Porta a porta pt. 4

di
genere
orge

Nota dell'autore: Questa è la quarta parte del racconto "Porta a porta", se ancora non lo hai fatto ti invito a leggere le parti precedenti che trovi sul mio profilo. Grazie e buona lettura".


Il tintinnare delle tazzine da caffè annuncia la fine del pranzo. Emily poggia la moca sul gas. Si sente provata.
Il pranzo è stato surreale. Scoprire che il rappresentante della DESM s.p.a, che risponde al nome di Rian Price e che pochi giorni prima l’aveva posseduta in salotto, era un caro amico del marito l’aveva sconvolta. Letteralmente.
Per tutto il pranzo Rian le aveva rivolto occhiatine ammiccanti, spudorate e più di una volta lei fu colta da evidente imbarazzo.
Nonostante ciò, Oliver, suo marito, non sembrava accorgersi di nulla. Non sembrava percepire affatto la palpabile alchimia tra Rian e sua moglie.
Emily attende con ansia lo sbuffare della moca e nel contempo pensa al sospiro di sollievo che avrebbe tirato quando l’ospite li avesse liberati dalla sua presenza. Si volta verso il tavolo. Prudentemente evita lo sguardo procace che Rian le sta dedicando.
< Tutto davvero squisito… I miei complimenti Signora Palmer > dice Rian pulendosi la bocca con il tovagliolo mentre mantiene quello sguardo sfacciato fisso su di lei.
< Ah! La mia Emily è un vero portento ai fornelli! > proclama Oliver gioviale.
Emily si limita a sorridere.
< E la tua compagna? Scommetto che anche lei deve viziarti un bel po’, vero Rian > chiede Oliver curioso.
< Oh no… in realtà non sono sposato… beh sono single a dire il vero > risponde Rian con disinvoltura.
< Ma come?! Un bel ragazzo come te? single? > chiede sorpreso Oliver.
< Eh già, non ho tempo per una relazione… troppi impegni… sempre a lavorare… > continua Rian.
< Un lavoro duro eh? > sbuffa Oliver Palmer.
< Durissimo! > si affretta a rispondere Rian trattenendo un sorriso.
A quella parola Emily si sente quasi svenire. Rian stava prendendo spudoratamente in giro suo marito e quell’imbecille non si stava accorgendo di niente. “Che idiota” pensa Emily e subito aggiunge “Eh già… durissimo” mordicchiandosi il labbro inferiore.
I tre continuano a chiacchierare sorseggiando il caffè.
< Allora Rian… non mi dovevi parlare di qualcosa? Un evento se non sbaglio… > dice Oliver poggiando la tazzina sul tavolo.
< Ah giusto! Che sbadato, stavo per dimenticarmene! > esclama Rian. Dopo una breve pausa aggiunge < In onore del 25° anno di attività, l’azienda per cui lavoro, la DESMP, sta organizzando un evento speciale. Ci saranno convegni, presentazioni… intrattenimenti anche per i più piccoli… e, ovviamente, si mangia e si beve a volontà > dice Rian con la sua voce chiara mentre estrae una locandina dalla tasca < L’evento è aperto a tutti… dipendenti, fornitori, clienti… > Rian accompagna quest’ultima parola con un’occhiata severa e profonda alla donna che le siede di fronte. Emily si sente un fuoco e abbassa subito lo sguardo per non mostrare il rossore delle sue guance al marito.
< …e amici ovviamente > conclude Rian tornando a guardare Oliver.
< Caspita! E quando sarebbe? > chiede Oliver con evidente curiosità.
< Il prossimo week-end, l’evento si sviluppa su due giorni… c’è anche la possibilità di rimanere a dormire volendo > suggerisce Rian.
< Maledizione! Io sono in trasferta il prossimo fine settimana… > dice malinconico Oliver < Ma tu Emily potresti andare lo stesso? Che ne dici? Così non ti annoieresti qui a casa da sola! >.
Emily è sorpresa dalla proposta del marito < Io… beh… non saprei… >.
< Suvvia Emily! Ti meriti un po’ di svago anche tu! Jim potrà andare a dormire da Tommy e domenica sarai di ritorno! > aggiunge il marito con fare appassionato.
< Si! È un’ottima idea! > concorda Rian divertito < Signora Palmer vedrà che non se ne pentirà! Penserò a tutto io… le manderò qualcuno dell’azienda a prenderla, stia tranquilla! >.
Emily non può fare altro che accettare.
Il pranzo si era concluso in maniera inaspettata. Sapendo che genere di servizi offre la DESMP “Dio solo sa cosa mi aspetta…” pensa Emily mentre, dal vialetto di casa, saluta assieme al marito Rian Price, che con un sorriso soddisfatto, sale a bordo dell’auto e fila via per la sua strada.

