Contentino
di
InchiostroEMente
genere
incesti
(Ogni mio racconto tocca particolari con personaggi solo ed esclusivamente maggiorenni e consenzienti. Nei miei racconti non troverete mai violenza o sesso con animali. Se cercato questo non leggete. PS non posso rispondere qua ai messaggi. In caso potete lascare vostra email e verrete ricontattati. Buona lettura)
E’ la Vigilia di Natale in un paesino pugliese in collina, e come tutti gli anni le famiglie si preparano per passare quei giorni assieme. Così è anche il caso di Concetta – donna 55 enne prosperosa, classica mediterranea - e dei suoi famigliari, che, saldi alle tradizioni nonché alle prelibatezze apule, non vedono l’ora giunga questo momento dell’anno per festeggiarlo nel migliore dei modi. Ovvio, ogni persona è a sé e quindi anche nella famiglia di Concetta c’è chi mal sopporta queste feste, soprattutto se in momento di tensione e pressione nella vita. E’ il caso di Matteo, il figlio 22 enne di Concetta. Matteo è un ragazzo pimpante ma serio, poco studioso e ciò fa inalberare il padre, così come sua madre che vorrebbe per lui un futuro più consono alla società nella quale si vive e soprattutto vorrebbe per il suo figlio dei buoni traguardi; insomma vorrebbe per lui un bel futuro.
Quel giorno Matteo era molto stressato per l’esame che di lì a breve doveva dare e tardava il suo vestirsi per andare dai nonni. La tensione era dovuta maggiormente per il giudizio genitoriale, ma anche perché sapeva benissimo che il risultato di ogni esame veniva commentato in famiglia. In attesa di uscire di casa...
“mamma, ti dispiace se non vengo dai nonni?
Disse il ragazzo vedendo sua madre, già di rosso vestita e truccata (molto) , vicino la porta di casa
“ma Matteo e perché? Dai su, sai che non voglio stare a sentire tuo padre dopo; e poi è la Vigilia e si sta in famiglia”
“sono preoccupato per l’esame mamma, non me la sento di venire dai. Lo sai che tutti rompono le palle”
“togliendo il fatto che dovresti moderare i termini, però dai tesoro su, è un esame: ne hai passati diversi, che sarà mai questo?”
“si ma questo è la terza volta che lo faccio... è difficilissimo possibile che non capite?!!”
“ma tesoro calmo ! Ovvio che capisco, ma tu sai com'è papà, no?”
“tanto papà brontola sempre!!! sai che novità mamma”
“beh caro ma fallo per mamma tua che non vuole starlo a sentire, no?”
Matteo, dieci centimetri più alto di sua madre, mentre parlavano ogni tanto faceva cadere l’occhio sulla scollatura della stessa che, fra l’altro, non aveva indossato il reggiseno
“uff!!! Quante storie per un pranzo... non ho neanche fame! Credimi mamma che mi ci vorrebbe altro...”
“ah, e tipo cosa allora? Sentiamo, così almeno vediamo qual è questa strategia per farti venire dai nonni senza sbuffare come un ragazzino ogni santa volta”
Matteo , a quella frase, fissò più al lungo il seno materno
“qualcosa che non puoi darmi tu, ecco! Che in questi casi sarebbe ottimo per rilassarsi”
Concetta si accorse dello sguardo di suo figlio e con fare interrogativo...
“ah...e...guardi qua?”
“s...sc...scusa mamma dai”
fingendo imbarazzo per averle fissato i seni
“scusa fammi capire: sarebbe questo un modo Matteo? Ti rendi conto almeno?”
“ehm... un modo per cosa mamma?”
lo sguardo del ragazzo nuovamente cadde sulla prosperosa 6°D materna
“un modo per farti venire dai nonni”
“cosa vuoi dire mamma, non capisco! Vuoi dire che se io vengo tu...”
“io...? Io che…?”
“saresti disposta a...che ne so...a...beh hai capito?”
