I fidanzati di mia moglie (Parte ottava)
di
Bluewings
genere
tradimenti
Così mia moglie aveva liquidato il suo ultimo amante decisa che non avrebbe più avuto storie con uomini impegnati, a meno che le loro compagne non ne fossero messe al corrente. Non voleva trovarsi più in situazioni imbarazzanti. Il mio rapporto con Martina si stava pian piano affievolendo, lei aveva finalmente un compagno che le garantiva un rapporto canonico con previsione di un figlio, ormai andava per i 41 e il desiderio di maternità la dilaniava. Mi confessò che voleva bene al suo compagno, ma che non sentiva il trasporto che aveva provato con me, però lui le dava quello che io non potevo: una famiglia e un figlio che era tutto quello che voleva ora, dato che ormai si sentiva realizzata nel lavoro: aveva appena ottenuto una cattedra a tempo indeterminato all'università e l'accesso ad un team di ricerca. Il suo compagno era un tipo dolce e amante della famiglia, una persona con la testa sulle spalle, anche lui con nel passato una storia finita miseramente e tanto tempo dedicato allo studio, fu una scelta dettata più dalla testa che dal cuore. Con Martina non ci siamo mai lasciati ufficialmente, piano piano la nostra relazione si è trasformata in una grande amicizia, però abbiamo continuato ad andare a letto insieme per diverso tempo, anche dopo che era andata a convivere col suo compagno e anche dopo che era rimasta incinta di lui, anzi, devo dire che in quel periodo avevamo ripreso a scopare molto spesso, mi eccitava molto col pancione che cresceva e lei in quel periodo era molto ben disposta al sesso. Poi, quando è nata sua figlia abbiamo continuato a vederci, ma quasi sempre con i nostri compagni e per qualche tempo non abbiamo più fatto sesso. Abbiamo ripreso quando la bimba aveva ormai tre anni, ma occasionalmente...lei non ha mai avuto altri amanti e adesso sono quasi 10 anni che ci frequentiamo solo da buoni amici. E' ancora una bella donna, anche se ha passato ampiamente i 60.
Fra mia moglie e Martina c'è un grandissimo feeling, si sono aiutate reciprocamente con i figli, si confidano, si consigliano e spesso escono insieme. E' una grande amicizia, anche se si sentono sempre in competizione e spesso non si risparmiano critiche. Forse è proprio il fatto di essere così diverse che le ha avvicinate. Mia moglie un giorno mi disse: “Martina è il mio angelo custode che mi dà sempre buoni consigli che io regolarmente non seguo...mentre io sono il suo diavoletto tentatore, ci compensiamo”.
Ma torniamo ad Antonella...anche a lei quando era incinta era cresciuta la libido e aveva sempre voglia di sesso, alla fine le avevo proposto anche qualche incontro occasionale per soddisfare la sua voglia di trasgressione, ma rifiutò, non era nel suo stile, diceva che non avrebbe mai fatto sesso con uno sconosciuto perché per lei era molto importante che ci fosse un certo feeling a livello mentale, non solo pura attrazione fisica. L'aveva anche ricontattata Roberto, ma non lo aveva degnato nemmeno di una risposta, mentre Antonio aveva continuato a infastidirla finché non aveva lasciato il lavoro per la maternità. Anzi, fino a pochi giorni prima. Lui le aveva detto che se non tornava a letto con lui avrebbe raccontato a tutti i colleghi della loro storia e per provarla aveva anche delle foto di loro insieme. Lei non si fece intimorire: “Si dai, diciamolo a tutti...magari anche a tua moglie. Quelle foto le ho anch'io...” Non l'ha più importunata.
Nacque nostro figlio nei tempi e nei modi previsti, tutto era andato bene e ci godevamo il nostro essere genitori, Antonella si è rivelata, in seguito, una madre dolcissima e molto premurosa senza essere oppressiva. Sarebbe noioso fare la cronaca di quel periodo, a parte qualche mio incontro occasionale con Martina non successe niente di sessualmente rilevante.
Erano passati più di due anni dalla nascita di nostro figlio e volevamo dargli un fratellino, intanto Martina dopo essersi sposata e trasferita a casa del marito anche lei finalmente stava realizzando il suo sogno di essere madre.
