Capitolo 9

di
genere
esibizionismo

Mi sveglio con la sensazione che qualcuno mi stia marchiando la faccia a fuoco come si fa nei film western, sul culo dei cavalli; e che nello stesso tempo, mi stia pungolando sadico, il busto.
Pian piano mi rendo conto invece, che c'è un raggio di sole che trafitta la tapparella, mi si pianta tra zigomo e palpebra, e così allora mi sposto per sfuggirgli. Come mi sposto, uno spigolo di un qualcosa che non so, mi si conficca sempre più in profondità nelle costole.
Cavolo, ieri sera sono proprio crollata senza renderme conto!
Sposto il libro che ho sotto il mio fianco, nella parte libera del lettone.

Mi sa proprio che dovrò riprendere il Capitolo 10.

Mi allungo per guardare l’ora sul cellulare.
Le otto e trentadue?!
Non mi sveglio così presto da... boh, da talmente tanto tempo, che ho quasi il dubbio di non averlo mai fatto.

Ok. Dài.
Ne approfitterò per iniziare la mia prima vera ed ufficiale giornata di meravigliosa vacanza!

Facile a dirsi.

Non riesco a schiodarmi dal materasso e me ne resto sdraiata, guardando il mio trolley.
Devo ancora disfarlo.
Prima o poi dovrò arrendermi. Ma non di certo adesso!
Perdirindellina!
Sono davvero un’esperta nel procastinare le cose che non mi va di fare!

In realtà, è che per i miei standard, è prestissimo.
Sono solo le nove di mattina, ma non ho più sonno ed una raggiante giornata di sole mi aspetta fuori.

In ogni caso, meglio che mi alzi dal letto...
Mi scappa la pipì.

Ok... non sono proprio un amante del sole e delle belle giornate. A dire il vero, preferisco l'inverno, il freddo e la pioggia; ma dato che sono qui, tanto vale provare a prendere un pò d'abbronzatura...

Mi alzo. Vado in bagno.

Poi mi stiracchio e mi trascino verso il trolley, appoggiato nell'angolo della camera; lo apro e trovo subito la busta in cui ho radunato i miei costumi da mare.
Sono tutti neri, quindi è piuttosto facile scegliere.
O meglio, non lo faccio proprio.
Prendo le prime mutande ed il primo reggiseno che mi vengono in mano e li indosso.
Il caso ha scelto di farmi prendere delle slip alla brasiliana ed un reggiseno a fascia...Aaaaah, il vantaggio dei costumi monocolore! Non devi perdere tempo ad abbinarli ...Tanto chi se ne accorge che in realtà sono spaiati?

Ci sono ragazze che si preparono per l'ombrellone, come se stessero per fare la passarella sul Red Carpet, ma io lo trovo inutililmente superfluo.
Però io, non è che faccia molto testo.
Non amo la vita da spiaggia in realtà.
Odio il caldo, il sole e le spiagge affollate, ma dato che quest’anno sono povera e non posso permettermi un viaggio solitario nel nord europa, ho deciso di usufruire della casa al mare.
Sempre meglio che rimanere in città a fare sempre le stesse cose di sempre e vedere sempre le stesse persone.

Non che sia una che abbia l’esigenza di grossi restauri, ma un'occhiata allo specchio me la do, e perbacco, mi faccio davvero sesso da sola! Mi sento parecchiotto figa stamattina.
Eh, sì sì, oggi mi piaccio proprio parecchio tantino.
L'unico preparativo che mi impongo, è farmi uno chignon per evitare che i capelli mi facciano caldo e ci aggiungo il mettermi il burrocacao protezione cinquanta sulle labbra, perchè prendere il primo sole della stagione, mi fa sempre venire l'Herpes... e non in senso figurato, proprio quella fastidiosa e orribile vescica. "Pussa via, vaderetro, brutta!"

Vado in camera e recupero dal trolley, una canottiera lunga che fa da vestito. Grigia scura, con la stampa di uno scheletro di donna in abito da sposa. È bella larga e leggera, perfetta come copricostume.

Nella borsa da spiaggia metto la crema solare protezione trenta, il quarto libro della saga "La casa della notte", le mie cuffie, il telefono ed ovviamente il portafoglio e il telo da mare... Ed eccola qui. Una villeggiante come altre mille!!

