Il Patto - 9 - Il Giudizio

di
genere
etero

18 luglio

Mi sveglio completamente riposato. Nella penombra della tenda, osservo Francesca che dorme sdraiata al mio fianco. Senza volerlo, mi sto affezionando a questa ragazza. Mi sto affezionando alla sua dolcezza e alle sue risate. Mi sto affezionando ai suoi capelli lisci e alle sue forme generose, ai suoi fianchi larghi e ai suoi seni sodi.
E, cosa ancora più sorprendente, sembra che lei si stia affezionando a me. E accidenti se me lo ha dimostrato, stanotte.
Cercando di non fare rumore, esco dalla tenda. È inaspettatamente presto, non fa ancora caldo. Diretto verso le latrine del campeggio, penso a quello che è successo ieri. Tre ragazze in una sera. Credo che nemmeno Marco sia mai arrivato a tanto. Ed è capitato a me, Antonio, lo sfigato. Sono veramente cambiato dal liceo? No, non è così. Tre sere fa stavano ancora tutti a darmi del guardone! È cambiato tutto da quando ho incontrato Francesca al porto. Da quando...
Per assurdo che possa apparire, tutto sembra ricondurre alla donna nella grotta. Ma possibile? Davvero sono improvvisamente diventato irresistibile per le donne? Be' a giudicare da come si sono comportate Elena e Valentina ieri sembra di sì. E sono pure lesbiche. Ma avevano fumato. E poi forse mentre si fa sesso è sempre così. Come faccio a saperlo? Non avevo mai fatto sesso fino all'altro ieri...
No, devo assolutamente trovare un modo per capire come stanno realmente le cose.
Tornando alle nostre tende, mi rendo conto che qualcuno è sveglio. Chiara è seduta a gambe incrociate, il mento appoggiato alle mani, e guarda con occhi assenti il pentolino messo a bollire sul fornello. I capelli rossi e ondulati sono in disordine, e ha un paio di occhiaie molto pronunciate.
"Ciao" le dico, sedendomi accanto a lei.
"Oh, ciao Tony. Scusami, sto morendo di sonno. Vuoi un caffè?"
Accetto. Sorseggiamo due tazze di un orribile intruglio che dovrebbe essere caffè solubile mentre il campeggio si risveglia.
"Dio mio, fa schifo, ma ci voleva" borbotta Chiara, lo sguardo fisso all'orizzonte. "Siamo tornati poco più di un'ora fa, ma col cavolo che riesco a prendere sonno. Tanto vale stare svegli. Ah, a proposito. Sono passate Elena e Valentina. Ti salutano."
Arrossisco sotto il suo sguardo interrogativo. Sicuramente si starà chiedendo perché mai tanta premura. Meglio cambiare argomento.
"Com'è andata la serata? Hai rimorchiato?"
Il sorriso stanco sulle sue labbra risponde prima di lei. "Sì... un ragazzo simpatico... nulla di straordinario. Sicuramente nulla come la serata a casa di Manuel. Ti sei reso conto che io e te ci siamo scopati la stessa ragazza? Buffo, no?"
"Già..."
Complimenti Antonio, ottima scelta del nuovo argomento di conversazione.
Mi rendo conto che sto solo temporeggiando. Volevo un modo per capire cosa sta succedendo? Eccolo, è qui davanti a me, beve caffè solubile e ha i capelli rossi.
"Chiara... Tu che ne pensi di me?"
"In che senso?"
"Come persona."
"Sei un bravo ragazzo. Era quello che volevi sapere?"
"No." La cosa si sta facendo imbarazzante. "Intendo come uomo. Cioè come maschio. Ti piaccio? Chiedo a te perché sei..."
Ecco qui, anche oggi ho fatto la mia figura di merda.
"Perché sono esperta?" ridacchia Chiara.
"Scusa. Non volevo offenderti."
Guarda la sua tazza, riflessiva.
"È strano. Non ti ho degnato di uno sguardo per tutto il liceo. E quando siamo arrivati qui non mi sei sembrato troppo diverso. Dio santo, ma davvero ti sei messo a guardare Eddy e Giulia che scopavano?"
Ancora questa storia. Guardo in basso, senza rispondere.
"Comunque, da quando hai rimorchiato Francesca ho cambiato idea. Ho cominciato a vederti con un altro occhio. Sembri cresciuto, rispetto al liceo. Maturo, sicuro. Molto maschio. Attraente. Ecco, questa è la parola giusta. Mi sento un po'... attratta da te."
