Senza scampo

di
genere
prime esperienze

Andrea richiuse la portiera dell'auto dietro di lei.
Giorgia era bellissima. Indossava un vestitino corto in raso verde chiaro che metteva in risalto i suoi occhi smeraldini e i suoi capelli biondo scuro.
Lei si girò a guardarlo e gli sorrise.
Insieme entrarono nel ristorante ed aspettarono che il maître li facesse accomodare. Nei pochi minuti che ci vollero Andrea non potè fare a meno di fissare nervosamente a intervalli regolari il sedere di Giorgia davanti a lui. Aveva un culetto piccolo e alto, i volumi messi in risalto dalla stoffa dell'indumento, talmente aderente in alcune zone, che suggeriva la presenza di un perizoma o la totale assenza di biancheria.
Andrea si sentì avvampare all'idea e da quel momento il vecchio tarlo tornò all'attacco.
Vennero portati ad un tavolo con vista acquario, perfetto per un primo appuntamento.
Parlarono del più e del meno , argomenti molto generali e niente di filosofico, insomma da primo appuntamento.
Giorgia durante la cena continuava a fissare i suoi grandi occhi verdi in quelli di lui con un guizzo malizioso e divertito. L'ansia di Andrea salì ancora di più, esattamente come aveva temuto. I movimenti, gli sguardi, le battute e tutte le azioni di Giorgia portavano ad una sola conclusione : quella notte aveva voglia di scopare, di scoparsi lui.
Andrea prese a sudare, i suoi commenti si fecero meno arguti e i suoi movimenti più impacciati e ,più che il ragazzo brillante e spiritoso che aveva chiesto a Giorgia di uscire con lui ,ora sembrava un ragazzino alle prese con il senso di colpa di esser stato pescato con le mani nella marmellata.
Giorgia ovviamente si accorse del cambiamento e mano a mano che la cena finiva si ritrovava sempre più irritata. Ma dopotutto Andrea era il prototipo del belloccio italiano: alto, tonico , carnagione leggermente scura come un perenne abbronzato, occhi nocciola e capelli mossi scuri. Non se lo sarebbe fatto scappare.
La cena volse al termine ed entrambi si ritrovarono in auto verso casa di Giorgia.  Era arrivato il momento cruciale per determinare il proseguimento della serata, ed entrambi lo sapevano. La ragazza si controllò il viso truccato in uno specchietto tascabile e, soddisfatta annuì. Allungò la mano verso il ragazzone alla sua sinistra e gli posò una mano sulla coscia destra. Lui si irrigidì.
- Va tutto bene Andre?- disse lei con voce bassa e mielosa
-S..s..si va bene. Tutto bene. - balbettò lui cercando di sembrare disinvolto.
-Per caso hai sonno?- la mano si avvicinò all'interno coscia di un pelo.
-No no, figurati, sono sveglissimo. Tu?-  Andrea sentiva una prepotente e violenta erezione stringergli il cavallo dei pantaloni e faceva di tutto per nasconderla. "Che culo che siamo al buio" pensò lui con gratitudine.
-Oh no, sono decisamente sveglia..- il tono di Giorgia era sempre più basso e vibrante, simile ad un gatto che fa le fusa.
- Ti va di salire da me per un drink? - la ragazza accompagnò la domanda con un gesto fulmineo e deciso della mano che andò a strizzare il pene ormai completamente eretto di Andrea che per la tensione sterzò facendo sbandare l'auto.
-Oh si, sei davvero mooolto sveglio! - ridacchiò Giorgia entusiasta. - A giudicare da QUESTO però direi che non serve andare sino a casa mia. Ferma l'auto.- ordinò.
Si trovavano in una stradina periferica scarsamente illuminata e trafficata così fu facile per Andrea obbedire al comando e accostare vicino ad un gruppo di alberelli sulla destra della via. La luce dell'abitacolo si accese insieme alle quattro frecce e il ragazzo potè vedere lo sguardo malizioso di Giorgia mentre trafficava con la lampo dei suoi jeans. Con naturalezza gli liberò l'uccello dai boxer e lo osservò affamata. Lo fissò negli occhi mentre scendeva ad assaggiarlo con la lingua calda e bagnata. Andrea era ammutolito dal terrore e dal piacere. Lei gli lavorava l'asta con le mani mentre lappava la punta del glande,  concentrando le proprie attenzioni alla base della cappella. Non riusciva a credere che la ragazza dolce a cui aveva chiesto timidamente di uscire gli stesse facendo un pompino coi fiocchi in mezzo alla strada.
