Accadde in Sicilia (la mutanda del dovere)
di
giammilluccu
genere
etero
ACCADDE IN SICILIA XIII (La mutanda del dovere)
Rusina, sempre curiosa prima volle provare a farsi fare una peretta,quindi si dedicò ad esplorare tutto il corpo di Santuzza, la quale a poco a poco si adeguava e gradiva sempre di più il tocco delle dita e la lingua di Rusina.- Rusina nel mentre esplorava, lodava sinceramente Santuzza per la solidità delle sue tette, che seppure abbondanti erano sode e si mantenevano alte da sole, nonchè per il suo gran culo e per quella fica così bella e gustosa.- Dopo che, anche Santuzza ormai travolta da una libidine sempre più crescente, a sua volta volle conoscere il corpo di Rusina, fu conseguenziale che si trovarono a disporsi una sull'altra in senso inverso.- Godettero una nella bocca dell'altra ingoiando tutti gli umori emessi gustandoli con voracità e beandosi della visione di quelle fiche rosee e irrorate.- Rusina, come al solito, diede l'esempio, baciando il buchetto di Santuzza che con quelle piegoline e palpitazioni la attirava e titillarlo con la lingua.- Santuzza, inizialmente un po' infastidita e schifata, cominciò a gradire quelle attenzioni che sommate a quelle che riceveva dalla fica nonché al piacere che provava nella leccare la fica di Rusina, volle provare anche lei a baciare e ticchettare quel buchetto un po' scuro e grinzoso che aveva davanti traendone piacere.- Fu stratosferico il godimento che raggiunsero insieme e suggellò il loro rapporto.- Da quel giorno trascorsero quasi tutti i pomeriggi nel letto di Santuzza, staccandosi solo per la cena e riprendendo anche dopo, finchè Rusina, che ormai aveva accettato i piccoli difetti e gradito anche i baffetti che gli stimolavano la fica, quasi distrutta, si recava nella sua stanzetta.- Migliorarono, sempre di più la conoscenza dei loro corpi, anche grazie a dei libri che Santuzza aveva preso dalla biblioteca del padre.- In un libro erano disegnati e spiegati tutti i disegni degli organi genitali maschili e femminili e delle loro caratteristiche, nell'altro vi erano stampe molto esplicite e particolareggiate dei rapporti sessuali fra uomo e donna e delle varie posizioni.- La visione di quei corpi che si davano piacere mettendo in mostra dei peni in piena erezione e dalle espressioni di godimento delle donne, fecero sì che anche loro, nella fantasia si sostituissero ad esse.- Anche l'introduzione di dita sia nelle fiche che nei culetti, dopo le perette, entrarono a far parte del loro repertorio.- Certe giorni, per non interrompere i loro amplessi, accusando Santuzza qualche malessere, nude e palpandosi, mangiavano nella stanza.- Anche quando una o l'altra avevano le mestruazioni si davano piacere baciandosi e strofinandosi le tette e inserendosi dita nei culetti vogliosi.- Un giorno Santuzza e Rusina mentre erano in cucina e stavano preparando i “cannoli” (sono così chiamati quei dolci che prendono il nome da una cialda di pasta frolla di forma esagonale con due lati parallelli più lunghi che viene avvolta attorno ad un cannolo , cioè una sezione di canna lunga circa 20 cm e di diametro variabile da due cm o più, rastremata nelle punte, e che poi viene immessa in olio bollente e che quando si raffreddano, dopo aver tolto la canna vengono farciti con ricotta) a Rusina venne un'idea.- Quando finirono di friggere, togliere i cannoli dalle cialde e conservarle per il prossimo uso, Rusina ne prese due, quelli con sezione più piccola, e se li mise in tasca, rispondendo con un occhiolino allo sguardo interrogativo di Santuzza.- Nel pomeriggio, durante un focoso sessantanove con inserimento di dita sia nelle fiche che nei culetti, Rusina tolse le due dita dal buchetto di Santuzza e vi appoggiò il cannolo, ben lubrificato, che si era portato dietro e a poco a poco ne fece entrare una parte.- Santuzza rimase sorpresa dalla presenza di quel corpo estraneo ma stimolata dal movimento che Rusina gli imprimeva e, fantasticando che fosse un cazzo a penetrarla, nonché dalle continuo lavorio di Rusina sul suo clitoride, la portarono ad un orgasmo molto intenso.- Ovviamente Santuzza volle ricambiare regalando anche a Rusina un orgasmo fantastico.- Da quel giorno i cannoli entrarono a far parte dei loro amplessi.- Li vollero provare anche nelle loro fichette e ciò contribuire del tutto ad eliminare la loro verginità che era stata compromessa dalle dita che sempre più si spingevano più a fondo.- Una notte, dopo un pomeriggio e una serata di sesso sfrenato, Rusina decise di andare a dormire nella sua stanzetta e stanca, senza vestirsi, uscì , chiudendo la porta, e si diresse verso
