Porta a porta - Epilogo
di
Isaia
genere
orge
Emily si sveglia di scatto.
Distesa in un letto, non ha la minima idea di come ci sia arrivata.
Si stiracchia, sbadigliando mentre si guarda attorno.
La stanza è ben illuminata, ma Emily nota immediatamente l'assenza di finestre.
Il sonno è stato turbolento.
Si siede al centro del letto, poggiando la schiena contro lo schienale.
Porta una mano al mento mentre riflette nel tentativo di ricordare cosa le sia successo.
Il corpo dolorante e ricoperto di segni, i capelli impiastricciati e appiccicati tra loro le fanno tornare in mente dei frammenti che, lentamente, si mescolano tra loro.
Le torna in mente il seminterrato, la stanza con gli specchi... la fucking machine... i rappresentanti della DESMP...
E poi le torna in mente una frase... una frase pronunciata da Rian Price.
La sua voce dura, ruvida, severa è una scintilla che funge da innesco e in attimo tutto le torna in mente limpido.
I Rappresentanti della DESMP slegano la donna dal lettino.
La palpeggiano mentre la costringono sulle ginocchia.
Rian le si pone davanti, stagliandosi in tutta la sua altezza.
Il membro gonfio e pulsante esattamente davanti al volto della donna.
< Signora Palmer... potrà urlare, chiedere aiuto, invocare pietà. La cosa che mi interessa farle comprendere è che... qui... > dice facendo roteare l'indice indicando la stanza < ...qui... nessuno può sentire la sua voce... > dice lentamente < Nessun aiuto. Nessuna pietà... > sorride.
Poi Rian si trasforma.
Come un generale da ordini ai propri soldati di fanteria, il rappresentante della DESMP Rian Price inizia a dispensare ordini a destra e sinistra.
Gli uomini eseguono alacremente e ciò che fanno alla donna è qualcosa di indescrivibile.
Emily non ha quasi il tempo di respirare. Li sente entrare contemporaneamente, li sente alternarsi dentro di lei.
Chi non è intento a penetrarla usa le sue mani o la sua bocca.
Come Gordo le aveva preannunciato, Emily si trova a dover usare tutta se stessa per saziare quegli uomini affamati del suo corpo.
Durante l'amplesso perde la cognizione del tempo.
Mentre gli uomini la usano come un oggetto, Emily comprende anche il perchè di tutti quegli specchi.
Ovunque si girasse, vede la sua immagine riflessa.
Vedere ciò che gli uomini le stavano facendo non fa altro che aumentare il suo godimento.
Ricorda che alla fine, dopo quelle che sarebbero potute essere ore e dopo una lunghissima sfilza di posizioni, non si reggeva più in piedi.
Ricorda che qualcuno l'aveva presa in braccio e l'aveva trasportata adagiandola in un letto.
Lo stesso in cui si era risvegliata.
Emily è ancora poggiata allo schienale del letto.
La cosa che più la rendeva perplessa, di ciò che le era capitato, era che le era piaciuto.
Essere la protagonista assoluta di una gangbang di quel tipo... le era piaciuto. Un sacco.
I crampi allo stomaco la distolgono dai suoi pensieri.
Emily si alza dal letto e si reca verso l'uscita della stanza, nota l'assenza della porta quasi come se non le si volesse dare intimità.
Quella piccola accortezza la continuava afar sentire alla mercé di tutti.
Esce dalla stanza e si ritrova nel corridoio che riconosce immediatamante.
< Finalmente sveglia signora Palmer! Dormito bene? >.
Li ad attenderla in corridoio c'è uno dei due ragazzi di colore che le aveva fatto visita.
Emily indietreggia colta alla sprovvista e, nel notare che l'uomo che le giganteggia di fronte è completamente nudo, si rende conto di esserlo anche lei.
Istintivamente si mordicchia il labbro con nervosismo.
L'uomo le sorride < Ah... Io... credo di non essermi ancora presentato... Mi chiamo Thobo, ci siamo conosciuti a casa sua > le dice porgendole la mano.
< Si, ricordo... > arroscisce Emily mentre la stringe.
Nonostante tutto riesce ancora a provare imbarazzo.
< Scommetto che è affamata, venga con me... ha bisogno anche di una doccia > dice l'uomo afferrandola per un fianco.
Thobo la conduce in silenzio fino agli spogliatoi.
Emily si blocca leggermente nel vedere che le sue mutandine sono ancora lì sul pavimento, esattamente dove se le era sfilate quando Rian glielo aveva ordinato.
Fa per raccoglierle.
< No, Signora Palmer... le lasci li > suggerisce Thobo < Diciamo che quelle sono una specie di... monito... >.