Il giorno tanto atteso non tarda ad arrivare.
Emily è tutta agghindata in attesa dell’auto che Rian aveva detto sarebbe arrivata intorno alle 11:00.
Non sta più nella pelle. Nei giorni precedenti non ha fatto altro che fantasticare su cosa sarebbe successo di lì a poche ore.
Emily è allo specchio a controllare che il suo outfit sia perfetto. Indossa una gonna nera a vita alta che le copre le gambe fin quasi al ginocchio. Una magliettina a manica lunghe con scollatura a V infilata nella gonna e ai piedi un paio di scarpe con tacco. Il tutto la fa sembrare sexy ma allo stesso tempo elegante. Soprattutto si sente comoda. “Così non avremo difficoltà quando saremo in bagno” pensa maliziosa. “Di certo Rian non perderà l’occasione… Tra un convegno e l’altro…” pensa gioiosa mentre si pregusta la scena di lei carponi in bagno con Rian che la prende con forza nei bagni della DESMP.
Il campanello la risveglia dalle sue fantasticherie.
Un ultimo sguardo allo specchio e al volantino che Rian aveva lasciato loro una settimana fa, in cui la sede della DESMP svetta sontuosa e all’avanguardia, poi prende la borsa in cui ha messo anche un cambio “Dato che rimarrò lì a dormire…” pensa mentre con la borsa sulla spalla esce di casa.

Emily rimane piacevolmente sorpresa nel vedere che una limousine l’attende nel vialetto di casa. Non è di certo una di quelle limousine che si vedono nei film. È decisamente più piccola, ma comunque di grande effetto.
“Wow” pensa lusingata. Quello che sembra essere a tutti gli effetti l’autista le sorride vicino mantenendo la portiera aperta.
< Molto gentile > ringrazia Emily con lieve imbarazzo mentre sale in auto. Si accomoda su uno dei divanetti di pelle, che formano un rettangolo nella parte posteriore dell’auto, e non riesce a farsi sfuggire un verso di stupore.
< Buongiorno Signora Palmer! Prima volta in limo? > la accoglie una voce.
< Buongiorno… beh si! È la prima volta! > dice Emily emozionata all’uomo seduto di fronte a lei.
L’uomo indossa la divisa della DESMP e si presenta come un collega di Rian < Sarò io a farle da cicerone signora Palmer. Può chiamarmi Gordo! > e con la scusa di stringere la mano alla donna l’uomo le si avvicina sedendosi al suo fianco.
< Oh ma che maleducato > aggiunge subito < Mi permetta di offrirle qualcosa > dice stappando una bottiglia di prosecco e versando un bicchiere alla donna che, costretta dalle sue insistenze, finisce con l’accettare.
< Possiamo partire > ordina all’autista, che immediatamente mette in moto.
Emily si guarda intorno accorgendosi solo adesso che i vetri sono oscurati e quindi le è impossibile vedere la strada.
< Ci vorrà un po’ per arrivare… perché non chiacchieriamo, che ne dice? > propone Gordo con la sua parlantina squillante.
Emily accetta volentieri.
I due chiacchierano di tutto, Gordo è davvero un abile parlatore. Emily si sente ascoltata e ride di gusto alle battute dell’uomo, complici i diversi bicchieri di prosecco che lui riempie generosamente.
Giunti al terzo bicchiere, Gordo con disinvoltura si rivolge alla donna < Signora Palmer le devo confessare che lei è una donna stupenda, guardi… le mostro una cosa… > e con altrettanta disinvoltura si porta le mani alla patta dei pantaloni.
Abbassa la zip e così, senza apparente senso logico, estrae il membro iniziando a menarselo davanti alla donna.
< Che ne dice le va di darmi una mano? Forza! > la incoraggia Gordo.
La situazione per Emily è più che surreale.
Giunti a destinazione, Emily si accorge di aver trascorso l’ultimo quarto d’ora di viaggio a parlare con l’uomo mentre… lo masturbava.
Non erano andati oltre. Semplicemente lei lo aveva segato con la mano destra mentre lui continuava a parlarle con disinvoltura, come se nulla fosse.
Un po’ per l’alcool che cominciava a fare effetto, un po’ per le dimensioni del membro che aveva in mano, Emily sarebbe saltata volentieri addosso all’uomo. Ma Gordo non fece alcun accenno, si limitò a farsi massaggiare il cazzo, nella sua perfetta erezione, come se Emily le stesse massaggiando il collo.
< Signora Palmer, temo che sia giunto il momento di salutarci. Siamo arrivati… ma non si preoccupi, ci rivedremo sicuramente in giro per l’evento! È stato un piacere fare la sua conoscenza! > Gordo saluta la donna che sta scendendo dall’auto < Ah, lasci pure qui… non credo le servirà… > dice Gordo fermando la donna che stava tentando di recuperare la borsa.
La macchina parte.
Emily si guarda intorno. È spaesata. “Ma dove mi hanno portata?!” si chiede.
L’edificio che si trova di fronte non corrisponde assolutamente a quello tutto vetri ed eleganza mostrato nella locandina. Nessuna traccia neanche del logo della DESMP s.pa.
La limousine l’ha lasciata davanti ad un fabbricato in evidente stato di abbandono. Ad alcune finestre mancano addirittura le finestre, altre sono rotte come se ci fossero passati dei vandali. Scritte sconce sono dipinte con bombolette ad ogni angolo dell’edificio.
Il parcheggio è vuoto. Nemmeno l’ombra di una macchina.
Il silenzio viene rotto da una voce che Emily riconosce immediatamente.