Concetta prese un attimo di pausa, sospirò con gli occhi al cielo e ritornò su suo figlio
“certo Matteo che tu sei impossibile. Ma credimi a mamma che non voglio stare a sentire tuo padre e, visto che è la Vigilia, tutti quanti e sai come sono. Sentiamo: tu cosa saresti disposto allora?”
“beh... a quelle condizioni a fare tutto quello che desideri mamma ma...ecco, a quelle condizioni”
ora Matteo si faceva più ardito accennando ad un sorriso. Sapeva quanto la madre tenesse alle feste come anche a far si che la famiglia fosse unita, non per ultimo era però il motivo che Concetta non voleva che i discorsi volgessero sempre su come suo figlio fosse uno sfatigato
“bene e...beh...hai delle condizioni Matteo?”
chiese Concetta con fare serioso a braccia conserte a suo figlio che la guardava con un accenno di sorriso
“si... una sola condizione mamma”
“ecco; sentiamola allora”
“beh devi togliere il vestito”
“Matteo non se ne parla ! Tutto no ! Se non lo vedi il vestito è intero e dobbiamo andare dai nonni e quindi non abbiamo ore ed ore per...hai capito”
“e... se si sporca?”
come nel tentativo di convincere sua mamma a toglierlo
“scusa sentiamo: in che modo vorresti che mamma ti...beh...desse questo cavolo di contentino per venire dai nonni, come giustamente dovresti? A 22 anni non dovresti nemmeno rompere per stare con i tuoi famigliari a Natale”
“non credo saresti disposta a fare quello che vorrei mamma... lascio al tuo buon cuore”
disse Matteo allungando la mano destra sfiorando a mano aperta il seno sinistro della mamma.
Concetta sospirò, poi seria disse:
“facciamo allora una cosa che ti convinca...e che ti convinca per bene e poi non voglio sentire una parola che sia una ok?”
“e cosa?”
Matteo si poggiò alla porta di casa. Concetta gli andò più vicino iniziando con entrambe le mani a sbottonare i pantaloni di suo figlio. Armeggiati per bene i bottoni, aperti i calzoni, dai boxer estrasse il pene, grande e largo e barzotto, di suo figlio facendolo uscire fuori
“mmmmm che presa mamma”
“Matteo ! Ma sentiti !”
Matteo ebbe un leggero sussulto al tocco della mani materne, ben smaltate di rosso.
Concetta a quel punto, presa un po’ di forza, si piegò sulle ginocchia avanti a suo figlio
“ma guarda te che cavolo devo fare”
rassegnata
“hai ragione mamma... facciamo che non rompa altrimenti chi lo sente”
“però non voglio storie nemmeno da te dopo. Ok il contentino ma dopo niente storie e niente lamenti dai nonni”
“no, non ti preoccupare; lo giuro mamma... nessuna storia... sarò un agnellino”
“ecco, lo spero”
“Oh mamma meno male che ci sei tu a pensare sempre a tutto...”
“eh si...meno male vero? Ma guarda te”
così Concetta si avvicinò al pene di suo figlio. Dapprima iniziò con uno, due, cinque baci sul glande facendo sospirare il ragazzo. Poi si mise maggiormente comoda e, aprendo la bocca, iniziò a succhiare il glande di suo figlio
“mmmmm siiiiiii … ooohh mammma mia che belloooooooo...oohh mamma non ho mai provato una sensazione cosi forte ….mammaaaaaa”
piano, con calma e maestria, Concetta fece sparire il pene di suo figlio nella sua bocca, arrivando in gola e arrivando lei ai peli pubici
“oh mio dio che brava che seiiiii...oohh maammaaa….mmm ma...mammaaaa”
Matteo ebbe un forte sussulto. Concetta a quel punto si ritrasse per prendere fiato, e continuò con la mano a fare una lenta sega a suo figlio
“non fermarti ti prego mamma.... non fermartiiii
“ehi Matteo calmo, calmo tesoro e soprattutto abbassa la voce, che non abitiamo in mezzo al nulla”
disse riprendendo fiato
“scusa mamma ma è una cosa che sogno da tanto... lo giuro”
> ah ecco...e scusa che sognavi?”