-G..Giorgia, per favore... piano. Io non ho... non ho mai..! - supplicò lui. Ma lei non lo ascoltava. La ragazza gli prese una mano e se la posò su una natica soda e piccola mentre ora si infilava il cazzo di lui giù per la gola. La saliva le colava copiosa dalla bocca con uno sciaguettio delizioso. Il contatto con la pelle di lei, il pompino e l'eccitazione si mescolarono con l'ansia del ragazzo prosciugandolo di ogni energia necessaria ad opporsi. Non aveva mai provato un piacere simile e non riusciva a capacitarsi  del fatto che si potesse godere tanto da una cosa simile. Lei gli leccava metodicamente tutto l'uccello, dalle palle alla punta per poi andare a colpire leggermente con la lingua l'entrata dell'uretra e ricominciare tutto da capo. Il vestito di Giorgia era tirato su sino alla vita lasciadole il corpo slanciato parzialmente nudo. Aveva un culo splendido, piccolo e tondo che sobbalzava ogni volta che la ragazza scendeva giù ad ingoiare il cazzo di lui. Era decisamente troppo. Andrea le strizzò disperatamente una chiappa mentre debolmente mugolava -...Gio, se continui io... per favore... non riesco a..-
Non riuscì a finire la frase. Lei aveva piantato gli enormi occhi verdi nei suoi mentre gli succhiava la punta del cazzo e gli massaggiava le palle e lui non resistette più.  Con un colpo di reni piantò il proprio membro in fondo alla bocca di lei e cominciò a pompare un fiume di sborra nella sua gola. Il piacere era annichilente. Non lasciava spazio ad altro. Un urlo roco gli raschiò le corde vocali mentre veniva. Dopo qualche interminabile attimo lei si staccò da lui sorridente senza un capello fuori posto. Aveva ingoiato tutto.
Con la vista annebbiata Andrea si rese conto di aver ricevuto il primo pompino della sua vita. Sarebbe dovuto essere raggiante di gioia ma invece sentiva una grande ansia. I suoi timori si concretizzarono quando lei gli disse
- Che ne dici di andare davvero da me? Così continuiamo la serata e...magari mi rendi il favore. -
Gli fece l'occhiolino mentre si risistemava il vestitino.
Andrea annuì cupo, riaccese l'auto e si avviò ammutolito.






Dopo un viaggio breve ma particolarmente imbarazzante i due erano arrivati all'appartamento che Giorgia condivideva con la compagna do corso.
Lei tirò fuori le chiavi e aprì la porta mentre gli faceva cenno col dito di far silenzio.
In punta di piedi arrivarono alla camera di lei e si richiusero la porta alle spalle.
- Scusa, Valeria ha un esame di biologia domani e non vorrei svegliarla- disse Giorgia.
Con un sorriso malizioso aggiunse - Anche se non mi dispiacerebbe mi facessi urlare un pò. -
Andrea si avvicinò a lei timidamente e i due si baciarono.
Con le dita intorpidite cercò invano di toglierle il vestito,  allora lei prese l'iniziativa e se lo sfilò lasciandole il corpo nudo coperto solo da una mutandina in pizzo che ,ad occhio e croce, poteva stare comodamente appallottolata tra l'indice e il pollice di lui. Era bellissima. Snella e soda, le piccole curve del suo corpo facevano pensare più ad una liceale che non ad una venticinquenne ma questo non la rendeva meno attraente.
Andrea si tolse la camicia e si fece trascinare a letto da quello splendore di ragazza posizionandosi sopra di lei.
Le ricoprì la pelle con piccoli baci impacciati e lei , chiaramente in vena di qualcosa di più,  gli spinse la testa verso il basso.
- Dai, toglimi gli slip. Voglio che ci affondi tutta la faccia. - disse Giorgia impaziente.
Lui obbedì.
Da lì la vista era spettacolare. La vulva di lei era minuta e ricoperta di una curatissima peluria bionda, leggermente più chiara di quella della sua chioma.
Attingendo a vecchi ricordi mosse la lingua e la appoggiò al piccolo bottoncino rosa che doveva essere il clitoride. Lo aggredì di attenzioni. La sua lingua si muoveva frenetica su e giù,  a destra e sinistra. Lei si lasciò sfuggire degli urletti sorpresi, completamente diversi da quelli che Andrea si aspettava.
-Aspetta Andre, piano. Me la stai consumando!- gli intimò lei da qualche parte sopra di lui.
