L'amore della mia vita

di
genere
gay

Dio, questo professore non smette mai! La campana avrebbe dovuto suonare tra qualche minuto, il tempo non sembrava passare mai.
Finalmente suonò ed io uscii dalla classe. Era la pausa pranzo ed io ero libero di fare quello che volevo.
Mi chiamo Giacomo (non è il mio vero nome). Quando questo accadde avevo 18 anni, ero alto un metro e settantacinque per 65 chili kg, abbastanza muscoloso, capelli neri, occhi marrone scuro. Ero il tecnologico della classe, portavo gli occhiali ma mi dicevano che ero carino... io pensavo di no. Ero un tipo solitario, avevo molti amici ma erano ad un certo confine nella mia vita, oltre quello io ero da solo.
Avevo compreso di essere gay un anno o due prima e desideravo amore ed accettazione. Non me la sentivo di sfidare il mondo rivelandomi e mi sentivo soffocato. Non avevo un solo vero amico e stavo nascondendo questo lato di me a tutti.
Internet era il mio unico conforto ed io trovavo la pace nelle chatrooms chattando con ragazzi della mia età.
Comunque mentre andavo in mensa vidi il ragazzo dei miei sogni (Alberto) scivolare attraverso la sala. Era alto un metro e settanta, capelli castano chiaro, occhi marrone chiaro, il sorriso più sorprendente ed una figura magra. Era così maledettamente bello, avrebbe potuto incantare chiunque.
Lui era sempre amichevole con tutti ed aveva sempre un braccio intorno a qualche spalla, scherzando e ridendo. Noi eravamo un po’ amici... conoscenti potreste dire. Per un po’ avevo pensato che potessi piacergli, ma poi compresi che era solo un mio desiderio.
Stavo passando in uno dei corridoi solitari della scuola. Mi piaceva fare quel percorso per andare in sala di pranzo... mi dava tempo di pensare... e prendere fiducia in me stesso!
Mentre stavo passando davanti al gabinetto dei maschi, una mano mi afferrò la bocca e mi tirò dentro. Non sapevo cosa stesse succedendo ma cedetti. Una volta dentro vidi che il mio catturatore era Alberto.
Si chinò su di me (ero stato spinto con la schiena contro il muro). Aveva una certa espressione negli occhi ed un sorriso birichino. Mi prese un desiderio irrefrenabile di baciarlo, ma resistetti.
Poi lui parlò. "Giacomo, io so come sei. Ti ho osservato e la cosa era ovvia."
Io ero senza parole, ero inorridito. Avevo paura che lo dicesse in giro e la mia vita sarebbe finita.
"Andiamo ragazzo, sei matto? Io non sono gay! " esclamai. Lui continuava a fissarmi ed io non potevo resistere. Cedetti e gli dissi che aveva ragione.
Fissavo il pavimento, lacrime cominciarono a venirmi agli occhi. Io non piango mai, ma questa era un’eccezione.
Improvvisamente sentii una mano che mi toccava il mento. Me lo alzò e sentii una calda bocca sulla mia. Gli occhi di Alberto erano a pochi centimetri dai miei penetrandomi sino all’anima. Le suoi labbra erano così morbide e mi succhiò il labbro inferiore.
Ora, questo era il mio primo bacio ed io non avevo idea di quello che dovevo fare. Ma non dovetti preoccuparmi, Alberto assunse la direzione. Spinse la sua lingua nella mia bocca ed il calore del suo corpo si sparse nel mio.
Il suo corpo fu spinto contro il mio e lo stavamo facendo come due puttane eccitate. Io ero completamente in paradiso, avevo paura di toccarlo per paura di rovinarlo... avevo paura che fosse un sogno e non volevo che finisse!
Io sono la persona più timida sulla faccia della terra. Non avevo bisogno di parlare. Le sue mani esploravano il mio corpo e la sua lingua tracciava la mia faccia.
Il suo dolce respiro colpiva i miei sensi e capii che non potevo chiedere di più...
Improvvisamente si ritrasse e disse:"Non possiamo proseguire, non qui, non ora. Vieni a dormire da me questo fine settimana. I miei genitori andranno fuori città, che ne dici?"
Rimasi sorpreso ma riuscii ad accennare col capo. Lui comprese il mio assenso e si avviò verso l’uscita.
Ero così maledetto confuso. Cosa succedeva? Cosa voleva? Non volevo essere il suo giocattolo, io lo volevo con tutto il mio cuore, non volevo essere usato.
Riuscii a parlare. "Cosa... cosa...?' chiesi. Lui guardò indietro, lo scintillio dei suoi occhi marrone, le sue labbra si arricciarono in un sorriso. Disse una parola. Una sola parola. Ed io capii che con quella parola unica aveva preso il mio cuore, la mia anima, il mio voler essere con lui quando uscì da quella porta.

Volete sapere che parola era?

2

"Con amore" Rispose.
Quella era l'unica cosa che avevo bisogno di sentire. Ed io ero suo.
Quel giorno era un mercoledì. Quando ritornai a casa chiesi alla mamma il permesso di andare da lui per il week end e lei acconsentì. Corsi a chiamare Alberto per confermargli i dettagli.
Durante i due giorni seguenti ci incontrammo poco. Ogniqualvolta avveniva ci lanciavamo un'occhiata, mentre la sua era quasi impercettibile, la mia era molto ovvia.
Non me ne accorsi ma cominciai ad ardere. Sembravo sempre più felice, ero allegro. Anche i miei amici sembrarono notarlo e me ne chiesero la ragione. Rimasi sorpreso e dissi che non c’era niente, niente di niente...
Quei due giorni furono le 48 ore più belle della mia vita. Dall'essere un innamorato depresso, solitario, ad essere felice, fiducioso... un ragazzo contento. Non volevo niente altro al mondo, ero felice... per una volta in vita mia.
Finalmente, venerdì arrivò.
Appena la campana suonò per l'ultima volta corsi a casa, la mia borsa era pronta (l'avevo preparata la sera prima). Mi cambiai con qualcosa di casuale, mi gettai lo zaino in spalla ad andai a prendere il bus.
Sbarcai davanti alla casa di Alberto e lo vidi davanti alla porta.
Indossava una polo nera e pantaloncini blu, era così carino, avrei voluto correre ad abbracciarlo; mentre il bus ripartiva mi diede la mano e mi trascinò verso l'ascensore.
In breve fummo nel suo appartamento. Davvero piuttosto normale, nulla di insolito. Aveva due camere da letto, un soggiorno ed una cucina.
Come ho già detto sono una delle persone più timide su questa Terra; non volevo iniziare io, così aspettai pazientemente. Mi sedetti sul divano mentre lui scompariva in cucina.
"Cosa stai facendo?" Chiesi. "Oh nulla, adesso arrivo” E cinque minuti più tardi uscì con un carrello di spuntini e bibite.
Il fatto era che non sapevo cosa avremmo fatto, ma non mi aspettavo che fosse così normale, beh non così almeno.
Deve avermi letto nella mente perché mi disse che dovevamo mangiare prima di fare qualcosa d’altro.
Una volta finito si sedette accanto a me sul divano. Era un silenzio molto goffo, un silenzio goffo e lungo. Finalmente lui parlò, "Guarda, so che devi essere molto confuso. Chiariamo le cose, io so che sei come me e quello che abbiamo fatto mercoledì lo ha confermato. Tu mi piaci anche, ma non in un modo romantico. Io voglio sesso ed azione e tu puoi darmelo. Io non ti costringerò, ma non penso che dirai di no, non dopo quello che abbiamo fatto in bagno. Quindi, cosa dici? "
Ero depresso, stavo quasi per piangere e .penso che davvero una lacrima cadde dai miei occhi. Improvvisamente lui si chinò ed asciugò la lacrima dalla mia guancia. Il suo viso si ammorbidì e la sua bocca si arricciò in un sorriso enorme.
"Dio, come sei credulone! Pensi seriamente che sarei così superficiale? Qualunque cosa abbia detto quel giorno era vero. Quella cosa di mercoledì era amore. Piccolo idiota carino! Io sono stato innamorato di te fin da... fin dal primo giorno che ti ho visto. Avevo la sensazione che anch’io ti piacessi, ma non potevo esserne sicuro. Mi guardavi spesso e ho deciso di correre il rischio. Non so quello che avrei fatto se quella cosa nel bagno non fosse risultata giusta... sono contento di non averlo dovuto scoprire! Ho sempre pensato che eri carino e mi piacevi. Recentemente mi sono reso conto che non era una infatuazione. Ti amavo. Non volevo niente più delle tue braccia intorno a me. Questo era tutto ciò che volevo. Era la mia speranza ed ora è quello che avrò, se tu mi vuoi" La sua faccia arrossì mentre lo diceva e potevo vedere che stava facendo appello ad ogni grammo del suo coraggio per dire quello che stava dicendo... Personalmente non potevo amarlo di più in quel momento.
Aveva gli occhi a terra, mi avvicinai, lo tirai nelle mie braccia e lo baciai con tutto il mio cuore. Fu il bacio più appassionato della miai vita... e fu aumentato dalla consapevolezza che la persona che stavo baciando, mi amava. Questa persona si preoccupava di me e, grazie a lui... non ero da solo.
La risposta fu esaltante, mi spinse sul divano. Ora ero sdraiato sulla schiena, lui si mise su di me e cominciò a muovere le mani dappertutto. Prese una delle mie mani e se la mise sul culo. Mi bisbigliò in un orecchio: "Per favore muovi le mani sul mio corpo, noi ora apparteniamo l'uno all'altro. Sentiti libero di esplorare. Io sono tutto tuo!" poi continuò a baciare e leccare ogni parte della mia faccia e del mio collo.
Cominciai a stringere e giocare con le sue natiche sode. Lui aveva il culo più attraente che avessi mai visto! Continuai a far correre le mani sul suo corpo magro mentre lui continuava a baciarmi.
La sua mano scese al mio inguine e cominciò a toccare il mio cazzo.