la sua stanzetta, aprendo la porta e accendendo la luce.- Mentre stava per richiudere la porta si sentì afferrare da dietro ed avvertì una mano sulla bocca che gli impedì di gridare.- Subito dopo sentì la porta chiudersi e la voce di zio Simone che cercava di tranquillizzarla e di non gridare.- A Rusina, passato lo spavento, avendo capito che si trattava dello zio e avvertendo, anche attraverso le mutande dello zio, la presenza fra le natiche di un cazzo vero, dopo averne gustato per un po' il contatto, si divincolò ed intimò allo zio ad uscire altrimenti avrebbe gridato.- Lo zio Simone rispose che se avesse gridato ne sarebbe uscito fuori un gran casino e che le conseguenze peggiori sarebbero state per Rusina, perchè sarebbe stata buttata fuori da casa, invece le proponeva di farsi guardare e ammirare e che non avrebbe mai abusato di lei a meno non fosse stata lei a chiederlo e che sarebbe stata ricompensata.- Rusina valutando i pro e contro decise per i pro anche perchè la intrigava avere la possibilità avere a disposizione un uomo sul quale sperimentare eventualmente tutto ciò che aveva appreso dai libri.- Rusina, ormai padrona della situazione, con movimenti flessuosi si coricò, mettendosi ben in evidenza.- Lo zio Simone, estasiato da quel corpo giovane e dalle movenze di Rusina, le si avvicinò e cominciò ad osservarla con adorazione, facendola girare e rigirare più volte, quindi le prese in bocca le dita dei piedi, con grande sorpresa di Rusina che pensava che iniziasse direttamente dalla fica o dai seni.- Lentamente dai piedi risalì, sempre leccando, lungo le cosce, si fermò sul cuscino di peli, e con disappunto di Rusina, risalì verso l'ombelico e quindi sui seni.- Rusina sempre più eccitata, protese le mammelle verso quella bocca vorace e quella lingua che le stava dando quelle stupende sensazioni e che si spostò verso il collo e quindi sulla bocca, dove trovò la lingua di Rusina in fremente attesa.- Mentre si baciavano, le mani dello zio erano impegnate a palparle i seni e a tormentare i capezzoli, che erano diventati supersensibili.- Lo zio iniziò il percorso inverso, spostando la lingua sulle orecchie e sulle ascelle, incuriosendo Rusina nel sentire che anche da lì le pervenivano sensazioni che, dopo un solletico iniziale, aumentavano sempre di più la sua eccitazione, quindi senza mai staccare la lingua si spostò sul seno, sull'ombelico e quindi sulla fica impossessandosi del suo clitoride.- Bastarono pochi colpetti di lingua sul suo bottoncino e Rusina fu costretta a mettersi una mano in bocca per reprimere un urlo di godimento per lo squassante orgasmo raggiunto.- Lo zio continuò a baciarla e a leccarla facendola girare e affondando la sua bocca su quel forellino grinzoso e palpitante, finchè Rusina godette ancora e invitò lo zio a smettere.- Rusina si rese conto che lo zio pur anziano, forse aveva sessantanni, era un amatore eccezionale e gli chiese come mai non desse sfogo alle sue voglie con la moglie.- Lo zio Simone si mise a ridere, ma con una risata amara, e, sedendosi sul letto raccontò a Rusina che si era sposato in età avanzata, con un matrimonio combinato, con Benedetta, la quale aveva vissuto quasi tutta la sua vita in un convento.- La prima notte di nozze aveva trovato Benedetta già coricata, con una sottoveste abbottonata fino al collo, rialzata sulla pancia e con un paio di mutandoni che avevano sul davanti una toppa, che ribaltata, dopo aver sciolto due laccetti, lasciava intravedere una porzione di fica (le cosiddette mutande del dovere).