La mamma e il commercialista
di
Antonio G
genere
tradimenti
Amedeo aveva 22 anni. I suoi genitori avevano una casa al mare che distava una trentina di km dalla loro residenza, ed ogni tanto, nei noiosi pomeriggi invernali, Amedeo si faceva una passeggiata sul lungomare. Gli piaceva la solitudine e gli piaceva riflettere mentre passeggiava tranquillo. Uno di quei pomeriggi scoprì qualcosa che non avrebbe mai creduto possibile. Entrò nella loro casa al mare, dopo una bella passeggiata, con l'intento di sedersi un po' sul divano e bersi una birra (ne lasciava sempre qualcuna in frigo). Entrando in casa, sentì degli inequivocabili gemiti di piacere...e si insospettì terribilmente. Si avvicinò alla camera da letto e spiò dalla serratura. Non riuscì a credere ai suoi occhi: sua mamma stava facendo sesso con il commercialista di suo padre! Sua madre Livia aveva 47 anni, molto ben portati. Era mora, 1,65 di altezza, con un seno molto prosperoso che però, con grande pudore, non valorizzava praticamente mai. Mai una scollatura, mai nemmeno una camicetta un po' trasparente o un maglione attillato. La sobrietà fatta persona. Vederla in un simile contesto, in profonda intimità con un uomo che non fosse suo marito, fu sconvolgente per Amedeo. Era dispiaciuto per suo padre ed al tempo stesso perchè sua madre lo aveva deluso. Eppure...eppure...sentì un'eccitazione fortissima salire su di lui, in maniera potente e inarrestabile. Il pacco gli si rigonfiò con vigore e lui se ne vergognò, ma al tempo stesso ne prese atto: si stava eccitando nel vedere la mamma che metteva le corna a suo marito. "Povero papà" pensava Amedeo, però intanto il pacco diventava sempre più duro. I seni abbondanti della mamma erano quasi ipnotici, tanto erano prorompenti. Lui, dalla serratura, li guardava con innegabile compiacimento, unitamente a un imbarazzo fortissimo. Quei seni sempre ben nascosti da una madre attenta a non essere appariscente, sobria e impeccabile in ogni uscita, mai sopra le righe, apparentemente fin troppo rinunciataria in tema di valorizzazione della propria femminilità, lei che in fondo era sempre stata una donna piacente. In quel momento, quei seni emergevano in tutta la loro vitalità, e le mani del commercialista li tastavano con la tipica voracità del maschio eccitato. Già, il commercialista...che era anche amico di suo padre. Bell'amico!!! Il bastardo si era messo sotto, comodo, e si godeva la procacità della mamma senza lesinare battute e commenti. Si capiva che avevano un intesa intima piuttosto collaudata...la loro tresca probabilmente andava avanti già da un po'. Ad Amedeo, mentre li spiava, non sembrava una potente storia d'amore clandestina, ma piuttosto uno svago reciproco pieno di divertita fisicità. Insomma, del sesso fine a sè stesso, seppur molto appagante. Quando i due amanti cambiarono posizione, Amedeo riuscì a notare la abbondante virilità del commercialista. Stava messo davvero bene, ed evidentemente la sua dotazione era stata un valido argomento per indurre la mamma ad essere meno irreprensibile. Lui si mise sopra di lei, ed iniziò a stantuffare con vigore. Livia iniziò a dire "ah, sì...ah...sì..." ritmando con i suoi apprezzamenti l'azione efficace del commercialista che, preso dall'eccitazione, le disse "e come ti piace il cazzo..." e si fece una risatina. Amedeo sentì una sensazione di fastidio nell'udire quel commento, ma al tempo stesso il cazzo gli diventò di marmo. Sua madre godeva, mentre Pasquale (così si chiamava il commercialista) incalzava con le sue battute irriverenti. "Fossero tutte così disponibili le mogli dei miei clienti...eheheheh" e la fotteva, con Livia che godeva sempre di più. "Questi meloni sono sprecati per quel cornuto di Ettore" e la palpeggiava con avidità mentre la scopava. Amedeo pensò "la fotte e la sfotte" e mentre lo pensava sborrò. Si allontanò dalla serratura e uscì di casa, senza far rumore, frastornato da quel vortice di contrastanti emozioni. Andò via con sua madre che stava ancora sotto quella ruspa assatanata di Pasquale, e il cigolio del letto si sentiva fino all'ingresso. A distanza di anni, quel cigolio ancora rimbomba nelle orecchie di Amedeo...
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