chiese Concetta continuando il lento lavoro di mano
“non posso dirtelo mamma altrimenti ti arrabbi mmmm”
Concetta rimise in bocca il pene di suo figlio, succhiandolo per un altro minuto, tenendo la mano alla base del pene e l’altra poggiata sulle gambe di Matteo che, nel mentre, aveva poggiato la mano destra sulla nuca materna spingendola di più verso il pube
“oddio che bello !! Aaaaahh”
Matteo alzò gli occhi al cielo talmente stava godendo. Al peso della mano di suo figlio, Concetta nuovamente rimise il pene dello stesso fino in gola
“ho sempre pensato che sarebbe stato fantastico ma non così mamma; vorrei non finisse mai mamma...è...è... è una cosa pazzesca”
Concetta si ritirò facendo uscire il pene, colmo di saliva, di suo figlio e tossendo un po’
“prima o poi dovrai venire Matteo; non possiamo stare qua una giornata”
disse mentre aveva presso a sollecitare il pene del ragazzo leccandolo
“oh sì...è tardi vero? Devo venire mamma?”
“beh...si Matteo penso proprio di si”
il ragazzo intanto carezzava la testa della mamma, attento a non spettinarla
“va bene mamma ma voglio farlo in bocca allora...”
“beh per forza, altrimenti mi sporchi”
“mamma continua ti prego..”
così Concetta riprese a succhiare il membro turgido di suo figlio, mettendo entrambe le mani sulle gambe dello stesso succhiandolo con foga: in modo molto vigoroso ed emettendo quei classici rumori, complice la saliva, da sesso orale
“siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii dai mammaaaaa dai che ci sono quasiiiii….oddio miooooooooooooooo”
Matteo gemeva forte, seppure alla porta di casa, mentre sua madre da sotto si prodigava con veemenza per farlo eiaculare
“mamma...mamma mamma eccomiiiiii vengooooooooooooooooooooooooo”
il ragazzo si contrasse
“mmmmmmmmmmmmmmm...mamma miaaaaaaa”
Concetta nel mentre si era fermata per concentrarsi meglio sullo sperma del figlio che ora le inondava la bocca
“oohh Dio che belloooooo”
Matteo intanto teneva le mani sul capo materno che ora, pian piano, si tirava dietro per far uscire il pene dalla bocca. Concetta , uscito il pene, preso un attimo di fiato per poi rialzarsi piano guardando suo figlio
“eri carico...molto Dio santo”
“oh mamma è stato incredibile! Mi sento meglio... molto meglio”
“beh...immagino”
“giuro mamma che non ho mai goduto come con te... sei fantastica”
Concetta nel pulirsi con dei fazzoletti si sentiva anche in un ovvio imbarazzo
“dai su tesoro che comunque sono sempre tua madre...non penso sia il caso anche se...beh...abbiamo fatto questa cosa”
“e ne sono contento: mi sento un figlio privilegiato e fortunato”
Concetta guardò il ragazzo
“e sentiamo...come mai lo sei? Sincero”
intanto Matteo si risistemava
“beh... per tanti motivi mamma: sei dolce...”
“si...certo e poi?”
“comprensiva...ci sei sempre”
“a guarda comprensiva di certo…”
“mi supporti e mi sopporti”
“soprattutto ti sopporto”
disse Concetta ridendoci su
“e poi da oggi se ancora più speciale”
“ma chissà come mai, vero?”
Matteo mise sottobraccio la mamma
“sì, dai Matteo andiamo ora che è meglio. Quello che volevi lo hai ricevuto”
e così uscirono di casa. Non c’era nessuno e si diressero verso l’auto. Matteo aprì la portiera alla mamma
“wow non sei mai stato così gentile, ma chissà come mai oggi lo sei”
disse Concetta entrando
“eh mamma, sono certo sia stato un miracolo ehehe”
così Matteo salì al posto di guida partendo.
