Il cappellano 1ªª Parte
di
Alvin
genere
gay
Festa grande oggi nella nostra parrocchia ed annesso oratorio,arrivava il nuovo cappellano.
Essendo il nostro parroco parecchio vecchio,la curia ha deciso che gli serviva un aiuto,specialmente per gestire l’oratorio e stare più vicino a noi giovani che altrimenti avremmo cominciato ad andare in giro per le strade e abbandonare la chiesa.
A dir la verità io già lo facevo,ero un’anima ribelle e come tale ero in giro per boschi o al mare ,quando la stagione lo permetteva.
Gli amici hanno cominciato a parlare bene di questo cappellano che mi venne la vogllia di conoscerlo.
L’occasione fu la partita di calcio,giocavo per una squadretta rionale e quel giorno giocavamo contro la Lbertas.squadra dell’oratorio e prima di entrare in campo c’è lo presentarono.
Diede la mano a tutti e quando fu alla mia altezza dandomi la mano.
“io sono Don Francesco”.
“io sono Alvin”
“il famoso Alvin lo scavezzacollo della compagnia,ma molto appassionato di andare per boschi,ho intenzione di formare un reparto scout.dopo la partita,se non hai altro da fare, passa da me che vorrei parlarti”
Restai parecchio sorpreso che sapesse tante cose su di me.
“va bene don”
Dopo quel colloquio,ho cominciato a frequentare l’oratorio,mi aveva conquistato.
Don Francesco, avrà avuto si e no 40 anni,mi sentivo a mio agio con lui,mi aiutava a realizzarmi,mi era più vicino che papà.
Mi aveva fatto entrare negli scout,facendolo felice, per lui tutto quelli che si mettevano in divisa erano perfetti, testa di militare.
Oltre a questo mi aveva convinto a giocare con la squadra dell’oratorio, in breve tempo aveva conquistato la mia fiducia, in un certo senso ero diventato il suo pupillo, cominciai a frequentare quotidianamente l’oratorio, avevo, per la gioia di papà, abbandonato la mia vita selvaggia.
Aggiungete che mi aveva fatto diventare il suo primo chierichetto ed avrete un quadro completo della mia conversione.
Se andava da qualche parte per fare commissioni ed io ero libero, mi portava con se.
Mi sentivo in paradiso,due persone adulte che mi volevano bene,vi ricordate di zio Franco?
Che bello andare in gita con gli scout, imparare tutte quelle cose, cantare tutti assieme al fuoco del bivacco, quante canzoni imparate, quante camminate in mezzo ai boschi imparando il nome degli alberi.
Passò del tempo, un giorno ero in macchina con lui,eravamo appena andati a celebrare una funzione in un paesino.
Sapevo che quello che avevo fatto con zio Franco non era una cosa bellissima come diceva lui,dentro di me sentivo che non avrei dovuto accettare le sue avance,desideravo avere il consiglio di una persona amica e chi mi era più amico di Don Francesco?
“don mi posso confessare?”..
“confessarti o confidarti?”..
“tutte e due,confessarmi e confidarmi”.
“beh! allora comincia a confidarti”
“no preferisco prima confessarmmi”.
“va bene,aspetta, fra poco arriviamo,ti confesserò in chiesa”.
“ma quello che le dico resterà fra di noi, non lo dirà a nessuno?”.
“Alvin mi meraviglio di te, lo sai che il sacramento della confessione e sacro?”.
“lo so, ma voglio che mi garantisca che nessuno verrà mai a sapere quello che le confesserò”.
“sai bene che quello che dirai in confessione non potrò dirlo a nessuno, solo Dio lo saprà”.
“e lui non lo dirà a nessuno”.
Fui veloce a schivare un sonoro scappellotto.
“non bestemmiare”.
Arrivammo in chiesa,data l’ora era completamente deserta, si mise la stola e sedendosi recito la formula iniziale della confessione.
“da quanto tempo non ti confessi?”.
“lo sa bene padre è stato lei a farlo l’ultima volta”.
“va bene che cosa devi confessarmi?”.
Gli raccontai tutto di getto, guardandomi bene a fare il nome dello zio,quindi rimasi in silenzio.
