Il Patto - 8 - Il Pino

di
genere
trio

17 luglio

È sera. Il cielo è ancora chiaro, ma già si vedono le prime stelle. Il campeggio è quasi vuoto, stasera c'è una specie di festa in spiaggia in paese, sono andati quasi tutti lì, anche i miei amici, e anche Sara e Francesca. A me non piace ballare, quindi sono rimasto qui. Ho detto a Francesca di venire a dormire nella mia tenda, a qualsiasi ora fosse tornata. Non sono geloso di cosa potrebbe fare alla festa. Con mia sorpresa, mi accorgo che non me ne frega niente. L'importante è sapere che a notte fonda, all'alba o chissà quando, verrà nella mia tenda, mi sveglierà e sarà pronta a farsi scopare.
Mi pregusto il momento mentre mi inerpico fra le tende del campeggio. Per la prima volta da anni, mi sento in pace con me stesso. Non mi sento inferiore rispetto agli altri. Mi sento bene. Ho rimorchiato una ragazza bellissima, e sembra che le piaccio sul serio. Il resto può anche sparire.
I piedi camminano da soli, e in breve raggiungo le tende più alte. Seguo la recinzione fino a trovare il buco, ci passo dentro e mi inoltro fra l'erba secca. Sento un odore pungente un attimo prima di accorgermi che ci sono due persone sedute sotto il grande pino. Sono Elena e Valentina.
"Scusate, vado via subito."
"Figurati, Tony. Vieni, siediti con noi."
Elena è poggiata con la schiena al tronco, e Valentina sta semisdraiata con la testa appoggiata al suo petto. Sono abbastanza sicuro che quella che stanno fumando non sia una semplice sigaretta. Mi siedo a gambe incrociate vicino a loro.
"Come mai non siete andate alla festa?"
"Domani ci dobbiamo svegliare presto. Andiamo a fare un'immersione con Hans e Viktor. Sai, i due ragazzi tedeschi della piazzola 16."
"Certo, ho presente." Le osservo per un attimo, poi faccio coraggio e chiedo: "Allora, che impicci avete con loro?"
Ridono. "Nessun impiccio. Loro sono gay... E tu invece? Che impicci hai con quella ragazza?"
Arrossisco senza volerlo: "Abbiamo dormito insieme. Cioè non proprio dormito. Vabbè avete capito. Però non stiamo insieme eh." Santo cielo, perché mi sento così imbarazzato.
"Be' per essere carina è carina. Bel culo." Questo commento, buttato lì con nonchalance da Elena, scatena i cavalli della mia immaginazione. Non credo che esista un solo uomo eterosessuale sulla terra capace di rimanere impassibile al pensiero del sesso saffico. E io sto qui a parlare della ragazza che mi sono scopato con due lesbiche!
"Vuoi fare un tiro?" si intromette Valentina, porgendomi la canna.
"Sì, certo" rispondo automaticamente, immerso nei miei pensieri.
E così mi ritrovo lo spinello acceso in mano. Che cacchio faccio? Non ho mai fumato nemmeno una sigaretta! Perché diamine ho detto sì?
Provo ad aspirare. Ha un sapore orribile e mi brucia la gola e gli occhi, mi sento soffocare. Tossisco furiosamente.
Le due ragazze ridono: "Dai dai, i primi tiri sono sempre così. Vai avanti."
Faccio un altro paio di tiri, e stavolta va un po' meglio. Mi sento bruciare dentro e ho la testa leggera.
"Ammazza Tony, sei cambiato un sacco dal liceo!" ridacchia Valentina, "fino a ieri pensavo che fossi il solito Antonio, fare il guardone in spiaggia in quel modo!"
Risate. Sono rosso come un peperone. Grazie per avermelo ricordato.
Valentina continua: "Poi invece... Prima ti porti a letto quella ragazza, ora ti fai le canne... sei proprio diverso."
"Davvero?"
"Sì, l'ho notato anche io" risponde Elena, "e non è solo questo. Sembri più sicuro di te, più affascinante, più attraente... più maschio."
"Grazie." Non sono sicuro che sia un complimento, detto da lei.
Ma davvero sono più attraente? Certo, Francesca mi è praticamente caduta fra le braccia. Mai successa una cosa simile prima. Di solito le ragazze fuggono da me. E se...?
Come un campanello, mi risuona in testa un'idea. E se la donna nella grotta era vera? E se avesse detto la verità? E se...? Tutte le donne che voglio? Sul serio?
Non so se sono i complimenti o l'erba, ma mi sento stranamente impavido. Quasi sfacciato. Decido che è il momento di provare il tutto per tutto e capire come stanno veramente le cose.
"Sapete, sono contento che non ci sia niente fra voi e i due tedeschi. Sembra strano, ma ero un po' geloso di voi."
Ridono. "Geloso? E perché?"