Vicino a casa nostra c'era un piccolo parco, una piccola oasi verde in mezzo alle case. C'era un piccolo laghetto, panchine all'ombra di grossi alberi, giochi per bambini e un bocciodromo dove gli anziani del quartiere organizzavano vere e proprie sfide. Antonella ci andava spesso, quando era libera dal lavoro, per far prendere un po' d'aria al bimbo e, anche se non dava molta confidenza, la conoscevano tutti...le sue minigonne non la facevano passare certo inosservata.
Un giorno, mentre il bimbo si era addormentato nel passeggino e lei si stava dirigendo verso casa, si fermò a osservare gli anziani giocare a bocce. Si sedette su di una panchina al bordo del campo di gara e accavallò le gambe mostrando forse più del dovuto (non c'ero ma immagino).
Uno dei giocatori, cercando di attirare la sua attenzione le disse: “La vedo interessata, fa il tifo per qualcuno?” Forse immaginando fosse la figlia di qualche giocatore, tutti abbondantemente sopra i 60 anni. Uno dal fondo, credendo forse di fare il simpatico esclamò: “Alla signora piacciono i giochi con le palle!” Si sentì qualche risata, ma lei replicò decisa: “Si, mi piacciono i giochi con le palle, ma preferisco il biliardo perché almeno lì ci sono anche le stecche. Ma per il mio biliardo ci vogliono stecche nuove e resistenti...qui non mi sembra ce ne siano” Gli astanti tranne quello che voleva fare il simpatico, esplosero in una risata fragorosa e qualcuno, in particolare due signore anziane, accennò un applauso.
Le si avvicinò un uomo, un bel moro alto e vestito in modo elegante più o meno coetaneo che le sorrise e le disse: “Complimenti signora, ha messo in riga questi maleducati...se lo sono meritato”.
Poi continuò: “Passavo di qui perché sono venuto a salutare mio padre che è appunto uno di quei maleducati...ma stasera lo racconto a mamma, ci penserà lei a fargli una bella ramanzina. Io sono un architetto e ho lo studio qui dietro, sono molto impegnato con un progetto complicato e sono uscito due minuti per prendere una boccata d'aria e riposare la mente. Ma lei è veramente interessata alle bocce?”
“No, sono uscita con mio figlio che adesso dorme, mi sono avvicinata al bocciodromo con un po' di nostalgia...mio padre giocava a bocce a livello agonistico e spesso da bambina mi portava con lui...mi manca molto...comunque puoi darmi del tu...mi chiamo Antonella”
“Piacere, io sono Marco...posso offrirti qualcosa?” Domanda di cortesia, pensava che lei avrebbe declinato cortesemente l'invito e quindi salutato. Rimase piacevolmente sorpreso quando lei rispose: “Beh...un gelato lo prenderei volentieri...se non rubo troppo tempo al tuo lavoro”.
“No assolutamente...per me è un vero piacere”.
In fondo al parco c'era un chiosco che vendeva bibite e gelati e aveva qualche tavolino dove potersi sedere. Si raccontarono qualcosa delle loro vite, lui era separato da qualche anno e si era buttato nel lavoro con molto impegno, dopo aver lavorato per diversi anni in una grossa impresa, aveva deciso di aprire uno studio suo e gli inizi erano stati duri, adesso le cose andavano meglio, aveva potuto assumere due collaboratori, ma bisognava stare sempre sul pezzo, la concorrenza era spietata.
Lei lo osservò attentamente...accidenti era proprio un bell'uomo, moro, con due profondi occhi neri un fisico da sportivo, distinto, educato e giovanile...sicuramente poco più che coetaneo (bellezza a parte...mi assomigliava).
Si salutarono senza darsi appuntamenti, affidando al caso un eventuale futuro incontro.
La sera trovai Antonella molto euforica per la nuova conoscenza e impaziente di raccontarmi tutto.
Le chiesi solo: “Ti piace vero? Vi rivedrete?”
Rispose: “Si, mi piace molto, ma non so se lo rivedrò...abbiamo lasciato al caso” Poi dopo qualche istante aggiunse: “Ma a te dispiace se lo rivedo?”