< Monito? > chiede Emily stupita.
< Si... a lei non è consentito indossare indumenti di alcun tipo.
Soprattutto l'intimo. A Lei non serve. Credo che Rian sia stato chiaro a riguardo, no?! > domanda ironico l'uomo.
< Faccia pure con comodo, le ho lasciato lì qualcosa da sgranocchiare > aggiunge indicando un carrellino posizionato su un lato nella stanza < Quando avrà finito la porto da Rian, vuole parlarle >.
Emily si dedica una lunga doccia calda e rigenerante.
Dopo essersi asciugata, mangia qualcosa con gusto ed esce dallo spogliatoio.
< Sono pronta > dice sorridendo.
Thobo fa un leggero cenno con il capo e nuovamente allunga una mano sul fianco della donna conducendola nel corridoio.
La mano dell'uomo lentamente scende ad afferrarle la chiappa.
Palpeggiandola per tutto il breve percorso Thobo conduce Emily in una delle ultime stanze.
< Prego > dice facendole segno di entrare.
Emily si ritrova in un piccolo ufficio.
Rian Price le viene incontro salutandola con un bacio alla francese molto appassionato.
< Venga qui, diamo una controllata > dice Rian dopo averla baciata.
Nel dire ciò, mette una mano sull'addome della donna facendole inclinare il busto in avanti.
Rian si piega a sua volta, ma dall'altro lato. In questo modo ha un primo piano sul fondo schiena della donna.
Le allarga le chiappe morbide < Bene... > mugugna. Con due dita le dilata il buco del culo < Molto, Mooolto bene > afferma estasiato. Terminata l'ispezione al fondo schiena, Rian passa due dita anche sulla passera della donna, massaggiandola con cura.
< Perfetto! > annuncia. Poi rivolge a Thobo, in attesa sull'uscio, un cenno con il capo.
Thobo risponde con un gesto, stringe il pugno agitandolo, quasi avesse appena segnato un gol, e poi si fionda fuori nel corridoio.
< Ma cos...? > chiede Emily non capendo la situazione.
< Signora Palmer lei ha recuperato egregiamente. A dire il vero mi ha stupito... > si complimenta Rian facendole segno di accomodarsi.
Rian si siedena sua volta dall'altrovlato della scrivania.
< Sa... era da tempo che non dedicavamo un servizio del genere ad una cliente. Lei è... speciale > aggiunge.
< Grazie... > Emily è lusingata.
< Per questo abbiamo deciso di farle uno sconto > annuncia Rian divertito sbattendo un foglio sulla scrivania.
< Questa è la fattura degli ultimi servizi, come vede le abbiamo fatto un omaggio... > continua Rian con occhi dolci e con voce sarcastica < Paga in contanti? Se vuole è possibile anche rateizzare il pagamento... >.
< Cos... ma... io... come faccio a pagare in contanti?! È... troppo! > protesta Emily sconvolta.
La cifra che vede è sporopositata.
Scorre con gli occhi leggendo le varie voci che ci sono riportate e qualcosa non le torna.
< Aspetti ma qui c'è un errore...mi avete scontato questa ma... è segnata due volte! > esclama Emily indicando la voce "gangbang" che, effettivamente, era segnata due volte in successione, una delle quali scontata come omaggio.
< Signora Palmer... mi scusi se mi permetto... > dice Rian scuotendo la testa < come diavolo crede che passerà il resto della mattinata? > dice alzandosi di scatto dalla sedia e iniziando a slacciarsi la cinta dei pantaloni.
< Forza. In piedi! > ordina < La strada la conosce... >.
A Emily, nuda e intimorita, non resta che obbedire.
Uscendo in corridoio vede Thobo tornare di corsa, il resto della banda al seguito.
Emily non riesce neanche ad arrivare alla sala che gli uomini le sono già addosso.
Per un attimo pensa a suo marito Oliver, che tanto aveva insistito affinché lei fosse andata all'evento della DESMP.
Thobo e Ngozi la sollevano di peso mentre gli altri presenti urlano a gran voce.
I due uomini di colore la mettono al centro di un sandwich interraziale, ad Emily sfugge una risata mentre pensa al marito che, oltre che cornuto, averebbe dovuto anche pagare il conto.
Risata che presto si trasforma in un verso di goduria.
P.s.
Così (per ora? Chissà?) si concludono le vicende della nostra cara Emily Palmer.
Se hai letto tutti i racconti (e nella speranza che ti siano piaciuti) non posso far altro che ringraziarti e augurarti tante altre letture su questo fantastico sito che da la possibilità a inesperti scrittori come me di scrivere e pubblicare il frutto delle proprie fantasie.
