Il Patto - 2 - Gli Scogli
di
Scia
genere
voyeur
15 luglio
Sono qui da nemmeno ventiquattr'ore e già mi sono rotto le scatole. Ieri sera siamo andati a bere qualcosa in uno degli unici due locali presenti in paese. Chiara è stata abbordata da un ragazzone tutto muscoli praticamente un secondo dopo essere arrivata. Mezz'ora dopo, Marco stava già incantando una bella biondina. Elena e Valentina hanno parlato per tutta la sera con due ragazzi tedeschi. Io sono rimasto al tavolo con Edoardo, Giulia, Flavio e Ginevra. Nonostante fosse una compagnia piacevole, il fatto che gli altri single avessero già fatto conquiste, mentre io stavo seduto con le altre due coppie a fare il quinto incomodo, mi ha dato parecchio fastidio, rendendomi ancora più scontroso del solito. E poi avere Ginevra così vicina, sentire l'odore dei suoi capelli, vedere la sua mano sulla gamba di Flavio, immaginare la sensazione del suo tocco mi stava facendo letteralmente impazzire. Ho cercato di ignorarli e mi sono girato dall'altra parte, ma subito il mio sguardo è stato risucchiato nell'immensa scollatura di Giulia. Edoardo mi ha notato e mi ha chiamato: "Hey, tutto a posto?". Al che ho abbassato di colpo lo sguardo e sono diventato tutto rosso, mentre gli altri ridevano a crepapelle. È stata una serata orribile.
Ora è quasi mezzogiorno e siamo in spiaggia. Il luogo è bello, il campeggio si trova al centro di una piccola insenatura, su un pendio ricoperto da pini che scende piuttosto ripidamente verso una caletta di sabbia dorata, circondata dagli scogli. Chiara ancora non è tornata, evidentemente la sua nuova conquista la sta tenendo molto impegnata. Elena e Valentina stanno facendo windsurf con i due tedeschi che hanno conosciuto ieri sera. Edoardo e Giulia sono spariti chissà dove. Marco, Flavio e Ginevra, sdraiati sotto all'ombrellone, stanno facendo le parole crociate. Marco legge le definizioni e scrive, e fra lui e Ginevra riescono a riempire gran parte delle caselle. Se capita una definizione più difficile, bastano pochi secondi perché Flavio snoccioli la risposta con precisione infallibile, e ogni volta che questo succede, Ginevra gli lancia un'occhiata di adorazione. Stufo di questa situazione, mi alzo.
"Vado a fare due passi" dico.
"Ok" mi risponde Marco, "rimani in zona che fra poco torna Edoardo con i panini".
Sì, come no, i panini, penso mentre mi allontano. Edoardo starà nella tenda a gustarsi le pagnotte di Giulia, figurati se sta a pensare ai nostri panini.
Lanciando qua e là qualche occhiata piena di desiderio represso alle ragazze in costume, raggiungo ben presto la fine della spiaggia. Rimuginando fra a me e me, comincio ad inerpicarmi fra gli scogli. Perché sono venuto qui? Pensavo forse che avrei rimorchiato come fanno tutte le persone normali in vacanza? Non lo sapevo come sarebbe andata a finire? Almeno a casa mia sarei stato a casa mia e basta. Qui invece è pieno di ragazze che vogliono solo divertirsi per qualche giorno, eppure per me sono tutte irraggiungibili come la luna. Per non parlare poi di Ginevra. Avere tante ragazze intorno, vedere gli altri toccarle e sapere che possono possedere i loro corpi, anche solo per una notte o per un'ora, mi sta riempiendo di un terribile miscuglio di invidia, disperazione e tensione sessuale. Cosa avrà fatto Marco con quella biondina? E cosa starà facendo Chiara ancora con quel palestrato? Quante volte l'avrà fatto venire? E se avesse coinvolto anche i suoi amici?