3

Quando la sua mano mi afferrò l’uccello, gelai.
“Non c'è niente che voglia di più in questo momento. E dio sa che non sto mentendo. Tuttavia non voglio che la mia prima volta sia su di un divano, di giorno. Sarà con l'amore della mia vita, con te... ma non qui, non ora. Abbiamo tutto il fine settimana. Facciamolo in modo speciale... Già mi hai fatto avere il mio primo bacio in un bagno, penso che potremmo accentuare un po' questo, non pensi?” Dissi facendogli l'occhiolino.
Alberto si tolse da me e si sedette, la sua faccia era bianca. Non capivo se era arrabbiato o sollevato o qualsiasi altra cosa. Dopo un po', finalmente parlò: "Hai ragione. Facciamolo speciale. Che ne dici della notte? Il mio letto è pronto, con la mia morbida coperta ci aspetta... possiamo usare il mio letto o quello dei miei genitori. Quello dei miei genitori è doppio ed il mio è singolo, cosa ne pensi?”
"Beh, penso che dovremmo usare il tuo letto. Penso che un letto ad una piazza sarebbe più comodo, specialmente a questo punto dell'anno!" Dissi e tornai a fargli l'occhiolino.
Un grande sorriso comparve sul suo viso, poi si alzò e cominciò ad allontanarsi. "Cosa c’è che non va?" Chiesi. "Se mi vuoi, prima dovrai prendermi!" Gridò.
E così cominciammo una caccia lunga mezz’ora che finì nel bagno. L'avevo intrappolato. Accadde poi qualche cosa di piuttosto interessante. Lui cominciò a spogliarsi ed entrò nella vasca da bagno. Era una vasca spaziosa e l'acqua era calda ed invitante.
"Vuoi raggiungermi?" disse. "Non potrai tenermi fuori anche se tu lo volessi!” Fu la mia risposta. Insieme, completamente nudi, passammo insieme due ore nella vasca. Lui si sedette sul mio grembo e ci coccolammo e chiacchierammo a lungo.
"Dove andremo poi...? Voglio dire dopo questo fine settimana, tornare a scuola, alle lezioni, agli amici e a tutto... io non posso sopportare di stare lontano da te, io ti voglio... io ho bisogno di te. Io mi sono sempre sentito un po’ lontano da tutto e tu sei l’unica cosa che mi fa sentire sicuro. Io voglio solo stare qui, nelle tue braccia per sempre".Lui disse. Io fui colto di sorpresa, ma piacevolmente, pensai che ero il ragazzo più fortunato del mondo. Voglio dire che ero con quel ragazzo straordinariamente bello, uno che mi amava tanto, dio avrei fatto qualsiasi cosa per lui!
"Non so. Potremmo incontrarci nel bagno durante l’intervallo... Dobbiamo stare separati, non possiamo permettere che si capisca cosa sta succedendo. Ci incontreremo nei fine-settimana... Ti amo più di qualsiasi cosa. Mi sono sempre sentito solo al mondo ed ora tu mi fai sentire di appartenerti." Risposi. Lo baciai piano mentre lo dicevo e lo abbracciai.

