Le Avventure di Alice e Roberto narrate da essi stessi. 11. Patente e Libretto
di
alicerobertohot
genere
orge
- Secondo me non telefona,
dice Roberto sdraiato a pancia in su, mani dietro la nuca, il kindle poggiato sulla pancia.
Stanno nella stanza d’albergo. Da dove è lui il mare si vede di sguincio, ma è troppo pigro per spostare la testa e guardare meglio.
Gli basta l’idea di vacanza che gli dà essere lì, il caldo fuori dalla stanza, i rumori attutiti della piscina che non disturbano.
-Telefona, telefona, risponde Alice.
-Tu sei matta. Dare un biglietto così, ad una poliziotta che ti aveva appena cazziato…
-Perché, non ti piaceva?
-Non è questo il punto, lo sai bene.
-Allora ti è piaciuta, brutto maiale.
-Mi pare che sia piaciuta più a te, cara la mia guidatrice senza collaudo…
Alice non risponde e continua a spalmarsi di crema. Sorride senza farlo vedere. Ha appena fatto la doccia, ha man mano raffreddato il getto d’acqua fin quasi a gelido; ora vive in una sensazione deliziosa di recupero del calore, e guarda il marito sdraiato.
-Mi spalmi la schiena?
Non si siede sul bordo del letto, come sarebbe logico, ma si sdraia a pancia in giù. Roberto comincia con la crema e mentre spalma parla:
-Ma cosa ti è preso, tu non hai mai fatto un’ avance simile. Tu non te ne occupi mai, sono io quello che smanetta su internet, fa le telefonate, si occupa delle cose. Ed oggi, in maniera plateale dai un biglietto con un numero, il nostro numero…
-Ma no, scusa, prima di incontrare una coppia parlo sempre io al telefono…
-Si, vabbè, ma a cose fatte, a contatti presi da me. Roba da matti.
-Ed invece questa volta ho voluto fare la sfacciata. Non ti piace che io mi comporti da sfacciata?
-Non è questo il punto.
-Quindi ti piace, brutto maiale, ti piace la poliziotta , ti sei arrapato a vederla tutta tirata in divisa, e hai trattenuto la pancia per tutto il tempo che ci ha fermato. E ti piace anche che mi abbia guardato in quel modo, che io sia sfacciata e che te ne parli in questa maniera.
-Che c’entra io le guardo tutte; e questa, effettivamente… Ma purtroppo non telefona.
-Telefona, telefona risponde Alice girandosi a pancia in su.
Roberto continua a spalmare, ma non c’è più crema, e passa la mano sulla pancia della moglie poi, nel solito gesto, le porta la mano aperta sulle gambe e insieme la bacia. Alice risponde al bacio e spinge leggermente il bacino, per aiutare la mano, per dire che le piace il contatto. La sua, di mano, è vicina al cazzo di Roberto e con un piccolo movimento lo raggiunge, da sotto, dai coglioni.
-Vedo che la tua poliziotta comincia a farti effetto, dice Alice.
-E’ la tua di poliziotta. Però se penso a quella divisa, alla camicia tirata sul seno, e quel sudorino delle ascelle ….
-Quelli son particolari che eccitano voi maschi, dettagli. Non capite niente. Ma io l’ho vista e sentita vicinissima quando ha aperto il finestrino. Non ci siamo toccate, ma è come se ci fossimo violentate rapidamente davanti a voi due coglioni, tu ed il brigadiere, uomini che che non capirete mai niente.
Ci siamo annusate, siamo rimaste per un secondo io e lei dentro una bolla di tensione; per me poteva essere nuda, so esattamente come è fatto il suo corpo, so benissimo cosa fa quando si tocca, perché è una che si tocca, e cosa voleva.
Lei ha capito tutto di me; ti dirò, è come se l’avessi sbattuto la figa sulla faccia e lei mi avesse leccato per un ora. Tutto in quel secondo di controllo stradale. Ci telefonerà, eccome.
-Minchia, dice Roberto, sbalordito.
Aveva intuito qualcosa, ma non immaginava tanto.
Il cazzo ormai è duro, la presa di Alice non è più solo una carezza da sotto, le gambe di sua moglie si sono allargate e tese e man mano la frenesia di entrambi aumenta.
Alice è molto concentrata, si siede sul petto di Roberto a gambe aperte, lo schiaccia, si muove, continua così, badando solo a se stessa, gli resta sopra. Roberto sente quell’unico contatto, non la tocca nemmeno con le mani, la lascia fare.
Alice si masturba con il petto di Roberto, anche lei tiene le mani lontane, è una cosa tutta sua, testa e figa, da donna che vuol godere così.
Uno splash, dalla piscina, un ronzare di insetti. Il tempo è immobile. Una vibrazione, il cellulare di Alice.
-Pronto? Si sono io. Ah sei tu, la poliziotta ….. Ti chiami Bianca? Ero sicura che non mi avresti chiamato. Ma mi piace ora che lo hai fatto.