Mi guardo molto attentamente fissandomi.
“ma sai quello che hai detto e mi giuri che è la verità?”.
“certo che lo è e poi non posso giurare”.
“non scherzare,voglio essere sicuro di quello che stai raccontandomi”
“quello che le stò dicendo è la vverità”
“non è che vuoi far del male a qualcuno?”
“non voglio far del male a nessuno,anzi voglio bene a quella persona e poi lei ha giurato che non lo dirà a nessuno”.
“tranquillo rimarrà un segreto,ma chi è la persona che ha fatto quelle cose con te?, quanti anni ha?, lo conosco?”.
“forse lo conosce, ha qualche anno più di lei Don, il nome non glielo dico”.
“Alvin devi dirmi il suo nome”.
“no,ho promesso che non lo dirò a nessuno, ho già spergiurato raccontandole quello che facciamo”.
“anche se dirai il suo nome io non lo dirò a nessuno, non posso farlo altrimenti mi scomunicano e Dio mi punirebbe mandandomi all’inferno”.
“ma potrebbe andare da papà e dirlo a lui”.
“no, non andrò da tuo padre, farai il suo nome in confessione e lo terrò dentro di me”..
“me lo giuri altrimenti non lo dirò mai”.
“lo sai che non posso giurare, forza dimmi questo nome”.
“allora me lo prometta solennemente”.
“va bene te lo prometto,poi dovrò fare penitenza, ma ora dimmi chi è questa persona”.
A quel punto ero costretto a dire il nome,cmq non avrebbe cambiato nulla visto che lo zio era partito,l’importante era che il don non andasse da papà,se lo avesse saputo sarebbe volato in Australia per strangolarlo.
Con un filo di voce.
“e va bene è zio Franco”.
“lo immaginavo, c’era molta complicità fra voi due”..
“vuol dire che anche gli altri potrebbero essersene accorti?”.
“no, no, me ne sono accorto io, perché, beh!, un giorno te lo spiegherò”.
“ho fatto una cosa brutta,cosa mi consiglia di fare?”.
“ora però dovrai fidarti di me, la confessione finisce qui e ti assolvo da ogni peccato che sei convinto di aver commesso”..
“perché non ho peccato?”..
“no, non hai peccato e nemmeno tuo zio lo ha fatto”.
“non capisco, se venisse a saperlo la gente, zio,anche se non è più in Italia, finirebbe in galera,per non parlare di papà,andrebbe a prenderlo anche in capo al mondo ed è meglio non pensare cosa gli farebbe, ed io in riformatorio”..
“si questo è vero, c’è tanta ignoranza nella gente,non parlo di tuo papà,lui ti vuole troppo bene, ecco perché gli altri non devono venirlo a sapere,specialmente tuo padre”..
Si alzò, rimise la stola al suo posto e mi prese per mano.
“vieni con me”.
Mi fece entrare in una piccola stanza, dove, a suo dire, veniva a meditare,c’era una scrivania, un paio di sedie, in un angolo un letto singolo e nell’altro lato un inginocchiatoio davanti all’immagine della madonna.
“qui nessuno verrà a disturbarci”.
Per sicurezza chiuse la porta a chiave.
“bene Alvin ora torna a raccontarmi per filo e per segno tutto quello che è accaduto fra di voi, vediamo fino a che punto siete arrivati, ti prego non tralasciare nulla”.
“ma padre non siamo più in confessione?”.
“è come lo fossimo, ti stai confidando con me e io ti giuro che mai e poi mai lo dirò a qualcuno, nemmeno al mio confessore,ti fidi di me?”.
“si don mi fido e guardi che ha giurato”.
Che altro potevo fare?
Mi fece accomodare su di una sedia,ne prese un’altra, si sedette di fronte a me.
Cominciai a raccontargli tutto, dall’inizio,anche se non riuscivo a capirne il perché,glielo avevo appena confessato,forse perché ora gli davo anche i particolari, esortato dalle sue precise domande.
Ad un certo punto si alzò per togliersi la tonaca.
“fa un caldo tremendo qui dentro, ti dispiace se me la tolgo?”.