4

Dopo un bagno molto lungo e rilassante, Alberto ed io decidemmo di andare al vicino mercato, che era piuttosto vicino a casa sua, per comprare tutto ciò di cui avevamo bisogno per la sera.
La sua casa era in una zona appartata così non ci importava se qualcuno ci avesse e chi non ci avesse visto. Lui stava veramente bene con la sua maglietta nera e jeans; non riuscivo a tenere le mani lontano dal suo culo!
Facemmo un giro ammirando le vetrine.
Decidemmo di comprare delle candele profumate per dare un tono alla sera, comprammo anche molto cioccolato (io amo il cioccolato) e degli speedo veramente sexy mentre nessuno badava a noi.
Lungo la strada ammirammo i vari generi di bei ragazzi che incontravamo e ne discutemmo. Lui mi teneva la mano mentre camminavamo... era meraviglioso.
Entrammo in un vicolo isolato e chiaramente il mio boyfriend non era un uomo molto paziente. Letteralmente saltò nelle mie braccia e mi diede un bacio appassionato ed enorme. In 3 giorni ero passato da essere totalmente vergine e solitario, ad essere un ragazzo felice con boyfriend innamorato con cui mostrarmi in pubblico. Ironia della sorte!
Ci fermammo in un piccolo negozio di pasticceria veramente grazioso e ci dividemmo un ice cream sundae, usammo la stessa cannuccia, era così carino! Eravamo là, seduti uno di fronte all’altro, vicino alla vetrina, fissandoci l'un l'altro negli occhi, senza curarci del mondo.
Io ordinai un dolce al cioccolato e ce lo dividemmo, ne presi un morso e poi lui ne prese uno dalla stessa forchetta. Era strano ma era come se potessi sentire il suo morso dalla forchetta!
Più tardi decidemmo di stare un po’ nel parco. Erano circa le 18, il sole stava tramontando ed il cielo era un misto di brillante blu, violetto e molti altri colori, non l’avevo mai visto così, ma era la vicinanza del mio ragazzo!
Trovammo un posto sotto un albero dove ci sedemmo insieme, lui mi avvolse con le sue braccia ed io lui con le mie, ci coccolammo e parlammo di sciocchezze. Guardavamo il cielo ed intorno a noi.
"Guarda il cielo Alberto... non è bello?" "Sì, ma ho visto qualche cosa di meglio" Ero un po' curioso "...Oh, realmente? E cosa ci potrebbe essere di più bello di questo?" Chiesi. "Lascia che te lo mostri."
Mi fece chiude gli occhi, mi prese per mano e mi portò vicino allo stagno. Mi disse di aprire gli occhi ed io non vidi niente di insolito. "Cos’è? Io non vedo niente!" Esclamai". “Come sei stupido! Guarda giù!" Disse. Quando guardai in giù mi vidi riflesso nell'acqua. Arrossii come una ragazzina, corsi indietro all'albero e mi sedetti.
"Ehi! Cosa succede? Pensavo ti sarebbe piaciuto..." Disse sporgendo il labbro inferiore e poi le due labbra. "No... non è nulla. E’ stata la cosa più dolce che mi sia mai stata detta. Ma... perché? Voglio dire... mi sto facendo da molto tempo questa domanda. Perché io? Voglio dire, tu sei splendido! E guarda me... io sono, beh... si, sono... Vivo tutto questo come un sogno e tu potresti scomparire fra un secondo..."
"Ahem, ahem! Mi scusi, se lei mi parla così, io cesserò ogni contatto con Lei. Io non voglio che nessuno, ed intendo nessuno, parli così del mio boyfriend. Tu sei il più bell’uomo che abbia mai visto, io ti amo per quello che sei. L'esterno è bello come deve essere, ma è il tuo interno che mi attira. Resta sempre così... giusto. Voglio dire, qualsiasi cosa accada di male, devi mantenere la tua posizione. Gentile con tutti, proteggere i bimbi, aiutare tutti sempre, me, i tuoi amici ed anche quelli che non ti vogliono bene. È probabile che tu ti pensi grasso e brutto, ma questo mi fa amarti di più, e poi non sei brutto, sei bello! Amo il modo in cui mi abbracci e mi fa sentire protetto dal mondo. Io voglio avere teneramente quella sensazione finché vivo. Ed io non ti lascerò mai... mai... mai se non impazzirò! Temo che sarai tu a lasciarmi!" Esclamò.
Io avevo le lacrime agli occhi. L'insicurezza era stata uno dei miei più grandi nemici da sempre, ma questo ragazzo mi faceva sentire più sicuro di qualsiasi altra cosa. Lui era il mio compagno dell’anima ed io lo capivo. Gli morsicai le labbra mentre mi abbracciava. Posai la testa sulla sua spalla e mi strinsi al suo torace. Sapeva così di buono! Lui posò la testa su di me ed io capii che non potevo volere nulla di più!
Più tardi ritornammo al suo appartamento, ci spogliammo rimanendo in mutande ed ordinammo le pizze.
Dopo che la pizza fu arrivata suggerii di guardare la Tivù. Facendo zapping tra i canali trovai una replica di F.R.I.E.N.D.S. Mi fermai là e dissi. "Mi piace questo show, potrei rivederelo sempre... non diventa mai vecchio. Questo è quello che voglio sai? Mi fa sentire caldo dentro. Sono contento di vederlo con te oggi" Lui sorrise e mi baciò sulla fronte. Nell’ora seguente oziammo sul divano, mangiammo la pizza, ci coccolammo e guardammo il mio spettacolo preferito.
Dopo la pizza suggerii di fare doccia. 'Ehi... questa notte sarà la notte più speciale delle nostre vite. Stasera noi ci diamo l'un l'altro il regalo più prezioso che una persona può dare a qualcuno. Rendiamolo più bello che possiamo. Hmmm... vediamo, sono le 8 adesso. Possiamo fare la doccia e qualsiasi altro tu voglia fare. Facciamolo speciale, laviamoci bene! Fra un'ora voglio vederti a letto, con su quei bei speedo, Ok!” dissi io. "Sissignore!" Esclamò. Ed aveva un sorriso birichino sul viso.
Dopo mezz’ora di lavatura intensa (Lavai fregando dappertutto dove potevo), andai nella sua camera da letto. Avevo indosso l’accappatoio, mi sedetti al tavolino ed accesi le candele che avevamo comprato per "creare l’atmosfera".
Presto sentii un rumore e vidi Alberto, cominciai a sentire il cuore battere nel mio torace ed il martellio crebbe ad ogni passo.
Quando il suo corpo toccò il mio, un'espansione di calore rilassante invase il mio. Lui portò le sue labbra vicino alle mie. Solo pochi millimetri distanti, io sentii il suo alito al profumo di menta. I suoi occhi erano fissi nei miei. Ancora...