“No amore, però abbi giudizio adesso hai un figlio e poi ora non prendi nemmeno la pillola dato che proviamo a fare il secondo”
“Per adesso non ho nemmeno pensato di andarci a letto e comunque gli farei usare il preservativo non solo per evitare gravidanze, ma anche per motivi di salute. Non lo conosco e non so le sue frequentazioni e le sue abitudini sessuali, le malattie sessualmente trasmissibili sono sempre dietro l'angolo”.
Andammo a letto e facemmo l'amore, lei era molto eccitata e, nonostante facessimo un po' di rumore, per fortuna il piccolo Luca non si svegliò (come altre sere) e ci lasciammo andare anche a posizioni che ultimamente avevamo molto trascurato. Le venni nel lato B, cosa mai più fatta da quando cercavamo il secondo figlio...lo considerava seme sprecato, ma quella sera era speciale.
Naturalmente si confidò con Martina e forse a lei disse anche qualcosa di più che a me. Nei giorni successivi, approfittando del fatto che suo marito era fuori per un congresso e io avevo un pomeriggio libero dal lavoro, andai a trovarla.
Ci sedemmo sul divano, Martina indossava un vestitino di cotone leggero molto corto (In realtà era molto corto perché non era un abito premaman e lei ormai era di 7 mesi) e non potei fare a meno di notare le sue gambe, sempre bellissime, peccato solo che terminassero con dei glutei un po' sotto le aspettative...ma a me piaceva comunque, adesso poi che aveva il pancione era meravigliosa. Sì lo confesso, sarò un po' depravato, ma le donne in dolce attesa mi eccitano da morire. E lei lo sapeva e ne approfittava...
Salì a cavalcioni sopra di me, strusciava la sua figa sul mio cazzo che ora era di marmo, ma in mezzo c'era troppa stoffa. Cercai di baciarla, ma mi teneva a distanza, mi guardava dritto negli occhi senza parlare e incurante di quello che potevo dire. Cercai di sfiorarle i seni, ma allontanò le mie mani. Poi disse: “Amore sai che la tua signora presto ti farà di nuovo cornuto? Ma certo...a te piace...”
Poi si alzò, mi portò in camera da letto e mi ordinò di spogliarmi e mi fece sdraiare sul letto, poi si sfilò gli slip e, senza togliersi l'abitino, si riposizionò a cavalcioni su di me. Feci per allungare le mani, ma lei mi fermò, scese dal letto e mi rimproverò: "Dato che non capisci devo passare alle soluzioni drastiche". Tornò dopo poco con un lungo nastro di stoffa, mi fece mettere le mani dietro la schiena e me le legò assieme, poi soggiunse: “Erano più pratiche un paio di manette, ma non ne ho...con Massimo (il marito) non facciamo cose perverse.
“E con me si?” chiesi.
“Il fatto di venire a letto con te è già una cosa perversa...mi domando perché lo faccio...”
“Già... perché lo fai? Chiesi per metterla in imbarazzo.
Intanto aveva ripreso la posizione sul mio cazzo e questa volta lo aveva fatto scivolare dentro di se, Mi guardò intensamente con i suoi grandi occhioni neri che tante volte mi avevano reso schiavo e rispose: “Perché sei un bastardo...un adorabile bastardo che riesce a trasformarmi in una puttana peggio di tua moglie”
Finalmente si tolse il vestitino e mi offrì i suoi capezzoli e io incominciai a succhiarli, ma lei si allontanò gridandomi: “Chi di ha detto di succhiare?...devi solo leccarli” e poi continuò “Oggi fai quello che voglio io, ti avevo offerto di essere la tua donna, ti avrei soddisfatto in ogni modo a tuo piacimento, ma hai preferito la zoccola e allora ti uso a piacimento mio...se non ti piace non cercarmi più”.
Le dissi che mi piaceva da morire, adoravo essere dominato da lei. Dopo poco esplose in un orgasmo veramente intenso e io che mi ero trattenuto a fatica, feci altrettanto venendo dentro di lei.
Poi lei si sdraiò accanto a me ansimando, il cuore le batteva, mi disse che non aveva mai provato tanto piacere. Le chiesi di liberarmi le mani perché le braccia cominciavano a farmi male, ma lei sembrava non sentire, si chinò sul mio membro che ormai era tornato a dimensioni da riposo, lo prese in bocca e mi pulì la cappella con la lingua, poi mi guardò col suo sguardo penetrante e mi disse: “Non ho ancora finito con te...adesso dovrai fare altrettanto...salì a cavalcioni sulla mia faccia e mi offrì la figa da leccare dicendomi: “Se non mi fai godere ancora non ti libero”.
