La zia Suora mi aiutò 4.
di
Checco752.
genere
voyeur
Il giorno dopo tornai al lavoro ed andai da Giovanna che ormai era il mio punto di riferimento, di incontro e lei subito telefonò alla biondina, dicendomi poi che stava per arrivare e si chiamava Daniela. Quando Daniela entrò in camera, quasi barcollai dall'emozione nell'osservarla così bella, affascinante, eccitante e rimasi poi letteralmente incollato dal suo culetto, sodo, tondo, polposo, un vero capolavoro della natura. Con Giovanna che si era messa a parlare con Daniela, dopo un pò di tempo, tra un sistemare un cavo elettrico nuovo da sostituire al vecchio, decisi di fermarmi ed iniziai ad accarezzare le cosce a Daniela che subito mi si avvicinò e si mise a sbottonarmi la patta ai pantaloni. Quando a fatica riuscì ad estrarre fuori il cazzo, si rivolse a me, pregandomi di non farle molto male, date le dimensioni del mio giocattolone. Le feci dire da Giovanna che ero molto delicato ed attento ad aprirmi spazi nei punti stretti. Quindi l'abbracciai e mi avvicinai alla sua bocca baciandola, creandole dei fremiti ed un tremare nel sentire le mie carezze al suo bel viso, ai suoi seni ma poi le agguantai le sode natiche che tanto mi piacevano e strinsi le mani facendola sobbalzare. La presi poi in braccio e la poggiai sul letto di Giovanna ed iniziai a spogliarla tutta lasciandole solo i calzini seguendo poi il mio spogliarsi tutto e lì ntervenì Giovanna che le volle insegnare l'arte del bocchino intanto però io leccavo la figa alla biondina che smaniava, pur seguendo con attenzione la lezione sul pompino, dopo mi spostai sopra di lei e le diedi in bocca il cazzo e lei dimostrò così che aveva ben seguito la lezione di Giovanna ed io fui costretto a fermarla per non sborrare subito ed allora misi la punta del cazzo davanti alla sua fighina e lo spinsi dentro di lei facendola schizzare umori che arrivarono anche al mio viso. La penetrai lentamente e, quando sentii la barriera, l'imene, spinsi con più decisione e lì avvenne lo strappo che la fece gridare ma fu un solo attimo perchè subito dopo la sentii dirmi che stava tremendamente godendo ed io ne fui soddisfattissimo e, approfittando dell'uso del preservativo, le venni tutto dentro e lei, presa dal piacere, mi strinse ai fianchi con le sue cosce che mi sembravano di marmo, bianche, affusolate ma sode a tal punto che erano una vera e propria morsa per me e ad un certo punto la pregai di non stringermi più lì. Lei si fermò e mi baciò sorridendo, poi però mi chiese di nuovo di posssederla e lo feci senza remore facendola solo godere e non più soffrire. dopo una brevissima pausa fu Giovanna a suggerirmi di farle anche il culetto e, chiesto il consenso a Daniela, la feci mettere alla pecorina allargandole le cosce e le leccai la figa e l'ano insistentemente, poi, quando sentii i gemiti di Daniela, mi fermai e le cosparsi all'ano la vasellina che poi passai sul glande. Provai a fare pressione al suo bel culetto e, nel sentirlo stringersi sul cazzo, mi stimolò a tal punto che diedi inizio alla penetrazione che durò molto minuti e feci tutto con una delicatezza tale che lei ne sentì solo una parte e non tutta. Quando sentì che le stavo sborrando dentro, non usando il preservativo, stolzò chiedendomi se poteva lasciarsi andare e glielo acconsentii facendola godere a lungo, nonostante l'iniziale dolore che si prova nel dischiudere i fori naturali. Giovanna poi volle il suo contentino e così la scopai di nuovo per dopo incularla a fondo senza sosta. Ad operazione completata mi sfilai dal letto e mi vestii per lavorare un poco e lì fui fortunato perchè passava nel corridoio la zia e si congratulò per come m'impegnavo nel lavoro e le confermai che erano ore che stavo lavorando...magari...un poco diversamente da quanto stavo facendo! Poco dopo mi passò accanto nel