Principessa d'oltremare
di
Jo D’Alaska
genere
saffico
La principessa straniera si inchina al mio cospetto, posando il primo dei numerosi cesti etnici che ci dona, ricolmi dei regali della sua terra. I nostri re ci guardano a malapena, lasciate al loro fianco. Meno importanti delle mogli e dei consiglieri, progenie che non potrà governare, ma solo essere data in sposa. La principessa Aisha, in particolare, è promessa a mio fratello maggiore, l’erede di mio padre.
Mentre i sovrani discutono pacificamente, sondo attentamente la principessa. Indossa una stoffa bianca abilmente intrecciata sul corpo, lascia intravedere la pelle liscia tra i seni e il ventre, il collo e le braccia sono circondati e appesantiti da catene d’oro e gioielli che risaltano sulla pelle scura. I fianchi ampi sono evidenziati dalla stoffa stretta e le sue gambe mi sembrano lunghe chilometri. Sondo il suo corpo bramosa fin quando i miei occhi non incontrano i suoi, del colore dell’ambra e fissi nei miei. Trattengo lo stimolo di abbassare lo sguardo, lo trattengo nel tentativo di leggere la sua anima.
La loro terra è avvolta di mistero, si dice siano maghi, in grado di piegare la natura e l’uomo al proprio volere. Stringo le labbra incredula e lei inarca un sopracciglio, mi mordo il labbro presa da una strana sensazione alla bocca dello stomaco. Quasi non mi rendo conto che il re si sta congedando, portando via la figlia e i consiglieri. Rimango intontita mentre la guardo allontanarsi, diretta agli alloggi riservati agli ospiti reali.
Mi agito per la camera come un animale intrappolato, percorrendo a passi veloci il pavimento dal bagno al giardino, penso agli occhi oro della principessa Aisha e non riesco a togliermeli dalla testa, mi sento come stregata.
«Consumerete il pavimento» mi volto, il suo viso è la prima cosa che noto, più rilassato rispetto a qualche ora prima. I capelli, prima raccolti in intricate treccine, sono lasciati liberi, e si alzano sfidando la forza di gravità in piccoli ricci afro. Immagino come debba essere affondarci le mani e stringere il suo viso al mio. Sbatto gli occhi tornando alla realtà. La donna continua a guardarmi, si è cambiata. Indossa una leggera stoffa gialla che le cinge il busto, dello spessore giusto per coprire solo il seno, che nella parte superiore sporge leggermente facendone intuire la forma, nella stoffa leggera intravedo la sagoma dei suoi capezzoli e un ondata irrefrenabile mi divampa nel corpo, partendo dal ventre. La pancia scoperta è delineata da muscoli guizzanti e armoniosi che spariscono in una gonna di piume gialle, troppo corta per quelle gambe lunghissime. Aisha mi sorride e cercando il suo sguardo noto che anche lei mi sta studiando come sto facendo io. Anche io mi sono cambiata, ma nel nostro regno non è usanza mostrare così tanta pelle come nel loro. «Nel vostro regno sono tutti così belli?» Mi scappa prima che riesca a trattenerlo, è solo un sussurro ma lei mi sente e ride armoniosamente. Il suono delicato mi inebria. «Potrei rivolgere la stessa domanda a voi» sussurra maliziosa e si avvicina a me, le bastano pochi passi per annullare la distanza. La sua altezza mi sovrasta, le arrivo giusto alla spalla. Da vicino è ancora più bella, la sua pelle sembra risplendere alla luce del tramonto e i suoi occhi paiono illuminati dall’interno. «Vi state chiedendo se sono una strega» non è una domanda ma io annuisco, mi sorride mostrando i denti bianchi come stelle. «Lo farò giudicare a voi» mi tende la mano piena di anelli d’oro e senza esitazione la prendo saldamente. Mi guida nel giardino, come se il sentiero che stesse seguendo lo conoscesse già. Camminiamo nel silenzio più totale, faccio fatica a starle dietro ma non voglio lasciare la sua mano. Finché si ferma, in uno spiazzo erboso coperto dalla vegetazione e con la vista sul tramonto