- Le parole d'amore e di godimento che erano uscite dalla bocca di Benedetta erano state “non lo fò per piacere mio ma per fare un piacere a Dio”.- Nemmeno lo zio Simone si era reso conto come fosse riuscito a mettere incinta Benedetta, in tutti quegli anni mai l'aveva vista nuda e si potevano contare sulle dita le volte in cui avevano fatto l'amore.- Potere vedere, baciare, e toccare quel corpo voluttuoso che Rusina esponeva con voluttuosa abilità, gratificava lo Zio Simone ma non il suo cazzo, per cui chiese a Rusina se potesse masturbarsi mentre la osservava e toccava.- Rusina che non vedeva l'ora di vedere quel cazzo, rimase meravigliata dalle dimensioni del cazzo e specialmente dalla cappella che come una prugna matura, sembrava esplodere da un momento all'altra.- Ormai ogni notte lo zio Simone era in attesa nella stanzetta di Rusina, la quale iniziò a volergli toccare il cazzo, quindi a masturbarlo facendolo venire nella mano e a poco a poco, a prenderlo in bocca finchè non incominciò ad inghiottire lo sperma che trovò quasi più gustoso degli umori di Santuzza.- Zio Simone, da uomo vissuto non forzò mai Rusina, per mantenere i patti, ma faceva di tutto, sfruttando la sua sessualità iperattiva, per portarla ad avere un rapporto sessuale completo.- Una notte lo zio Simone portò più volte Rusina sull'orlo dell'orgasmo finchè mentre erano disposti a sessantanove, e le leccava il clitoride con due dita nel culetto estrasse le dita dal quel culo super lubrificato e si fermò.- Rusina che stava per godere, avvertì quella vuoto e invitò lo zio a continuare e a sostituire le dita con il cazzo.- Lo zio Simone che non aspettava altro, si posizionò dietro a Rusina che già si era messa carponi e poggiò il suo cazzo su quell'ambitissimo buchetto, e non ebbe il tempo di spingere il suo cazzo nel culo che il culo che gli venne contro.- Aggrappandosi a quelle meravigliose e opulenti natiche iniziò ad entrare ed uscire da quel buco di culo che lo avvolgeva e lo stringeva come se non volesse farlo scorrere.- Il godimento di entrambi fu inenarrabile e fu la prima di altre fantastiche inculate che riuscivano a fare tutte le notti che si incontravano, evitando di farlo entrare nella fica che pur reclamava a gran voce la sua disponibilità e desiderio.- Una notte, dopo che lo zio Simone aveva goduto nel culetto di Rusina ed era uscito dalla stanza, e Rusina stava ancora col culo in aria, con ancora due dita nella fica si materializzò Santuzza.- Santuzza, che si era svegliata per fare pipì, aveva sentito un porta che si chiudeva e senza accendere la luce, aveva socchiuso la porta e visto che il padre, furtivamente usciva dalla stanza di Rusina.- Spinta dalla curiosità, aspettò che il padre ritornasse nella sua stanza, e si recò nella stanza di Rusina trovandola con il culo in aria ed una mano sotto, mentre il buchetto era ancora aperto e da esso colava una sostanza appiccicosa.- Senza pensarci due volte si protese verso quel buchetto ancora semiaperto e arrossato e cominciò a baciare, leccare ed inghiottire ciò che fuoriusciva e sostituì le sua dita a quelle di Rusina.- Rusina, che a quella apparizione aveva temuto una reazione scomposta di Santuzza, si trovò proiettata verso un altro orgasmo ed invitò Santuzza a mettersi sotto e disporsi a sessantanove.- In quella posizione la forza di gravità aiutava lo sperma ad uscire ed entrare nella bocca insaziabile di Santuzza.- Quando ebbero raggiunto un orgasmo travolgente, e si furono rasserenate, Santuzza spiegò a Rusina che aveva visto il padre uscire da quella stanza e, da animo gentile ed altruista, aveva capito che finalmente il padre poteva godere del corpo di una donna, cosa che la moglie gli aveva sempre negato, e contemporaneamente loro potevano arricchire e verificare, attraverso Rusina le loro conoscenze teoriche sul rapporto tra uomo e donna.- Si misero d'accordo che sul fatto che Rusina, appena finito di fare all'amore con suo padre si sarebbe recata nella stanza di Santuzza per raccontare per filo e per segno ciò che avevano fatto.-