Faccio colazione nel bar dello stabilimento balneare. Quello proprio davanti all'appartamento. Quello in cui la mia famiglia prende lo stesso ombrellone stagionale da secoli.
Non credo mi riconoscano davvero. L'ultima volta che sono stata qui, avevo dodici anni, ma è comunque carino che la proprietaria finga di farlo.

«Tua zia mi ha detto che saresti venuta.»

Dio, è sempre lei!
Ma quanti anni avrà ormai?
Boh ...non sono mai riuscita a darle un'età e non ho voglia di provarci adesso.
In ogni caso, anche se è gentile vorrei tanto che tacesse. Sto facendo colazione e vorrei proprio essere lasciata in pace e da sola.

«Ti sei fatta proprio bella!» Mi dice.

«Grazie.» Rispondo.

Addento il mio bombolone alla crema, pensando che è il genere di frasi di circostanza che mi fanno venire la nausea. Proprio non me la vedo quella gentile signora sorridere così, mentre mi dice "Beh, eri sicuramente più bella da piccola."
...
«Se fossi stata un catenaccio me l'avrebbe detto, signora?»

L'ho spiazzata.
Il suo sorriso si è annebbiato.

Ho un diabolico compiacimento quando noto la reazione interdetta ad un mio piccolo attacco al formalismo.
Però lei si riprende presto.

«Ahahah, non credo... Ti ricordi qual'è il vostro ombrellone, o ti ci faccio accompagnare?» Mi chiede, poi.

«31, prima fila. Lo trovo.» Le rispondo.

Forse sono stata un pò troppo brusca, quindi aggiungo un mezzo sorriso ed un «Grazie.»

Ecco, sembra apprezzarlo.

Mi lascia finalmente sola.

Sola.
È un eufemismo, dato che a quanto pare, le nove di mattina non è poi così presto per il resto del mondo. Il bar e la spiaggia sono già stracolmi di gente.

Provo a fermare il mondo, le persone. Metto a zero il volume dei rumori di sottofondo e mi concentro.
L'aria di mare mi piace, ti riempie le narici di iodio. Anche la visuale che ho davanti a me, del sole che brilla sul mare; gli scogli, dove s'infrangono le onde. I gabbiani che fanno incomprensibili girotondi nell'aria, per poi posarsi. O forse sono cormorani... Mah, chi può dirlo? Non ho mai capito la differenza.
Riesco quasi ad acchiappare al volo quella sensazione di 'happytudine' dell'essere qui, che per un attimo mi ritrovo quasi a sentire un non so ché di romantico, di evocativo... Un brevissimo attimo, poi ...

«Ti ho detto di stare quiiii!!!» Una donna mi urla vicino all'orecchio, prendendo per mano un bambino irrequieto, che pare stia facendo i capricci.

«Voglio fare il bagno!! Voglio fare il bagnooooo!» Dice lamentoso.

La "magia" romantica s'interrompe.
Il mondo riprende a girare e la gente intorno a me, torna ad essere come sempre, irrimediabilmente troppo fastidiosa.

Cribbio!

Vado al mio ombrellone, che è quello a fianco della passerella.

Appoggio la borsa e mi guardo intorno rimanendo all’ombra. Fa piuttosto caldo, eh. Mi sento un po’ fuori dal mio ambiente in realtà, devo studiare un po’ la zona…

L’ombrellone di fianco al mio è ancora vuoto, ma ha due lettini già pronti, quindi vuol dire che prima o poi qualcuno arriverà…

Sono poco distante dalla postazione del bagnino.

Il bagnino.
Mmmhh. Seduto all’ombra del suo ombrellone ha deciso di non scrutare il mare ma di curarsi degli affari miei.
Dev'essere su per giù trentenne; moro, super abbronzato, super palestrato, super tatuato e super tamarro.
In pratica l'esatto stereotipo del bagnino che si baccaglia le turiste. E poi... noooo, ha gli slip da mare...
Non che ci sia qualcosa di male, ma a me proprio gli uomini che indossano le mutandine da spiaggia non mi piacciono, magari saranno pure più comode, eh, non discuto, tengono i gioielli fermi ed al loro posto; ma dài, no... esteticamente, molto meglio dei bei boxer.
Si scherma con un paio di occhiali da sole che si addicono perfettamente alla sua aurea tamarrico-modaiola. Scommetto che sotto a quelle lenti a specchio, ha pure le sopraciglia ad ali di gabbiano, fatte dalla sua estetista di fiducia.
Non è proprio il mio genere, ma non posso dire che sia un brutto ragazzo.
Certo che se non avesse quei ridicoli slippini rossi…

«Buongiorno!! Primo giorno di vacanza?» Mi chiede, rimanendo nella sua postazione. 