Isaia.racconti@gmail.com
Distesa in un letto, non ha la minima idea di come ci sia arrivata.
Si stiracchia, sbadigliando mentre si guarda attorno.
La stanza è ben illuminata, ma Emily nota immediatamente l'assenza di finestre.
Il sonno è stato turbolento.
Si siede al centro del letto, poggiando la schiena contro lo schienale.
Porta una mano al mento mentre riflette nel tentativo di ricordare cosa le sia successo.
Il corpo dolorante e ricoperto di segni, i capelli impiastricciati e appiccicati tra loro le fanno tornare in mente dei frammenti che, lentamente, si mescolano tra loro.
Le torna in mente il seminterrato, la stanza con gli specchi... la fucking machine... i rappresentanti della DESMP...
E poi le torna in mente una frase... una frase pronunciata da Rian Price.
La sua voce dura, ruvida, severa è una scintilla che funge da innesco e in attimo tutto le torna in mente limpido.
I Rappresentanti della DESMP slegano la donna dal lettino.
La palpeggiano mentre la costringono sulle ginocchia.
Rian le si pone davanti, stagliandosi in tutta la sua altezza.
Il membro gonfio e pulsante esattamente davanti al volto della donna.
< Signora Palmer... potrà urlare, chiedere aiuto, invocare pietà. La cosa che mi interessa farle comprendere è che... qui... > dice facendo roteare l'indice indicando la stanza < ...qui... nessuno può sentire la sua voce... > dice lentamente < Nessun aiuto. Nessuna pietà... > sorride.
Poi Rian si trasforma.
Come un generale da ordini ai propri soldati di fanteria, il rappresentante della DESMP Rian Price inizia a dispensare ordini a destra e sinistra.
Gli uomini eseguono alacremente e ciò che fanno alla donna è qualcosa di indescrivibile.
Emily non ha quasi il tempo di respirare. Li sente entrare contemporaneamente, li sente alternarsi dentro di lei.
Chi non è intento a penetrarla usa le sue mani o la sua bocca.
Come Gordo le aveva preannunciato, Emily si trova a dover usare tutta se stessa per saziare quegli uomini affamati del suo corpo.
Durante l'amplesso perde la cognizione del tempo.
Mentre gli uomini la usano come un oggetto, Emily comprende anche il perchè di tutti quegli specchi.
Ovunque si girasse, vede la sua immagine riflessa.
Vedere ciò che gli uomini le stavano facendo non fa altro che aumentare il suo godimento.
Ricorda che alla fine, dopo quelle che sarebbero potute essere ore e dopo una lunghissima sfilza di posizioni, non si reggeva più in piedi.
Ricorda che qualcuno l'aveva presa in braccio e l'aveva trasportata adagiandola in un letto.
Lo stesso in cui si era risvegliata.
Emily è ancora poggiata allo schienale del letto.
La cosa che più la rendeva perplessa, di ciò che le era capitato, era che le era piaciuto.
Essere la protagonista assoluta di una gangbang di quel tipo... le era piaciuto. Un sacco.
I crampi allo stomaco la distolgono dai suoi pensieri.
Emily si alza dal letto e si reca verso l'uscita della stanza, nota l'assenza della porta quasi come se non le si volesse dare intimità.
Quella piccola accortezza la continuava afar sentire alla mercé di tutti.
Esce dalla stanza e si ritrova nel corridoio che riconosce immediatamante.
< Finalmente sveglia signora Palmer! Dormito bene? >.
Li ad attenderla in corridoio c'è uno dei due ragazzi di colore che le aveva fatto visita.
Emily indietreggia colta alla sprovvista e, nel notare che l'uomo che le giganteggia di fronte è completamente nudo, si rende conto di esserlo anche lei.
Istintivamente si mordicchia il labbro con nervosismo.
L'uomo le sorride < Ah... Io... credo di non essermi ancora presentato... Mi chiamo Thobo, ci siamo conosciuti a casa sua > le dice porgendole la mano.
< Si, ricordo... > arroscisce Emily mentre la stringe.
Nonostante tutto riesce ancora a provare imbarazzo.
< Scommetto che è affamata, venga con me... ha bisogno anche di una doccia > dice l'uomo afferrandola per un fianco.
Thobo la conduce in silenzio fino agli spogliatoi.
Emily si blocca leggermente nel vedere che le sue mutandine sono ancora lì sul pavimento, esattamente dove se le era sfilate quando Rian glielo aveva ordinato.
Fa per raccoglierle.
< No, Signora Palmer... le lasci li > suggerisce Thobo < Diciamo che quelle sono una specie di... monito... >.