"Non lo so. Credo che è semplicemente perché siete mie amiche. Vi sento un po' mie, in un certo senso."
"Ooooh, ma che dolce!" esclama Valentina.
"Ma certo che siamo tue amiche" dice Elena, "vieni qui, fatti abbracciare."
Mi avvicino e mi stringo a lei. Ora io e Valentina siamo faccia a faccia, e Elena ci tiene entrambi stretti sul suo seno prosperoso, come bambini.
È il momento. È come tirare una monetina. Mi va male: continuo a essere Antonio lo sfigato. Mi va bene: divento Antonio il campione.
"Elena, secondo te è più bello il culo di Francesca o quello di Valentina? Non riesco a decidermi."
Vedo la faccia sorpresa di Valentina. Cerca di mostrarsi oltraggiata, ma vedo che sta ridendo.
"Che domanda! Ammetto che la tua amica è ben fornita, ma mi dispiace, il culo di Valentina è imbattibile."
"E lo credo bene!" fa Valentina, e così dicendo mi afferra una mano e me la schiaffa sulla sua chiappa.
Ci guardiamo. E ci baciamo. Il piercing che ha sul labbro mi dà una strana sensazione. Palpo le sue natiche perfette. È vero, sono assolutamente imbattibili.
Elena china la testa su di noi e si unisce ai nostri baci. È tutto un miscuglio di lingue e saliva, ci baciamo, ci palpiamo, ci accarezziamo, indifferentemente tocco il seno ampio e soffice di Elena o quello più piccolo e acerbo di Valentina, ammiro lo spettacolo delle loro lingue che si intrecciano e sento il calore dei loro corpi. Mentre ho la faccia affondata nel collo di Elena, Valentina mi toglie i pantaloni. Ovviamente sono già eccitatissimo, e quando mi toglie le mutande il mio cazzo le salta praticamente in faccia. Lei lo prende con gioia e se lo infila in bocca. Ha un piercing anche sulla lingua, che tocca proprio sul mio frenulo, in modo quasi doloroso. Intanto comincio a spogliare Elena, riempiendo di baci il suo collo, le sue spalle, le sue tette, decisamente più grandi di quelle di Francesca, anche se non così sode. Stringo fra le labbra i suoi capezzoli, succhiando come un disperato, mentre Valentina continua a torturare la mia cappella con il ferro che ha in bocca.
Ormai siamo tutti e tre nudi, e con soddisfazione mi rendo conto di non aver avuto nessun problema con i reggiseni. Grazie Francesca.
Ammiro lo spettacolo che ho davanti. Elena appoggiata al pino che mi tiene in braccio, le guance chiare già arrossate, le grandi tette che cedono sotto i miei baci avidi, le gambe lunghe e muscolose, nude nell'erba. Valentina, la testa china sul mio fallo, con i ricci scuri che le ricadono davanti alla faccia, solleticandomi il ventre, mettendo in mostra tutto il candore della sua schiena inarcata. Le accarezzo entrambe, dicendo con una voce che a stento riconosco come mia "Stasera siete mie."
"Sì... lo siamo..."
Valentina lascia andare il mio cazzo e lo punta fra le cosce marmoree di Elena. Senza esitare, glielo infilo dentro, e comincio a scoparla con foga, mentre lei ansima di piacere.
"Mettiglielo dentro fino in fondo, mi raccomando" mi sussurra Valentina in un orecchio, "lo so che tutto sommato le manca il cazzo."
Infoiato come un maiale, sollevo le gambe di Elena e me le porto dietro la schiena. In questa posizione riesco a raggiungere le parti più profonde della sua vagina, che sento avvolgersi saldamente a lambire ogni millimetro del mio pene. Elena si morde le labbra per non urlare, mentre premo con la cappella contro il fondo della sua vagina. Ad ogni colpo di bacino vedo le sue grandi tette ballare. Le afferro saldamente, reggendomi mentre la scopo e lasciando impressi i segni rossi delle mie dita.
Nel frattempo Valentina, inginocchiata accanto a noi, mi accarezza la schiena e mi incita a fottere la sua ragazza: "Più forte. Scopala più forte. Non lo vedi che sta morendo dalla voglia di cazzo? Vuole solo il tuo sperma... lo vuole tutto... daglielo... daglielo tutto..."
È troppo per tutti e due. Con un gemito, Elena viene scossa da un orgasmo fortissimo. Sento la sua fica bollente che si contrae attorno al mio cazzo, stringendolo ritmicamente... Vengo anche io, schiacciando la cappella contro il suo utero. Rimaniamo sospesi nell'estasi dell'orgasmo simultaneo, poi i nostri corpi si sciolgono e mi stendo al suo fianco, ansimante.