«Da cosa l'hai capito?» Chiedo sarcastica.
«...Sì lo so, sono bianca come il latte... Ma tu lo sai che prendere troppo sole fa venire le rughe presto? E poi, che il sole è la prima causa di melanomi? E poi muori?»
Sono tentata di andare avanti, ma censuro il "...Quindi per piacere, non fare il figo, zuccherino!", che resta solo nella mia testa... Ma solo perché non voglio esagerare di prima mattina.

«Ma no, è perchè è la prima volta che ti vedo...» Dice lui, sorridendomi ed avvicinandosi a me.

Uhm.
Non mi stava sfottendo per la carnagione.
Ok. Ammetto che il punto l'ha segnato lui.

«Sono arrivata ieri sera, in effetti.» Dico io, prendendo dalla borsa da mare, il mio telo.

«Piacere, Paolo.» Dice lui, porgendomi la mano.

Oh no, il triste momento delle presentazioni.
Non è che per me sia fondamentale sapere come ti chiami. Voglio dire, se sto annegando non ti chiamo certo per nome!

E poi, un dubbio che mi sorge c'è: se fossi stata un’anziana signora di ottant'anni che viene a 'svernare' al mare per “scaldare le ossa” sarebbe stato così propenso alla socializzazione?
Non credo proprio!

Ma niente, Paolo vuole fare conversazione, mentre mi sfoggia il suo fisico scultoreo ed i suoi imbarazzanti slippini... che beh... dal profilo che vedo, oh... oh... santino il cielo, lì sotto mi pare ci sia qualcosa di buono... Caspiterina!
Lì sotto sì, che sembra avere qualcosa di interessante da dire... ma diciamocelo francamente: lo sa anche lui o non si sarebbe messo il costume così stretto.
Ok... No, rimani concentrata... Vuole sapere il tuo nome... E di certo, tu non vuoi dirglielo...
Cavolo, sono in vacanza e posso essere chi mi pare, no? Quindi...

«Eva.» Dico, mentendogli spudoratamente.

Un po' perchè Eva Green è una delle mie attrici preferite, un po' perchè mi sarebbe piaciuto chiamarmi come la prima donna che ha tentato un uomo, facendogli fare una cosa proibita. Non che sia del team di Satana, sia chiaro, ma diciamocelo: senza Eva il mondo non saprebbe quanto è buono lo Strudel.
Quindi sì, #iostoconeva.

...Capperi, questo è un bellissimo hashtag per una foto social...devo ricordarmelo!! 

«Bel nome...» dice lui, sorridendomi e squadrandomi dal basso in alto.
«...Comunque stai attenta, ché oggi il sole picchia, non scottarti...» Aggiunge, dopo avermi fatto i raggi.

«Ho la crema!» Lo rassicuro, prendendola dalla borsa e facendogliela vedere.

La crema, ovvio.

Ok.
È arrivato il momento che probabilmente Paolo sta aspettando… ovvero il momento in cui mi tolgo il mio copricostume e gli svelo se sono o non sono “scopabile”.
Perché anche se non ho poteri magici, sono quasi sicura che è quello che lui si sta chiedendo. Alla fine, il “maschio medio” divide le donne in due iniziali macro-categorie: “scopabile” e “non scopabile”. Anche se credo, lo facciano pure le donne. Cioè, alcune non lo ammetteranno mai, nemmeno sotto tortura, ma io non mi vergogno di dirlo.
Per esempio, nonostante non sia proprio il mio tipo, io Paolo, me lo potrei pure scopare; il problema poi con lui, credo, sarebbe levarmelo dalle palle dopo. Cioè, dovrei vederlo ogni giorno, per il resto della vacanza e magari lui penserebbe di poter fare il bis. Il che è qualcosa che non concedo molto spesso… È capitato, con alcuni anche più di due volte… ma poi subentrano tutte quelle dinamiche di affettività e possesività che mi fa diventare insofferente a qualsiasi approccio…
Sono convinta che una relazione sentimentale uomo/donna non sia fatta per durare. Uno poi, finisce sempre per deludere o ferire l’altro.
Ed io non sono così masochista da voler partecipare a quel giochino, diavolo!!

Mi siedo sul lettino ed inizio a mettermi la crema protettiva.

«Se vuoi una mano a spalmarla fa' un fischio...»