E’ la Vigilia di Natale in un paesino pugliese in collina, e come tutti gli anni le famiglie si preparano per passare quei giorni assieme. Così è anche il caso di Concetta – donna 55 enne prosperosa, classica mediterranea - e dei suoi famigliari, che, saldi alle tradizioni nonché alle prelibatezze apule, non vedono l’ora giunga questo momento dell’anno per festeggiarlo nel migliore dei modi. Ovvio, ogni persona è a sé e quindi anche nella famiglia di Concetta c’è chi mal sopporta queste feste, soprattutto se in momento di tensione e pressione nella vita. E’ il caso di Matteo, il figlio 22 enne di Concetta. Matteo è un ragazzo pimpante ma serio, poco studioso e ciò fa inalberare il padre, così come sua madre che vorrebbe per lui un futuro più consono alla società nella quale si vive e soprattutto vorrebbe per il suo figlio dei buoni traguardi; insomma vorrebbe per lui un bel futuro.
Quel giorno Matteo era molto stressato per l’esame che di lì a breve doveva dare e tardava il suo vestirsi per andare dai nonni. La tensione era dovuta maggiormente per il giudizio genitoriale, ma anche perché sapeva benissimo che il risultato di ogni esame veniva commentato in famiglia. In attesa di uscire di casa...
“mamma, ti dispiace se non vengo dai nonni?
Disse il ragazzo vedendo sua madre, già di rosso vestita e truccata (molto) , vicino la porta di casa
“ma Matteo e perché? Dai su, sai che non voglio stare a sentire tuo padre dopo; e poi è la Vigilia e si sta in famiglia”
“sono preoccupato per l’esame mamma, non me la sento di venire dai. Lo sai che tutti rompono le palle”
“togliendo il fatto che dovresti moderare i termini, però dai tesoro su, è un esame: ne hai passati diversi, che sarà mai questo?”
“si ma questo è la terza volta che lo faccio... è difficilissimo possibile che non capite?!!”
“ma tesoro calmo ! Ovvio che capisco, ma tu sai com'è papà, no?”
“tanto papà brontola sempre!!! sai che novità mamma”
“beh caro ma fallo per mamma tua che non vuole starlo a sentire, no?”
Matteo, dieci centimetri più alto di sua madre, mentre parlavano ogni tanto faceva cadere l’occhio sulla scollatura della stessa che, fra l’altro, non aveva indossato il reggiseno
“uff!!! Quante storie per un pranzo... non ho neanche fame! Credimi mamma che mi ci vorrebbe altro...”
“ah, e tipo cosa allora? Sentiamo, così almeno vediamo qual è questa strategia per farti venire dai nonni senza sbuffare come un ragazzino ogni santa volta”
Matteo , a quella frase, fissò più al lungo il seno materno
“qualcosa che non puoi darmi tu, ecco! Che in questi casi sarebbe ottimo per rilassarsi”
Concetta si accorse dello sguardo di suo figlio e con fare interrogativo...
“ah...e...guardi qua?”
“s...sc...scusa mamma dai”
fingendo imbarazzo per averle fissato i seni
“scusa fammi capire: sarebbe questo un modo Matteo? Ti rendi conto almeno?”
“ehm... un modo per cosa mamma?”
lo sguardo del ragazzo nuovamente cadde sulla prosperosa 6°D materna
“un modo per farti venire dai nonni”
“cosa vuoi dire mamma, non capisco! Vuoi dire che se io vengo tu...”
“io...? Io che…?”
“saresti disposta a...che ne so...a...beh hai capito?”
Concetta prese un attimo di pausa, sospirò con gli occhi al cielo e ritornò su suo figlio
“certo Matteo che tu sei impossibile. Ma credimi a mamma che non voglio stare a sentire tuo padre e, visto che è la Vigilia, tutti quanti e sai come sono. Sentiamo: tu cosa saresti disposto allora?”