La sua figa grondava del mio sperma e in un primo momento provai un po' di disagio, ma poi mi concentrai sul suo clitoride e alla fine riuscii a darle un altro orgasmo. Lei si mise di nuovo accanto a me e mi disse: “Non l'hai pulita bene, ma per oggi può bastare...vorrei fartela leccare tutte le volte dopo che ho fatto l'amore con Massimo te lo meriteresti per quanto sei stato cattivo con me” Però lo diceva sorridendo.
Poi tirò fuori un discorso un po' astruso che faticai a capire: “Se tu mi amassi quanto ti amo io sarebbe meraviglioso, purtroppo tu ami me quanto io amo mio marito e io amo te quanto tu ami tua moglie...l'equazione era complicata, ma aveva un senso”.
Poi mi disse che aveva voglia di vedermi ancora...e non era una richiesta...era un ordine.
Fra mia moglie e Martina c'è un grandissimo feeling, si sono aiutate reciprocamente con i figli, si confidano, si consigliano e spesso escono insieme. E' una grande amicizia, anche se si sentono sempre in competizione e spesso non si risparmiano critiche. Forse è proprio il fatto di essere così diverse che le ha avvicinate. Mia moglie un giorno mi disse: “Martina è il mio angelo custode che mi dà sempre buoni consigli che io regolarmente non seguo...mentre io sono il suo diavoletto tentatore, ci compensiamo”.
Ma torniamo ad Antonella...anche a lei quando era incinta era cresciuta la libido e aveva sempre voglia di sesso, alla fine le avevo proposto anche qualche incontro occasionale per soddisfare la sua voglia di trasgressione, ma rifiutò, non era nel suo stile, diceva che non avrebbe mai fatto sesso con uno sconosciuto perché per lei era molto importante che ci fosse un certo feeling a livello mentale, non solo pura attrazione fisica. L'aveva anche ricontattata Roberto, ma non lo aveva degnato nemmeno di una risposta, mentre Antonio aveva continuato a infastidirla finché non aveva lasciato il lavoro per la maternità. Anzi, fino a pochi giorni prima. Lui le aveva detto che se non tornava a letto con lui avrebbe raccontato a tutti i colleghi della loro storia e per provarla aveva anche delle foto di loro insieme. Lei non si fece intimorire: “Si dai, diciamolo a tutti...magari anche a tua moglie. Quelle foto le ho anch'io...” Non l'ha più importunata.
Nacque nostro figlio nei tempi e nei modi previsti, tutto era andato bene e ci godevamo il nostro essere genitori, Antonella si è rivelata, in seguito, una madre dolcissima e molto premurosa senza essere oppressiva. Sarebbe noioso fare la cronaca di quel periodo, a parte qualche mio incontro occasionale con Martina non successe niente di sessualmente rilevante.
Erano passati più di due anni dalla nascita di nostro figlio e volevamo dargli un fratellino, intanto Martina dopo essersi sposata e trasferita a casa del marito anche lei finalmente stava realizzando il suo sogno di essere madre.
Vicino a casa nostra c'era un piccolo parco, una piccola oasi verde in mezzo alle case. C'era un piccolo laghetto, panchine all'ombra di grossi alberi, giochi per bambini e un bocciodromo dove gli anziani del quartiere organizzavano vere e proprie sfide. Antonella ci andava spesso, quando era libera dal lavoro, per far prendere un po' d'aria al bimbo e, anche se non dava molta confidenza, la conoscevano tutti...le sue minigonne non la facevano passare certo inosservata.
Un giorno, mentre il bimbo si era addormentato nel passeggino e lei si stava dirigendo verso casa, si fermò a osservare gli anziani giocare a bocce. Si sedette su di una panchina al bordo del campo di gara e accavallò le gambe mostrando forse più del dovuto (non c'ero ma immagino).