corridoio Daniela che mi abbracciò poi mi propose di andare in camera sua ma le dissi che doveva chiamarmi lei con una scusa valida, tipo "problemi di luce con una lampadina che lampeggia e basta", con una corsa rapida Daniela arrivò in camera sua e da lì mi chiamò con l'interfono e, guarda caso accanto a me, stava passando la zia e mi chiese chi mi stava cercando. Le dissi della biondina, fingendo di non avere capito cosa voleva da me e, salutandola, mi congedai da lei correndo subito da Daniela. Arrivato lì dovetto figere di controllare scatole sulla parte e feci bene a recitare la parte dell'elettricista, infatti la zia arrivò poco dopo di me, chiedendo cosa accadeva lì. Daniela fu veloce a spiegarle del contatto sulla lampadina ed io la rassicurai che in pochi minuti sistemavo tutto. La mattinata la conclusi proprio calcolando la spesa del materiale per tutte le stanze da rifare, sia come impianto elettrico, sia la rinfrescata delle pareti con tempera bianca. Al pomeriggio avvisai da casa la zia che dovevo andare ad acquistare il materiale necessario, perciò le chiesi se poteva mandarmi Suor Assunta col pulmino dell'Istituto e lei consentì il tutto, così fui prelevato da Suor Assunta sotto casa mia ed andammo all'ingrosso di materiale necessario. Dopo due ore arrivammo a scaricare la roba acquistata ed io iniziai a preparare cavi prese ecc., per ogni stanza. Mentre stavo lì arrivò la zia che lodò il mio impegno e, dopo una pausa silenziosa, mi disse se col lavoro trovavo anche il tempo di stare con la mia ragazza ma io le sorrisi dicendole che ero solo, non aveva ragazza od amica. Quindi lei si meravigliò dicendomi che ero proprio un bel ragazzo e non era giusto che fossi solo, con tante belle ragazze in giro. Avendo poi capito il suo giro di parole, le feci credere che a me le mie coetanee non interessavano propri e preferivo le donne anche mature ma di certo più esperte delle giovanette di poca sostanza e lei proseguì il suo discorso, invitandomi a spiegare cosa intendevo per esperte e, in poche parole, dopo un lungo girare sempre sulle capacità di donne provate, lei mi chiese chiaramente che se non avesse indossato l'abito talare, poteva sperare di interessare uno come me ed io le risposi subito che lei m'interessava e tantissimo ma non osavo neanche pensarla, immaginandola stretta a me, toccandole le cosce ed all'inguine, facendola godere e lei, che era rimasta in piedi difronte a me, venne subito a sedersi al mio fianco, poi mi prese una mano che posò sulle sue cosce ed io strinsi le dita accarezzandole la coscia e sempre la mano poi scorse su fino all'inguine e sentii che portava delle mutande che sembravano di lana di ferro, perciò, per toccarla dovevo toglierle di dosso e scorrere con un dito alla sua figa che...sentii poi inumidirsi copiosamente ed allora superai tutti gli ostacoli creati dalla morale ed il buon costume ed alzai l'abito scoprendole le gambe allargandogliele, andando poi a leccarle la figa già allagata di umori ed io gioivo nel pensare che mi stavo per scopare mia zia e per giunta era una Suora: che libidine. che goduria pensare che stavo compiendo atti indecenti ed allora mi lasciai andare a leccarle la figa ancora di più, poi , infilatomi il preservativo, la scopai intensamente spingendo colpi senza scrupoli e lei gemeva, tremava di gioia e, quando stavo per godere, sentii dai suoi sospiri che se ne stava venendo anche lei con me e lì ci lasciammo andare godendo pazzamente. Dopo una seconda scopata mi disse che aveva impegni ma presto sarebbe tornata da me perchè mi avrebbe donato il suo bel culo che mi confessò era ancora vergine. Quando se ne andò via, mi ritrovai a saltare di gioia nel pensare al suo formoso culone che sarebbe stato deflorato da me...che grande gioia...!
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