“beh... a quelle condizioni a fare tutto quello che desideri mamma ma...ecco, a quelle condizioni”
ora Matteo si faceva più ardito accennando ad un sorriso. Sapeva quanto la madre tenesse alle feste come anche a far si che la famiglia fosse unita, non per ultimo era però il motivo che Concetta non voleva che i discorsi volgessero sempre su come suo figlio fosse uno sfatigato
“bene e...beh...hai delle condizioni Matteo?”
chiese Concetta con fare serioso a braccia conserte a suo figlio che la guardava con un accenno di sorriso
“si... una sola condizione mamma”
“ecco; sentiamola allora”
“beh devi togliere il vestito”
“Matteo non se ne parla ! Tutto no ! Se non lo vedi il vestito è intero e dobbiamo andare dai nonni e quindi non abbiamo ore ed ore per...hai capito”
“e... se si sporca?”
come nel tentativo di convincere sua mamma a toglierlo
“scusa sentiamo: in che modo vorresti che mamma ti...beh...desse questo cavolo di contentino per venire dai nonni, come giustamente dovresti? A 22 anni non dovresti nemmeno rompere per stare con i tuoi famigliari a Natale”
“non credo saresti disposta a fare quello che vorrei mamma... lascio al tuo buon cuore”
disse Matteo allungando la mano destra sfiorando a mano aperta il seno sinistro della mamma.
Concetta sospirò, poi seria disse:
“facciamo allora una cosa che ti convinca...e che ti convinca per bene e poi non voglio sentire una parola che sia una ok?”
“e cosa?”
Matteo si poggiò alla porta di casa. Concetta gli andò più vicino iniziando con entrambe le mani a sbottonare i pantaloni di suo figlio. Armeggiati per bene i bottoni, aperti i calzoni, dai boxer estrasse il pene, grande e largo e barzotto, di suo figlio facendolo uscire fuori
“mmmmm che presa mamma”
“Matteo ! Ma sentiti !”
Matteo ebbe un leggero sussulto al tocco della mani materne, ben smaltate di rosso.
Concetta a quel punto, presa un po’ di forza, si piegò sulle ginocchia avanti a suo figlio
“ma guarda te che cavolo devo fare”
rassegnata
“hai ragione mamma... facciamo che non rompa altrimenti chi lo sente”
“però non voglio storie nemmeno da te dopo. Ok il contentino ma dopo niente storie e niente lamenti dai nonni”
“no, non ti preoccupare; lo giuro mamma... nessuna storia... sarò un agnellino”
“ecco, lo spero”
“Oh mamma meno male che ci sei tu a pensare sempre a tutto...”
“eh si...meno male vero? Ma guarda te”
così Concetta si avvicinò al pene di suo figlio. Dapprima iniziò con uno, due, cinque baci sul glande facendo sospirare il ragazzo. Poi si mise maggiormente comoda e, aprendo la bocca, iniziò a succhiare il glande di suo figlio
“mmmmm siiiiiii … ooohh mammma mia che belloooooooo...oohh mamma non ho mai provato una sensazione cosi forte ….mammaaaaaa”
piano, con calma e maestria, Concetta fece sparire il pene di suo figlio nella sua bocca, arrivando in gola e arrivando lei ai peli pubici
“oh mio dio che brava che seiiiii...oohh maammaaa….mmm ma...mammaaaa”
Matteo ebbe un forte sussulto. Concetta a quel punto si ritrasse per prendere fiato, e continuò con la mano a fare una lenta sega a suo figlio
“non fermarti ti prego mamma.... non fermartiiii
“ehi Matteo calmo, calmo tesoro e soprattutto abbassa la voce, che non abitiamo in mezzo al nulla”
disse riprendendo fiato
“scusa mamma ma è una cosa che sogno da tanto... lo giuro”
> ah ecco...e scusa che sognavi?”
