Il Patto - Prologo

di
genere
etero

23 luglio

Le 4 di mattina. Ormai non c'è più nessuno sveglio in giro. Questo non vuol dire che abbiamo tutto il tempo del mondo, fra meno di un'ora probabilmente i due tedeschi della 16 staranno già friggendo la pancetta per la colazione. Senza fare rumore, esco e scivolo silenzioso fra le tende. L'aria è fresca, i grilli cantano pacificamente, una leggera brezza agita i rami dei pini e mi porta odori di resina e di mare.
Raggiungo la recinzione del campeggio, un po' affannato per la salita. Trovo il varco nella rete, striscio fra l'erba secca e in poco tempo raggiungo il grande pino. La vista come al solito è splendida, le poche luci di pescatori sulla spiaggia spiccano nell'oscurità della baia. Ma stasera non sono qui per il panorama.
Lei dov'è? Forse sì è tirata indietro. Alla fine mi stava solo prendendo in giro. Come sempre. Ma non potrebbe aver avuto qualche imprevisto? Ha capito male il luogo? No, come si potrebbe sbagliare. Non ha mai avuto intenzione di venire qui. Che sciocco che sono stato!
All'improvviso, una folata di vento viene a dissipare i miei dubbi. Mi porta quel profumo fresco che conosco bene. La sagoma di Ginevra compare fra l'erba secca, facendo pochissimo rumore. Appena si avvicina mi rendo conto che indossa solo una canottiera bianca, troppo grande per lei, che le scende fino a metà coscia. Comincio a chiedermi di chi possa essere quella canottiera, ma subito vengo distratto dal bianco candido della pelle delle sue braccia e gambe nude, che sembra risplendere alla luce delle stelle.
Come al solito, di fronte a lei sento un groppo in gola che mi fa respirare a stento e mi toglie la capacità di parola.
Ma questa volta, lei mi salta letteralmente addosso baciandomi la bocca con una passione che non avevo mai visto, e in breve cadiamo ai piedi del pino, avvinghiati. Io mi sento perso in un sogno, sono completamente avvolto dai suoi capelli e dal suo profumo, mentre lei, a cavalcioni sopra di me, mi bacia furiosamente il volto e il collo, e comincia a muovere il bacino contro il mio. La abbraccio, e le mie mani scivolano al di sotto della canottiera ad accarezzare quella schiena, più liscia di qualsiasi altra cosa al mondo. Mi rendo conto che non indossa reggiseno, e scivolo lentamente a toccarle il costato e quindi a stringere i suoi seni sodi e acerbi, che mi riempiono completamente le mani. Il suo respiro si fa improvvisamente pesante, avvicina la sua bocca al mio orecchio e con la sua voce angelica mi sussurra le prime parole da quando ci siamo incontrati: "Ti prego, scopami".
Perdo completamente il controllo. La afferro e senza tante cerimonie la rigiro sulla schiena. Lei sussulta all'impatto e il suo sorriso risplende nell'oscurità. Rapidamente mi slaccia i pantaloncini e i boxer e prende nella sua mano il mio cazzo, che, già durissimo, sembra esplodere a quel contatto divino. Subito faccio per toglierle i pantaloncini, ma mi accorgo che non ne ha. Sotto la canottiera non indossa niente.
Incredulo, allungo la mano, e tocco la peluria soffice e umida della sua fica. Lei ansima e le sfugge un gemito. Di nuovo mi dice: "Ti prego, scopami".
Mi sistemo sopra di lei e punto il cazzo contro la sua fica. Mi fermo un momento per godermi l'attimo: sto per fottere Ginevra! Lei mi passa un braccio dietro al collo e mi toglie il fiato con un bacio profondo. Entro dentro di lei, e la sento mugolare contro la mia bocca. È eccitatissima. La sua fica è completamente bagnata e non incontro la minima resistenza. Sempre incollati per la bocca, stiamo scopando come conigli, senza parlare, senza fermarci, completamente inebriato dal suo profumo, riesco solo a muovere il bacino e stantuffarla senza pietà, fino a quando la sento contorcersi e staccarsi dalla mia bocca per lanciare un forte gemito nella notte. Sento le sue contrazioni intorno alla mia asta mentre la sento tremare sotto le mani.
Quando riesce a riprendere fiato, le sorrido. Lei mi guarda con i suoi grandi occhi liquidi e mi pianta le unghie in faccia, dicendo: "Perché ti sei fermato?".
Non me lo faccio ripetere due volte. Riprendo a spingere dentro di lei, che ha ancora qualche contrazione sparsa. È rovente. Lentamente, sento che mi avvicino sempre di più al punto di non ritorno, quando lei mi stringe forte e viene di nuovo, affondando la faccia nel mio petto.
Mi sento il re dell'universo. Sto scopando la più bella donna del mondo, Ginevra, il sogno di una vita, e l'ho appena fatta venire per la seconda volta in pochi minuti.
E in quel momento sento una voce dietro di me: "Che cazzo succede qui?".
di
scritto il
2020-12-19
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