Il ragazzo si irrigidì apprensivo e, maledicendosi,  riprovò lentamente. Il suo tocco ora era leggerissimo, prodotto solo dalla punta della lingua ma le sue mani continuavano ad artigliarle la carne delle cosce. Questa volta Giorgia non emise un rumore per dei minuti, segno che lui prese come positivo. Continuò così finché lei non lo levò spazientita dal suo interno coscia.  Andrea la guardò confuso e vide che lo sguardo di lei era cambiato. Il terrore lo prese. La mezza erezione che gli stava irrigidendo il membro perse improvvisamente tutto il suo vigore lasciandolo ancora più impaurito. Giorgia fece un sorriso un pò forzato e slacciandogli i pantaloni gli disse -Non importa, lascia perdere adesso. Tanto ho voglia di altro in questo momento. Perché non prendiamo un preservativo e mi infili quel tuo grosso uccellone su per la...-
La ragazza si fermò.
La sua mano si era fatta strada nei boxer di lui alla ricerca del suo pene ma trovandolo morbido e a riposo aveva lasciato la frase a metà.
Allontanandosi da lui e, inconsciamente coprendosi il corpo con le braccia, lo osservò. Andrea si torceva le mani nervoso con lo sguardo basso
-Ma che ti prende? Prima non hai avuto problemi e ora... per caso non ti piaccio?!- gli chiese lei risentita con voce stridula.
Lui ormai era sull'orlo delle lacrime.
-No ! No! Tu sei bellissima! È solo che sono... nervoso... io...- si affrettò a rispondere.
Giorgia lo osservò con astio.
- È perché non ho fatto la ceretta completa? -
-Cosa? No! Non c'entri tu! Cioè,  si tu c'entri... Ma sono io! Io ... Io...- balbettò il ragazzone, disperato.
-Tu cosa?!- c'era quasi disprezzo nella sua voce.
-Io... - prese un bel respiro e finalmente  rispose ad un volume quasi impercettibile -Io non l'ho mai fatto... sono vergine.-
Silenzio.
Giorgia lo guardava con sospetto, una palese lotta interiore si svolgeva tra le sue sinapsi.
Per qualche momento lo fissò indecisa e poi socchiuse gli occhi e strinse le labbra.
Aveva preso una decisione.
Aveva deciso che non gli credeva.
Aveva deciso che fosse molto più probabile che lei fosse il problema, che lui non fosse attratto da lei (probabilmente gay!)  piuttosto che lui ad essere vergine.
E Andrea l'aveva capito. Perché quella stessa scena l'aveva già vissuta, dal vivo e nei suoi incubi.
Lei si girò e cominciò a rivestirsi.
Gli lanciò la camicia e sempre girata gli disse
- Non fa nulla, ci penseremo un altra volta. Ora sono stanca però e domani ho lezione. Ti dispiacerebbe andare? Ho bisogno di dormire.-
Rassegnato , Andrea raccolse le sue cose, si vestì e si diresse alla porta.
- Ok, allora buonanotte.  Io vado...-
Giorgia senza guardarlo lo accompagnò sull'uscio e, quando lui fu fuori completamente,  gli sbattè la porta in faccia.
Il ragazzo sospirò desolato quando dall'altra parte gli arrivò un debole - Si si, ti chiamo io.-




Passò quasi tutta la notte sveglio a disperarsi intervallando momenti di despressione a momenti di estrema eccitazione quando ricordava come i piccoli seni di Giorgia erano rimbalzati fuori dal vestito quando si era spogliata. Alla fine aveva ceduto e si era masturbato sino ad addormentarsi stanco e triste alle 3 del mattino.
Alla soglia dei 26 anni Andrea era ancora vergine a causa della sua ansia da prestazione che peggiorava ogni volta che si presentava l'occasione di fare finalmente sesso. Era una persona normale con pulsioni normali ma le uniche cose che sapeva sulla sessualità le aveva imparate dai porno, sballando completamente le sue aspettative sulla questione.
Il giorno dopo si svegliò verso le 7 per prepararsi ed andare a lavoro. Stanco e depresso caracollò fuori dall'appartamento e prese l'auto.
Lavorava in un ufficio come assistente e contabile del suo migliore amico Stefano che faceva il designer pubblicitario.
Stefano era un rompicoglioni di prim'ordine,  machista e sessista e non smetteva mai di dargli della verginella per la sua sfortuna in amore. Quella mattina lo aspettava nel suo ufficio , probabilmente per sapere i dettagli della serata di Andrea.
Arrivato in ufficio poggiò la sua borsa e la giacca alla sua scrivania e si presentò dal capo.
Stefano , che era già seduto dietro lo schermo del PC a lavorare , alzò lo sguardo su di lui e gli fece un gran sorriso.