Mentre mi inoltro fra gli scogli, i miei pensieri sono fuori controllo, e ormai non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di Chiara al centro di una gang bang di bodybuilders. Il mio pene ne risente, e struscia dolorosamente contro l'interno del costume, e gli ampi movimenti che devo fare con le gambe per scavalcare i massi peggiorano di molto la situazione. Appena torno alla tenda mi ammazzo di seghe, penso.
Ormai ho camminato per un bel po' in mezzo agli scogli, e riesco a vedere la spiaggia in lontananza. Penso che tutto sommato sia ora di tornare indietro. Ma all'improvviso sento uno strano suono, come un gridolino, poco oltre. Con cautela, mi avvicino, mi arrampico su un macigno e sbircio dall'altra parte. C'è una minuscola caletta, poco più di un metro quadrato di sabbia nascosta fra alti scogli. Ma non è questo quello che mi mozza il fiato.
Giulia è in ginocchio sulla sabbia, e guarda verso il mare. Dietro di lei c'è Edoardo, anche lui in ginocchio, e la abbraccia da dietro, rivolto nella stessa direzione. Lei è seduta sulle gambe di lui, e non indossa il pezzo di sotto del costume. Edoardo la cinge fermamente da dietro, il petto appiccicato alla sua schiena: con una mano le sta palpando i grossi seni ancora coperti dal bikini blu, mentre con l'altra la sta toccando fra le pallide cosce nude. Giulia sta godendo vistosamente, e riesco a vedere le sue chiappe grassocce spingere decisamente all'indietro verso il pacco di Edoardo. Oh mio Dio, penso, che cacchio faccio ora?
All'improvviso, con un gridolino strozzato, Giulia è scossa da un tremito e stringe le cosce intorno alla mano di Edoardo, venendo forte. Lui sorride, la bacia sul collo e le stringe le tettone con entrambe le mani. Poi, di colpo, la spinge in avanti, in modo da farla cadere carponi, si abbassa il costume mettendo in mostra il cazzo in piena erezione, la afferra per i fianchi generosi e la monta. Giulia geme di nuovo sentendo Edoardo entrare dentro di lei, poi china la testa e si lascia placidamente scopare a pecora.
Sono inchiodato sul posto. Ogni pensiero di andare via è scomparso dalla mia testa e senza nemmeno rendermene conto comincio a toccarmi il vistoso e dolorante bozzo nei pantaloni. Nonostante abbia sempre ammirato il suo davanzale, non avevo mai pensato a Giulia come a una ragazza particolarmente sexy, ma vederla così, scopata a pecora, la schiena madida di sudore, i non eccessivi rotolini di ciccia che tremano sotto ogni spinta, e soprattutto le sue immense tette che oscillano avanti e indietro fra le sue braccia come le mammelle di una vacca, mi fa perdere la testa.
Edoardo continua a spingere con vigore incredibile, tutto ansimante e ricoperto di sudore sotto al sole cocente. Penso che al posto suo sarei già venuto dieci volte. A un certo punto, sotto le spinte che si fanno sempre più violente, una tetta di Giulia scivola fuori dal bikini, subito seguita dall'altra. Io non avevo mai visto un paio di tette nude in vita mia se non nei porno, e trovarmi di fronte ad un seno così maestoso che balla alla piena luce del sole, seppur a una decina di metri di distanza, mi secca la bocca e mi accelera i battiti del cuore. Come impazzito, estraggo dal costume il cazzo che sembra stia per esplodere, e sono talmente eccitato che il semplice tocco della mano mi porta sull'orlo dell'orgasmo. Sento i testicoli contrarsi e in silenzio schizzo fortissimo e a più riprese una gran quantità di sperma bollente sulle rocce, sognando di innaffiare le enormi tettone di Giulia.
Mentre i battiti del cuore tornano regolari e l'offuscamento della vista scompare, sento con orrore una risata alle mie spalle: "Hey, guarda! Che cacchio fa quello?"