che termina nel mare. Si siede, portandomi con se e facendomi sistemare tra le sue gambe. Mi cinge la vita con le braccia, le osservo, scure contro il rosa pallido del mio abito da sera. Rimaniamo in silenzio mentre il sole ci abbandona, sprofondando lentamente nella massa azzurra dell’oceano da cui lei è arrivata. Alza una mano e, come seguendo i miei pensieri, indica l’orizzonte «La c’è la mia casa» riabbassandola mi accarezza la gamba, giocando con la stoffa del mio abito che lentamente tira su, ripiegandolo verso l’alto, si fa strada sulla mia pelle chiara spingendo il petto contro la mia schiena. Lievemente le sue labbra si posano sul mio collo, dove mi lascia piccoli baci che mi riempiono il corpo di scariche elettriche e di piacere. Intanto la sua mano passa all’interno della mia coscia, leggera come una piuma. Risale fino ai recessi della mia femminilità e li raggiunge il suo obiettivo. È caldo e pulsa per lei. Le sue dita leggere scivolano su di me mentre inclino la testa all’indietro lasciando più pelle ai suoi baci, non c’è niente di meglio di una donna per toccare una donna e Aisha lo sa. Il suo tocco mi fa gemere ad ogni movimento ed emetto un urlo quando inserisce le dita dentro di me. Il contatto con la mia parete interna non mi permette di controllare il divampare del piacere che in pochi secondi esplode lasciandomi senza fiato. Aisha si sposta, inginocchiandosi tra le mie gambe aperte per lei. Mi sfila il vestito mentre io le strappo la fascia gialla che ricopre il suo seno gonfio. I capezzoli sono eretti nella mia direzione, e appoggio le mani delicatamente, come se potessi danneggiarli. Le sue labbra intanto trovano la strada per la mia bocca, sono morbide e sanno di miele, la sua lingua si intreccia con la mia creando meravigliosi giochi. Anche le sue mani si posano sui miei seni e continuiamo a baciarci e accarezzarci finche non spinge un ginocchio verso la mia intimità per stimolarmi. Emetto un gemito e con le mani scendo ad accarezzarle il corpo fino alla gonna di morbide piume, gliela tolgo senza esitare, lasciando libera la pelle scura che circonda la sua zona più privata. Lei sorride e si porta una mano tra le gambe, mi spinge facendomi sdraiare e mi si mette a cavalcioni, permettendomi di avere una buona visuale delle sue labbra sotto le sue dita, le muove lentamente e quando se le infila fino in fondo trattengo un gemito, faccio lo stesso e mi porto una mano tra le gambe, iniziando ad accarezzarmi dall’esterno, muovendomi al ritmo di lei. Mi sorride e si piega su di me, spostandomi i capelli dal seno e appoggiando le labbra sulle mie in un bacio appassionato, la sua pelle risplende alla luce del sole che ci abbandona mentre la spingo per farla sdraiare sotto di me, mi sdraio su di lei intrecciando le gambe alle sue e spingendo il bacino verso il suo. I suoi seni sono più in alto dei miei e ne cerco uno con le labbra senza staccare gli occhi dai suoi, lecco il capezzolo lentamente, alternando la lingua a baci e piccoli morsi, Aisha non chiude gli occhi nonostante il piacere la stia investendo a grandi ondate. Si limita a stringermi a se e alzarmi la gamba sulla sua vita per accarezzarmi il sedere e infilarmi due dita tra le labbra da dietro. Lancio un urlo roco e faccio lo stesso, cercando la calda apertura tra le sue gambe per donarle il piacere che desidera. I nostri corpi umidi sfregano uno sull’altro mentre le nostre labbra non si separano e le nostre dita affondano nei recessi del nostro io. Ci muoviamo allo stesso ritmo, non so se dettato da lei o da me, complici di questo attimo indimenticabile. La sento contrarsi intorno alle mie dita pochi secondi prima che l’orgasmo travolga anche me, lasciandoci senza fiato, intrecciate una sull’altra, con il tramonto che ormai ci ha abbandonato, lasciando il posto al buio della sera.