-Finalmente! Buongiorno! - si alzò dalla sedia e fece il giro per prenderlo ad un braccio e tirarlo dietro la scrivania.
-Allora, com'è andata ieri??- esclamò  ridacchiando.
Andrea teneva lo sguardo basso , già aspettandosi delle grosse prese in giro dall'amico.
-Una merda...come vuoi che sia andata. - alzò  lo sguardo su di lui e si strinse nelle spalle. - Sempre la solita roba. Mi vien l'ansia e non concludo nulla...-
Stefano gli strinse una spalla e , sorprendendolo, gli disse - Mi dispiace Andre, vorrei poterti dare una mano ma più che dirti di prenderla con filosofia non posso. Sei troppo ansioso, basterebbe non farne un affare di stato. È solo sesso!-
Rinfrancato dall'inaspettata solidarietà di Stefano , Andrea si rilassò un pò.
-Lo so Ste, ma non riesco a farne a meno.-
-Dai, adesso cerca di dimenticartene. Anzi, ti tiro su io! Guarda la nuova tizia che ho assunto!-
Stefano lo stava portando vicino al PC mentre apriva una cartella sullo schermo.
Il computer mostrava il cv di una donna, fitto fitto di scritte con una piccola foto formato tessera nella parte superiore del documento.
La foto mostrava una bella ragazza sui 20 anni , mora e prosperosa in camicia bianca e cravatta nera con un discreto sorriso di circostanza. Nonostante l'asetticità della fotografia ad Andrea la ragazza sembrava molto dolce.
-Come mai l'hai assunta? Non sapevo avessi bisogno di altri designer.- disse lui piegato in avanti sul PC  continuando a guardare il curriculum.
-Ma che te ne frega a te, fai il contabile. Piuttosto, hai visto che tette?! Andre,  te lo dico, mi sono innamorato!-
Stefano accompagnò l'affermazione battendo il palmo della mano sul legno della scrivania.
-Mi stai dicendo che l'hai preso solo per le tette?? Come diavolo faccio a far rientrare nel budget una nuova assunzione inutile? Ste, cosa cazzo fai?!- esclamò Andrea fissando incredulo l'amico.
Stefano si alzò e andò a versare una tazzina di caffè dalla macchina espresso dall'altra parte dell'ufficio.
Mentre il caffè scendeva gli disse dandogli le spalle -No, secondo te sono scemo? Ci serviva una nuova designer perché Claudia va in maternità il mese prossimo e casualmente mio fratello conosceva qualcuno. Questa Viola sembra abbastanza preparata.- prese la tazzina e sorseggiò il caffè prima di riprendere - In ogni caso è in prova al momento, inizia stamattina. Dovrebbe arrivare tra una mezz'ora. - Stefano guardò l'orologio.
-Dai, è ora di aprire l'ufficio. Fai tu per favore? Devo andare a farmi una cagata colossale... sia lodata la caffeina! -
Finì il contenuto della tazzina e si avvicinò alla porta del bagno.
Andrea si allontanò dalla scrivania scuotendo la testa irritato. Voleva bene a Stefano ma certe volte i suoi modi lasciavano a desiderare.
Attraversò l'ufficio per prendere dalla borsa le chiavi ed una sigaretta da accendersi fuori. Era sicuro che nessuno sarebbe arrivato ancora per una quarantina di minuti come al solito per cui poteva prendersela con calma , ma almeno l'ufficio doveva essere aperto alle 9 e mancavano due minuti. Con la sigaretta in bocca inserì la chiave nella toppa , girò la maniglia ed aprì. 
Un forte odore di fumo di sigaretta lo avvolse e per un momento pensò che la propria si fosse accesa da sola.
Poi guardò alla propria sinistra e notò la ragazza del curriculum.
Viola stava fumando una sigaretta rollata a mano vicino alla porta e quando si accorse di lui quasi si affogò col fumo.
Mentre cercava di riprendersi lui ebbe la possibilità di ammirarne i bei lineamenti e le forme morbide contenute a stento dai vestiti.
Era una bella ragazza, bassa e dalle forme generose. Indossava un paio di scarpe nere aperte con un piccolo tacco, un paio di jeans neri stirati sulle larghe cosce e un maglioncino rosso leggermente scollato che non riusciva a nascondere un seno enorme che minacciava di saltar fuori ad ogni colpo di tosse della ragazza.
Spaventato Andrea si precipitò da Viola cercando di batterle dei colpi sulla schiena nel tentativo di aiutarla a riprendersi.
Finalmente l'accesso di tosse finì e , col fiato corto, lei riuscì a tirar su il viso rigato di lacrime.
