il suo per quattro giocatori, due maschi, una femmina e lei.
Cominciato a giocare.
Era partita male, ed adesso non aveva molto addosso. Diciamo che era a metà.
Si era spogliata da sotto, gli altri dovevano vederla intatta, giocatrice fredda al tavolo. Con lo scherzo della giarrettiera aveva salvato le mutandine.
Il Porco, alla sua destra, quello che voleva toglierle la camicetta incassò lo “stronzo” con tale freddezza che Bea si spaventò; quello era lì per spogliarli tutti, diecimila a pezzo, se ne infischiava degli insulti di una ragazzina; Bea mise la giarrettiera nel cesto.
La Sgrillettata, di fronte a lei, si era spogliata da sopra ma aveva ancora un reggiseno, troppo grande, troppo elaborato; fumava accanita, eccessiva in tutto, non si gioca a poker così.
Nuova mano.
Carte di merda. E nessun clima per bluffare, nessuna idea. Dare due pezzi al maschio sulla sinistra.
Bea lo guarda, lui la guarda: vuol capire quale indumento volerà. Bea lo fissa negli occhi e si toglie le mutande: un altro sporco trucco: ha il perizoma sotto! Ma anche la camicetta, ormai finisce nel cesto. Il maschio di sinistra sorride.
Le due donne, di fronte, misurano l’una il petto dell’altra; Bea oltraggiosamente sporge il suo. Il Porco non batte ciglio, il maschio guarda di nascosto.
Nuova mano. Lo scontro è fra i due uomini, le due donne passano, questa volta nessuna delle due perderà.
Tensione vera; il Porco cala tre uguali, l’altro torce l’ultima e la posa. Nel cesto del Porco finiscono mutandine, giarrettiera e camicetta di Bea, poi cravatta e due calzini.
Bea si trova a pensare che ancora non ha visto abbastanza; poi si dà dell’ imbecille. Non è qui né per sfidare le tette dell’altra né per spiare l’uomo alla sua sinistra. O esce da lì vincendo cinquanta sessanta mila oppure è fottuta; niente più casa, niente più macchina, niente di niente; e l’idea orribile di cosa le farà chi le ha prestato i centomila.
Alla prossima. Mano buona stavolta! I colori che le piacciono, lo scontro teso contro il Porco e la Sgrillettata, Bea che si rimette la camicetta con finta indifferenza, come se fosse normale che vince lei. Perché di solito alle carte vince!
Solo la disperazione e la sicurezza di vincere l’hanno convinta a questa follia. Perché se perde... Non vuole nemmeno pensarci.
Altra mano buona: Bea si riprende tutti i vestiti, si impossessa di una camicia da uomo e del perizoma della Sgrillettata: la stronza aveva altri vestiti ma ha ceduto il suo perizoma con le perline ed i fiocchetti rossi: “Troia” pensa Bea, ma la sensazione di nudità la colpisce, è come se la figa che striscia la seggiola sia sua, non di quella giocatrice nevrotica che ha davanti.
Banco al maschio di sinistra; è concitato, le carte non escono fluide, mentre smezza si agita sulla poltroncina. Bea è stupefatta, non si gioca così a poker: lui è eccitato, non bada al gioco, guarda il culo nudo della donna alla sua sinistra, il color perla della camicetta sulle natiche. Ed anche lei, la Sgrillettata, è ormai fuori di testa, se ha tolto le mutande è perché....
Fulminazione! Ecco dove sono capitata! il Porco è un giocatore vero, lei è una giocatrice per soldi, ma quei due no, quei due hanno in testa un gioco diverso, un’ eccitazione che con le carte c’entra poco o niente.
Bea alza gli occhi verso l’altro gruppo: Simon, il nero, sta infilando possente una giocatrice pancia sul tavolo, tenuta per i polsi dagli altri giocatori: stantuffa con forza ma senza fretta, non accelera né rallenta, mentre la donna sotto di lui geme e si muove poco, completamente soggiogata.
Concentrata sul gioco Bea non se ne era accorta; chissà da quando vanno avanti, ma è chiaro che la sgrillettata ed il maschio alla sua sinistra non si son persi nulla.
Un’ occhiata al Porco, un’intesa fulminea, uno sguardo di ritorno che vuol dire “Benvenuta fra noi...”.
Bea apre al buio, mette nel cesto tutto quello che ha, resta nuda come una valchiria a cavallo, lancia tutti i vestiti nel cesto, apre le cosce che vedano bene, fa entrare il pollo alla sua sinistra fino a quando resta nudo anche lui, cala tre carte di merda, ma sufficienti a portarsi via tutto.
Lei ed il Porco si guardano ancora, si alzano dal tavolo ciascuno con il proprio cesto; il Porco con calma sovrumana fa il giro del tavolo, Bea si allontana.
Mentre si avvia verso le scale, verso la cassa, verso i suoi 180.000, con la coda dell’occhio vede Madama e la Sgrillettata che afferrano i polsi dell’ uomo, lo schiacciano pancia in giù sul tavolo, lo prendono a schiaffi. Il Porco fa il giro del tavolo, alza gli occhi e fa un cenno a Simon che, all’altro tavolo, stantuffa con forza ma senza fretta, non accelera né rallenta, mentre l’uomo che aveva giocato alla sinistra di Bea geme e si muove piano.

This is a fictional story. It is based on historical places, people, and facts, but is written entirely from my imagination.
© alicerobertohot@gmail.com. Febbraio 2014

Traduzione di Roberto dall’inglese: “E’ tutto inventato - Se non ci credete chiedetelo a Simon”.
Risposta di Simon: “Scusate, adesso sono occupato”
© alicerobertohot@gmail.com. Febbraio 2014
scritto il
2020-04-24
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