< Monito? > chiede Emily stupita.
< Si... a lei non è consentito indossare indumenti di alcun tipo.
Soprattutto l'intimo. A Lei non serve. Credo che Rian sia stato chiaro a riguardo, no?! > domanda ironico l'uomo.
< Faccia pure con comodo, le ho lasciato lì qualcosa da sgranocchiare > aggiunge indicando un carrellino posizionato su un lato nella stanza < Quando avrà finito la porto da Rian, vuole parlarle >.
Emily si dedica una lunga doccia calda e rigenerante.
Dopo essersi asciugata, mangia qualcosa con gusto ed esce dallo spogliatoio.
< Sono pronta > dice sorridendo.
Thobo fa un leggero cenno con il capo e nuovamente allunga una mano sul fianco della donna conducendola nel corridoio.
La mano dell'uomo lentamente scende ad afferrarle la chiappa.
Palpeggiandola per tutto il breve percorso Thobo conduce Emily in una delle ultime stanze.
< Prego > dice facendole segno di entrare.
Emily si ritrova in un piccolo ufficio.
Rian Price le viene incontro salutandola con un bacio alla francese molto appassionato.
< Venga qui, diamo una controllata > dice Rian dopo averla baciata.
Nel dire ciò, mette una mano sull'addome della donna facendole inclinare il busto in avanti.
Rian si piega a sua volta, ma dall'altro lato. In questo modo ha un primo piano sul fondo schiena della donna.
Le allarga le chiappe morbide < Bene... > mugugna. Con due dita le dilata il buco del culo < Molto, Mooolto bene > afferma estasiato. Terminata l'ispezione al fondo schiena, Rian passa due dita anche sulla passera della donna, massaggiandola con cura.
< Perfetto! > annuncia. Poi rivolge a Thobo, in attesa sull'uscio, un cenno con il capo.
Thobo risponde con un gesto, stringe il pugno agitandolo, quasi avesse appena segnato un gol, e poi si fionda fuori nel corridoio.
< Ma cos...? > chiede Emily non capendo la situazione.
< Signora Palmer lei ha recuperato egregiamente. A dire il vero mi ha stupito... > si complimenta Rian facendole segno di accomodarsi.
Rian si siedena sua volta dall'altrovlato della scrivania.
< Sa... era da tempo che non dedicavamo un servizio del genere ad una cliente. Lei è... speciale > aggiunge.
< Grazie... > Emily è lusingata.
< Per questo abbiamo deciso di farle uno sconto > annuncia Rian divertito sbattendo un foglio sulla scrivania.
< Questa è la fattura degli ultimi servizi, come vede le abbiamo fatto un omaggio... > continua Rian con occhi dolci e con voce sarcastica < Paga in contanti? Se vuole è possibile anche rateizzare il pagamento... >.
< Cos... ma... io... come faccio a pagare in contanti?! È... troppo! > protesta Emily sconvolta.
La cifra che vede è sporopositata.
Scorre con gli occhi leggendo le varie voci che ci sono riportate e qualcosa non le torna.
< Aspetti ma qui c'è un errore...mi avete scontato questa ma... è segnata due volte! > esclama Emily indicando la voce "gangbang" che, effettivamente, era segnata due volte in successione, una delle quali scontata come omaggio.
< Signora Palmer... mi scusi se mi permetto... > dice Rian scuotendo la testa < come diavolo crede che passerà il resto della mattinata? > dice alzandosi di scatto dalla sedia e iniziando a slacciarsi la cinta dei pantaloni.
< Forza. In piedi! > ordina < La strada la conosce... >.
A Emily, nuda e intimorita, non resta che obbedire.
Uscendo in corridoio vede Thobo tornare di corsa, il resto della banda al seguito.
Emily non riesce neanche ad arrivare alla sala che gli uomini le sono già addosso.
Per un attimo pensa a suo marito Oliver, che tanto aveva insistito affinché lei fosse andata all'evento della DESMP.
Thobo e Ngozi la sollevano di peso mentre gli altri presenti urlano a gran voce.
I due uomini di colore la mettono al centro di un sandwich interraziale, ad Emily sfugge una risata mentre pensa al marito che, oltre che cornuto, averebbe dovuto anche pagare il conto.
Risata che presto si trasforma in un verso di goduria.
P.s.
Così (per ora? Chissà?) si concludono le vicende della nostra cara Emily Palmer.
Se hai letto tutti i racconti (e nella speranza che ti siano piaciuti) non posso far altro che ringraziarti e augurarti tante altre letture su questo fantastico sito che da la possibilità a inesperti scrittori come me di scrivere e pubblicare il frutto delle proprie fantasie.
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