5


Si sedette accanto a me, io mi mossi per fargli spazio. Il suo corpo stava emanando calore ed io letteralmente lo stavo assorbendo. Sembrava un angelo disceso dal cielo... Si sedette accanto a me.
Eravamo quasi nudi, l'unica cosa che ci copriva erano i piccoli speedo che celavano niente. La notte era una molto fredda e noi eravamo vicini sul suo letto ad una piazza.
Lui mi fissò negli occhi e si chinò. Il suo sguardo mi trafisse ed io dimenticai tutto. Tutto. Tutto ciò che sentivo erano le sue labbra morbide ed umide sulle mie ed i nostri corpi allacciati. Lo sentii salire su di me e succhiarmi il labbro inferiore. Le sue mani esploravano ogni centimetro del mio corpo mentre i nostri inguini si strusciavano. Eravamo ambedue ad occhi chiusi e ci lasciammo andare...
Lui divenne molto molto duro mentre aumentava la sua stimolazione sessuale, i suoi baci divennero più appassionati. Cominciò a mordicchiare leggermente il mio orecchio e succhiare il mio collo ed i miei pettorali.
Anch’io stavo là sdraiato e lo baciavo con tutto il mio essere. Gli rendevo la sua passione con pieno entusiasmo. Sentii la sua lingua bagnata e la bocca mentre la mia lingua scivolava tra le sue labbra. Lui cominciò a succhiarmela ed il calore continuò a crescere. Le mie mani si spostarono lungo tutta la lunghezza del suo corpo, giocarono col suo culo, massaggiarono la sua vita snella ed il torso liscio.
Lui cominciò a muoversi su e giù ed io potevo sentire il suo eccitamento irradiare dal linguaggio del suo corpo. Feci correre una mano attraverso i suoi capelli e gli mordicchiai le orecchie.
Per un momento interrompemmo questa trance di piacere ed aprimmo gli occhi. Lui stava sorridendo brillantemente a poci millimetri da me. I suoi denti splendevano bianchi e perfetti, i suoi occhi erano più belli di grappoli di stelle brillanti nel cielo serale. Capii che se non avesse voluto sarebbe stata l’ultima opportunità.
"Sei sicuro?" Gli bisbigliai in un orecchio. "Più di quanto non abbia mai voluto!" Rispose e continuammo a baciarci ed esplorare i nostri corpi.
Poi le sue mani graffianti trovarono il mio inguine e questa volta nessuno al mondo (incluso me) sarebbe riuscito a fermarlo da quello che stava per succedere. Lui scivolò su di me e scese tra le mie gambe.
Sentii le sue calde e piuttosto sudate mani praticamente strappare lo speedo dal mio corpo. Prese il mio cazzo con tenerezza assoluta. Massaggiò la completa lunghezza della mia asta e delle mie palle. Lentamente lo sentii usare la lingua per dare piacere al mio buco della piscia ed alla testa del mio cazzo intonso. Continuò a leccare tutto il mio uccello e le palle prima di cominciare finalmente a prendere tutto in bocca. Sentii il mio pene spingere all'inizio della sua gola.
La sua bocca salì e scese sul mio cazzo, espandendosi e riilassandosi sul mio uccello. Sentivo il suo pompino caldo, era assolutamente surreale. Lui continuò a succhiarmi il pene durissimo ed io ero più eccitato che mai.
"Sto venendo, Alberto... non posso resistere di più!" Gridai. "Chi ti dice di resistere?" Rispose. Incapace di tenere più a lungo, rilasciai una quantità enorme di sperma, più di quanto avessi mai sborrato in vita mia.
Lo sentii prenderlo, ogni singola goccia. Dopo avermi dato il mio primo pompino mi si avvicinò e cominciò a baciarmi di nuovo.
Fui sorpreso nel sentire un insolito, eccitante gusto nel suo alito e nella sua bocca; aveva ancora parte del mio sperma in bocca. "Ho pensato che probabilmente ti sarebbe piaciuto." Bisbigliò. Io risi mentre lui apriva la bocca e mi baciò con la sborra. Sentivo il suo alito caldo sul mio collo mentre continuava a condividere il seme del mio amore con me.
"Voglio fare lo stesso, sai...?” Dissi scendendo al suo inguine e cominciando a togliergli gli speedo. Non erano molto stretti ma io ero così eccitato che avevo delle difficoltà...
Dopo poco ero faccia a faccia col suo bell’uccello liscio e le palle. Erano bianco latte e circondati da un cespuglio sottile di peli pubici marrone scuro.
Con gran tenerezza e cura presi il suo cazzo nelle mie mani e lo massaggiai come aveva fatto lui.
Mentre lo facevo con la bocca, le mie mani giocavano col suo culo e lo spremevano. Gli leccai verga e palle... avevano un gran sapore, meglio del cioccolato. Dopo di che lo presi in bocca. Sentii la sua pelle morbida spazzolarmi la gola finché non ebbi tutto il suo membro in bocca ed in gola. Glielo succhiai finché non sentii gocce di sperma sprizzare dalla testa... questo fu seguito da almeno un litro di sborra che ingoiai avidamente, aveva il sapore migliore di qualsiasi cosa avessi mai assaggiato in vita mia.
Dopo aver fatto il pompino al mio amico, risalii a baciarlo. Per la mezz’ora seguente continuammo a farci pompini l'un l'altro a turno, baciarci e coccolarci nel suo letto. Dopo un po' decidemmo di provare la posizione del 69.
Trovammo subito il ritmo e ci succhiammo con entusiasmo... finché noi avemmo un orgasmo simultaneo. Era una cosa fuori dal mondo... letteralmente...
Dopo... lui si mise sulla schiena, mentre io mi accoccolavo su di lui. Avevo la testa sulla sua spalla e le mani nei suoi capelli... giocandoci.
Alberto aveva gli occhi chiusi ed assaporava il momento...
"Ehi... sei pronto?" Chiese...