«Fa parte delle tue mansioni?»

«Ahahah no, ma per le belle ragazze sole, faccio uno strappo...»

«No, ma davvero?! C'è qualcuna che trova interessante quest'approccio?! ... Ehm... No... Grazie ma faccio da sola...» Dico, iniziando ad impomatarmi.
Ci sarebbe stato bene un "Tu puoi guardare, se vuoi." Ma è troppo da arrogante, ci sta meglio un "Non ti cago", in linguaggio non verbale.
E comunque, non sembra proprio assolutamente, uno che abbia bisogno dell'invito per guardare...

«Non dovresti controllare che qualcuno non anneghi?» Gli dico, visto che i suoi occhiali restano inequivocabilmente puntati su di me.

«In effetti, sì dovrei...» Non sembra imbarazzato, il marpione. «Ok, dài ti lascio in pace, ma se ti serve di metterla sulla schiena, fammi un fischio, l'offerta resta valida!»
Ma se ne sta comunque fermo lì, in piedi, con un sorriso bianchissimo, nonostante io lo ricambi a tratti, con una faccia assolutamente inespressiva.
Sono sicurissima che i suoi occhi dietro lo specchio delle lenti, seguono le mie mani; come adesso, che stanno spalmando l'incavo del seno, e pure il resto della parte scoperta delle tette... Credo che gli piacciano le mie bocce. Io ci indugio apposta, per farlo un po' sbavare. Lui se ne sta lì, fermo fermo.
"Non demordi... e bravo Paolo!" Un vero squalo che gira intorno alla preda aspettando di azzannare...

«Posso fare il bagno adesso? Ti preeeeeeegoooo...»

Dio mi odia, accidenti!
È il bambino lamentoso del bar.

No, ti prego!
No, no, no... quell'incubo di bambino si sta piazzando proprio nell'ombrellone di fianco al mio!! 

«No, aspettiamo il papà; appena arriva, andiamo a fare il bagno...» dice la donna che urlava prima, posando la borsa per cercare di trattenerlo. Lo spoglia e gli dà la crema solare.

E poi mi chiedono perchè non voglio figli...Semplice: perchè voglio una vita!!! 

Lei è anche una bella donna, eh... Capelli rossi, sui quarantanni, bel fisico ...Sembra anche gentile, perchè mi guarda sorridendo, accennando un saluto, pare quasi volersi scusare per il caos che sta facendo suo figlio.

Paolo torna sulla sua sedia da bagnino.

Quando ho finito d’impomatarmi, mi dirigo alla battigia e metto i piedi in acqua. Un po' perché fa caldo, un po' perché non voglio assistere alla diatriba di mamma e figlio.
Ma un po’, anche perché voglio mostrare per bene a Paolo, il mio lato b.
Così, tanto per provocarlo un po’.
In fondo, non ho molto di meglio da fare e lui sembra il tipo a cui piace farsi provocare.

L’acqua è fresca, piacevole sulla pelle… mi fa venire voglia di fare il bagno.
Cammino un po’ più avanti, fino ad immergere anche le ginocchia. Mi giro in direzione di Paolo, non ne sono sicura, per via degli occhiali da sole che indossa, ma credo mi stia guardando. Vedremo se sbaglio.

Torno a guardare l'orizzonte.
Mi chino un po’ in avanti per mettere le mani in mare… Non sono proprio giù a novanta, ma direi che il mio sedere è proprio in bella vista… E sono piuttosto oggettiva nell’ammettere che il mio culo è fra i miei punti di forza. Tondo, sodo e pieno… e soprattutto, grazie solo alla genetica, privo di smagliature o cellulite…
Cominciando dalle gambe mi bagno piano piano, portandomi l'acqua addosso, con le mani. Poi mi passo i palmi bagnati sulle natiche, fingendo di voler abituare la mia pelle, prima di buttarmi completamente. Non lo vedo, ma sento le pupille di Paolo irraggiarmi il culo.

Intanto a me, per la mente, passa l’ultimo a cui ho concesso di scoparmi il sedere. Alessandro.
Un mio compagno di corso, in facoltà. Ero ubriaca fradicia e lui abbastanza brillo da essersi dimenticato di avere la ragazza.
Provocare un “bravo ragazzo” è decisamente "molto da me"… o meglio di quel lato oscuro di me a cui piace svelare la vera indole delle persone.