Mi trovò d’accordo, effettivamente faceva veramente caldo in quella stanza.
“no assolutamente”.
Si risedette.
“ti prego ragazzo mio,continua..”,
Continuai, fino al giorno prima che zio partisse,fino al nostro ultimo incontro.
Si alzò,comincio a camminare avanti ed indietro.
Si fermo davanti a me.
“guardami,ora mi spoglio anch’io come faceva tuo zio”.
Alzai gli occhi,
Cominciò a togliersi i pantaloni e le mutande,davanti a me,ancora una volta il pene di uomo in completa erezione, però almeno all’apparenza,non assomigliava all’altro, forse perché apparteneva ad una persona più giovane, aveva tanto pelo nero attorno, guarda tu che strani pensieri mi vennero in quel momento,invece di chiedermi perché si stava spogliando,lo vidi togliersi anche la canottiera,ora era completamente nudo, si risedette.
“alzati Alvin, spogliati anche tu e vieni qui vicino a me”.
Feci quello che mi era stato chiesto, ora mi trovavo davanti a lui completamente nudo..
Teneva le gambe aperte, il suo arnese sempre duro, rivolto verso l’alto, allungò una mano, prese il cazzo e tiro verso di lui,facendomi capire che mi voleva più vicino,usò molta gentilezza.
Mi mise di lato in mezzo alle sue gambe, il suo pene appoggiato alla mia coscia, comincio a giocare con il mio, facendolo andare su e giù fino a che non divenne duro.
“ti sto facendo male?..”.
“no”.
“ti piace quello che sto facendo?”
”..si mi piace”.
Effettivamente quello che stava facendo mi piaceva, lo avevo già sperimentato molte volte anche se a farmelo era un’altra mano, di un altro uomo,di un’uomo a cui ho voluto un mondo di bene e continio a volergliene.
“ dimmi, Alvin, tuo zio lo faceva questo gioco?”..
“si”.
“quante volte lo avete fatto?”.
“molte volte”.
“farai quello che hai fatto con zio anche con me?”
Continua......
Secondo voi l’avrò fatto?
Mi sa che già conoscete la risposta,na se volete la conferma leggete il prossi
Essendo il nostro parroco parecchio vecchio,la curia ha deciso che gli serviva un aiuto,specialmente per gestire l’oratorio e stare più vicino a noi giovani che altrimenti avremmo cominciato ad andare in giro per le strade e abbandonare la chiesa.
A dir la verità io già lo facevo,ero un’anima ribelle e come tale ero in giro per boschi o al mare ,quando la stagione lo permetteva.
Gli amici hanno cominciato a parlare bene di questo cappellano che mi venne la vogllia di conoscerlo.
L’occasione fu la partita di calcio,giocavo per una squadretta rionale e quel giorno giocavamo contro la Lbertas.squadra dell’oratorio e prima di entrare in campo c’è lo presentarono.
Diede la mano a tutti e quando fu alla mia altezza dandomi la mano.
“io sono Don Francesco”.
“io sono Alvin”
“il famoso Alvin lo scavezzacollo della compagnia,ma molto appassionato di andare per boschi,ho intenzione di formare un reparto scout.dopo la partita,se non hai altro da fare, passa da me che vorrei parlarti”
Restai parecchio sorpreso che sapesse tante cose su di me.
“va bene don”
Dopo quel colloquio,ho cominciato a frequentare l’oratorio,mi aveva conquistato.
Don Francesco, avrà avuto si e no 40 anni,mi sentivo a mio agio con lui,mi aiutava a realizzarmi,mi era più vicino che papà.
Mi aveva fatto entrare negli scout,facendolo felice, per lui tutto quelli che si mettevano in divisa erano perfetti, testa di militare.
Oltre a questo mi aveva convinto a giocare con la squadra dell’oratorio, in breve tempo aveva conquistato la mia fiducia, in un certo senso ero diventato il suo pupillo, cominciai a frequentare quotidianamente l’oratorio, avevo, per la gioia di papà, abbandonato la mia vita selvaggia.
