Celestino: Cap.: IX

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Cap.: IX
Passeggiata
Alvise era stato un lampo diverso nella sua formazione, … una pausa nel suo praticantato, utile per conoscere lo svolgersi successivo della formazione a cui sarebbe stato sottoposto. Desiderava più che mai, ora, incontrare colui che lo avrebbe sverginato; anche se la formula dell’asta non lo attraeva tanto, ma lui era là per aiutare i suoi, per regalare qualche soldino alla sua famiglia di provenienza e quindi tutti i modi o i mezzi per arrivare all’obiettivo erano leciti e ammissibili. Aveva tanta nostalgia di vedere sua madre, per cui … le informazioni avute da Alvise passarono in secondo piano e poi bramava, desiderava avere mani sulle natiche che stringessero, impastassero, pigiassero o aprissero, … dolore e piacere. Come gli piacevano le mani che, arpionandolo, sollevavano facendogli percepire nella sua valle umida quello che da un po’ di tempo lo aveva preso, ghermito, drogato, confuso, scosso fin nel più profondo delle sue viscere e del suo senno. Sognava ogni giorno vermi, anguille, toys che gli provocavano umidità, fiacchezza, ma tanto desiderio di arrivare al traguardo segnalatogli fin dai primi momenti del suo arrivo in quella casa. Si svegliava ogni giorno con il desiderio di conoscere, di vedere, di avvertire, afferrare, ricevere per godere, gustare, sentire nuovi sapori … sempre diversi.
La sua proposta era stata accettata, dato che Alvise era un giovane che non aveva mai dato pensieri o provocato disordini e che Romeo per gli impegni che aveva non poteva seguire di continuo il giovinetto; per cui la soluzione avanzata da Celestino per tenerlo costantemente occupato e sotto controllo era l’ideale per il fattore e il proprietario. E già dal giorno successivo al primo incontro lui poteva scrivere in biblioteca le sue emozioni in compagnia di Alvise; rapporto che proseguiva anche fuori, a passeggio tra i filari di viti, di meli. Sovente si portavano appresso anche Fedrick, che divenne in breve tempo oltre che un simpatico compagno di giochi, anche il loro primo tutore.
Il giorno prima della visita, dopo il lavoro svolto e viste delle acqueforti a tematica erotica omosessuale, con a fianco Fedrick e Camillo i due uscirono dalla casa di formazione particolare per una visita nella proprietà. Il bibliotecario precedeva con il cane per fermarsi ogni tanto a dare delle informazioni su ciò che vedevano: cippi, colonne votive, ruderi. Questi reperti, facenti parte della collezione erotica della domus, erano stati posizionati o creati appositamente dai padroni per inculcare nelle menti dei lavoranti che è il sesso che governa il mondo e che, esso, è sacro.
“Le liti, le forti discussioni, le discordie sopraggiungono quando si parla di religione, di politica o quando esprimiamo i nostri pensieri impregnati di errate concezioni suggerite da ideologie o da credi; ma quando facciamo sesso per godere, etero o omo, debelliamo le forze negative per trasformarle in positive. Non è mai successo che una figa o un culo appagato portino danno alla società, ma viceversa un culo o una figa non appagati, trasmettendo alla mente la propria insoddisfazione, creino i presupposti per gelosie, invidie, calunnie. Questo conduce a nasconderci, a camminare sotto bandiere ideologiche e di conseguenza ad assorbire false verità. Non è detto che la religione o la politica siano dei mali di per sé, ma lo diventano quando vengono usate per imporsi e per comandare. Tabù o preconcetti contro l’incesto, l’omosessualità e la prostituzione sono germogliati, prosperati per togliere libertà, per obbligare e dominare.
La prostituzione, l’incesto, l’omosessualità sono necessari all’umanità, anche se la società attuale è fortemente contraria a queste varianti del comportamento umano. Per il momento desidero parlarvi solo della prostituzione, in quanto presentandovi anche gli altri due temi vi annoierei e vi stanchereste e poi non avremmo il tempo per divertirci. Vi prego, inoltre, di non condannare mai una persona per la sua condotta in ambito sessuale: non è da me insegnarvi questo, ma di capire.” Camillo, studioso ed attento osservatore, parlava ai due giovani per svestirli o prepararli a non indossare abbigliamento coercitivo, punitivo, che falsa e non rispetta la libertà fornitaci dalla natura. Erano seduti su un fallo di granito, là posto, come panchina o come immagine da onorare … da contemplare, dagli avi del proprietario.