Sono qui da nemmeno ventiquattr'ore e già mi sono rotto le scatole. Ieri sera siamo andati a bere qualcosa in uno degli unici due locali presenti in paese. Chiara è stata abbordata da un ragazzone tutto muscoli praticamente un secondo dopo essere arrivata. Mezz'ora dopo, Marco stava già incantando una bella biondina. Elena e Valentina hanno parlato per tutta la sera con due ragazzi tedeschi. Io sono rimasto al tavolo con Edoardo, Giulia, Flavio e Ginevra. Nonostante fosse una compagnia piacevole, il fatto che gli altri single avessero già fatto conquiste, mentre io stavo seduto con le altre due coppie a fare il quinto incomodo, mi ha dato parecchio fastidio, rendendomi ancora più scontroso del solito. E poi avere Ginevra così vicina, sentire l'odore dei suoi capelli, vedere la sua mano sulla gamba di Flavio, immaginare la sensazione del suo tocco mi stava facendo letteralmente impazzire. Ho cercato di ignorarli e mi sono girato dall'altra parte, ma subito il mio sguardo è stato risucchiato nell'immensa scollatura di Giulia. Edoardo mi ha notato e mi ha chiamato: "Hey, tutto a posto?". Al che ho abbassato di colpo lo sguardo e sono diventato tutto rosso, mentre gli altri ridevano a crepapelle. È stata una serata orribile.
Ora è quasi mezzogiorno e siamo in spiaggia. Il luogo è bello, il campeggio si trova al centro di una piccola insenatura, su un pendio ricoperto da pini che scende piuttosto ripidamente verso una caletta di sabbia dorata, circondata dagli scogli. Chiara ancora non è tornata, evidentemente la sua nuova conquista la sta tenendo molto impegnata. Elena e Valentina stanno facendo windsurf con i due tedeschi che hanno conosciuto ieri sera. Edoardo e Giulia sono spariti chissà dove. Marco, Flavio e Ginevra, sdraiati sotto all'ombrellone, stanno facendo le parole crociate. Marco legge le definizioni e scrive, e fra lui e Ginevra riescono a riempire gran parte delle caselle. Se capita una definizione più difficile, bastano pochi secondi perché Flavio snoccioli la risposta con precisione infallibile, e ogni volta che questo succede, Ginevra gli lancia un'occhiata di adorazione. Stufo di questa situazione, mi alzo.
"Vado a fare due passi" dico.
"Ok" mi risponde Marco, "rimani in zona che fra poco torna Edoardo con i panini".
Sì, come no, i panini, penso mentre mi allontano. Edoardo starà nella tenda a gustarsi le pagnotte di Giulia, figurati se sta a pensare ai nostri panini.
Lanciando qua e là qualche occhiata piena di desiderio represso alle ragazze in costume, raggiungo ben presto la fine della spiaggia. Rimuginando fra a me e me, comincio ad inerpicarmi fra gli scogli. Perché sono venuto qui? Pensavo forse che avrei rimorchiato come fanno tutte le persone normali in vacanza? Non lo sapevo come sarebbe andata a finire? Almeno a casa mia sarei stato a casa mia e basta. Qui invece è pieno di ragazze che vogliono solo divertirsi per qualche giorno, eppure per me sono tutte irraggiungibili come la luna. Per non parlare poi di Ginevra. Avere tante ragazze intorno, vedere gli altri toccarle e sapere che possono possedere i loro corpi, anche solo per una notte o per un'ora, mi sta riempiendo di un terribile miscuglio di invidia, disperazione e tensione sessuale. Cosa avrà fatto Marco con quella biondina? E cosa starà facendo Chiara ancora con quel palestrato? Quante volte l'avrà fatto venire? E se avesse coinvolto anche i suoi amici?