Uno dei giocatori, cercando di attirare la sua attenzione le disse: “La vedo interessata, fa il tifo per qualcuno?” Forse immaginando fosse la figlia di qualche giocatore, tutti abbondantemente sopra i 60 anni. Uno dal fondo, credendo forse di fare il simpatico esclamò: “Alla signora piacciono i giochi con le palle!” Si sentì qualche risata, ma lei replicò decisa: “Si, mi piacciono i giochi con le palle, ma preferisco il biliardo perché almeno lì ci sono anche le stecche. Ma per il mio biliardo ci vogliono stecche nuove e resistenti...qui non mi sembra ce ne siano” Gli astanti tranne quello che voleva fare il simpatico, esplosero in una risata fragorosa e qualcuno, in particolare due signore anziane, accennò un applauso.
Le si avvicinò un uomo, un bel moro alto e vestito in modo elegante più o meno coetaneo che le sorrise e le disse: “Complimenti signora, ha messo in riga questi maleducati...se lo sono meritato”.
Poi continuò: “Passavo di qui perché sono venuto a salutare mio padre che è appunto uno di quei maleducati...ma stasera lo racconto a mamma, ci penserà lei a fargli una bella ramanzina. Io sono un architetto e ho lo studio qui dietro, sono molto impegnato con un progetto complicato e sono uscito due minuti per prendere una boccata d'aria e riposare la mente. Ma lei è veramente interessata alle bocce?”
“No, sono uscita con mio figlio che adesso dorme, mi sono avvicinata al bocciodromo con un po' di nostalgia...mio padre giocava a bocce a livello agonistico e spesso da bambina mi portava con lui...mi manca molto...comunque puoi darmi del tu...mi chiamo Antonella”
“Piacere, io sono Marco...posso offrirti qualcosa?” Domanda di cortesia, pensava che lei avrebbe declinato cortesemente l'invito e quindi salutato. Rimase piacevolmente sorpreso quando lei rispose: “Beh...un gelato lo prenderei volentieri...se non rubo troppo tempo al tuo lavoro”.
“No assolutamente...per me è un vero piacere”.
In fondo al parco c'era un chiosco che vendeva bibite e gelati e aveva qualche tavolino dove potersi sedere. Si raccontarono qualcosa delle loro vite, lui era separato da qualche anno e si era buttato nel lavoro con molto impegno, dopo aver lavorato per diversi anni in una grossa impresa, aveva deciso di aprire uno studio suo e gli inizi erano stati duri, adesso le cose andavano meglio, aveva potuto assumere due collaboratori, ma bisognava stare sempre sul pezzo, la concorrenza era spietata.
Lei lo osservò attentamente...accidenti era proprio un bell'uomo, moro, con due profondi occhi neri un fisico da sportivo, distinto, educato e giovanile...sicuramente poco più che coetaneo (bellezza a parte...mi assomigliava).
Si salutarono senza darsi appuntamenti, affidando al caso un eventuale futuro incontro.
La sera trovai Antonella molto euforica per la nuova conoscenza e impaziente di raccontarmi tutto.
Le chiesi solo: “Ti piace vero? Vi rivedrete?”
Rispose: “Si, mi piace molto, ma non so se lo rivedrò...abbiamo lasciato al caso” Poi dopo qualche istante aggiunse: “Ma a te dispiace se lo rivedo?”
“No amore, però abbi giudizio adesso hai un figlio e poi ora non prendi nemmeno la pillola dato che proviamo a fare il secondo”
“Per adesso non ho nemmeno pensato di andarci a letto e comunque gli farei usare il preservativo non solo per evitare gravidanze, ma anche per motivi di salute. Non lo conosco e non so le sue frequentazioni e le sue abitudini sessuali, le malattie sessualmente trasmissibili sono sempre dietro l'angolo”.
Andammo a letto e facemmo l'amore, lei era molto eccitata e, nonostante facessimo un po' di rumore, per fortuna il piccolo Luca non si svegliò (come altre sere) e ci lasciammo andare anche a posizioni che ultimamente avevamo molto trascurato. Le venni nel lato B, cosa mai più fatta da quando cercavamo il secondo figlio...lo considerava seme sprecato, ma quella sera era speciale.
Naturalmente si confidò con Martina e forse a lei disse anche qualcosa di più che a me. Nei giorni successivi, approfittando del fatto che suo marito era fuori per un congresso e io avevo un pomeriggio libero dal lavoro, andai a trovarla.
