Spiaggia
di
beatrice
genere
poesie
stamattina ero spalmata sul lettino, a pancia sotto, poggiata sui gomiti i miei seni sembrano più grandi, a stento contenuti dalla stoffa floreale del costume, slacciato dietro la schiena, i capelli rossi raccolti sotto il cappello di paglia bianca.
Con le dita sfoglio pagine e racconti; i piedi in aria, dondolanti.
Un messaggio... e rispondo: "che carino che sei, ti amo anche io!"
grida di bagnanti e sciacquettio d'onde, alzo gli occhi e vedo le marmocchie a giocare nell'acqua, nessun pericolo, penso: "leggo un altro pezzo, è di Daemon, poi mi tuffo".
un alito di vento smuove appena le balze degli ombrelloni, un pallone arancione arriva vicino a me: due ragazzini corrono, mi guardano e si scusano, di cosa poi..., si allontanano calciando quel 'santos', fra loro si voltano e parlottando, il biondino dei due non scolla lo sguardo dalle mie gambe, sento i suoi occhi camminarmi addosso e intrufolarsi nei meandri più bui, adolescente...
nel lento ondeggiare delle gambe gli orli elastici del costume si avvicinano pericolosamente, scoprendo piano piano la più bianca e sensibile parte di me;
il calore del sole illumina spalle schiena e cosce, stille di calda rugiada affiorano sulla mia morbida pelle e scivolano, brillanti e anelate dalla gravità, seguendo le mie curve; un lieve tremore scorre in me al loro riunirsi e staccarsi, per andare ad adagiarsi sul telo crema e nocciola, tessile sfondo sotto di me.
Mi alzo accaldata e sbadata, i miei seni ondeggiano e le rosee areole assaporano un attimo dei raggi d'Elios, sistemo con le dita i bordi dell'intimo da spiaggia, ricoprendo ciò che lì non si può mostrare, il cappello resta sul telo; affondo tre passi i piedi nella sabbia urente e mi getto nell'abbraccio dei riccioli d'acqua salata.
Circondata dalle mie bambine a giocare; sguardi fra il biondino e la mia ragazzina.
da cinque minuti è qui all'ombrellone.
Con le dita sfoglio pagine e racconti; i piedi in aria, dondolanti.
Un messaggio... e rispondo: "che carino che sei, ti amo anche io!"
grida di bagnanti e sciacquettio d'onde, alzo gli occhi e vedo le marmocchie a giocare nell'acqua, nessun pericolo, penso: "leggo un altro pezzo, è di Daemon, poi mi tuffo".
un alito di vento smuove appena le balze degli ombrelloni, un pallone arancione arriva vicino a me: due ragazzini corrono, mi guardano e si scusano, di cosa poi..., si allontanano calciando quel 'santos', fra loro si voltano e parlottando, il biondino dei due non scolla lo sguardo dalle mie gambe, sento i suoi occhi camminarmi addosso e intrufolarsi nei meandri più bui, adolescente...
nel lento ondeggiare delle gambe gli orli elastici del costume si avvicinano pericolosamente, scoprendo piano piano la più bianca e sensibile parte di me;
il calore del sole illumina spalle schiena e cosce, stille di calda rugiada affiorano sulla mia morbida pelle e scivolano, brillanti e anelate dalla gravità, seguendo le mie curve; un lieve tremore scorre in me al loro riunirsi e staccarsi, per andare ad adagiarsi sul telo crema e nocciola, tessile sfondo sotto di me.
Mi alzo accaldata e sbadata, i miei seni ondeggiano e le rosee areole assaporano un attimo dei raggi d'Elios, sistemo con le dita i bordi dell'intimo da spiaggia, ricoprendo ciò che lì non si può mostrare, il cappello resta sul telo; affondo tre passi i piedi nella sabbia urente e mi getto nell'abbraccio dei riccioli d'acqua salata.
Circondata dalle mie bambine a giocare; sguardi fra il biondino e la mia ragazzina.
da cinque minuti è qui all'ombrellone.
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