6

Io chiusi gli occhi mentre sentivo Alberto dire a bassa voce quelle parole nel mio orecchio. Avrei desiderato che quel momento non finisse mai ma, tristemente, non era così. Nel momento in cui stavo quasi per rispondere alla sua domanda, il mio cellulare cominciò a suonare. Mi ero dimenticato di spegnerlo e mentre squillava (senza vergogna devo aggiungere) attraversai la stanza, l'unico modo per far finire quel disturbo era rispondere.
Guardai lo schermo e fui sorpreso nel vedere il numero di mia mamma che blincava sullo schermo. Erano circa le 11 di sera, tardi per le sue abitudini.
"Ciao!" Dissi.
Mia mamma rispose: "Giacomo? Mi spiace disturbarti... ho pensato che era probabile che tu fossi sveglio... Ascolta, è accaduto una cosa terribile. La zia Barbara è morta. Sai come papà le era unito ed ora è distrutto. Il funerale sarà domani, dobbiamo prendere il volo delle 7 di domattina, prepara le tue cose. Mi spiace interromprere il tuo week end, ma sto venendo a prenderti.
Guardai Alberto, turbato e frustrato. Tentai disperatamente di pensare a qualche uscita, ma non ne trovai. Vinto le dissi che sarei stato pronto in 15 minuti.
Inutile dire che quella notte non arrivammo a fare ulteriormente l’amore. Lui capiva la situazione, lo sapevo... ed io l'amavo per questo. Alle 11 ,30 ero davanti ad Alberto con le mie borse, pronto ad andare. Lui era ancora nudo e mi mostrava l’erezione dura. Mentre stavo per uscire feci scivolare un braccio intorno alla sua vita, gli strinsi il culo rotondo, gli baciai le labbra umide per almeno dieci secondi buoni e poi me ne andai.
Avevamo programmato di ritornare il lunedì seguente. Semplicemente non riuscivo a resistere! Anche in quell'atmosfera di tristezza intensa e pianto, tutto ciò a cui riuscivo a pensare era Alberto.
In qualche modo convinsi i miei genitori che non potevo permettermi di perdere la scuola quel lunedì dato che stavamo avvicinandoci agli esami ed ogni giorno era cruciale per la mia preparazione. Tentarono di persuadermi a restare, ma nella fine mi permisero di tornare a casa domenica. Loro rimasero ma io ritornai da solo a casa.
Quando il mio volo atterrò, erano circa le 7 di mattina. Decisi di prendermi un rischio e chiamai Alberto.
"Ehi!" Dissi.
"Ehi! Stavo pensando a te... Come stai?"
"Oh, io sto bene. Mi manchi molto. Tu come stai? Sei ancora a casa?"
"Sì. I miei genitori non ritorneranno fino a martedì. Sono qui solo, a farmi seghe, pensando a te..."
"Aww... Resisti, sarò lì prima che tu pensi! Ma è lunedì, devo andare a scuola!"
Pensavo di fargli una sorpresa... invece fu lui a sorprendere me!
Il portiere della casa di Alberto mi riconobbe e mi fece entrare senza domande. Avevo chiesto al taxi di aspettare sotto l'edificio, pensavo di dire ad Alberto di scendere ad aiutarmi col bagaglio. Presi I’ascensore e mi diressi verso la porta dell’appartamento.
Decisi di non bussare, lentamente aprii la porta ed entrai silenziosamente. Tutto era silenzioso e non si vedeva un'anima. Improvvisamente cominciai a sentire un debole lamento. Pensai che forse veramente Alberto si stava masturbando pensando a me.
Mi avvicinai in punta di piedi nella sua stanza, la porta era accostata e potevo guardare dentro. Sbirciai nella stanza ed ebbi il peggior colpo della mia vita.
Sdraiato sul letto con le sue gambe all'aria c’era il mio boyfriend Alberto. Su di lui torreggiava il nostro bel insegnante di francese, il sig. Dari. Fui completamente stupito di trovarlo là. Era alto circa un metro e novanta, pelle olivastra e muscoli di un olimpionico. Aveva peli su tutto il corpo e specialmente il torace era peloso. Potevo vedere il suo culo muscoloso che si stringeva mentre andava dentro e fuori da Alberto.
Erano tutti e due nudi, vedevo il corpo tonico e muscoloso del sig. Dari su quello magro e pallido di Alberto. Il suo cazzo grosso e venato scivolava dentro e fuori del buco rosa di Alberto. La faccia del sig. Dari era sopra quella di Alberto ed era chiaro che gliela stava succhiando.
Mi sentii nauseato. Accidentalmente spinsi leggermente la porta che si mosse cigolando con uno straziante ritmo lento, aprendosi. Ci volle un momento perchè si accorgessero della mia presenza. Ma io ero già sparito.
Sentii il sig. Dari gemere mentre scivolava fuori da Alberto e crollava sul letto. Sentii anche il picchiettio dei piedi di Alberto che, senza un brandello di vestiti sul corpo, mi inseguiva.
Io ero nell'ascensore e la porta era quasi chiusa quando lui vi mise il piede. Anche in quella situazione mi sembrava incredibilmente sexy. Ma non potevo perdonarlo...
"Co... cosa... Cosa...? Pensavo che saresti ritornato domani! Io sono... così dispiaciuto. Non essere arrabbiato, per favore. Non pensare male, ti prego. È solo una cosa da niente tra noi, null’altro. La trocherò se Io vuoi. Solo ritorna dentro... per favore..." Disse.
"Lasciami andare, Alberto. È finita. tra noi è finita." Affermai.
"Cosa? Andiamo! Non fare così! Io ti amo! E so che anche tu mi ami. Non possiamo separarci per una piccola cosa come questa. Carlo (Il sig. Dari) ed io facciamo solo sesso. Non fare il bambino!" Esclamò. Pigiò il corpo nudo contro di me e, come era avvenuto per il nostro primo bacio, prese la mia mano, se la mise sul culo e mi baciò.
Tentò di spingere la lingua nella mia bocca, ma non glielo permisi, letteralmente lo spinsi fuori della porta dell’ascensore. "Non parlarmi mai più. Ti odio. Ciao." Le porte dell’ascensore si chiusero e così anche la nostra relazione. Il mio taxi stava ancora aspettandomi quando uscii dall'edificio. Senza una parola mi sedetti in macchina e diedi al conducente l’indirizzo di casa mia.
Le due settimane seguenti furono estremamente dolorose per me. Ero perso, ero distrutto. Mi sentivo come se dopo aver trovato la vera felicità della mia vita per la prima volta, l’avessi persa. I miei esami erano programmati per due settimane dopo questi eventi. Capii che la miglior cosa per me era immergermi nel mio lavoro e concentrarmi. E lo feci.
Gli esami arrivarono ed andarono, li superai. Alberto ed io eravamo stati sempre in competizione e vincere contro lui era una vittoria molto dolce. Lo chiusi completamente fuori della mia vita e non eravamo più nulla se non compagni di classe. Io chiusi anche lentamente e sistematicamente i miei amici fuori della mia vita. Non ero mai stato particolarmente vicino a qualcuno di loro ma avevo molti buoni amici. Mantenni la facciata della mia esistenza fra di loro, ma rifiutai di condividere anche un brandello di quello che stava accadendo.
In breve fu novembre, l’autunno aveva lasciato il passo all’inverno ed il tempo era piacevole benché un po' freddo. Fu annunciato che avremmo fatto un campeggio durante l'ultima settimana del mese, saremmo andati in montagna, quindi avrebbe fatto freddo. Facemmo tutti i bagagli con tonnellate di vestiti caldi (letteralmente) e ci preparammo per il viaggio.
Io ero inizialmente riluttante ad andare, ma mia mamma che aveva notato come ero diventato riservato e distante negli ultimi mesi mi obbligò.
Gli insegnanti assegnarono i compagni di tenda prima della partenza. Io pregavo per non trovarmi con Alberto. Ed il fato scelse invece così!
"Per favore” Pregai “Con chiunque ma non lui! Per favore... " Implorai.
"Dai Giacomo, non fare il difficile, non capisco perché devi fare così il bambino. Alberto è un bravo ragazzo, voi due avete molto in comune, sono sorpreso che non siate amici!"
Ero veramente frustrato. Improvvisamente, come spedita da Dio stesso per la mia liberazione, una voce giunse ai nostri orecchi.
" Umm... Signore? Il mio compagno di tenda non verrà, è influenzato, così sarò da solo. Forse Giacomo potrebbe stare con me."
"Per favore, oh per favore, per favore signore!" Dissi facendo la mia migliore faccia triste.
"Ok, Giacomo.” Sospirò il professore.
Mentre lui si rivolgeva ad un altro studente, io mi girai verso Luca, l’inviato da Dio che mi aveva evitato un campeggio infernale con il mio ex.
Luca era un atleta, uno che era più facile trovare sul campo di basket che altrove. Faceva anche altri sport ma la pallacanestro era il suo favorito. A causa di un'anomalia di gestazione (probabilmente aveva succhiato molto calcio dal corpo di sua mamma mentre lei era incinta), lui era anormalmente grosso. Era alto più di un metro e novanta, con spalle larghe, pettorali ed un insieme muscoloso. Aveva tratti asiatici e lunghi capelli che gli piaceva pettinare, ad essere sinceri ne sembrava ossessionato, era fisicamente un ragazzo dominante ma in realtà era un gigante buono. L’avevo conosciuto alle medie ed eravamo buoni amici.
"Grazie, uomo! L'apprezzo veramente! Mi hai salvato." Esclamai.
"Nessun problema, comunque stavo per chiederti di essere il mio compagno di tenda; tutti i miei amici sono già accoppiati. Lieto di averi aiutato." Disse sorridendo.
"Haha, sicuro. Ci divertiremo un sacco! Comunque più tardi."
"Sicuramente! Ciao, ci vediamo domani mattina!"
Mentre tornavo a casa pensavo quanto era meglio dividere la tenda con Luca piuttosto che con Alberto. Quello che non sapevo era quanto meglio sarebbe stato.

