Gli spiriti della foresta - L'incontro
di
Jo D’Alaska
genere
orge
Cammino nel bosco silenziosamente, posando i piedi nudi sulla tenera erba, il vento mi agita le stoffe che ricoprono lievemente il mio corpo, qualcosa di leggero, per combattere il caldo della giornata. La radura erbosa si apre dinanzi a me, e mi siedo sulla candida erba sotto al salice, lo sciabordio della cascata a poca distanza da me mi arriva distinto, nel silenzio della natura. Quando il caldo si fa insopportabile mi alzo, diretta al fiume e mi levo le stoffe bianche, che abbandono vicino alla riva, cammino nell’acqua fredda che lentamente mi cinge le caviglie, i polpacci e le cosce. Fino alla pancia e al petto sodo, l’acqua mi scorre intorno donandomi sollievo dalla giornata afosa.
Mentre mi dirigo alla riva intravedo tre donne tra alberi, tutte e tre di una bellezza sconvolgente, a sinistra una donna dai capelli rossi, gli occhi e le labbra truccate pesantemente, come le altre due. Il fisico formoso che si intravede dall’abito in tulle che indossa, a destra la donna dai capelli neri, occhi profondi con un leggero taglio orientale e lo stesso abito trasparente della donna rossa, nel centro, la più bella di tutte. Pelle color cannella, i capelli bianchi tagliati corti, dello stesso colore dell’abito con ricamati dei fiori che indossa su un corpo che si intravede bene dal taglio dell’indumento che indossa. Quando noto che mi scorgono faccio per coprire il petto e il pube ma loro ridono e la mora mi allunga la mano, invitandomi a raggiungerle. Sono strette tra loro, e io, calamitata, mi ci avvicino. In modo sincronizzato mi sorridono mentre mi trovo a poca distanza, la mora mi prende le mani mentre la rossa passa dietro di me e inizia ad intrecciarmi i capelli, gli occhi della dama in bianco mi catturano «Come ti chiami?»
«Adra» sussurro e lei sorride mostrando i denti bianchi «Bene Adra, ti sei imbattuta negli spiriti della foresta, sei fortunata» annuisco, quasi incapace di parlare davanti a tanta bellezza, mi accarezza il viso e come rispondendo a un gesto silenzioso le donne mi fanno muovere e sedere sul prato, la donna dai capelli rossi si accomoda dietro di me alzandosi la gonna per tenermi tra le gambe, la mora si sfila sensualmente la stoffa che ricopre il suo meraviglioso corpo, il seno di dimensioni normali emerge dal nero del tessuto, piccoli capezzoli scuri su pelle color miele, allungo il braccio verso di lei per scoprire se riesce a starmici in una mano. Si inginocchia di fronte a me, il pube liscio a poca distanza dalle mie gambe. Gli afferro delicatamente il seno e lei piega indietro la testa mentre si morde il labbro, nello stesso momento la rossa inizia a palparmi entrambi i seni con le mani che sbucano da dietro di me facendomi emettere un gemito strozzato, la donna in bianco ci osserva metadibonda e provo un irrefrenabile desiderio di compiacerla. Attiro la mora a me e faccio sfiorare le nostre labbra, le sue sono morbide e la sua lingua si intreccia in fretta alla mia, mi si posiziona a cavalcioni, appoggiando la sua vulva alle mie gambe, sento i suoi umori colarmi sulla pelle. Mi separo lievemente dalla donna rossa e tra la stoffa dell’abito cerco l’intersezione delle sue gambe, la trovo, calda e umida, inizio ad accarezzarla tra le piccole labbra e lei geme stringendo la presa sui miei seni, con l’altra mano accarezzo l’intimità della mora che emette dei piccoli gemiti di godimento muovendo il bacino contro la mia mano, infilo due dita dalla mora strappandole un gemito e le muovo velocemente finche non la sento tremare, travolta da un orgasmo. Mi volto verso la rossa e le tolgo l’abito per poi sdraiarmi sopra al suo corpo nudo, i suoi seni sono piccoli e sodi, con dei capezzoli scuri che premono contro i miei mentre mi struscio su di lei. La bacio sulle labbra, bacia bene, anche se preferivo la mora. Scendo fino ai suoi capezzoli e li lecco profondamente facendola ansimare, mi avvolge con le gambe e alza il bacino verso di me, percorro con la lingua la sua pancia fino alla vulva. Separo le labbra, coperte da una lieve peluria rossiccia e la lecco per tutta la sua lunghezza, intanto mi porto la mano tra le gambe e inizio a toccarmi per cercare di placare il mio desiderio, sono fradicia e non ne sono sorpresa, mi prende i capelli per attirarmi a se e io continuo a muovere la lingua per poi infilarla nella sua vagina. La donna urla travolta dall’orgasmo. Mi volto in tempo per vedere la mora che spoglia la donna in bianco, il suo fisico è minuto e nonostante si intravedesse dal vestito rimango estasiata. Da una bacio passionale alla mora e viene verso di me ancheggiando, muovo la mano più velocemente tra le mie labbra. Mi si mette a cavalcioni e si china su di me, il suo seno ondeggia con i suoi movimenti finché non si adagia al mio. Sento le sue dita spostarmi lievemente la mano mentre le sue labbra sfiorano le mie. Con la coda dell’occhio intravedo la rossa e la mora che iniziano a toccarsi a vicenda e a gemere. Le lascio fare, desiderio le mani della dama in bianco addosso da quando l’ho vista. Mi accarezza leggermente le labbra e mi infila in profondita due dita facendomi emettere un urlo di piacere, le sue dita sembrano muoversi esattamente come desidero, divarico le gambe sotto di lei mente si muove velocemente dentro e fuori di me. con mio disappunto sfila la dita da me e mi fa alzare una gamba per posizionare la sua vulva a contatto con la mia. Guardo il punto in cui ci tocchiamo, cannella e vaniglia che si strusciano umide e desiderose. La donna si muove agilmente e con movimenti ritmici e profondi. Mi afferra un seno e si china a morderlo mentre muove più velocemente il bacino. Ripiego indietro la testa e mi lascio andare a un sensazionale orgasmo.
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