In campagna dai nonni 2.
di
Checco752.
genere
etero
Al mattino dopo, accordatomi la sera prima con Gabriella, saluto i miei genitori, prendo lo zaino e vado in garage a prendere la moto. Esco dal garage e, prima di mettermi il casco dò un'occhiata al balcone di casa e lì c'erano i miei a salutarmi. agito il braccio per un "ciaio!" e, indossato il casco, parto girando l'angolo e vado ad infilare la moto in un cortile pieno d'immondezza ed erbaccia. Corro alla fermata dell'autobus e vedo scenderne Gabriella che mi butta le braccia al collo e filiamo dritti alla cantina dove ci attendeva impaziente il malridottissimo divano. Ci spogliamo subito e, vedendo il bellissimo culo della mia sventolona biondona, le chiedo se posso approfittarne ma lei insiste che il gioco del culetto va fatto in condizioni comodissime e non in fretta, così concentro la mia attenzione alle sue chilometriche cosce affusolate, vellutate che subito mi mandano il cazzo in mezzo alle stelle... anche di giorno... e ci strofino il batacchio fino a spingere pressionandolo sull'ano ma lei mi dà l"alt!" e mi sposto andando a farla girare e le inizio a leccarle la figona dal pelo foltissimo e gliela accarezzo slinguando sempre più avidamente. Poco dopo lei già se ne viene sbrodolando ed allora leallargo le cosce e la scopo sempre più intensamente ed intanto le ciuccio i seni che, per quanto non sia esperto di misure femminili, potrebbe essere una rispettabile taglia ma per quanto mi può interessare, ovvero: nulla, annaspo per arrivare con la bocca alla sua e ci scontriamo con le lingue focosamente. Il cazzo intanto continua la sua altalena e, dato che Gabriella prendeva la pillola, mi sento autorizzato a scaricarle in figa un fiume di sborra e lei intanto smania godendo e mi dice di partire ma anche di tornare presto. Chiaro che un pò di aria buona in campagna mi fà bene ma anche loscopare non nuoce alla salute come c'è sctirro sui pacchetti di sigarette...ma lo Stato le vende ugualmente e poi, "sò cazzi tuoi" come si dice in romanesco!! Dopo che Gabriella mi dona l'ultimo bocchino del momento, sempre eccellentissimo fatto da lei, ci decidiamo a rivestirsi e, dopo baci, lacrimuccia sui guanciotti della mia bambolina, ci diamo un abbraccio ed usciamo da lì, lei andando alla fermata di autobus ed io al zozzissimo cortile a prendere la mia fiammante Moto Guzzi e...ecco che lì ho la prova che mio padre è un dritto...e non un fesso che facilmente puoi raggirare, perchè, fissato col nastro adesivo sul serbatoio, trovo un bigliettino scritto proprio in corsivo con la sua grafia e c'è scritto: " Mio caro furbacchione, come vedi è inutile inscenare che te ne stai andando via con la moto ed invece poi te la svicoli andando a prendere alla fermata Gabriella ed insieme andando a finire sopra il malridottissimo divano: Se non mi tenevi nascosto la vostra alcova, io avrei già provveduto a sostituire il amlandato divano con un nuovo divano letto matrimoniale per favorire i vostri giochi...oltre alla moto avrai anche quello che tanto la mamma non va da anni in cantina...buon viaggio!" Non mi resta che chiamarlo al telefonino e gli dico :" Grazie papà, sia per la lezione di vita che mi hai appena dato ma ti prometto che da ora in poi ti terrò al corrente di tutto su me e anche grazie per il divano nuovo!"; mi risponde :" Sarebbe veramente bello avere un rappoorto aperto, sincero e senza falsità...scopati gabriella e senza nascondermi nulla, ciao, buon viaggio e non correre!" e lì sento chiudere il telefonino immaginando che si sta inventando con la mamma che lo ho avvisato di dove mi stò trovando sulla Cassia, invece non sono, appunto, neanche partito! Arrivo dai nonni dopo un viaggio senza correre inutilemente ed anche perchè la moto era nuova e non potevo "tirarle il collo!" così, giunto al cancello della fattoria di nonno Arturo e nonna Sara, avviso del mio arrivo papà. Loro mi vedono arrivare e, dopo abbracci e baci, ti vedo una sventolona di morona superfigona e mio nonno mi fa l'occhiolino dicendomi che è Lauretta, la figlia del suo contadino, tutta curve e tutta bbona. La saluto ed entriamo in casa e lì, altra sgranata di occhi: in cucina ci trovo una ragazina rossa piena di lentiggini ma anche di molte curve, Mariuccia, la nipote del contadino, cugina di Lauretta. Lei addirittura si alza in piedi, mi viene incontro e mi bacia sulla guancia. Dopo una sana colazione che consumo insieme a Maria, i nonni vanno ai loro lavori ed io sono invitato da Maria a visitare tutta la fattoria. Durante il lunghissimo giro, lei, notando come la stò osservando, mi dice senza peli sulla lingua che ha dicott'anni ed è intatta, ancora vergine e, senza remore e timore, mi chiede se può fare certe esperienze con me e lì mi si accende una serie di colpetti di tosse impedendomi di risponderle in merito. Poi la tosse si calma e tace, così le posso rispondere che lo farò con molto piacere e, senza indugiare lei mi prende per mano e mi guida tra stalle, magazzini ed infine arriviamo alla nostra alcova, in mezzo al fieno che farà da giaciglio. Mi spinge giù a sdraiarmi accanto a lei e mi abbraccia infilandomi la lingua in bocca. La bacio guidandola nel gioco ma poi è lei ad interrompermi perchè a quell'ora ci poteva giungere chiunque della famiglia, così riprendemmo la visita alla azienda. Tornati a fine giro in casa, decisi di sdraiarmi un pò sul letto e con Maria ci accordiamo di vederci "casualmente" al fienile al tramonto.
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