7

Sospirai di sollievo quando, insieme ai miei compagni di classe e gli insegnanti arrivai al campo che sarebbe stata la nostra casa per i due giorni seguenti. Erano circa le tre del pomeriggio. Mi ero svegliato alle quattro di mattina ed ero stanco morto quando arrivammo al campo. Per tutto il viaggio, in treno prima e poi in bus, ero stato seduto sulle mie borse, uniche mie compagne di viaggio. Tuttavia non era una scelta, per una coincidenza crudele il mio posto era lontano dal mio solito gruppo di amici. Vidi una volta o due uno sguardo di Alberto, ma io ero ancora troppo arrabbiato per parlargli.
Inutile dire che non ero di buon umore quando mi avviai alla tenda assegnatami. Ero incazzato, esausto ed in una parola triste. Tutto quello che volevo fare era gettarmi sul materasso che stava sul pavimento della tenda e dormire. La tenda non era molto spaziosa o robusta. Niente di più di una normale sistemazione di campeggio, le pareti erano grigie e c'era appena spazio sufficiente per stare in piedi comodamente due persone.
Comunque uscii perchè era stato preparato il pranzo per tutti; ero affamato, corsi alla tavola del buffett e presi del riso al sugo. Non era il mio piatto preferito ma in quel momento avrei mangiato qualsiasi cosa. Col mio piatto cercai un posto dove sedermi, gettai intorno uno sguardo e vidi in un angolo le persone con cui pranzavo di solito. Non so perché, ma non avevo voglia di incontrarli in quel momento, li accusavo della mia solitudine durante il viaggio. Poi vidi Luca che mi faceva segno ed andai a sedermi accanto a lui.
Luca era veramente bel ragazzo, aveva quell’aspetto da bambino innocente, da ragazzo di cui ci si fida.
"Allora, compagno di stanza... Che ti sembra il nostro campo?" Disse.
"Hmmm... Io non penso che siamo tecnicamente compagni di stanza, haha. Non ho ancora visto i cessi ma da quello che ho visto la nostra tenda è più piccola di un box del bagno di una scuola media. Ma mi piace." Dissi sorridendo.
"Hahahaha. Sì, ora che ne parli ho bisogno di andare in bagno. Ci prendiamo più tardi, ok?"
"Sì, ok. Ci hanno permesso di avere due ore di riposo, dopo faremo una piccola escursione sulle montagne, poi faremo un falò. Io vado nella nostra tenda... forse troverò qualche cosa da fare per uccidere il tempo."
"Oh ok, ci vediamo."
Ad essere onesti il nostro era un bel campo, era a forma di L lungo un largo fiume. Le ragazze avevano le tende su un braccio della L, i ragazzi l’altro. Gli insegnanti occupavano le tende d’angolo.
Mentre ritornavo alla mia tenda incontrai Alberto. Tentai di scansarlo ma lui non me lo permise, mi si mise davanti e mi guardò.
"So che non vuoi fare una scenata, per favore ascoltami e tenta di capire, io ti amo ed amo solamente te. Tu sei il mio vero amore. Non preoccuparti, nessuno sta ascoltando. Per favore Giacomo, possiamo rimettere le cose come erano prima?" disse con occhi pieni di speranza.
"Guarda Alberto... io... io... non posso trattarlo adesso. Ci penserò, solo non chiedermi di più. Ora vai... " Risposi.
Alberto se ne andò ed io passai le ore seguenti a girare per il campo, chiacchierando qua e là socializzando come ero solito fare. Presto cominciò a scendere il buio, il cielo divenne un'ombra blu scuro, la luna brillò di argento brillante sopra le nostre teste ed io alzai lo sguardo ammirando il mare di stelle più immenso che avessi mai visto, era grandioso.
Venne l’ora dell’escursione, dovevamo seguire un sentiero col solo aiuto delle nostre torce, eravamo divisi in quattro gruppi; ci diedero delle mappe, indizi ed istruzioni su quello che dovevamo fare. Il nostro obiettivo complessivo era raccogliere bandiere multicolori sul sentiero che era diviso in cinque sezioni, l'ultimo era il più duro. In ogni sezione le bandiere avevano un colore diverso. Il capitano della squadra doveva condurre la spedizione e, senza sorpresa, io fui eletto capitano della nostra squadra. Accadeva sempre così! A me il lavoro sporco mentre gli altri se la godono.
L'escursione fu un successo enorme, fu esilarante ed avventurosamente elettrizzante. Era tardi ed il cielo era quasi il nero. Accendemmo le torce, restammo insieme, lavorammo insieme e portammo a termine con sucesso il compito (anche se con alcuni tagli e contusioni). Io ero orgoglioso del fatto che avevo condotto la mia squadra e questo migliorò di molto il mio umore. Però ero esausto.
Morti di fame e doloranti tornammo al campo. Il falò venne preparato e tutti scappammo in vari luoghi; alle toelette, alle tende ed alla tavola del cibo. Io non avevo voglia di cenare. Presi un dolce e sedetti vicino al fuoco. Molti si unirono a me. Si era fatto molto freddo ed io indossavo 4 giacche sopra una maglietta termica.
Mi sentivo veramente stanco e decisi di rientrare, diedi la buona notte e mi diressi verso la mia tenda. Era molto scuro e feci fatica a trovare la mia torcia, dopo di che mi cambiai rapidamente e scivolò in mezzo alle coperte sul mio materasso... Due minuti ed ero addormentato. Luca rientrò venti minuti più tardi. Gettando uno sguardo nella mia direzione comprese che ero addormentato, quindi si tolse jeans e boxer e si mise i pigiama, dopo di che si mise a dormire accanto a me.
Mi svegliai nel mezzo della notte con un dolore intenso all’inguine, dovevo immediatamente usare la toletta. Era vicino alle tende, le guide e gli insegnanti c'avevano detto come comportarci durante la notte, ma io non avevo cuore né tempo di svegliare Luca che stava dormendo pacatamente sul pavimento.
Mi sentivo limitato dalle molte giacche che indossavo, me le tolsi, presi la mia torcia ed uscii dalla tenda. Rapidamente mi avviai al cesso, il dolore stava diventando insopportabile e rabbrividevo terribilmente, così accelerai. Trovai uno scomparto vuoto ed entrai. Non c'erano orinatoi, solamente scomparti. Mentre mi stavo tirando su il pigiama, sentii un debole bisbiglio ma non ci feci caso, ma quando uscii dalla scomparto sentii un rumore più definito. Veniva da uno degli scomparti. Pensai potesse essere un compagno che aveva lo stomaco sottosopra; identificai la fonte del rumore e misi una mano sulla porta. Prima bussai e c’era bisogno di aiuto.
Non ci fu risposta, spinsi la porta che con mia sorpresa si aprì.
Vidi Alberto nudo e a culo nudo seduto in grembo ad un altro ragazzo. Era di schiena verso la porta ma quando entrai si voltò sorpreso. Il ragazzo su cui era seduto si chiamava Paolo, era un compagno di classe ma ero troppo scioccato in quel momento per registrare qualsiasi cosa nella mia mente. Paolo era seduto a torso nudo con le mani sul culo di Alberto che lo avvolgeva con le gambe. Le bocche erano rigate di saliva e le facce sudate...
Paolo era un ragazzo alto ed allampanato, divertente e molto orgoglioso della sua pelle. Si teneva sempre in forma ed amava fare scherzi pesanti agli altri; chiamava praticamente tutti e tutto gay e gli piaceva far sentire gli altri inadeguati ed indegni. Aveva labbra sottili, imbronciate e lunghi capelli ispidi.
Non so quanto tempo rimasi lì fermo, ma comunque, prima che potessi correre fuori, prima che potessi fuggire, fui intrappolato. Improvvisamente mi trovai spinto nella scomparto con Paolo dietro di me. Mi mise le braccia intorno alla vita ed al collo e mi teneva stretto, Alberto mi si avvicinò e mise le mani sulla mia faccia e sul mio corpo. Si pigiò contro di me ed avvicinò le labbra al mio orecchio.