Rusina, sempre curiosa prima volle provare a farsi fare una peretta,quindi si dedicò ad esplorare tutto il corpo di Santuzza, la quale a poco a poco si adeguava e gradiva sempre di più il tocco delle dita e la lingua di Rusina.- Rusina nel mentre esplorava, lodava sinceramente Santuzza per la solidità delle sue tette, che seppure abbondanti erano sode e si mantenevano alte da sole, nonchè per il suo gran culo e per quella fica così bella e gustosa.- Dopo che, anche Santuzza ormai travolta da una libidine sempre più crescente, a sua volta volle conoscere il corpo di Rusina, fu conseguenziale che si trovarono a disporsi una sull'altra in senso inverso.- Godettero una nella bocca dell'altra ingoiando tutti gli umori emessi gustandoli con voracità e beandosi della visione di quelle fiche rosee e irrorate.- Rusina, come al solito, diede l'esempio, baciando il buchetto di Santuzza che con quelle piegoline e palpitazioni la attirava e titillarlo con la lingua.- Santuzza, inizialmente un po' infastidita e schifata, cominciò a gradire quelle attenzioni che sommate a quelle che riceveva dalla fica nonché al piacere che provava nella leccare la fica di Rusina, volle provare anche lei a baciare e ticchettare quel buchetto un po' scuro e grinzoso che aveva davanti traendone piacere.- Fu stratosferico il godimento che raggiunsero insieme e suggellò il loro rapporto.- Da quel giorno trascorsero quasi tutti i pomeriggi nel letto di Santuzza, staccandosi solo per la cena e riprendendo anche dopo, finchè Rusina, che ormai aveva accettato i piccoli difetti e gradito anche i baffetti che gli stimolavano la fica, quasi distrutta, si recava nella sua stanzetta.- Migliorarono, sempre di più la conoscenza dei loro corpi, anche grazie a dei libri che Santuzza aveva preso dalla biblioteca del padre.- In un libro erano disegnati e spiegati tutti i disegni degli organi genitali maschili e femminili e delle loro caratteristiche, nell'altro vi erano stampe molto esplicite e particolareggiate dei rapporti sessuali fra uomo e donna e delle varie posizioni.- La visione di quei corpi che si davano piacere mettendo in mostra dei peni in piena erezione e dalle espressioni di godimento delle donne, fecero sì che anche loro, nella fantasia si sostituissero ad esse.- Anche l'introduzione di dita sia nelle fiche che nei culetti, dopo le perette, entrarono a far parte del loro repertorio.- Certe giorni, per non interrompere i loro amplessi, accusando Santuzza qualche malessere, nude e palpandosi, mangiavano nella stanza.- Anche quando una o l'altra avevano le mestruazioni si davano piacere baciandosi e strofinandosi le tette e inserendosi dita nei culetti vogliosi.- Un giorno Santuzza e Rusina mentre erano in cucina e stavano preparando i “cannoli” (sono così chiamati quei dolci che prendono il nome da una cialda di pasta frolla di forma esagonale con due lati parallelli più lunghi che viene avvolta attorno ad un cannolo , cioè una sezione di canna lunga circa 20 cm e di diametro variabile da due cm o più, rastremata nelle punte, e che poi viene immessa in olio bollente e che quando si raffreddano, dopo aver tolto la canna vengono farciti con ricotta) a Rusina venne un'idea.- Quando finirono di friggere, togliere i cannoli dalle cialde e conservarle per il prossimo uso, Rusina ne prese due, quelli con sezione più piccola, e se li mise in tasca, rispondendo con un occhiolino allo sguardo interrogativo di Santuzza.- Nel pomeriggio, durante un focoso sessantanove con inserimento di dita sia nelle fiche che nei culetti, Rusina tolse le due dita dal buchetto di Santuzza e vi appoggiò il cannolo, ben lubrificato, che si era portato dietro e a poco a poco ne fece entrare una parte.- Santuzza rimase sorpresa dalla presenza di quel corpo estraneo ma stimolata dal movimento che Rusina gli imprimeva e, fantasticando che fosse un cazzo a penetrarla, nonché dalle continuo lavorio di Rusina sul suo clitoride, la portarono ad un orgasmo molto intenso.- Ovviamente Santuzza volle ricambiare regalando anche a Rusina un orgasmo fantastico.- Da quel giorno i cannoli entrarono a far parte dei loro amplessi.- Li vollero provare anche nelle loro fichette e ciò contribuire del tutto ad eliminare la loro verginità che era stata compromessa dalle dita che sempre più si spingevano più a fondo.- Una notte, dopo un pomeriggio e una serata di sesso sfrenato, Rusina decise di andare a dormire nella sua stanzetta e stanca, senza vestirsi, uscì , chiudendo la porta, e si diresse verso