< Signora Palmer, la stavo aspettando. Si accomodi >.
Rian Price, all’ingresso dell’edificio diroccato, l’attende con tanto di sorriso.
Emily lo raggiunge, il rumore dei tacchi sull’asfalto e i gradini la accompagna.
< Venga, le faccio strada > dice Rian porgendo il braccio alla donna per sostenere.
Emily lo afferra saldamente.
< A cosa sta pensando? > chiede lui.
< Beh… direi… che… non è proprio quello che mi aspettavo > dice Emily tradendo una certa curiosità con il tono della voce.
< Oh… e le sorprese sono appena iniziate > dice in un ghigno Rian.
Il rappresentante della DESMP accompagna la donna giù per una rampa di scale, in quello che sembra essere a tutti gli effetti un seminterrato.
Rian conduce la donna in una delle stanze del lungo corridoio.
< Ecco, questo è lo spogliatoio. Si tolga pure i vestiti… lì ci sono degli accappatoi… faccia come se fosse a casa sua… l’aspetto qui fuori > dice Rian cordiale.
Dopo qualche minuto, Emily esce dalla stanza avvolta in un morbido accappatoio.
Rian la scruta dalla testa ai piedi con fare indagatore, insinuando lo sguardo tra le pieghe dell’accappatoio < Quelle non servono… > la ammonisce severo < Signora Palmer… le tolga! >.
Emily rabbrividisce a quell’ordine perentorio e, immediatamente, capisce che l’uomo si sta riferendo alle sue mutandine.
A testa bassa le sfila prendendole dai fianchi e le fa calare lungo le cosce. Le mutandine si arrotolano su sé stesse e scivolano fino alle caviglie di Emily adagiandosi sul pavimento.
E sul pavimento rimangono.
< Mi segua > dice lui serio.
Porta la donna lungo il corridoio ed entrano in una delle stanze sulla destra.
Emily si ritrova in una stanza ampia, asettica. Le pareti, così come il soffitto, sono interamente coperti di specchi.
Al centro della stanza c’è un lettino, al suo fianco un carrellino di metallo con sopra una piccola valigetta simile ad una cassetta del pronto soccorso.
Di fronte il lettino c’è qualcosa coperto da un telo.
< Questo lo prendo io > dice Rian sfilandole l’accappatoio che viene lanciato in un angolo della stanza.
Emily è nuda, completamente nuda.
Rian le sfiora una ciocca dei capelli, poi le accarezza una guancia < Ora Signora Palmer si sdrai sul lettino > dice dolcemente.
Quella gentilezza inaspettata, mista alla rudezza di qualche istante prima, la fa emozionare. Un brivido la pervade invadendole le zone intime che subito iniziano ad inumidirsi.
Emily obbedisce.
Con la sicurezza di uno che ha compiuto quella mansione mille volte, Rian immobilizza la donna < Le lascio solo la testa libera così può guardarsi attorno > dice con tono gentile.
Emily ha braccia e addome immobilizzate da alcune borchie. Le gambe divaricate e legate su dei braccioli.
Emily si ritrova nella stessa posizione che ha assunto anni prima quando partorì suo figlio Jim.
< Ora le spiego in cosa consiste il programma della giornata. Ma prima voglio che si concentri su questo > dice Rian e con un gesto sfila il telo che rivela un macchinario posizionato di fronte alla donna.
< Questa è l’ultima trovata della DESMP. È una fucking machine di ultima generazione. > Dice Rian con fierezza < 3 livelli di intensità, auto-lubrificata, e molti altri optional > continua Rian < Per lei ho montato un dildo da 25 cm… credo possa bastare per aprirle il culo > dice mentre aziona la macchina con un sonoro click.
Emily sente il dildo entrare nel suo buco del culo. È freddo, ma ben lubrificato.
Lo accoglie con piacere e gode nel sentire la cappella di plastica che inizia a stantuffarla.
< Aaah… fantaaahh… fantasticooooh > geme lei.
Rian si posiziona di fianco la donna vicino al carrello metallico e apre la valigetta < Livello 2! > annuncia divertito.
Emily sente il dildo aumentare di intensità. Il cazzo finto la sta scopando alla grande. Ora le sta entrando più o meno metà di quell’asta in silicone.
< Il vero pezzo forte della nostra collezione è questo in realtà > dice l’uomo estraendo dalla valigetta una piccola siringa.
< Che… ah ah…aaaah… che cos’è? > chiede Emily cercando di trattenersi.
< Suvvia signora Palmer, se si trattiene mi costringe a mettere il livello 3! >.
Click e la macchina aumenta d'intensità.
Ora Emily sente le palle di silicone sbatterle furiosamente contro le chiappe, emettendo dei colpi sordi che echeggiano in tutta la stanza.
I 25 cm di dildo entrano ed escono dal suo buco del culo senza sosta impedendole di parlare.
< Si! Allarghiamolo per bene > dice Rian sempre più soddisfatto < Allora come le dicevo, questo è un piccolo sostegno. Per capirci, ha lo stesso effetto del viagra ma… amplificato! > annuncia mostrando la piccola siringa alla donna. < Bisogna essere dei veri esperti nell’usare certe cose ma… NOI lo siamo! > esclama Rian.