Aggiungete che mi aveva fatto diventare il suo primo chierichetto ed avrete un quadro completo della mia conversione.
Se andava da qualche parte per fare commissioni ed io ero libero, mi portava con se.
Mi sentivo in paradiso,due persone adulte che mi volevano bene,vi ricordate di zio Franco?
Che bello andare in gita con gli scout, imparare tutte quelle cose, cantare tutti assieme al fuoco del bivacco, quante canzoni imparate, quante camminate in mezzo ai boschi imparando il nome degli alberi.
Passò del tempo, un giorno ero in macchina con lui,eravamo appena andati a celebrare una funzione in un paesino.
Sapevo che quello che avevo fatto con zio Franco non era una cosa bellissima come diceva lui,dentro di me sentivo che non avrei dovuto accettare le sue avance,desideravo avere il consiglio di una persona amica e chi mi era più amico di Don Francesco?
“don mi posso confessare?”..
“confessarti o confidarti?”..
“tutte e due,confessarmi e confidarmi”.
“beh! allora comincia a confidarti”
“no preferisco prima confessarmmi”.
“va bene,aspetta, fra poco arriviamo,ti confesserò in chiesa”.
“ma quello che le dico resterà fra di noi, non lo dirà a nessuno?”.
“Alvin mi meraviglio di te, lo sai che il sacramento della confessione e sacro?”.
“lo so, ma voglio che mi garantisca che nessuno verrà mai a sapere quello che le confesserò”.
“sai bene che quello che dirai in confessione non potrò dirlo a nessuno, solo Dio lo saprà”.
“e lui non lo dirà a nessuno”.
Fui veloce a schivare un sonoro scappellotto.
“non bestemmiare”.
Arrivammo in chiesa,data l’ora era completamente deserta, si mise la stola e sedendosi recito la formula iniziale della confessione.
“da quanto tempo non ti confessi?”.
“lo sa bene padre è stato lei a farlo l’ultima volta”.
“va bene che cosa devi confessarmi?”.
Gli raccontai tutto di getto, guardandomi bene a fare il nome dello zio,quindi rimasi in silenzio.
Mi guardo molto attentamente fissandomi.
“ma sai quello che hai detto e mi giuri che è la verità?”.
“certo che lo è e poi non posso giurare”.
“non scherzare,voglio essere sicuro di quello che stai raccontandomi”
“quello che le stò dicendo è la vverità”
“non è che vuoi far del male a qualcuno?”
“non voglio far del male a nessuno,anzi voglio bene a quella persona e poi lei ha giurato che non lo dirà a nessuno”.
“tranquillo rimarrà un segreto,ma chi è la persona che ha fatto quelle cose con te?, quanti anni ha?, lo conosco?”.
“forse lo conosce, ha qualche anno più di lei Don, il nome non glielo dico”.
“Alvin devi dirmi il suo nome”.
“no,ho promesso che non lo dirò a nessuno, ho già spergiurato raccontandole quello che facciamo”.
“anche se dirai il suo nome io non lo dirò a nessuno, non posso farlo altrimenti mi scomunicano e Dio mi punirebbe mandandomi all’inferno”.
“ma potrebbe andare da papà e dirlo a lui”.
“no, non andrò da tuo padre, farai il suo nome in confessione e lo terrò dentro di me”..
“me lo giuri altrimenti non lo dirò mai”.
“lo sai che non posso giurare, forza dimmi questo nome”.
“allora me lo prometta solennemente”.
“va bene te lo prometto,poi dovrò fare penitenza, ma ora dimmi chi è questa persona”.
A quel punto ero costretto a dire il nome,cmq non avrebbe cambiato nulla visto che lo zio era partito,l’importante era che il don non andasse da papà,se lo avesse saputo sarebbe volato in Australia per strangolarlo.
Con un filo di voce.
“e va bene è zio Franco”.
“lo immaginavo, c’era molta complicità fra voi due”..
“vuol dire che anche gli altri potrebbero essersene accorti?”.
“no, no, me ne sono accorto io, perché, beh!, un giorno te lo spiegherò”.
“ho fatto una cosa brutta,cosa mi consiglia di fare?”.