Valentina la guarda in adorazione. "Eri bellissima" le dice, poi si getta su di lei. Si baciano, si abbracciano, si accarezzano. Io rimango estasiato ad assistere allo spettacolo di quei due corpi lisci che si contorcono nel piacere, stretti l'uno contro l'altro. Si avvinghiano e si sciolgono, in un'estasi di baci, con le fiche che si strusciano. I baci di Valentina scendono lentamente, dal collo, alle spalle, al petto. Le succhia le tette, attaccata a quel seno meraviglioso, come stavo facendo io prima, ma con più delicatezza, sembra quasi che si stia addormentando. Elena getta la testa all'indietro e la abbraccia, accarezzandole languidamente il collo: "Adoro allattarti, Vale..."
Come in trance, avvicino la testa al petto di Elena. Valentina, un po' a malincuore, mi fa spazio e mi cede uno di quei seni grandi e soffici. Mi ci attacco avidamente, succhiando il capezzolo già duro e bagnato della saliva di Valentina. Elena rimane così, ad allattarci, accarezzandoci con un'espressione beata sul viso.
Dopo quella che sembra un'eternità, mi rendo conto che Valentina mi ha lasciato padrone di entrambi i seni, e si sta intrufolando con la testa fra le gambe di Elena. Sotto le mani sento il suo seno che si muove al ritmo di un respiro sempre più affannoso. Le sue unghie affondano nella mia schiena. Sento i suoi capezzoli irrigidirsi ancora di più, un attimo prima che venga scossa dal piacere di un nuovo orgasmo.
Ce l'ho di nuovo duro. Trovo la forza di staccarmi da quelle tette paradisiache e mi metto a sedere. Lo sguardo viene catturato dal culo meraviglioso di Valentina, puntato contro il cielo, mentre lei continua a torturare sapientemente con la lingua la fica di Elena. Mi avvicino e lo afferro con entrambe le mani. Ha veramente un aspetto fantastico: ampio, ma perfettamente tondo e assolutamente sodo, senza un filo di grasso di troppo. Più in basso, fra le gambe, riesco a intravedere il luccichio della sua fica umida.
Senza pensarci due volte, la penetro da dietro, scivolando senza ostacoli negli umori della sua vagina. Un gemito di sorpresa è tutta la sua reazione, poi continua diligentemente il suo lavoro di bocca. Lavoro che non tarda a dare i suoi frutti, visto che Elena ha un nuovo orgasmo. E poi un altro. E un altro ancora. La povera ragazza non ha neanche il tempo di respirare fra un orgasmo e l'altro, ormai sono quasi un continuo. Cede completamente al potere della lingua di Valentina, mentre io abuso della stessa Valentina montandola come un animale, e schiaffeggiando con soddisfazione quel culo perfetto. Valentina interrompe gli orgasmi di Elena solo per venire a sua volta, inondandomi le gambe di liquido viscoso.
È tutta scossa dai tremiti, con la fronte poggiata a terra fra le gambe di Elena. "Anche tu devi avere la tua parte" le dico, scopandola ancora più forte.
"Sì... Ti prego..."
Vengo, per la seconda volta. Stringendomi alle chiappe perfette di Valentina, la riempio del mio sperma. Staccandomi da lei, osservo qualche gocciolina bianca colare dalla sua fica sul terreno.
È buio ormai. Siamo tutti e tre distrutti, ansimanti, sdraiati nudi nell'erba secca mentre cerchiamo di riprendere fiato.
Dopo un tempo indeterminato, ritorniamo in noi e cominciamo a rivestirci. Elena, che ha avuto un numero imprecisato di orgasmi, sta tremando visibilmente. Valentina la abbraccia e la bacia teneramente. "Sei stata meravigliosa stasera" le dice, poi, sempre tenendosi stretta a lei, si rivolge a me "anche tu sei stato meraviglioso, Tony. Vieni qui."
Ci abbracciamo in silenzio nella notte. I loro profumi si confondono, mentre il vento porta gli ovattati rumori della festa in paese.
Tornati al campeggio, mi salutano ciascuna con un bacio, dicendomi: "Alla prossima."
Ancora un po' intontito, me ne torno nella mia tenda. Allora è vero. La donna nella grotta diceva la verità. O forse era solo la canna che avevano fumato? Sembravano così vogliose, sembrava che non volessero altro che godere del mio corpo. Sono cambiato sul serio? C'entra quella donna nella grotta, qualsiasi cosa fosse? O è tutta una mia suggestione? Un caso? Un errore?
Mentre sono immerso in questi pensieri pigri, sento che qualcuno sta aprendo la tenda. Vengo investito dal profumo di Francesca.
"Come mai sei già qui?" le chiedo, abbracciandola.
"Mi annoiavo. E mi mancavi. E mi è venuta una voglia matta di scopare."
"Vieni qui. Ti stavo aspettando."
...
di
scritto il
2020-12-24
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Il Patto - 7 - L'Esercitazione

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