"Dio, ti piace quello che faccio, non è vero? Ti precipiti in una stanza, non invitato. Voglio dire, quando imparerai? Ne ho avuto abbastanza di questa piccola farsa. Ne ho avuto abbastanza del tuo stuzzicarmi e farmi sentire meschino e scarso. Bene, ora non più. Staremo insieme in un modo o nell’altro." Sussurrò spingendo la lingua nel mio orecchio. Tentai di liberarmi, ma loro erano troppo forti e mi tennero ermeticamente tra di loro... ero letteralmente intrappolato.
In un istante mi venne duro. Evidentemente Alberto lo sentì, sorrise e continuò a baciarmi le labbra. Paolo soffiò sopra il mio collo. Le sue mani trovarono l'elastico del mio pigiama e lo tirò giù. Mise le mani sulle mie natiche, lui indossava jeans con la patta aperta. Io potevo sentire suo sottile e pulsante cazzo che spingeva contro il mio buco vergine. Sentii qualche cosa di acuto correre lungo l’intera lunghezza della schiena e compresi che Paolo stava tagliando la mia maglietta aprendola. Col torace e la schiena esposte, Alberto continuò a stringersi a me cercando tutte le parti del mio corpo con le sue mani.
Quando Alberto mi ficcò la lingua in bocca sentii sapore di sperma e capii che aveva succhiato Paolo e probabilmente era il suo seme quello che stavo assaggiando. Fu quello che mi fece uscire da quella situazione bizzarra, sentii energia, l'energia dell'ira, pulsare nel mio corpo. Come in trance spinsi via Alberto dal mio corpo e lo gettai contro il vaso della toeletta. Afferrai le braccia di Paolo, lo calciai via e gli allargai le mani. Alberto stava ancora tentando di riprendersi. Afferrai Paolo e lo gettai su Alberto. Li calciai con ogni ultima goccia di energia che avevo in corpo. Li colpiii con un pugno ed anche un paio di ceffoni. A quel punto non mi curai dello stato in cui erano, ero furioso e loro meritavano ogni colpo preso.
Ero scosso ma grato del fatto di essere riuscito a preservare la mia verginità e la mia dignità. Senza camicia e rabbrividendo nel freddo, mi avviai verso la mia tenda. Stavo per uscire dalla piattaforma dei bagni quando sentii una mano sulla mia spalla. Accorto ed impaurito, deciso a colpire, mi girai.
Sfortunatamente la mia mano fu afferrata a mezz’aria. Avevo chiuso gli occhi istintivamente, ma quando vidi che non accadeva nulla, li aprii. Con mia completa sorpresa mi trovai a fissare Luca. La sua faccia non tradiva emozione, prese la sua giacca e me la mise chiudendo la chiusura lampo. Quando tentai di parlare, lui mise un dito sulle mie labbra, mi circondò con le sue braccia ed aiutato dal calore della giacca e del suo corpo riuscii a tornare velocemente alla mia tenda.
Appena entrati Luca mi fece sdraiare sul materasso. Avevo ancora la sua giacca e quindi non avevo molto freddo.
Improvvisamente Luca mi chiese di togliermi giacca e pigiama via. Non portavo le mutande sotto ed stavo gelando. Decisi di dirglielo.
"Perché?" Chiesi.
"Fallo. Abbi fiducia in me, sto solo tentando di aiutarti. La tua temperatura corporea è scesa molto e dobbiamo farla salire nella maniera più rapida possibile." Rispose.
Dopo tutto quello che aveva appena fatto per me, non l'interrogai ulteriormente. Feci scivolare via i miei vestiti via e rapidamente mi misi sotto la coperta.
Stranamente anche Luca cominciò a togliersi i vestiti. Si tolse la giacca e poi alzò le braccia per togliersi la maglietta. La torcia era ancora accesa e fui in grado di vedere il suo corpo sorprendente. Aveva un leggero rivestimento di peli tutti su corpo. Poi si tolse tutto il resto restando completamente nudo.
Prese la sua coperta e la mise sulla mia, poi alzò la mia coperta e si infilò vicino a me. Ora eravamo sdraiati fianco a fianco sotto una piccola coperta. Prima che me ne rendessi conto Luca mi aveva avvolto con le sue mani e mi aveva tirato a se.
I nostri corpi erano allacciati ed il calore si propagò attraverso il mio corpo. Eravamo sdraiati sui fianchi in un caldo abbraccio, le sue labbra erano appena a pochi millimetri dalle mie. Le sue mani continuarono a massaggiare il mio corpo per produrre più calore, io facevo lo stesso con lui e devo dire che la cosa mi piaceva. Lui aveva il corpo più sorprendente, con bei muscoli ed un culo specialmente muscoloso. Era evidente che avevamo ambedue furiose erezioni, ma non facevamo caso realmente a quel piccolo problema. Dopo un minuto o giù di lì sentii il suo caldo alito sul mio orecchio e lo sentii dire sotto voce: "Ehi, tutto bene?"
"S.. sì. Grazie, molte. Non so cosa avrei fatto se tu non fossi arrivato. Ma aspetta, non mi hai detto perchè sei arrivato là."
"Bene, le lo, ma dopo che tu mi avrai perché stavi uscendo a torso nudo dai cessi. Ok?" Sebbene non potessi vederlo lo sentii sorridere.
"D’accordo!"
"Bene. Quando ti sei alzato per andare al bagno, mi sono svegliato. Pensavo che mi avresti chiesto di venire con te, come ci era stato detto di fare, ma sei uscito da solo. Ho deciso di seguirti. Rimasi indietro nel caso qualche insegnante ti avesse sorpreso e domandato perché eri fuori di notte da solo. Quando arrivai ai bagni mi fermai. Dopo un paio di minuti, poiché non arrivavi, cominciai a chiedermi cosa stava succedendo. Dopo cinque minuti da quando eri entrato e cominciai a preoccuparmi. Decisi di investigare ed entrai nella piattaforma. Sentii rumori in uno scomparto, appoggiai l’orecchio alla porta per ascoltare. Sentii un gemito e stavo quasi per entrare ma qualcuno stava già aprendo la porta. Non so perché ma ebbi paura che si trattasse di un insegnante; quando ti vidi uscire a torso nudo e nel freddo, mi avvicinai. Tu eri davanti ed io ti seguivo alcuni passi indietro. Quando misi una mano sulla tua spalla e tu ti girasti pronto a colpirmi, capii che qualche cosa di terribile doveva esserti accaduto laggiù. Tu stavi rabbrividendo ed il tuo corpo era gelato. Quindi ti diedi una delle mie giacche per tornare alla nostra tenda ed avremmo parlato più tardi."
"Wow, voglio dire wow... Hai fatto tutto questo solo per me? Voglio dire, la maggioranza delle persone sarebbe ritornata a dormire. Penso che questa sia la cosa più dolce che qualcuno abbia mai fatto per me. Grazie per essere stato là, per essere te." Dissi abbracciandolo più forte.
"No, va tutto bene, tu sei il mio amico e gli amici si aiutano l’un l’altro. Non è vero? Ora, raccontami la tua storia." Chiese rendendomi l’abbraccio.
Non c'erano due modi di farlo, con tutto quello che era accaduto quella notte non pensai di poter nascondergli nulla. Gli raccontai tutta la storia fin da quando Alberto mi aveva baciato.
"Merda! Hanno tentato di stuprarti? Voglio dire, Dio, li ucciderò. Seriamente. Ti ho osservato negli ultimi mesi e ho pensato che qualche cosa stesse succedendo, ma questo! Ora capisco... capisco perché recentemente sei stato così solitario e perché non volevi condividere la tenda col bastardo"
