Il Patto - 7 - L'Esercitazione

di
genere
etero

17 luglio

Ci svegliamo abbracciati. I ricordi di ieri sera mi turbinano nella mente, e mentre bacio la pelle liscia e abbronzata di Francesca ho una voglia matta di farlo di nuovo. Solo che Sara potrebbe tornare da un momento all'altro, quindi ci vestiamo e scendiamo in spiaggia. Gli altri sono già lì, a prendere il sole.
"Hey, è Tony! Ma non era partito ieri?" mi chiamano.
Noto che accanto a Marco c'è una ragazza bionda, dalla corporatura esile, con un cappello di paglia a tesa larga e enormi occhiali da sole. Immagino che sia la sua nuova conquista.
In un impeto di orgoglio, afferro ostentatamente la mano di Francesca, salutandoli. Godo nel vedere i loro sguardi allibiti, mentre ci osservano muti. Non credete ai vostri occhi eh, stronzetti? Pensavate di essere tanto meglio di me, vero? E invece no. Anche io ho rimorchiato una bellissima ragazza. E l'ho fatta godere!
Soprattutto guardo Ginevra. Mi guarda a sua volta con un'espressione indecifrabile. L'ha notato? Ha qualche effetto su di lei? No, ovviamente. Che mi aspettavo? Basta questo pensiero ad oscurare in parte il mio trionfo.
"Sono contento che hai trovato un ottimo motivo per rimanere, Tony!" la voce possente di Edoardo rompe il silenzio, ed è come un via libera per gli altri, che ricominciano a chiacchierare, sempre lanciandoci qualche occhiata ogni tanto.
Ci sediamo con loro, io sempre impegnato ad arrovellarmi sull'improbabile effetto che la mia impresa potrebbe aver avuto su Ginevra, quando a un tratto noto che Francesca e Chiara si scambiano un sorrisetto complice. Porca miseria. Queste due hanno fatto sesso insieme! Come cacchio ho fatto a dimenticarlo? E c'erano anche quei due palestrati! Santo cielo, Manuel era enorme. E si è scopato Francesca giusto l'altra sera! Cosa sono io al confronto? Uno scricciolo, una nullità, un bambino...
Cado in un vortice di pensieri oscuri. Tutta la baldanzosità di prima è scomparsa. Mi sento stupido e inadeguato, come sempre. Gli altri chiacchierano amabilmente, ma io mi chiudo in un mutismo ostinato, guardando il mare.
"Tutto ok, piccolo?" chiede Francesca accarezzandomi la spalla.
"Sì" rispondo, laconico. Ecco, perché mi ha chiamato piccolo? Si vede che al confronto dei maschioni a cui è abituata sparisco.
"Ci andiamo a fare una nuotata?"
"Va bene."
Il mare è una tavola, l'acqua è fresca. Francesca è una nuotatrice provetta, si muove agile come un delfino, mentre io annaspo dietro di lei. Senza dire una parola, nuotiamo verso il largo, fino a raggiungere una grossa boa arancione. Afferriamo la boa e poggiamo i piedi sulla catena d'ormeggio ricoperta di alghe, riposandoci.
Francesca mi sorride, il sole si riflette sulle mille goccioline che le cadono dai capelli.
"Voglio insegnarti bene a slacciare i reggiseni" mi dice, "così per le prossime volte non sarai impacciato come ieri sera. Ho messo apposta questo bikini, che si chiude come un normale reggiseno, così ti puoi allenare."
Senza guardarla, con tono d'accusa rispondo: "Hai fatto sesso con Chiara. E con quegli altri due palestrati."
"E quindi?"
"E quindi perché hai fatto sesso con me ieri? Loro non erano meglio?"
"Ma sei scemo?"
Staccandosi dalla boa, si aggrappa alle mie spalle. Sento le sue gambe che si intrecciano davanti al mio bacino. Mi bacia sul collo e sulle orecchie.