Continuo a non dire nulla. Guardo i fondi del caffè.
"A che pensi?" mi chiede.
"Non lo so. Con Francesca è stata la mia prima volta. È successo tutto così in fretta. Non so se sto facendo le cose giuste. Non so se sono bravo a letto, insomma. Lei mi dice che vado bene, ma forse è solo perché le piaccio. E non so perché le piaccio. Non so se sono veramente attraente, come dici tu. Mi servirebbe... un giudizio oggettivo, ecco."
Chiara fa una risata amara: "Ti servirebbe la luna. Nessuno ti darà mai un giudizio oggettivo, Tony. Pochissimi ti diranno quello che pensano davvero, e quelli che lo faranno ti daranno solo la loro versione dei fatti. Sono stata con tanti ragazzi, ma le poche cose che ho capito su di me le ho capite da sola. Loro mi hanno solo confusa, se mai hanno fatto qualcosa. Se vuoi delle certezze, le devi cercare solo dentro di te."
Silenzio. Ognuno dei due è immerso nei propri pensieri. Le tortore tubano su di noi. Sento i minuti che passano.
"Chiara?"
"Dimmi."
"E se ti chiedessi un giudizio soggettivo?"
Lei mi guarda con quegli occhi che sembrano scintillare di fiamme verdi. Sento il cuore battere all'impazzata.
"Vieni nella tenda."

In un attimo, mi ritrovo completamente nudo, sdraiato nella tenda, Chiara inginocchiata accanto a me che mi osserva con occhio clinico.
"Allora" dice, con voce professionale, "devo ammettere che come aspetto fisico hai un ampio margine di miglioramento. Zero muscoli e questo rotolino di ciccia sarebbe meglio se sparisse. Però..."
Però?
"Però hai un nonsocché. Non ti so spiegare. Forse è il tuo odore. Mi piace. Mi sento... mi sento... non te lo so dire."
Mi accorgo che ha le pupille dilatate, e le guance lentigginose sono decisamente rosse. Mai vista Chiara arrossire prima d'ora. È una suggestione o ha anche il respiro affannoso?
"Mi sento... come un fremito dentro. Mi fai sangue, ecco. Oh Dio, non so se è solo perché ne stiamo parlando, ma mi sto cominciando a sentire... disinibita. Credo sia il tuo profumo. Sì dev'essere quello." Avvicina la faccia al mio petto. "Che profumo usi?"
"Nessuno."
"Allora è proprio il tuo odore. Mmmm, ti dispiace se ogni tanto ti dò una sniffata?"
Continua ad esaminarmi attentamente. Le sue mani affusolate si poggiano sulla mia pelle. Tremano. E non è una suggestione.
"Ora veniamo alla parte prominente."
Lentamente, fa scivolare un dito lungo la mia pancia, fino al pube. Il mio pene reagisce vigorosamente, drizzandosi del tutto in pochi secondi.
"Bene, la voglia non ti manca, vedo. Devo dire che ne ho visti di migliori. Più lunghi, più grossi. Il tuo è nella media, direi. Però c'è sempre quel nonsocché..."
Con una lentezza estrema, avvicina il viso al mio cazzo eretto. Posso sentire il suo respiro sulla cappella.
"Sai perché sono così esperta?"
"No, perché?"
"Perché adoro lo sperma. È più forte di me, ne ho sempre voglia. È come una dipendenza."
Sto impazzendo. Chiara, la ragazza più corteggiata del liceo, che fa questi discorsi con le labbra a un centimetro dal mio cazzo. E che labbra! Morbide, rosse, sensuali, sfacciate...
Senza distogliere gli occhi dal mio pene, si lega i capelli fiammeggianti con un elastico.
Al primo tocco della sua lingua, sento come una scossa elettrica scendere lungo l'asta fino ai testicoli. Delicatamente, Chiara afferra il mio cazzo e lo inclina appena appena verso di lei. Con la lingua lavora con precisione e leggerezza intorno alla zona del frenulo. Sento che i testicoli cominciano a pompare, e anche senza guardare sono sicuro di stare già colando una gran quantità di liquido preseminale.