Il trucco le era leggermente colato verso il basso e le guance le si erano accese di rosso, il rossetto color vino sbavato su un angolo delle labbra piene e lucide e i lunghi capelli castani appiccicati al viso.
Andrea si immobilizzò. L'immagine davanti a sé era fin troppo simile a quelle viste mille e mille volte su i porno che aveva sul PC. L'immagine di una figa da paura alle prese con un orgasmo impressionante.
Subito i suoi lombi ebbero un fremito ed una grossa quantità di sangue cominciò ad affluire tra le sue gambe facendolo sentire immediatamente scomodo nei propri vestiti. 
Però  quello non era un porno e davanti a lui non c'era una attrice che veniva ma una ragazza, probabilmente la sua nuova collega,  che era appena sopravvissuta ad un terribile accesso di tosse. 
Si sbarazzò immediatamente di quel pensiero e esclamò imbarazzato -Oh mio Dio! Scusami tanto, non sapevo fossi qui! Stai bene?-
Con le lacrime agli occhi Viola alzò lo sguardo ad incontrare quello di Andrea  e annuì debolmente.
-S..scusa! Mi hai preso alla sprovvista , credevo di essere la prima ad arrivare.- diede un ultimo colpo di tosse e riprese - Mi avevano detto di venire alle 9 e mezza ma sono arrivata in anticipo così mi sono fermata a fumare.-
Tese una mano e con voce sicura, calda e musicale disse- Piacere, sono Viola!-




Stefano stava salutando Viola in ufficio fissando lo sguardo sul suo décolleté ma lei parve non farci caso.  La accompagnò in giro facendole fare un tour del posto mentre le trapassava i vestiti con gli occhi.
Andrea guardava la scena con un pò di disagio,  cercando di non pensare all'immagine incredibilmente erotica di poco prima.
Viola sembrava entusiasta di tutto e accoglieva ogni informazione con un sorriso accattivante. Arrivata a quella che sarebbe stata la sua scrivania salutò Stefano e si sedette,  proprio quella davanti alla postazione di Andrea che già si chiedeva come avrebbe fatto a lavorare con quel pensiero perenne in mente.
Viola, come prova iniziale, avrebbe dovuto fare una piccola revisione di layout per un lavoro che stava facendo Claudia, la mamma morale dell'ufficio,e si mise subito  al lavoro.
Qualche ora dopo tutti in ufficio erano arrivati ed avevano fatto la conoscenza della nuova recluta. Andrea era fitto fitto dentro un mazzo alto 20 cm di ricevute da inserire nel sistema quando sentì della musica metal attutita arrivare dalla scrivania di fronte.
Alzando lo sguardo vide Viola fare un leggero head banging con delle cuffie enormi addosso. Fissava lo schermo del computer assorta nel proprio lavoro mentre ascoltava i Metallica e muoveva le labbra seguendo le parole di Master of Puppets.
Andrea ebbe un moto di simpatia verso la ragazza, a quanto pare avevano gli stessi gusti musicali. Riprese a lavorare con un mezzo sorriso e lo spirito più leggero di quando si era svegliato quella mattina.
Verso le 6 del pomeriggio quasi tutti erano tornati a casa, eccezion fatta per Andrea, Stefano e Viola.
Il capo uscì dal proprio ufficio con la borsa in spalla mentre gli altri due spegnevano le  loro postazioni e prendevano le proprie cose.
Il ragazzo battè le mani e le fregò  esclamando a voce alta
-Allora, pensavo di andare a prendere una birra al pub. Che ne dite di accompagnarmi? Sarebbe bello conoscerti un pò meglio Viola. -
Lei sorrise e acconsentì con entusiasmo,  poi si voltò con sguardo interrogativo verso Andrea che arrossì lievemente.
Sapeva cosa aveva in mente l'amico e non era per nulla d'accordo. Non era la prima volta che Stefano lo obbligava ad uscire per avere qualcuno che lo accompagnasse a casa mentre ci provava con la nuova tipa di turno.
Cercò di inventarsi una scusa ma prima che potesse aprir bocca Viola bloccò qualsiasi sua azione con un sorriso incredibilmente bello.
Senza parole e con le spalle al muro Andrea si ritrovò a dire di sì.




Disclaimer: questa è il primo racconto che abbia mai pubblicato, parte di una storia un pò più lunga che sto scrivendo negli ultimi giorni. Fatemi sapere cosa ne pensate , così la prossima volta potrò migliorare il prodotto delle mie notti insonni.
scritto il
2021-09-15
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