Ero un ragazzino ma imparai tante cose 4.

di
genere
etero

Il mattino dopo stavo aspettando che Ilaria mi chiamasse ma, visto che era mezzogiorno e non avevo ancora sentito la sua soave vocina squillante, decisi di chiamare io anche se magari la svegliavo ma lo feci ugualmente, però sentii la voce sensuale di Giovanna che riconobbe la mia voce e mi disse di andare subito da lei perchè al mattino presto era arrivato suo marito che, vedendo Ilaria guarita ma assai stremata dall'alta febbre, la aveva fatta uscire con lui ed andarono a passare una giornata al mare a respirare iodio, quindi se mi sbrigavo potevo passare un pomeriggio con lei. Feci fuoco e fiamme col povero surriscaldato motorino ma arrivai da Giovanna in meno di mezz'ora e lei mi assalì letteralmente slinguandomi ed infilandomi la lingua nelle orecchie eccitandomi in un modo tale da farmi subito drizzare il cazzone e mi spogliò in un attimo per poi farmi un bocchino da sogno. Dopo che sentii di stare per godere glielo dissi e lei mi lasciò andare sborrando tutto quanto avevo da scaricare, poi mi condusse a letto e mi chiese di leccarle la figa, cosa che feci fino al sentirla gemere godendo e mi beccai in viso una specie di cascata di umori. Poi si girò verso di me e mi propose di incularla, cosa che avrei fatto per la prima volta ed allora ci fu bisogno della sua guida. Mi disse di leccarle l'ano a lungo e cercare di infilarci dentro la lingua. La penetrai un poco ma l'ano era strettissimo perciò riuscii solo a farci mettere dentro un solo pezzettino di lingua ma dopo lei mi disse di farla posizionare in ginocchio e la aiutai ad allargare le coscione sode ed abbronzate, molto attraenti. Mi disse di farle succhiare il cazzo per indurirlo ma io ero pronto da un pezzo, eccitatissimo di inculare per la prima volta e poi, con una gran figa come Giovanna, quindi lei mi passò il tubetto col gel che si fece spandre all'ano e lei stessa col gel mi cosparse l'intero cazzo; io posi il glande al suo ano e spinsi dentro lentamente pensando che avrei occupato un bel pò di tempo a penetrarla analmente ma il gioco durò poco perchè il gel sul cazzo era molto e così penetrai Giovanna inculandola quasi subito dopo l'inizio della spinta ed allora sentendola gemere che poi mi confessò di avere provato un gran dolore perchè aveva ricevuto in culo solo cazzetti di poca importanza ma invece il mio si fece subito notare e soffrì un bel pò ma dopo il dolore divenne piacere, tanto da incitarmi a penetrarla duramente. Di duro avevo in effetti il cazzo ma non mi era mai piaciuto godere nel dolore altrui, così inculai ma senza farla di nuovo gridare. Quando godemmo insieme lastrinsi ai fianchi e poi, dopo che le sborrai dentro, lei si prese il cazzo in bocca succhiando gli ultimi spruzzi che ingoiò e ripulì glande e tronco nettamente. Ci girammo poi baciandoci in bocca ed andai poi a leccarle la figa grondante ripulendola anch'io come aveva fatto lei col cazzo. Rimanemmo abbracciati a lungo poi ci prese la fame ed intanto sentimmo il rombo dell'auto di suo marito e dopo, vedemmo Ilaria correre in casa avendo visto il mio motorino alla porta, ed abbracciò a me poi sua madre dicendo che l'aria del mare le aveva fatto bene e quando dopo entrò suo padre io gli andai incontro porgendole la mano che strinse sorridendomi e poi mi disse che Ilaria gli aveva parlato molto di me a che stavamo doventando molto amici. Io pensai che come amici non eravamo un gran che ma come amanti ce la cavavamo bene e sorrisi ad Ilaria. Giovanna mi propose di fermarmi a cena da loro ed accettai subito ma dissi che dovevo avvisare a casa a la mia assenza. La cena trascorse serenamente e parlei con Ettore, il papà di Ilaria, di tante cose e scorpii che era una persona molto colta ed interessante ma i miei occhi spesso sfuggivano al suo sguardo per contemplare la bellezza di Ilaria e di Giovanna. Giovanna se ne accorse e mise subito un suo piedino a struscirsi sotto il tavolo al mio ginocchio. Io allora allungai la mia gamba arrivando alle sue cosce. Dopo la cena Giovanna portò il caffè per tutto noi ed Ettore poi le chiese di offrire a me ed a lui la loro grappa fatta in casa guarnita di vari aromi ed io scelsi quella con la ruta, un'ottima erba alpina che trasformava la comune grappa in un ottimo digestivo. Poco dopo Ettore ci salutò ed andò a letto ma fu seguito da Giovanna ed allora Ilaria, conoscendo bene le loro abitudini, venne subito a sedersi sulle mie cosce e mi rassicurò che potevamo benissimo spogliarci completamente e scopare per tutta la notte perchè i suoi non sarebbero più usciti dalla loro camera fino al mattino dopo. Poi però dovevo crearmi un "alibi" e presi il motorino accendendolo ed andando a finire in fondo al viale fino al cancello e lì spensi il motore, poi tornai a piedi a casa dove Ilaria mi attendeva alla porta ed andammo abbracciandoci ai fianchi alla sua stanza e lì ci spogliammo e poi le sussurrai all'orecchio che mi piaceva tanto il suo culetto sodo e tondo ma quando le chiarii che intendevo incularla, subito impalidì e poi mi chiese di non parlarne e di non pensarci più al suo culetto perchè già tremava al pensiero di essere inculata da un cazzo smisurato come il mio. Ci mettemmo a baciarci ed a scopare poi fino all'esaurimento delle mie energie. Dopo guardammo l'orologio e rimanemmo un poco a riposarci però continuammo poi ad amarci e solo l'alba ci spinse a fermarcied io in pochi attimi ero pronto per andarmene a casa mia, dove arrivai senza fare rumore ed i miei ronfavano senza accorgersi del mio ritorno. Al mattino mi alzai dal letto alle undici e mia madre mi chiese a che ora ero arrivato a casa e le risposi subito, sapendo che loro erano abitudinari, che era quasi mezzanotte, sicuro che loro a quell'ora erano alla fine del primo sonno, come sempre.
scritto il
2021-04-06
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