la sua stanzetta, aprendo la porta e accendendo la luce.- Mentre stava per richiudere la porta si sentì afferrare da dietro ed avvertì una mano sulla bocca che gli impedì di gridare.- Subito dopo sentì la porta chiudersi e la voce di zio Simone che cercava di tranquillizzarla e di non gridare.- A Rusina, passato lo spavento, avendo capito che si trattava dello zio e avvertendo, anche attraverso le mutande dello zio, la presenza fra le natiche di un cazzo vero, dopo averne gustato per un po' il contatto, si divincolò ed intimò allo zio ad uscire altrimenti avrebbe gridato.- Lo zio Simone rispose che se avesse gridato ne sarebbe uscito fuori un gran casino e che le conseguenze peggiori sarebbero state per Rusina, perchè sarebbe stata buttata fuori da casa, invece le proponeva di farsi guardare e ammirare e che non avrebbe mai abusato di lei a meno non fosse stata lei a chiederlo e che sarebbe stata ricompensata.- Rusina valutando i pro e contro decise per i pro anche perchè la intrigava avere la possibilità avere a disposizione un uomo sul quale sperimentare eventualmente tutto ciò che aveva appreso dai libri.- Rusina, ormai padrona della situazione, con movimenti flessuosi si coricò, mettendosi ben in evidenza.- Lo zio Simone, estasiato da quel corpo giovane e dalle movenze di Rusina, le si avvicinò e cominciò ad osservarla con adorazione, facendola girare e rigirare più volte, quindi le prese in bocca le dita dei piedi, con grande sorpresa di Rusina che pensava che iniziasse direttamente dalla fica o dai seni.- Lentamente dai piedi risalì, sempre leccando, lungo le cosce, si fermò sul cuscino di peli, e con disappunto di Rusina, risalì verso l'ombelico e quindi sui seni.- Rusina sempre più eccitata, protese le mammelle verso quella bocca vorace e quella lingua che le stava dando quelle stupende sensazioni e che si spostò verso il collo e quindi sulla bocca, dove trovò la lingua di Rusina in fremente attesa.- Mentre si baciavano, le mani dello zio erano impegnate a palparle i seni e a tormentare i capezzoli, che erano diventati supersensibili.- Lo zio iniziò il percorso inverso, spostando la lingua sulle orecchie e sulle ascelle, incuriosendo Rusina nel sentire che anche da lì le pervenivano sensazioni che, dopo un solletico iniziale, aumentavano sempre di più la sua eccitazione, quindi senza mai staccare la lingua si spostò sul seno, sull'ombelico e quindi sulla fica impossessandosi del suo clitoride.- Bastarono pochi colpetti di lingua sul suo bottoncino e Rusina fu costretta a mettersi una mano in bocca per reprimere un urlo di godimento per lo squassante orgasmo raggiunto.- Lo zio continuò a baciarla e a leccarla facendola girare e affondando la sua bocca su quel forellino grinzoso e palpitante, finchè Rusina godette ancora e invitò lo zio a smettere.- Rusina si rese conto che lo zio pur anziano, forse aveva sessantanni, era un amatore eccezionale e gli chiese come mai non desse sfogo alle sue voglie con la moglie.- Lo zio Simone si mise a ridere, ma con una risata amara, e, sedendosi sul letto raccontò a Rusina che si era sposato in età avanzata, con un matrimonio combinato, con Benedetta, la quale aveva vissuto quasi tutta la sua vita in un convento.- La prima notte di nozze aveva trovato Benedetta già coricata, con una sottoveste abbottonata fino al collo, rialzata sulla pancia e con un paio di mutandoni che avevano sul davanti una toppa, che ribaltata, dopo aver sciolto due laccetti, lasciava intravedere una porzione di fica (le cosiddette mutande del dovere).- Le parole d'amore e di godimento che erano uscite dalla bocca di Benedetta erano state “non lo fò per piacere mio ma per fare un piacere a Dio”.