Mentre i sovrani discutono pacificamente, sondo attentamente la principessa. Indossa una stoffa bianca abilmente intrecciata sul corpo, lascia intravedere la pelle liscia tra i seni e il ventre, il collo e le braccia sono circondati e appesantiti da catene d’oro e gioielli che risaltano sulla pelle scura. I fianchi ampi sono evidenziati dalla stoffa stretta e le sue gambe mi sembrano lunghe chilometri. Sondo il suo corpo bramosa fin quando i miei occhi non incontrano i suoi, del colore dell’ambra e fissi nei miei. Trattengo lo stimolo di abbassare lo sguardo, lo trattengo nel tentativo di leggere la sua anima.
La loro terra è avvolta di mistero, si dice siano maghi, in grado di piegare la natura e l’uomo al proprio volere. Stringo le labbra incredula e lei inarca un sopracciglio, mi mordo il labbro presa da una strana sensazione alla bocca dello stomaco. Quasi non mi rendo conto che il re si sta congedando, portando via la figlia e i consiglieri. Rimango intontita mentre la guardo allontanarsi, diretta agli alloggi riservati agli ospiti reali.
Mi agito per la camera come un animale intrappolato, percorrendo a passi veloci il pavimento dal bagno al giardino, penso agli occhi oro della principessa Aisha e non riesco a togliermeli dalla testa, mi sento come stregata.
«Consumerete il pavimento» mi volto, il suo viso è la prima cosa che noto, più rilassato rispetto a qualche ora prima. I capelli, prima raccolti in intricate treccine, sono lasciati liberi, e si alzano sfidando la forza di gravità in piccoli ricci afro. Immagino come debba essere affondarci le mani e stringere il suo viso al mio. Sbatto gli occhi tornando alla realtà. La donna continua a guardarmi, si è cambiata. Indossa una leggera stoffa gialla che le cinge il busto, dello spessore giusto per coprire solo il seno, che nella parte superiore sporge leggermente facendone intuire la forma, nella stoffa leggera intravedo la sagoma dei suoi capezzoli e un ondata irrefrenabile mi divampa nel corpo, partendo dal ventre. La pancia scoperta è delineata da muscoli guizzanti e armoniosi che spariscono in una gonna di piume gialle, troppo corta per quelle gambe lunghissime. Aisha mi sorride e cercando il suo sguardo noto che anche lei mi sta studiando come sto facendo io. Anche io mi sono cambiata, ma nel nostro regno non è usanza mostrare così tanta pelle come nel loro. «Nel vostro regno sono tutti così belli?» Mi scappa prima che riesca a trattenerlo, è solo un sussurro ma lei mi sente e ride armoniosamente. Il suono delicato mi inebria. «Potrei rivolgere la stessa domanda a voi» sussurra maliziosa e si avvicina a me, le bastano pochi passi per annullare la distanza. La sua altezza mi sovrasta, le arrivo giusto alla spalla. Da vicino è ancora più bella, la sua pelle sembra risplendere alla luce del tramonto e i suoi occhi paiono illuminati dall’interno. «Vi state chiedendo se sono una strega» non è una domanda ma io annuisco, mi sorride mostrando i denti bianchi come stelle. «Lo farò giudicare a voi» mi tende la mano piena di anelli d’oro e senza esitazione la prendo saldamente. Mi guida nel giardino, come se il sentiero che stesse seguendo lo conoscesse già. Camminiamo nel silenzio più totale, faccio fatica a starle dietro ma non voglio lasciare la sua mano. Finché si ferma, in uno spiazzo erboso coperto dalla vegetazione e con la vista sul tramonto che termina nel mare. Si siede, portandomi con se e facendomi sistemare tra le sue gambe. Mi cinge la vita con le braccia, le osservo, scure contro il rosa pallido del mio abito da sera. Rimaniamo in silenzio mentre il sole ci abbandona, sprofondando lentamente