©alicerobertohot maggio 2019
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This is a fictional story. It is not endorsed or affiliated in any way with any institution, facility, or family. The story is based on historical places, people, and facts, but is written entirely from my imagination.
alicerobertohot@gmail.com
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E' una storia di pura immaginazione: vi assicuriamo che nessuna appartenente alle forze dell'ordine è stata maltrattata durante la scrittura di questo racconto.
alicerobertohot@gmail.com
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dice Roberto sdraiato a pancia in su, mani dietro la nuca, il kindle poggiato sulla pancia.
Stanno nella stanza d’albergo. Da dove è lui il mare si vede di sguincio, ma è troppo pigro per spostare la testa e guardare meglio.
Gli basta l’idea di vacanza che gli dà essere lì, il caldo fuori dalla stanza, i rumori attutiti della piscina che non disturbano.
-Telefona, telefona, risponde Alice.
-Tu sei matta. Dare un biglietto così, ad una poliziotta che ti aveva appena cazziato…
-Perché, non ti piaceva?
-Non è questo il punto, lo sai bene.
-Allora ti è piaciuta, brutto maiale.
-Mi pare che sia piaciuta più a te, cara la mia guidatrice senza collaudo…
Alice non risponde e continua a spalmarsi di crema. Sorride senza farlo vedere. Ha appena fatto la doccia, ha man mano raffreddato il getto d’acqua fin quasi a gelido; ora vive in una sensazione deliziosa di recupero del calore, e guarda il marito sdraiato.
-Mi spalmi la schiena?
Non si siede sul bordo del letto, come sarebbe logico, ma si sdraia a pancia in giù. Roberto comincia con la crema e mentre spalma parla:
-Ma cosa ti è preso, tu non hai mai fatto un’ avance simile. Tu non te ne occupi mai, sono io quello che smanetta su internet, fa le telefonate, si occupa delle cose. Ed oggi, in maniera plateale dai un biglietto con un numero, il nostro numero…
-Ma no, scusa, prima di incontrare una coppia parlo sempre io al telefono…
-Si, vabbè, ma a cose fatte, a contatti presi da me. Roba da matti.
-Ed invece questa volta ho voluto fare la sfacciata. Non ti piace che io mi comporti da sfacciata?
-Non è questo il punto.
-Quindi ti piace, brutto maiale, ti piace la poliziotta , ti sei arrapato a vederla tutta tirata in divisa, e hai trattenuto la pancia per tutto il tempo che ci ha fermato. E ti piace anche che mi abbia guardato in quel modo, che io sia sfacciata e che te ne parli in questa maniera.
-Che c’entra io le guardo tutte; e questa, effettivamente… Ma purtroppo non telefona.
-Telefona, telefona risponde Alice girandosi a pancia in su.
Roberto continua a spalmare, ma non c’è più crema, e passa la mano sulla pancia della moglie poi, nel solito gesto, le porta la mano aperta sulle gambe e insieme la bacia. Alice risponde al bacio e spinge leggermente il bacino, per aiutare la mano, per dire che le piace il contatto. La sua, di mano, è vicina al cazzo di Roberto e con un piccolo movimento lo raggiunge, da sotto, dai coglioni.
-Vedo che la tua poliziotta comincia a farti effetto, dice Alice.
-E’ la tua di poliziotta. Però se penso a quella divisa, alla camicia tirata sul seno, e quel sudorino delle ascelle ….
-Quelli son particolari che eccitano voi maschi, dettagli. Non capite niente. Ma io l’ho vista e sentita vicinissima quando ha aperto il finestrino. Non ci siamo toccate, ma è come se ci fossimo violentate rapidamente davanti a voi due coglioni, tu ed il brigadiere, uomini che che non capirete mai niente.
Ci siamo annusate, siamo rimaste per un secondo io e lei dentro una bolla di tensione; per me poteva essere nuda, so esattamente come è fatto il suo corpo, so benissimo cosa fa quando si tocca, perché è una che si tocca, e cosa voleva.
Lei ha capito tutto di me; ti dirò, è come se l’avessi sbattuto la figa sulla faccia e lei mi avesse leccato per un ora. Tutto in quel secondo di controllo stradale. Ci telefonerà, eccome.
-Minchia, dice Roberto, sbalordito.
Aveva intuito qualcosa, ma non immaginava tanto.
Il cazzo ormai è duro, la presa di Alice non è più solo una carezza da sotto, le gambe di sua moglie si sono allargate e tese e man mano la frenesia di entrambi aumenta.
Alice è molto concentrata, si siede sul petto di Roberto a gambe aperte, lo schiaccia, si muove, continua così, badando solo a se stessa, gli resta sopra. Roberto sente quell’unico contatto, non la tocca nemmeno con le mani, la lascia fare.
Alice si masturba con il petto di Roberto, anche lei tiene le mani lontane, è una cosa tutta sua, testa e figa, da donna che vuol godere così.
Uno splash, dalla piscina, un ronzare di insetti. Il tempo è immobile. Una vibrazione, il cellulare di Alice.
-Pronto? Si sono io. Ah sei tu, la poliziotta ….. Ti chiami Bianca? Ero sicura che non mi avresti chiamato. Ma mi piace ora che lo hai fatto.
©alicerobertohot maggio 2019
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This is a fictional story. It is not endorsed or affiliated in any way with any institution, facility, or family. The story is based on historical places, people, and facts, but is written entirely from my imagination.
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