Ci sedemmo sul divano, Martina indossava un vestitino di cotone leggero molto corto (In realtà era molto corto perché non era un abito premaman e lei ormai era di 7 mesi) e non potei fare a meno di notare le sue gambe, sempre bellissime, peccato solo che terminassero con dei glutei un po' sotto le aspettative...ma a me piaceva comunque, adesso poi che aveva il pancione era meravigliosa. Sì lo confesso, sarò un po' depravato, ma le donne in dolce attesa mi eccitano da morire. E lei lo sapeva e ne approfittava...
Salì a cavalcioni sopra di me, strusciava la sua figa sul mio cazzo che ora era di marmo, ma in mezzo c'era troppa stoffa. Cercai di baciarla, ma mi teneva a distanza, mi guardava dritto negli occhi senza parlare e incurante di quello che potevo dire. Cercai di sfiorarle i seni, ma allontanò le mie mani. Poi disse: “Amore sai che la tua signora presto ti farà di nuovo cornuto? Ma certo...a te piace...”
Poi si alzò, mi portò in camera da letto e mi ordinò di spogliarmi e mi fece sdraiare sul letto, poi si sfilò gli slip e, senza togliersi l'abitino, si riposizionò a cavalcioni su di me. Feci per allungare le mani, ma lei mi fermò, scese dal letto e mi rimproverò: "Dato che non capisci devo passare alle soluzioni drastiche". Tornò dopo poco con un lungo nastro di stoffa, mi fece mettere le mani dietro la schiena e me le legò assieme, poi soggiunse: “Erano più pratiche un paio di manette, ma non ne ho...con Massimo (il marito) non facciamo cose perverse.
“E con me si?” chiesi.
“Il fatto di venire a letto con te è già una cosa perversa...mi domando perché lo faccio...”
“Già... perché lo fai? Chiesi per metterla in imbarazzo.
Intanto aveva ripreso la posizione sul mio cazzo e questa volta lo aveva fatto scivolare dentro di se, Mi guardò intensamente con i suoi grandi occhioni neri che tante volte mi avevano reso schiavo e rispose: “Perché sei un bastardo...un adorabile bastardo che riesce a trasformarmi in una puttana peggio di tua moglie”
Finalmente si tolse il vestitino e mi offrì i suoi capezzoli e io incominciai a succhiarli, ma lei si allontanò gridandomi: “Chi di ha detto di succhiare?...devi solo leccarli” e poi continuò “Oggi fai quello che voglio io, ti avevo offerto di essere la tua donna, ti avrei soddisfatto in ogni modo a tuo piacimento, ma hai preferito la zoccola e allora ti uso a piacimento mio...se non ti piace non cercarmi più”.
Le dissi che mi piaceva da morire, adoravo essere dominato da lei. Dopo poco esplose in un orgasmo veramente intenso e io che mi ero trattenuto a fatica, feci altrettanto venendo dentro di lei.
Poi lei si sdraiò accanto a me ansimando, il cuore le batteva, mi disse che non aveva mai provato tanto piacere. Le chiesi di liberarmi le mani perché le braccia cominciavano a farmi male, ma lei sembrava non sentire, si chinò sul mio membro che ormai era tornato a dimensioni da riposo, lo prese in bocca e mi pulì la cappella con la lingua, poi mi guardò col suo sguardo penetrante e mi disse: “Non ho ancora finito con te...adesso dovrai fare altrettanto...salì a cavalcioni sulla mia faccia e mi offrì la figa da leccare dicendomi: “Se non mi fai godere ancora non ti libero”.
La sua figa grondava del mio sperma e in un primo momento provai un po' di disagio, ma poi mi concentrai sul suo clitoride e alla fine riuscii a darle un altro orgasmo. Lei si mise di nuovo accanto a me e mi disse: “Non l'hai pulita bene, ma per oggi può bastare...vorrei fartela leccare tutte le volte dopo che ho fatto l'amore con Massimo te lo meriteresti per quanto sei stato cattivo con me” Però lo diceva sorridendo.
Poi tirò fuori un discorso un po' astruso che faticai a capire: “Se tu mi amassi quanto ti amo io sarebbe meraviglioso, purtroppo tu ami me quanto io amo mio marito e io amo te quanto tu ami tua moglie...l'equazione era complicata, ma aveva un senso”.
Poi mi disse che aveva voglia di vedermi ancora...e non era una richiesta...era un ordine.
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