Onde d'erba 3

di
genere
fantascienza

Non riuscì a poggiare nemmeno un piede fuori dal portellone. Una mano le si strinse sul polso tirandola nuovamente dentro l'abitacolo.
Vergit, la trasse a se, il suo petto contro la schiena di lei , e con voce colma di scherno  le disse - Pessima decisione femmina, hai avuto la tua occasione e l'hai sprecata. Pensavi seriamente che non sapessi che idea avessi in testa? - le rise all'orecchio.
- Eh già. Vedi, essendo un Verfellen, i miei tempi di ripresa sono molto più veloci dei vostri stupidi uomini umani quindi anche se fossi riuscita nel tuo intento, ci avrei messo un secondo a fermarti e sbudellarti come un pesce. Però c'è una cosa che vorrei mi spiegassi... perché non mi hai colpito?-
Cali dovette reprimere le lacrime di rabbia che stavano risalendo i suoi dotti.
Perché diavolo non aveva seguito il suo piano?
Ci vollero tutta la sua forza e autocontrollo per non urlare.
Invece gli rispose con voce tremante.
- Mi facevi pena, ecco perché.  Sei venuto talmente velocemente che non ho avuto cuore di umiliarti ulteriormente.  Ma fidati , non farò più questo errore. Bestia!-
Cercò di divincolarsi dalla stretta dell'uomo che la teneva bloccata contro di lui ma senza successo, era troppo forte.
- Mmm... no, non credo. Perché hai avuto più di una possibilità di andartene o aggredirmi... eppure sei rimasta qua. Ti dirò la mia teoria...- avvicinò le labbra al suo orecchio e con una voce calda e vibrante le sussurrò
- Ho come l'impressione che qui tu ci voglia rimanere. Vero ,donna?-
Cali si sentì cedere le gambe ma resistette.
- Non ti illudere, ho solo avuto pietà di te!- continuò a contorcersi ma sapeva sarebbe stato inutile.
- Sai, il mio fiuto è molto sviluppato rispetto al vostro. E l'unico odore che sento ora è l'inconfondibile olezzo di femmina in calore... cerchi forse di negarlo?- sussurrò ancora, il fiato sul collo le provocava brividi su tutto il corpo.
-Oh, eccolo di nuovo!- ridacchiò Vergit.
La sua mano destra le navigò lentamente dal viso ad un seno, ne pizzicò il capezzolo tra due dita e continuò a giocherellarci mentre parlava.
- Piccola cagna , so benissimo cosa vuoi. E oggi mi sento particolarmente benevolo per cui , se me lo chiederai gentilmente,  te lo darò.  -
L'altra mano scese all'interno della tuta sin dentro le mutandine di Cali.
Indice e medio cominciarono a muoversi sulla sua vulva, giocando sul pelo e disegnando forme sulla pelle senza mai toccarla direttamente.
La donna cominciava a avere le ginocchia deboli e il piacere delle stimolazioni simultanee cominciavano a farle contrarre i muscoli tra le gambe. Sentiva che se l'avesse toccata davvero, si sarebbe sciolta .
-Non voglio nulla da te...lasciami andare!- disse stentoreamente.
La mano di Vergit si staccò dal suo seno ed andò a finire di sganciarle la tuta aperta a metà,  lasciando a coprirla solo le calze sbrindellate e le mutandine fradicie.
L'indice artigliato della destra agganciò infine un lato di esse e tirò. La stoffa azzurra si strappò come carta bagnata scoprendo definitivamente il sesso di lei che si coprì di pelle d'oca.
Finalmente la toccò.
Una scarica di piacere la investì quando le sue dita premettero sul suo clitoride. Sentì le sue unghie graffiarle la pelle prima di affondarle nella fica .
Vergit le ansimò sul collo ed emise un lungo ringhio di soddisfazione mentre lei uggiolava,  accompagnando i moventi della sua mano per imprimerli ancora più a fondo dentro di lei.
-Sei fradicia... - le soffiò all'orecchio.
- Però devo ammettere che apprezzo questa tua resistenza.  L'orgoglio è tutto... Sarà molto divertente strappartelo di dosso come ho fatto con quel misero pezzo di stoffa. -
Le sue dita le affondavano dentro senza la minima resistenza e dei liquidi suoni si levavano da quel nido torrido e bagnato tra le sue gambe.
-Avanti... dillo. Dì che mi vuoi.- il suo alito caldo le inumidiva il lato del viso.
- ..No. Non ti...voglio.- le parole lasciavano le labbra di Cali con immensa difficoltà.
Le sembrava di star affogando in un mare nero e caldo, annaspando per rimanere a galla e bloccare l'orgasmo che sentiva montarle dentro da lunghi minuti.
I movimenti di lui si fecero più rapidi e profondi mentre con l'altra mano andava a pizzicarle delicatamente il clitoride.
Le gambe di Cali cedettero definitivamente e si ritrovò ad aggrapparsi a lui per non cadere.
Per un momento quasi si abbandonò a lui ma riprese il controllo all'ultimo secondo.
Sarebbe morta piuttosto che dargliela vinta, e questa prospettiva sembrava diventare sempre più reale man mano che il tempo passava.
Tanto valeva morire col suo orgoglio intatto.
Ma proprio in quel momento il barbaro levò un sospiro carico di desiderio, premette il cazzo duro sulla sua schiena e le morse il collo gemendo.
Fu l'ultima goccia per Cali che,  con le lacrime agli occhi dallo sforzo , perse la lotta contro il suo desiderio e si abbandonò ad un urlo rauco e disperato mentre veniva sulle mani dell'uomo, inondandole di copiosi liquidi bollenti.
L'orgasmo fu intenso e disarmante, un fiume in piena di piacere che le annegò la mente ed il corpo. Sembrava non avesse mai fine e , quando le ultime contrazioni si placarono, Cali si rese conto che , invece che diminuire , il suo desiderio era solo aumentato.

scritto il
2024-04-18
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