Dopo quello che sembra un secolo, finalmente smette di leccarmi il frenulo. Sento la cappella gonfia e dolorante, e praticamente ho i crampi alle palle. Le sue labbra sfiorano appena il meato dell'uretra, regalandomi piccole scosse a ogni bacio. Poco a poco, millimetro dopo millimetro, il mio cazzo scivola nella sua bocca.
Perdo completamente cognizione di me stesso. Mai, mai, avevo provato una cosa del genere. Anche la donna della grotta scomparirebbe di fronte alle labbra esperte di Chiara. Non è solo brava, riesco a sentire tutta la passione che mette nella creazione del suo capolavoro. È la maestra indiscussa del pompino.
Anche se lo volessi, non potrei mai lasciare che una simile bravura non venga adeguatamente omaggiata. Sento la tensione nei testicoli raggiungere livelli altissimi e poi, con il cazzo che si dimena come un serpente impazzito, le vengo in bocca schizzando forte e a più riprese.
La magia del momento si smorza quando Chiara si alza di scatto, rossa in viso, e comincia a tossire violentemente, lasciandosi cadere un bel po' di sperma sul petto.
"Scusami" dice, fra un colpo di tosse e l'altro, "ho provato a berla tutta ma non ce l'ho fatta. Che cacchio hai fra le gambe, un idrante?"
"Era tanta?"
"Era troppa. Da quanto tempo non venivi?"
"Da stanotte."
Lei mi guarda sconcertata, pulendosi il mento con la mano. L'odore di sperma è forte nell'aria chiusa della tenda.
"Tony, questo era letteralmente un fiume di sborra. I ragazzi si astengono per giorni per produrne così tanta. Per settimane! Santo cielo, se sei venuto dentro Francesca in questo modo, la poveraccia sarà già incinta di quattro gemelli!"
Non so bene cosa rispondere. So solo che tanti complimenti per il mio sperma mi stanno già facendo tornare una sostanziosa erezione.
"Hai sempre eiaculato così tanto?"
"Non lo so. Fammi vedere quant'è."
Gentilmente, ma fermamente, la tiro a me. La faccio mettere sdraiata supina. Ormai l'Antonio timido con cui mi identificavo è scomparso del tutto. Sento il sangue che pulsa nelle orecchie. Lei è ancora vestita, e qualche goccia di sperma le ha macchiato la maglietta. Mi metto a cavalcioni su di lei, il cazzo, all'altezza delle sue tette, puntato dritto verso la sua faccia.
"Che vuoi fare?" mi chiede, con l'aria leggermente spaventata.
"Fammi venire di nuovo. Voglio venirti in faccia e vedere coi miei occhi quant'è."
"Mi annegherai."
"Ti dispiace?"
"No..."
Sorridendomi, comincia a segarmi vigorosamente. Non ho voglia di durare a lungo, e lei sembra non volere altro che il mio sperma. La sua mano si muove velocissima e instancabile, sento le sue tette che si muovono sotto le mie palle, guardo quel visino da favola che mi sorride, felice...
In pochi minuti, vengo di nuovo. Con più di dieci schizzi, sborro letteralmente dappertutto, sul suo viso, sui suoi capelli, sulla sua maglia. Non credo ai miei occhi.
È la prima volta che vedo una mia eiaculazione da quando ho incontrato la donna nella grotta. Di solito, quando mi masturbavo producevo qualche schizzo di sperma, che mi è sempre sembrato adeguato. Quello che ho davanti, invece, è un macello. Il volto di Chiara è completamente impiastricciato, ci sono schizzi ovunque sui suoi capelli, e la parte superiore della sua maglia è inzuppata - inzuppata! - di sperma.
Bene, penso, numero uno, la donna nella grotta mi ha reso irresistibile per le femmine. Numero due, ha trasformato le mie palle in fabbriche di sborra.
"Contento?" chiede Chiara, leccandosi le labbra e cercando di pulirsi gli occhi, "mi hai fatto un bukkake. Da solo!"
Ah, numero tre, a quanto pare ho perso del tutto il periodo refrattario: sono già di nuovo in erezione.
"E ti dirò di più" continua, portandosi alla bocca tutto lo sperma che le ricopre la faccia, "ha un sapore buonissimo. Non nel senso che è passabile. È proprio buona! Me ne berrei a litri. Ne hai altra?"
"Credo di sì" rispondo, lanciando un'occhiata al mio cazzo pulsante.
"Bene. Stavolta la voglio dentro."