chiese Concetta continuando il lento lavoro di mano
“non posso dirtelo mamma altrimenti ti arrabbi mmmm”
Concetta rimise in bocca il pene di suo figlio, succhiandolo per un altro minuto, tenendo la mano alla base del pene e l’altra poggiata sulle gambe di Matteo che, nel mentre, aveva poggiato la mano destra sulla nuca materna spingendola di più verso il pube
“oddio che bello !! Aaaaahh”
Matteo alzò gli occhi al cielo talmente stava godendo. Al peso della mano di suo figlio, Concetta nuovamente rimise il pene dello stesso fino in gola
“ho sempre pensato che sarebbe stato fantastico ma non così mamma; vorrei non finisse mai mamma...è...è... è una cosa pazzesca”
Concetta si ritirò facendo uscire il pene, colmo di saliva, di suo figlio e tossendo un po’
“prima o poi dovrai venire Matteo; non possiamo stare qua una giornata”
disse mentre aveva presso a sollecitare il pene del ragazzo leccandolo
“oh sì...è tardi vero? Devo venire mamma?”
“beh...si Matteo penso proprio di si”
il ragazzo intanto carezzava la testa della mamma, attento a non spettinarla
“va bene mamma ma voglio farlo in bocca allora...”
“beh per forza, altrimenti mi sporchi”
“mamma continua ti prego..”
così Concetta riprese a succhiare il membro turgido di suo figlio, mettendo entrambe le mani sulle gambe dello stesso succhiandolo con foga: in modo molto vigoroso ed emettendo quei classici rumori, complice la saliva, da sesso orale
“siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii dai mammaaaaa dai che ci sono quasiiiii….oddio miooooooooooooooo”
Matteo gemeva forte, seppure alla porta di casa, mentre sua madre da sotto si prodigava con veemenza per farlo eiaculare
“mamma...mamma mamma eccomiiiiii vengooooooooooooooooooooooooo”
il ragazzo si contrasse
“mmmmmmmmmmmmmmm...mamma miaaaaaaa”
Concetta nel mentre si era fermata per concentrarsi meglio sullo sperma del figlio che ora le inondava la bocca
“oohh Dio che belloooooo”
Matteo intanto teneva le mani sul capo materno che ora, pian piano, si tirava dietro per far uscire il pene dalla bocca. Concetta , uscito il pene, preso un attimo di fiato per poi rialzarsi piano guardando suo figlio
“eri carico...molto Dio santo”
“oh mamma è stato incredibile! Mi sento meglio... molto meglio”
“beh...immagino”
“giuro mamma che non ho mai goduto come con te... sei fantastica”
Concetta nel pulirsi con dei fazzoletti si sentiva anche in un ovvio imbarazzo
“dai su tesoro che comunque sono sempre tua madre...non penso sia il caso anche se...beh...abbiamo fatto questa cosa”
“e ne sono contento: mi sento un figlio privilegiato e fortunato”
Concetta guardò il ragazzo
“e sentiamo...come mai lo sei? Sincero”
intanto Matteo si risistemava
“beh... per tanti motivi mamma: sei dolce...”
“si...certo e poi?”
“comprensiva...ci sei sempre”
“a guarda comprensiva di certo…”
“mi supporti e mi sopporti”
“soprattutto ti sopporto”
disse Concetta ridendoci su
“e poi da oggi se ancora più speciale”
“ma chissà come mai, vero?”
Matteo mise sottobraccio la mamma
“sì, dai Matteo andiamo ora che è meglio. Quello che volevi lo hai ricevuto”
e così uscirono di casa. Non c’era nessuno e si diressero verso l’auto. Matteo aprì la portiera alla mamma
“wow non sei mai stato così gentile, ma chissà come mai oggi lo sei”
disse Concetta entrando
“eh mamma, sono certo sia stato un miracolo ehehe”
così Matteo salì al posto di guida partendo.
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