nella massa azzurra dell’oceano da cui lei è arrivata. Alza una mano e, come seguendo i miei pensieri, indica l’orizzonte «La c’è la mia casa» riabbassandola mi accarezza la gamba, giocando con la stoffa del mio abito che lentamente tira su, ripiegandolo verso l’alto, si fa strada sulla mia pelle chiara spingendo il petto contro la mia schiena. Lievemente le sue labbra si posano sul mio collo, dove mi lascia piccoli baci che mi riempiono il corpo di scariche elettriche e di piacere. Intanto la sua mano passa all’interno della mia coscia, leggera come una piuma. Risale fino ai recessi della mia femminilità e li raggiunge il suo obiettivo. È caldo e pulsa per lei. Le sue dita leggere scivolano su di me mentre inclino la testa all’indietro lasciando più pelle ai suoi baci, non c’è niente di meglio di una donna per toccare una donna e Aisha lo sa. Il suo tocco mi fa gemere ad ogni movimento ed emetto un urlo quando inserisce le dita dentro di me. Il contatto con la mia parete interna non mi permette di controllare il divampare del piacere che in pochi secondi esplode lasciandomi senza fiato. Aisha si sposta, inginocchiandosi tra le mie gambe aperte per lei. Mi sfila il vestito mentre io le strappo la fascia gialla che ricopre il suo seno gonfio. I capezzoli sono eretti nella mia direzione, e appoggio le mani delicatamente, come se potessi danneggiarli. Le sue labbra intanto trovano la strada per la mia bocca, sono morbide e sanno di miele, la sua lingua si intreccia con la mia creando meravigliosi giochi. Anche le sue mani si posano sui miei seni e continuiamo a baciarci e accarezzarci finche non spinge un ginocchio verso la mia intimità per stimolarmi. Emetto un gemito e con le mani scendo ad accarezzarle il corpo fino alla gonna di morbide piume, gliela tolgo senza esitare, lasciando libera la pelle scura che circonda la sua zona più privata. Lei sorride e si porta una mano tra le gambe, mi spinge facendomi sdraiare e mi si mette a cavalcioni, permettendomi di avere una buona visuale delle sue labbra sotto le sue dita, le muove lentamente e quando se le infila fino in fondo trattengo un gemito, faccio lo stesso e mi porto una mano tra le gambe, iniziando ad accarezzarmi dall’esterno, muovendomi al ritmo di lei. Mi sorride e si piega su di me, spostandomi i capelli dal seno e appoggiando le labbra sulle mie in un bacio appassionato, la sua pelle risplende alla luce del sole che ci abbandona mentre la spingo per farla sdraiare sotto di me, mi sdraio su di lei intrecciando le gambe alle sue e spingendo il bacino verso il suo. I suoi seni sono più in alto dei miei e ne cerco uno con le labbra senza staccare gli occhi dai suoi, lecco il capezzolo lentamente, alternando la lingua a baci e piccoli morsi, Aisha non chiude gli occhi nonostante il piacere la stia investendo a grandi ondate. Si limita a stringermi a se e alzarmi la gamba sulla sua vita per accarezzarmi il sedere e infilarmi due dita tra le labbra da dietro. Lancio un urlo roco e faccio lo stesso, cercando la calda apertura tra le sue gambe per donarle il piacere che desidera. I nostri corpi umidi sfregano uno sull’altro mentre le nostre labbra non si separano e le nostre dita affondano nei recessi del nostro io. Ci muoviamo allo stesso ritmo, non so se dettato da lei o da me, complici di questo attimo indimenticabile. La sento contrarsi intorno alle mie dita pochi secondi prima che l’orgasmo travolga anche me, lasciandoci senza fiato, intrecciate una sull’altra, con il tramonto che ormai ci ha abbandonato, lasciando il posto al buio della sera.
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