A quella festa ho scoperto il "dark side" di Alessandro… ovvero del vero ed assoluto appassionato di culo…
Ho vaghi ricordi dell’inizio del suo approccio, ma ricordo benissimo il momento in cui ha iniziato a baciarmi e leccarmi il buchino del sedere… Si sentiva che lo faceva proprio con molto gusto e passione, perché io mentalmente riuscivo solo a pensare che non vedevo l’ora m’infilasse il cazzo proprio lì dietro.
Morale della favola: Alessandro si può definire davvero un grandissimo leccaculo. Letteralmente. In senso assolutamente positivo. Almeno per me.

Ripensare a sta cosa, mi ha fatto bagnare le mutandine, capperi!
Dio... è da ieri sera che ho una gran voglia di scopare!!

Paolo mi viene vicino.
Poveretto, pensa d’essere lui a cacciare me e non sa che invece, ha abboccato come un pesce alla mia esca.

«Fai sport?» Mi chiede.

«Guardi il culo a tutte o solo il mio?» Chiedo io.

Ops, stavolta è destabilizzato. Chissà, magari forse, solo perché non gli ho sorriso.
«...Perché? Non è lì che volevi andare a parare, chiedendomi se faccio sport?»
Mi sembra stupito davvero.
«Ti sembro una che gira intorno alle cose? Siamo maggiorenni tutte e due, o no?»
Mi sto proprio divertendo. Lui boccheggia.
«...Insomma, mi guardavi il culo, ti piace o no?»

Ecco che si ripiglia.
«Beh… sai come si dice…?» Sorride lui, facendo a gara con il sole.

«No, come si dice?» Chiedo, ovviamente inespressiva.

«Se il culo piace… la faccia non dispiace.» Dice lui, citando un detto popolare che non conoscevo, ma che di certo non è stato coniato alla Sorbona.

«E cosa intendi? Che di viso, senza un bel culo, sarei un cesso?»

Uh. Ho smontato ancora il suo sorriso da galletto.

«No ma che c'entra, sei tutta bella bella, giuro! Però scusa… Se non vuoi farlo vedere non dovevi metterti un perizoma…» Aggiunge.

«Ma chi ti ha detto che non volevo farlo vedere? E comunque sono brasiliane… c’è una notevole differenza! Se fossero così, sarebbe un perizoma.” Dico, infilando di più la striscia di costume, fra le natiche, mentre mi giro per mostrargli bene la differenza.

«Uhm... interessante. Domani ti metti un perizoma?» Dice lui e manca poco che sbavi.

«Non credo…» Rispondo, proprio altezzosa, sistemandomi le slip come dovrebbero andare. Mi abbasso per entrare in acqua con il corpo, fino a sfiorare l'acqua con i capezzoli, che pungono quasi a bucare il reggiseno.
Sono in ginocchio e la mia faccia non è molto lontano dai suoi slippini rossi.
Lui mi guarda dall’alto, con un sorriso sbavoso.

«Sei una furba tu!» Mi dice.

Non rispondo.
Mi volto ad adocchiare la mia roba all'ombrellone.
Noto che è arrivato il papà tanto atteso, con un’altra bimba più piccola.
Sta guardando verso il mare. Magari guarda proprio cosa stiamo facendo io e Paolo.
Oppure, magari, si sta solo facendo gli affari suoi.
Comunque a vederlo da qui, non mi sembra proprio male, per niente.

«Facciamo un gioco, ti va?» Chiedo a Paolo, per non tenerlo troppo sulla corda.

«Che Gioco?»

«Io ti faccio una domanda. Se dai una risposta che mi piace, potresti vincere un premio…»

«Che premio?» Mi chiede divertito.

«Lo scoprirai... Oppure no... Dipende dalla tua risposta.» Dico enigmatica.

«Ok, dài, spara la domanda!»

Mi alzo in piedi, mi metto proprio davanti a lui

«Se ti dicessero che hai solo un ora di vita... cosa faresti in quell’ora?»

«Un’ora sola?»

«Sì... Una sola.»

«Posso rispondere tutto quello che voglio, senza che ti offendi?»

«Sì... tutto quello che vuoi. Non mi offendo. Perché dovrei farlo, se non ci conosciamo nemmeno?» Dico seraficamente.

È così scontato, che so già che sarà qualcosa di porco, che ha a che vedere con me.

«Farti vedere l’effetto che mi ha fatto il tuo sedere…»

Abbasso lo sguardo verso il suo cazzo, ed in effetti, i suoi slippini sembrano essere diventati ancora più stretti.