"No, non farlo. Ti ho detto che li ho già colpiti abbastanza, dovrebbe fargli male per un paio di settimane. Ma ancora non posso credere a tutto quello che mi è accaduto. Voglio dire come ho potuto essere così stupido? Come ho potuto innamorarmi di quel figlio di una cagna? Lui è solo una puttana, una troia di strada. E pensare che credevo mi amasse davvero. Via, dovrei aver capito ora che l’amore non è null’altro che un mito. Non esiste. D’altra parte chi può amarmi?" Affermai con gli occhi che cominciavano a riempirsi di lacrime.
Penso che lui sentì che i miei occhi si inumidivano e mise una mano sulla mia faccia per asciugarmi le lacrime. Fu allora che mi baciò. Io ero con la guardia completamente abbassata. Pensai che lo stesse facendo per amicizia, nulla più. Ma quando sentii le sue labbra sulle mie, capii che c'era di più... molto di più. Le sue labbra erano piene. Sdraiato tra le sue sode e forti braccia virili le nostre labbra si incontrarono per la prima volta. Il suo sorprendente dolce alito si fuse col mio. Spinsi delicatamente la mia lingua nella sua bocca. Lui cominciò a succhiarla, alzò una mano e la mise dietro la testa spingendo la mia bocca ulteriormente contro la sua. La sua altra mano trovò il mio culo.
Era meglio di qualsiasi cosa avessi avuto da Alberto. Ero sempre stato attirato da Luca ed ora capivo che lui aveva sentito la stessa cosa per me; dopo un minuto di baciare intenso, allontanammo le labbra.
"Realmente pensavi che avessi fatto tutto quello perché pensavo a te "solo" come a un amico. Mi hai preso da un paio di mesi... Tu sei il più profondo, intelligente e sorprendente ragazzo che io abbia mai incontrato. Sento che potremo divertirci molto” Bisbigliò.
"Io ho sempre pensato... Tu stavi sempre con Cinzia e sentivo che ne eri innamorato. Sembravi etero, diritto come una freccia. Avevamo parlato di ragazze nude e roba del genere tante volte..." Dissi io.
"Beh, tu non stavi vedendo chiaramente la personalità giusta, andiamo sappiamo ambedue come è importante per noi mantenere le apparenze. Cinzia è solo una buona amica.... Sei tu quello di cui sono innamorato, sei tu la mia grande droga."
"Anch’io ti amo e penso che staremo stupendamente insieme, non è vero?"
"Lo so che possiamo."
"Vuoi andare sino in fondo stasera? Voglio dire, siamo già nudi ed in mezzo a montagne romantiche, con nient’altro su cui focalizzarci." Avevo aspettato con Alberto, ma semplicemente non potevo con Luca. Non pensavo che ci sarebbe stato un momento migliore, sapevo che lui mi amava veramente e lui era il mio cavaliere dalla splendere armatura. Sentivo che era il momento.
"Solamente se tu vuoi. Ho pronto tutto, posso puntare il cellulare per le cinque di mattina dato che dovremo svegliarci alle cinque e trenta... Noi possiamo fare quello che vogliamo sino ad allora e poi, quando l'allarme suona, potremo metterci i nostri pigiama e tornare ai nostri letti separati."
Ero d'accordo e gli risposi con un grande bacio ed una forte stretta al suo culo. Lui rise e mi baciò, poi mi fece rotolare e mi trovai sdraiato sulla schiena a guardarlo. Le sue grandi, muscolose braccia si stesero ai lati del mio collo. La sua faccia era sulla mia e potevo sentire il suo cazzo che penzolava contro il mio. Misi le braccio intorno al suo collo e lo tirai giù su di me. Mi baciò il collo e mordicchiò le orecchie, scese sul mio corpo con baci, leccate e piccoli morsi.
Sentii la sua bocca avvolgere il mio uccello. Il suo alito caldo e la lingua scesero a cascata sul mio membro palpitante. Lo prese completamente dentro. La sua bocca massaggiò la mia verga invitandomi a sborrare. Gli chiesi se potevo venirgli in sua bocca e lui rispose con una leccata entusiasta sul mio piccolo buco. Era quello che mancava, entrai nella sua bocca e lui continuò a prenderlo tutto dentro. Quando ebbi rilasciato la mia ultima goccia di seme, lui salì e mi diede un grande bacio con lo sperma. Mise la bocca alcuni centimetri sopra la mia e lasciò che il mio sperma gocciolasse nella mia bocca. Era troppo eccitante, i stavo diventando più eccitato ogni secondo. Il mio culo si stava contorcendo per il suo cazzo, ma non avevamo lubrificante, poi decidemmo che il mio sputo poteva bastare.
Le posizioni cambiarono ed io mi trovai sdraiato sopra Luca, gli succhiai il collo, gli mordicchiai i capezzoli e leccai ogni pelo sul suo corpo. Trovai il leggero rivestimento che aveva sul torace e sulle braccia particolarmente sexy. Gli baciai le mani, gli addominali ed ogni altro centimetro del suo corpo. Prima che potessi arrivare al suo cazzo, decisi di fare qualche cosa di molto più eccitante. Mi misi in mezzo alle sue gambe e le alzai sulle mie spalle. Misi la faccia vicino al suo buco del culo e cominciai a leccarlo. Gli diedi un bacio e procedetti a baciare il resto del suo culo. Poi rimisi giù le sue gambe e si rivolsi la mia attenzione al suo cazzo. Era piuttosto grosso rispetto al mio, ma simile a quello di Luca. Lo leccai da cima a fondo e poi cominciai a prenderlo in bocca. Ce l’avevo pressocché in fondo alla gola e, con mia sorpresa, non era così fastidioso. La mia bocca si espanse e contrasse intorno al suo uccello mentre la mia lingua ci ballava intorno. Presto venne dentro di me. Il suo seme era insolitamente dolce ed io lo bevvi sino all’ultima goccia. Quando ebbi finito ritornai alla sua faccia baciando e leccando il suo corpo.
Il suo cazzo era bagnato e lubrificato ed io ero pronto. Ritornammo alla posizione precedente, lui si sedette ai miei piedi per un secondo sulle ginocchia, poi mise le mie gambe sulle sue larghe spalle, la mia verginità era ancora intatta e la grandezza di quello che stavamo per fare mii colpiva. Rimasi calmo e guardai Luca sorridendo. Lentamente e delicatamente lui guidò il suo cazzo nel mio culo. Per la prima volta in vita mia ero uno con un'altra persona. Fummo connessi, collegati... fisicamente e mentalmente.
Era un momento agrodolce per me comunque, perché quando si mosse ulteriormente dentro, il dolore divenne tormentoso... Sapevo che il dolore iniziale doveva essere conquistato, così lo sopportai senza emettere un suono. Lui era molto gentile ed io sono sicuro che il dolore era molto meno di quello che avrebbe potuto essere. Una volta che fu completamente dentro cominciò ad estrarlo. Questa volta ad un ritmo lievemente più veloce. Ripetè il processo, aumentando la velocità ogni volta. Il mio dolore cominciò a trasformarsi in piacere puro e semplice. Era estasi al massimo grado. Allungai le mani e tirai il viso di Luca verso di me.
Le nostre bocche si incontrarono ancora. Era il bacio più sorprendente della mia vita ed era accoppiato alla la beatitudine di averlo dentro di me, io fui catapultato in cielo.
Dopo un paio di minuti mi venne dentro, poi lo estrasse e crollò sopra di me esausto. Io lo circondai con le mie braccia e restammo là sdraiati per il resto della notte, accoccolati nella nostra piccola tenda accogliente.

- L'epilogo -

Luca ed io continuammo a vederci durante il liceo, poi venne il tempo dell’università e sapevamo che dovevamo dividerci. Rimanemmo buoni amici e ci incontrammo ogni tanto per una tazza di caffè ed una notte insieme (dopo tutto lui era stato il mio primo amore). Lui era, ed è ancora il meglio che abbia mai avuto. Ci siamo laureati ed ora lavoriamo. La prossima settimana lui verrà in città e stiamo pensando di rimetterci insieme...
di
scritto il
2012-03-05
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