- Nemmeno lo zio Simone si era reso conto come fosse riuscito a mettere incinta Benedetta, in tutti quegli anni mai l'aveva vista nuda e si potevano contare sulle dita le volte in cui avevano fatto l'amore.- Potere vedere, baciare, e toccare quel corpo voluttuoso che Rusina esponeva con voluttuosa abilità, gratificava lo Zio Simone ma non il suo cazzo, per cui chiese a Rusina se potesse masturbarsi mentre la osservava e toccava.- Rusina che non vedeva l'ora di vedere quel cazzo, rimase meravigliata dalle dimensioni del cazzo e specialmente dalla cappella che come una prugna matura, sembrava esplodere da un momento all'altra.- Ormai ogni notte lo zio Simone era in attesa nella stanzetta di Rusina, la quale iniziò a volergli toccare il cazzo, quindi a masturbarlo facendolo venire nella mano e a poco a poco, a prenderlo in bocca finchè non incominciò ad inghiottire lo sperma che trovò quasi più gustoso degli umori di Santuzza.- Zio Simone, da uomo vissuto non forzò mai Rusina, per mantenere i patti, ma faceva di tutto, sfruttando la sua sessualità iperattiva, per portarla ad avere un rapporto sessuale completo.- Una notte lo zio Simone portò più volte Rusina sull'orlo dell'orgasmo finchè mentre erano disposti a sessantanove, e le leccava il clitoride con due dita nel culetto estrasse le dita dal quel culo super lubrificato e si fermò.- Rusina che stava per godere, avvertì quella vuoto e invitò lo zio a continuare e a sostituire le dita con il cazzo.- Lo zio Simone che non aspettava altro, si posizionò dietro a Rusina che già si era messa carponi e poggiò il suo cazzo su quell'ambitissimo buchetto, e non ebbe il tempo di spingere il suo cazzo nel culo che il culo che gli venne contro.- Aggrappandosi a quelle meravigliose e opulenti natiche iniziò ad entrare ed uscire da quel buco di culo che lo avvolgeva e lo stringeva come se non volesse farlo scorrere.- Il godimento di entrambi fu inenarrabile e fu la prima di altre fantastiche inculate che riuscivano a fare tutte le notti che si incontravano, evitando di farlo entrare nella fica che pur reclamava a gran voce la sua disponibilità e desiderio.- Una notte, dopo che lo zio Simone aveva goduto nel culetto di Rusina ed era uscito dalla stanza, e Rusina stava ancora col culo in aria, con ancora due dita nella fica si materializzò Santuzza.- Santuzza, che si era svegliata per fare pipì, aveva sentito un porta che si chiudeva e senza accendere la luce, aveva socchiuso la porta e visto che il padre, furtivamente usciva dalla stanza di Rusina.- Spinta dalla curiosità, aspettò che il padre ritornasse nella sua stanza, e si recò nella stanza di Rusina trovandola con il culo in aria ed una mano sotto, mentre il buchetto era ancora aperto e da esso colava una sostanza appiccicosa.- Senza pensarci due volte si protese verso quel buchetto ancora semiaperto e arrossato e cominciò a baciare, leccare ed inghiottire ciò che fuoriusciva e sostituì le sua dita a quelle di Rusina.- Rusina, che a quella apparizione aveva temuto una reazione scomposta di Santuzza, si trovò proiettata verso un altro orgasmo ed invitò Santuzza a mettersi sotto e disporsi a sessantanove.- In quella posizione la forza di gravità aiutava lo sperma ad uscire ed entrare nella bocca insaziabile di Santuzza.- Quando ebbero raggiunto un orgasmo travolgente, e si furono rasserenate, Santuzza spiegò a Rusina che aveva visto il padre uscire da quella stanza e, da animo gentile ed altruista, aveva capito che finalmente il padre poteva godere del corpo di una donna, cosa che la moglie gli aveva sempre negato, e contemporaneamente loro potevano arricchire e verificare, attraverso Rusina le loro conoscenze teoriche sul rapporto tra uomo e donna.- Si misero d'accordo che sul fatto che Rusina, appena finito di fare all'amore con suo padre si sarebbe recata nella stanza di Santuzza per raccontare per filo e per segno ciò che avevano fatto.-
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Accadde in Sicilia Rusina si confessaracconto sucessivo
Accadde in Sicilia (Rusina incinta)
Commenti dei lettori al racconto erotico