“La prostituzione prese piede con l’avvento del desiderio di lasciare i propri beni ad un erede; per cui, per la stabilità sociale, questa aspirazione si concretizzò con l’istituto del matrimonio che prese vigore già dalle civiltà antiche. Le religioni per difendere i propri privilegi e il potere che mantenevano con i potenti, lo sponsorizzarono, facendolo ritenere la struttura cardine per la difesa della loro famiglia e dell’eredità. I figli di altre donne, anche se riconosciuti, non avevano i diritti di quelli della donna sposata. È con l’istituto del matrimonio che si sviluppa enormemente la prostituzione, per togliere influenza alle concubine sul principe o capo-famiglia: quindi la prostituzione è nata per favorire il passaggio di potere tra chi lo deteneva e l’erede designato dal matrimonio.
Con l’unione matrimoniale diventa necessità l’istituto della prostituzione, perché permette, ai componenti l’unione, di avere rapporti con altri, che non possono vantare o chiedere diritti. Il figlio di una prostituta non ha un padre. Con queste donne o uomini di piacere si chiedono servizi che il consorte facilmente negherebbe, come i rapporti anali o di lingua o altri che l’immaginazione della persona non menziona in ambito familiare ritenendoli osceni, immondi; come non si menziona di conoscere persone che si prostituiscono. Così è la vita! La prostituzione è una scelta e andare con queste persone si difende la pace sociale.
Voi avete scelto di prostituirvi perché non avete preconcetti su questa scelta. Siete stati invitati, dopo previa dimostrazione e delucidazione, ad essere dei prostituti. Scelta che ogni giorno rinnovate, visto il piacere fisico che ne traete. In questo è stata e sarà di grande giovamento la formazione. Da ogni persona che incontrerete trarrete esperienze e maggiori capacità a dar piacere.”
“Sì, ma io sono stato condotto e …”
“Hai ragione, ma chi ti ha scorto o ha avuto notizie su di te, dopo averti appena toccato, per l’esperienza che ha, ha scorto in te il seme di questa vocazione, che poi, germogliato, sta dando vita ad una pianta molto rigogliosa e perché questa pianta sia sana, forte e lussureggiante, deve essere difesa con opportune cure. Ecco il perché dell’apprendistato e dell’iniziazione, anche se violenta. Dovete essere preparati a soddisfare qualsiasi richiesta, … a fare quello che un coniuge non farebbe, perché lo considera degradante.
Tu, Alvise, che hai provato, consideri umiliante e spregevole il prenderlo nell’ano?”
“Ohhh no! È emozionante, stupendo … appaga. Mi sento pieno, sazio, appagato; come quando mi alzo dal tavolo e non sento necessità di altro; anche se certe richieste … ma quando ho risposto con tutto me stesso, … mi sento felice e sorrido al cliente, invitandolo a ritornare.”
“Bravo Alvise, e tu, Celestino, quando lo prendi in bocca?”
“Ohhhh maestro, Lei mi conosce. Quando ne vedo uno, lei sa che cado in ginocchio per venerarlo.”
“Sono soddisfatto delle risposte ricevute che riporterò al signor Conte; e ora divertiamoci e appaghiamo la nostra fame di linfa maschile!” Come da prescrizioni e da suggerimenti Federico, dopo aver adagiato sul dorso Fedrick -già educato a questi giochi- si dispose a dargli piacere con la lingua e la bocca, mentre Alvise si dispose a ricevere quello di Camillo. Questa operosità, trasformatasi in vivacità e dinamismo sessuale, diede loro i frutti desiderati. Dopo si avviarono tutti verso la cascina, desiderando il domani con il medico e di ritrovarsi nei giorni successivi la visita. Celestino aveva delle bave sulle labbra e i glutei lustri per le leccate del cane; gli altri due erano paghi del ricevuto.

scritto il
2021-02-01
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