Si spoglia, quasi frettolosamente. A parte per l'altezza, non eccelsa, ha un fisico da modella, di una perfezione statuaria. È magra, ma alla pancia piatta fanno da contraltare dei fianchi e delle cosce squisitamente femminili. Il culo è alto, sodo e tondo, le gambe lunghe, le mani affusolate, e il seno potrebbe essere servito da modello per la famosa coppa di champagne.
Mi sbatte per terra, neanche troppo delicatamente, e stavolta è lei a mettersi a cavalcioni sopra di me.
"Dio santo" mormora, "sono già un lago. Non so come fai, Tony, ma mi fai arrapare in un modo allucinante."
E così dicendo, si impala senza pietà sul mio cazzo, risucchiandolo completamente nella sua fica avida.
Non c'è nulla di animalesco nell'accoppiamento con Chiara. È pura bravura, studiata perfezione, è arte. Il suo bacino si muove sapientemente sopra di me, traendone tutto il piacere possibile. Mi abbandono completamente a lei, mi fido della sua competenza, e già mi pregusto la goduria di riempirla con un mare di sperma.
"Dio mio... Dio mio... Sei fantastico, Tony... non ho mai sentito nulla del genere, prima. Sembra che mi stia vibrando dentro. Sento... sento che sto già per venire..."
È vero. Piantandomi ferocemente le unghie nel petto, viene scossa da un orgasmo violentissimo.
Ci mette un bel po' di tempo a riprendersi. "Nessuno mi aveva mai fatto venire così velocemente. Nessuno." Mi guarda fisso negli occhi: "Tony, sei un mago del sesso. Mi sento arrapata come mai in vita mia. Tony..."
Si china su di me, ancora col mio pene dentro, le sue labbra morbide a un centimetro dalle mie: "Tony... Posso essere la tua troia? Ti prego..."
A questa preghiera mi sento perdere la testa. Sento solo una vocina dentro di me, che mi ripete furiosamente di sborrarle dentro. La afferro per i fianchi e spingo forte dentro di lei, facendola gemere.
La scopo come se fosse una bambola. La prendo in ogni posizione, da sotto, da sopra, da dietro. Godo stringendo il suo corpo leggero e flessuoso, rigirandola e spostandola di volta in volta. Lei sembra incapace di parlare. Sotto le mie spinte vigorose viene una, due, tre, quattro volte... perdo il conto.
Alla fine, mentre la sto montando a pecora, sento che non posso più trattenermi. Afferro saldamente quel culo perfetto, e, spingendo il cazzo più a fondo che posso nel suo ventre, le vengo dentro. I testicoli, già affaticati, si contraggono dolorosamente per sparare fuori questa nuova ondata di sborra. Esco da lei che sto ancora schizzando, e qualche goccia le finisce sul culo e sulla schiena.
Ci sdraiamo fianco a fianco, ansimanti, sfiniti dalla fatica e dal piacere. Rimaniamo in silenzio a fissare il soffitto della tenda.
"Allora, che ne pensi di me?" chiedo a mezza voce.
Chiara si gira. Ha gli occhi lucidi. Sta piangendo. Mi abbraccia e affonda la faccia nel mio petto.
"Oh Dio, Tony... è stato bellissimo. Non avevo mai provato nulla del genere. Mi sento di non aver mai fatto veramente sesso fino a questo momento" singhiozza, riempiendomi di baci e di lacrime. "Qualunque cosa succeda, non dimenticherò mai questa mattina. Francesca è una ragazza fortunata. Sei fantastico. Sei un toro da monta. Sei un Dio del sesso."
La abbraccio e la stringo forte a me, baciandole i capelli. Lentamente, smette di singhiozzare, e il suo respiro si fa calmo e regolare. Sta dormendo.
Badando a non svegliarla, mi vesto ed esco dalla tenda. Ormai il sole è alto, ma dei nostri non si è ancora svegliato nessuno. Mi sembra di respirare una brezza fresca e piacevolissima, rispetto all'aria chiusa e satura di sesso della tenda.
E così sono un Dio del sesso. Le ragazze si sentono irresistibilmente attratte da me. Il mondo mi appare ora come un enorme giocattolo, completamente a mia disposizione. Posso fare tutto quello che voglio.
Ormai non ci sono più dubbi, devo ringraziare la donna nella grotta. Si sbagliava solo su una cosa: non sono mai stato così felice in vita mia...
di
scritto il
2020-12-24
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