8 marzo

di
genere
incesti

La mattina seguente Davide, uno studente universitario di 23 anni, sapeva che c’erano le lezioni in facoltà, ma sapeva anche che era l’8 di marzo, la fasta della donna, e lui voleva passarla insieme alla sua ragazza. Così il un atto di impeto, preparò in fretta e furia la borsa con il necessario, prese il primo treno disponibile, e senza preavviso tornò a casa. Arrivò a tarda notte e in silenzio per non svegliare la madre si mise a dormire. La mattina seguente si svegliò poco prima delle 10, uscì dalla stanza e sentì la voce di sua madre provenire dalla stanza dei genitori, così si avviò in quella direzione per salutarla, ma avvicinandosi sentì qualcosa che lo bloccò:
-sono davanti allo specchio provando l’intimo che indosserò questa sera, sono davvero arrapante, e il vestitino che metterò sopra è da vera troia, farò drizzare il cazzo a tutti!
Davide ovviamente restò folgorato da quelle parole, e dopo un attimo di incertezza si avvicinò di soppiatto alla stanza sbirciando dalla porta semi aperta. La madre Agata, una 50enne alta e bionda, stava davanti allo specchio con addosso indumenti che mai il figlio avrebbe immaginato che la mamma potesse indossare: un corsetto rosso con reggicalze, di quelli che arrivano sotto il seno lasciandolo scoperto, calze velate anch’esse rosse e un perizoma ridottissimo. La donna dava le spalle alla porta e quindi Davide aveva il primo piano di quel culo rotondo e sodo completamente scoperto dal perizoma che consisteva in un sottile filo tra le chiappe, sedere già di per se eccitante, ma reso ancora più arrapante dal reggicalze. Dallo specchio poteva ammirare anche quelle tette di una quarta misura belle sode tenute alte dal corsetto che come detto lo sosteneva solo nella parte bassa. Intanto la donna continuava a parlare al cellulare, e il resto della conversazione era a dir poco shockante
-quel cornuto di mio marito sta sempre fuori per lavoro e non si ricorda mai di nessuna ricorrenza, questa sera l’8 marzo lo festeggerò alla grande, tanto il becco sa che usciamo tra amiche come da tradizione.
Davide stentava a credere alle sue orecchie e ai suoi occhi, ma contro la sua volontà ebbe una prepotente erezione. Ma ad un tratto la madre si bloccò e interruppe bruscamente la telefonata. Attraverso lo specchio aveva visto la sagoma di suo figlio. Era letteralmente impietrita e non sapeva che pesci prendere, scelse lì per lì di affrontare la situazione nella massima normalità, e così come si trovava, senza coprirsi, si girò verso il figlio esclamando
-Davide, che bella sorpresa, sei tornato! Perché non mi hai avvisata, volevi farmi una sorpresa?
La risposta del ragazzo fu lapidaria
-La sorpresa l’hai fatta tu a me.
Agata capì che era inutile far finta di niente, si rese conto che il figlio, oltre a vederla così conciata, aveva ascoltato la conversazione. Allora cambiò strategia.
-Guarda che stavo scherzando al telefono con Marta, sai com’è quella la conosci, ha sempre in testa una sola cosa e io stavo al gioco. Era solo un gioco.
Lui scrutandola da capo a fondo chiese ancora con tono lapidario
-e anche quest’abbigliamento è un gioco? Lo hai acquistato e poi indossato per giocare al telefono con Marta?
Anche questa strategia di Agata era insostenibile e lei se ne rese conto. Si lasciò cadere sedendosi sul bordo del letto e con voce affranta confessò la verità. Doveva assolutamente evitare che il figlio avesse spifferato tutto al padre
-vedi Davide, tu sei un ragazzo e mi vedi come un figlio vede la propria madre, ma ultimamente la mia vita è un inferno. Tuo padre mi trascura e io non l’ho mai tradito. Ma non ce la facevo più e ho pensato di fare questa sciocchezza. Oggi è la festa della donna e volevo prendermi una licenza. Solo adesso mi rendo conto di quanto sia stata stupida. Questa è un’idea pazzesca. Scusami ti prego. Ringrazio Dio che ti ha fatto tornare in tempo per farmi rinsavire.
A quel punto fu Davide a cambiare strategia, e abbozzando un sorriso prese la madre per mano, la fece alzare e mettendola davanti allo specchio disse
-però una cosa è certa, avresti davvero fatto drizzare tutti i cazzi!
La donna era davanti allo specchio con il figlio alle sue spalle, e prima che lei potesse percepire le intenzioni del ragazzo, lui le appoggiò la patta sulle chiappe facendole sentire tutta la sua erezione, e portando le meni alle poppe aggiunse
-lo senti? A me lo hai fatto drizzare!
Agata fu sorpresa da quell’atteggiamento spregiudicato, ma non era certo nella posizione di fare moralismo, così non si sottrasse a quei palpeggiamenti sempre più insistenti e allo sfregare della mazza sulle chiappe. Solo quando una mano di Davide si insinuò tra le sue cosce lei cerco di bloccarla serrandole e balbettando
-ma Davide… che stai facendo… sono tua madre…
Lui non diede retta a quelle tenui rimostranze, la baciò sul collo e forzò la resistenza arrivando a toccare la fica, dicendo solo
-non volevi passare un 8 marzo trasgressivo? Ti faccio trasgredire io, vedrai che non ti pentirai.
Quei palpeggiamenti ottennero l’effetto voluto, e Agata si sciolse sotto quelle immorali attenzioni. Davide percepì con le dita gli umori che cominciarono a bagnare sua madre, e con due dita le violò l’intimità. Lei, ormai completamente partita ache a causa delle astinenze forzate alle quali il marito la sottoponeva, girò il viso all’idietro cercando con la bocca quella di suo figlio, e le lingue si intrecciarono nel più peccaminoso dei baci. Agata era ormai preda del piacere e completamente succube della lussuriosa cupidigia del figlio. Lui la mise sul letto a gambe aperte e le dedicò un a appassionata leccata, resa ancora più eccitante dal fatto che la donna, in preparazione della serata che aveva programmato, se l’era perfettamente rasata. Quando Davide, dopo averla fatta godere con il solo uso della lingua, la montò e la penetrò, lei ebbe un sussulto di piacere accompagnato da un prolungato lamento. Si sentiva finalmente riempita da un cazzo grosso e duro, e mentre il ragazzo la sbatteva con foga, lei muoveva il bacino accompagnando i colpi sempre più rapidi e violenti, fin quando il suo ventre non fu invaso da abbondanti fiotti di sborra. Dopo quella scopata Davide era ancora incredibilmente in tiro, e lo mise in bocca a sua madre che apprezzando quella potenza dimostrata, si mise a leccarlo e succhiarlo. Ma il figlio aveva in mente qualcos’altro.
-mamma, quando ti ho vista davanti allo specchio sono stato morbosamente attratto dal tuo bel culo, mettiti in posizione perché lo voglio.
Agata eseguì senza indugi e si mise a pecora offrendosi alla penetrazione anale. Davide glielo mise tutto nel culo sodomizzandola con forza mentre non smetteva di palpeggiarle le belle e sode tette, e alla fine le sborrò nel buco del culo.
Quella sera Agata disertò l’impegno preso, aveva ormai trovato ciò che voleva. E ce lo aveva in casa. La ragazza di Davide non seppe mai che lui era tornato in città, ricevette solo un a telefonata dal fidanzato….lontano.

scritto il
2012-03-09
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