“Noi?!”
Emily squassata dai colpi del macchinario che non le da tregua apre gli occhi.
Dallo specchio che ha di fronte riesce a vedere le figure di diversi uomini.
Ne conta 4.
Li conosce tutti.
Vede i due ragazzi di colore che le hanno fatto visita a casa sua, poi c’è Gordo e a chiudere il quartetto c’è anche l’autista della limousine.
Con Rian fanno 5.
Sono tutti nudi.

A turno si avvicinano al carrello, la salutano con rispetto dandole del lei ed estraggono una siringa ciascuno.
Si iniettano il farmaco che agisce immediato.
Emily si ritrova circondata da cazzi duri più del marmo, mentre la fucking machine continua a fare il suo lavoro.
Gordo le si avvicina. Le afferra un seno mentre sorride gioviale < 5 cazzi e solo 3 buchi… mmmh… credo che dovrà usare anche le mani signora Palmer >.
Sentendo quelle parole Emily non resiste.
Viene.
Anzi, squirta e nel contorcersi espelle il dildo che fino a quel momento le stava trapanando il buco del culo.
Sente gli uomini ridere.
Qualcuno grida < è pronta ragazzi! >.
Sente le loro mani che la liberano dalle borchie, che afferrano il suo corpo.
Chiude gli occhi.
“Prendetemi” pensa abbandonandosi senza opporre resistenza.

...

Continua...

Isaia.racconti@gmail.com
di
scritto il
2021-02-09
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