"Ascoltami, Antonio. Siamo in vacanza. La gente vuole solo divertirsi. Non c'è nulla di male ad andare una sera con uno e una sera con un altro. Siamo single, non facciamo del male a nessuno. Ci prendiamo quanto c'è di bello dall'altro, senza andarci a impelagare in relazioni serie. Ho fatto sesso con vari ragazzi da quando sono qui, e lo farò ancora. Tu farai sesso con altre ragazze, e va bene così. Detto questo, ascoltami bene, perché te lo dirò una sola volta: farmi scopare da te, ieri sera, è stato bellissimo."
Queste parole, sussurrate al mio orecchio, mi fanno accelerare i battiti del cuore, e sento qualcosa smuoversi nel costume.
"Sul serio?"
Per tutta risposta, mi morde sul collo, non troppo piano.
"Ahia! Mi hai fatto male."
"Stai zitto. Ti avevo avvertito che te l'avrei detto una volta sola."
E mentre parla, sento la sua mano che scivola sul mio petto, sulla mia pancia, e va ad infilarsi nel costume. Mi afferra il pene, e comincia a segarmi dolcemente. Rimango così, in mezzo al mare, appeso a questa grande boa arancione. Francesca mi abbraccia da dietro, la testa poggiata sulla mia spalla, dandomi languidi baci sul collo. Sento le sue tette premere contro la schiena. La sua mano, delicata ma salda, corre su e giù lungo l'asta del mio pene, che diventa sempre più duro. Sento l'acqua fresca turbinare intorno e accarezzarmi in modi imprevisti. Il respiro si fa pesante, mentre il piacere sale lentamente, facendomi formicolare le cosce, il perineo, il petto. Assecondo il movimento di Francesca, scopando la sua mano. Lei mi bacia sul collo, con le labbra fredde e bagnate di acqua salata, facendomi rabbrividire. Il mio cazzo pulsa sempre più forte, comincio ad agitarmi tutto, lei se ne accorge e mi sega ancora più velocemente, mi mordo le labbra cercando di trattenermi, voglio prolungare il piacere, ma non ce la faccio più...
Sborro selvaggiamente, disperdendo il mio seme nel mare. I testicoli si contraggono con forza, espellendo tutto il loro succo.
Francesca rallenta i movimenti della mano e mi bacia l'orecchio rovente.
"Mi piace farti godere... "
Rimaniamo fermi per qualche secondo, nel silenzio interrotto solo dallo sciabordio delle minuscole onde che si infrangono contro la boa. Sento il suo fiato tiepido sul collo, mentre le contrazioni rallentano.
"Adesso mi vuoi slacciare questo benedetto reggiseno o no?"
È più facile a dirsi che a farsi. Ancora in fase post-orgasmo, cercando di tenermi aggrappato alla boa meglio che posso, sono ancora più imbranato di ieri. Francesca ride, e tenta di darmi una mano. Facciamo vari tentativi, io lo slaccio, lei lo rimette e mi fa esercitare di nuovo. Fra una prova e l'altra, posso ammirare le sue tette sode e perfettamente rotonde, lucide d'acqua, con i capezzoli turgidi per il freddo. Le accarezzo spesso, e le bacio, godendomi la loro consistenza elastica e la loro superficie fredda e salata di mare. Lei mi lascia fare, accarezzandomi la testa o stringendosi il seno ai lati per metterlo bene in evidenza.
Il piacevolissimo allenamento si protrae a lungo, e alla fine divento piuttosto bravo a slacciare i reggiseni. Fra risate e schizzi d'acqua, ci accorgiamo di cominciare a sentire freddo.
"Direi che sei promosso" mi dice Francesca, "sei pronto per mettere alla prova le tue abilità sul campo. Torniamo a riva?"
E così dicendo, si rimette di nuovo il pezzo di sopra del bikini.
Io guardo con rimpianto quel seno divino scomparire dietro la stoffa crudele, e con la mente sono già proiettato al momento in cui lo potrò scoprire di nuovo. Abbracciandola da dietro, le bacio i capelli e le stringo le tette ancora una volta. Il mio cazzo, di nuovo voglioso, già preme disperatamente sul suo sedere...
di
scritto il
2020-12-23
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