Mentre mi inoltro fra gli scogli, i miei pensieri sono fuori controllo, e ormai non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di Chiara al centro di una gang bang di bodybuilders. Il mio pene ne risente, e struscia dolorosamente contro l'interno del costume, e gli ampi movimenti che devo fare con le gambe per scavalcare i massi peggiorano di molto la situazione. Appena torno alla tenda mi ammazzo di seghe, penso.
Ormai ho camminato per un bel po' in mezzo agli scogli, e riesco a vedere la spiaggia in lontananza. Penso che tutto sommato sia ora di tornare indietro. Ma all'improvviso sento uno strano suono, come un gridolino, poco oltre. Con cautela, mi avvicino, mi arrampico su un macigno e sbircio dall'altra parte. C'è una minuscola caletta, poco più di un metro quadrato di sabbia nascosta fra alti scogli. Ma non è questo quello che mi mozza il fiato.
Giulia è in ginocchio sulla sabbia, e guarda verso il mare. Dietro di lei c'è Edoardo, anche lui in ginocchio, e la abbraccia da dietro, rivolto nella stessa direzione. Lei è seduta sulle gambe di lui, e non indossa il pezzo di sotto del costume. Edoardo la cinge fermamente da dietro, il petto appiccicato alla sua schiena: con una mano le sta palpando i grossi seni ancora coperti dal bikini blu, mentre con l'altra la sta toccando fra le pallide cosce nude. Giulia sta godendo vistosamente, e riesco a vedere le sue chiappe grassocce spingere decisamente all'indietro verso il pacco di Edoardo. Oh mio Dio, penso, che cacchio faccio ora?
All'improvviso, con un gridolino strozzato, Giulia è scossa da un tremito e stringe le cosce intorno alla mano di Edoardo, venendo forte. Lui sorride, la bacia sul collo e le stringe le tettone con entrambe le mani. Poi, di colpo, la spinge in avanti, in modo da farla cadere carponi, si abbassa il costume mettendo in mostra il cazzo in piena erezione, la afferra per i fianchi generosi e la monta. Giulia geme di nuovo sentendo Edoardo entrare dentro di lei, poi china la testa e si lascia placidamente scopare a pecora.
Sono inchiodato sul posto. Ogni pensiero di andare via è scomparso dalla mia testa e senza nemmeno rendermene conto comincio a toccarmi il vistoso e dolorante bozzo nei pantaloni. Nonostante abbia sempre ammirato il suo davanzale, non avevo mai pensato a Giulia come a una ragazza particolarmente sexy, ma vederla così, scopata a pecora, la schiena madida di sudore, i non eccessivi rotolini di ciccia che tremano sotto ogni spinta, e soprattutto le sue immense tette che oscillano avanti e indietro fra le sue braccia come le mammelle di una vacca, mi fa perdere la testa.
Edoardo continua a spingere con vigore incredibile, tutto ansimante e ricoperto di sudore sotto al sole cocente. Penso che al posto suo sarei già venuto dieci volte. A un certo punto, sotto le spinte che si fanno sempre più violente, una tetta di Giulia scivola fuori dal bikini, subito seguita dall'altra. Io non avevo mai visto un paio di tette nude in vita mia se non nei porno, e trovarmi di fronte ad un seno così maestoso che balla alla piena luce del sole, seppur a una decina di metri di distanza, mi secca la bocca e mi accelera i battiti del cuore. Come impazzito, estraggo dal costume il cazzo che sembra stia per esplodere, e sono talmente eccitato che il semplice tocco della mano mi porta sull'orlo dell'orgasmo. Sento i testicoli contrarsi e in silenzio schizzo fortissimo e a più riprese una gran quantità di sperma bollente sulle rocce, sognando di innaffiare le enormi tettone di Giulia.
Mentre i battiti del cuore tornano regolari e l'offuscamento della vista scompare, sento con orrore una risata alle mie spalle: "Hey, guarda! Che cacchio fa quello?"
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