“ora però dovrai fidarti di me, la confessione finisce qui e ti assolvo da ogni peccato che sei convinto di aver commesso”..
“perché non ho peccato?”..
“no, non hai peccato e nemmeno tuo zio lo ha fatto”.
“non capisco, se venisse a saperlo la gente, zio,anche se non è più in Italia, finirebbe in galera,per non parlare di papà,andrebbe a prenderlo anche in capo al mondo ed è meglio non pensare cosa gli farebbe, ed io in riformatorio”..
“si questo è vero, c’è tanta ignoranza nella gente,non parlo di tuo papà,lui ti vuole troppo bene, ecco perché gli altri non devono venirlo a sapere,specialmente tuo padre”..
Si alzò, rimise la stola al suo posto e mi prese per mano.
“vieni con me”.
Mi fece entrare in una piccola stanza, dove, a suo dire, veniva a meditare,c’era una scrivania, un paio di sedie, in un angolo un letto singolo e nell’altro lato un inginocchiatoio davanti all’immagine della madonna.
“qui nessuno verrà a disturbarci”.
Per sicurezza chiuse la porta a chiave.
“bene Alvin ora torna a raccontarmi per filo e per segno tutto quello che è accaduto fra di voi, vediamo fino a che punto siete arrivati, ti prego non tralasciare nulla”.
“ma padre non siamo più in confessione?”.
“è come lo fossimo, ti stai confidando con me e io ti giuro che mai e poi mai lo dirò a qualcuno, nemmeno al mio confessore,ti fidi di me?”.
“si don mi fido e guardi che ha giurato”.
Che altro potevo fare?
Mi fece accomodare su di una sedia,ne prese un’altra, si sedette di fronte a me.
Cominciai a raccontargli tutto, dall’inizio,anche se non riuscivo a capirne il perché,glielo avevo appena confessato,forse perché ora gli davo anche i particolari, esortato dalle sue precise domande.
Ad un certo punto si alzò per togliersi la tonaca.
“fa un caldo tremendo qui dentro, ti dispiace se me la tolgo?”.
Mi trovò d’accordo, effettivamente faceva veramente caldo in quella stanza.
“no assolutamente”.
Si risedette.
“ti prego ragazzo mio,continua..”,
Continuai, fino al giorno prima che zio partisse,fino al nostro ultimo incontro.
Si alzò,comincio a camminare avanti ed indietro.
Si fermo davanti a me.
“guardami,ora mi spoglio anch’io come faceva tuo zio”.
Alzai gli occhi,
Cominciò a togliersi i pantaloni e le mutande,davanti a me,ancora una volta il pene di uomo in completa erezione, però almeno all’apparenza,non assomigliava all’altro, forse perché apparteneva ad una persona più giovane, aveva tanto pelo nero attorno, guarda tu che strani pensieri mi vennero in quel momento,invece di chiedermi perché si stava spogliando,lo vidi togliersi anche la canottiera,ora era completamente nudo, si risedette.
“alzati Alvin, spogliati anche tu e vieni qui vicino a me”.
Feci quello che mi era stato chiesto, ora mi trovavo davanti a lui completamente nudo..
Teneva le gambe aperte, il suo arnese sempre duro, rivolto verso l’alto, allungò una mano, prese il cazzo e tiro verso di lui,facendomi capire che mi voleva più vicino,usò molta gentilezza.
Mi mise di lato in mezzo alle sue gambe, il suo pene appoggiato alla mia coscia, comincio a giocare con il mio, facendolo andare su e giù fino a che non divenne duro.
“ti sto facendo male?..”.
“no”.
“ti piace quello che sto facendo?”
”..si mi piace”.
Effettivamente quello che stava facendo mi piaceva, lo avevo già sperimentato molte volte anche se a farmelo era un’altra mano, di un altro uomo,di un’uomo a cui ho voluto un mondo di bene e continio a volergliene.
“ dimmi, Alvin, tuo zio lo faceva questo gioco?”..
“si”.
“quante volte lo avete fatto?”.
“molte volte”.
“farai quello che hai fatto con zio anche con me?”
Continua......
Secondo voi l’avrò fatto?
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