«Troppo generico. Non è una risposta.» Dico seria, avvicinandomi di più a lui e lanciando lo sguardo verso il "papà" sotto l’ombrellone, che ora è sulla riva con i due figli.

«Ti farei vedere che me lo stai facendo tirare davvero tanto.» Dice Paolo.

«Attento o ti esce dagli slip.» Gli sussurro nell’orecchio, mentre con la mano gli sfioro il cazzo.

Ha una reazione scomposta che non mi aspettavo, manca poco che caschi disteso in acqua. Perciò decido di fargli proprio un'altra carezza al limite della palpata. E la cosa dà una bella scarica pure a me, all'idea che qualcuno possa vedermi mentre lo faccio. Magari proprio quel bel "papà".

È decisamente avviato alla durezza marmorea ed anche se non posso indagare molto di più, mi sembra pure bello grosso.
...
Paolo però, non mi ha dato una risposta soddisfacente.
Anzi, in realtà non mi ha risposto in maniera precisa.
Ma potrei fare un’eccezione alla regola oggi, e solo perché quel principio d’erezione sembra promettere molto bene. Ma c’è davvero troppa gente e poi... ho ancora voglia di torturarlo un po’.

Non aspetto che dica altro e torno verso il mio ombrellone, passando vicino a quel papà che sembra davvero fissare me...
"Non hai mai visto una palpare il cazzo di qualcuno? ...Beh, non mi pare... se hai fatto due figli, almeno in due occasioni, tua moglie deve pur avertelo tirato fuori dalle mutande, no?"
Ho una gran voglia di dirglielo, ma cavoli, così senza un vero motivo, non ce la faccio.

Mi sistemo le slip, proprio vicino a lui, facendo schioccare l’elastico sulla pelle.
Un sonoro invito: “Se vuoi, puoi guardarmi anche tu, il culo.” 

Osservo sua moglie, un bel fisico nostante i due figli. A lui do più o meno la stessa età di lei. Immagino stiano insieme da sempre… Non so perché… forse perché lui ha la faccia da “brava persona”… da uomo onesto e morigerato… non sembra il tipo che va in giro a tradire la moglie… Anche se si sa, l'occasione fa l'uomo ladro. Scommetto che potrebbe sicuramente farlo…
Ecco, diciamo che per i miei gusti è decisamente più scopabile il paparino, che Paolo il Bagnino...

Mi sdraio al sole.
Meditando se sua moglie abbia o no, la faccia da porca... E no... non mi sembra.

Paolo è ancora con i piedi in acqua, mi guarda. Mi pare che ce l'abbia ancora ingrossato.
Tiro su le ginocchia e poso le piante dei piedi sul lettino.
Lui così in prospettiva, lo vedo in miniatura, tra le mie due cosce.
Non fosse così distante e non avessi il costume, sarei pronta per fargli fare una mia visita ginecologica.
Resta un po' lì, poi si tuffa.
Me ne compiaccio.
Mi sa che ha bisogno di una doccia fredda.

Nel frattempo, il "papà" torna al lettino con i due "nani". Chiudo le cosce in un lampo di pudicizia, che, a dire la verità, sorprende pure me.

«Vogliono il ghiacciolo.»

«Li porto io.» Risponde la moglie, che poi gli bisbiglia, come se io, ad uno sputo da loro, non sentissi... «Posso fidarmi a lasciarti solo?»

Lui sorridendole, sempre bisbigliando, le risponde «E chi vuoi che mi irretisca, la Suor Gertrude qui vicino?»

Cazzarola!
Ma parla di me?
Ehi!
Ehi, ehi!!
Ehi, tu, ringrazia che farei la figura di quella che origlia, se ti rispondessi; sennò giuro, ti sbranerei!!!
Mah!... Robe da matti!
Suor Gertrude, lo dirai a tua sorella!! Buzzurro che non sei altro!!!

...
Ché poi, Suor Gertrude...
Suor Gertrude, mi dice qualcosa.
...
Non riesco a ricordare, cavolo.
Ma sono sicura...
Chi accipicchia era?!
Che diavolo! Prendo il cellulare e faccio una ricerca web.

Ecco.

《Suor Gertrude.
Nome dato da Alessandro Manzoni al personaggio della Monaca di Monza [...] che compare ne "I Promessi Sposi"...
...al "Capitolo 9".》

scritto il
2020-09-18
3 . 1 K
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