Onde d'erba 4
di
Sterling
genere
fantascienza
A stento si alzò sulle sue gambe e si girò ad affrontare il guerriero, solo vagente conscia di cosa stesse facendo.
Lo trovò in piedi stralunato, spettinato e sconvolto che la fissava a bocca aperta, paonazzo in viso.
Le sue mani erano ancora fradicie dei suoi liquidi.
Era vestito solo dei calzoni slacciati e aperti a mostrare il sesso eretto e pulsante, il resto della divisa a terra.
Le sue narici fremevano mentre prendeva grossi respiri che gli gonfiavano il petto come un mantice .
Era fuori di sé.
- Come...come osi? Sporca ...sudicia cagna! - balbettò senza fiato.
Cali in un primo momento non capì il motivo di tale astio ma poi un'idea così sublime e deliziosa le attraversò la mente.
Lui aveva cercato di farla cedere, di strapparle il suo orgoglio e farle ammettere quanto lo desiderava.
Ma alla fine lei aveva resistito.
Non solo! Lui si era ritrovato a compiacere lei senza nemmeno accorgersene , come uno schiavo qualsiasi.
Ma la scarica di piacere trionfale arrivò nel momento in cui si rese conto che l'abitacolo doveva essere impregnato del suo odore e ,dal modo in cui l'uomo respirava e dalla potenza della sua erezione, era palese che lui stesse impazzendo dalla brama di possederla.
Prese la palla al balzo. Nel peggiore dei casi, sarebbe andata all'altro mondo con la soddisfazione di una vita.
Nel migliore, avrebbe portato a casa la pelle.
Lesta, coprì i pochi passi che la separavano da lui e lo spinse a sedere sul sedile del pilota.
Vergit sembrò ancora più sconvolto da tale affronto e rimase immobilizzato sul posto mentre la donna gli saliva a cavalcioni , sfiorandogli la punta del membro con il suo pube.
- Dimmi, mio principe. Dove è finita tutta l'aria di comando di poco fa? Non avrai mica bluffato finora? - gli disse sottovoce con un sorrisetto di scherno.
Mentre parlava oscillava il bacino ad un soffio dalla sua erezione, provocandolo di proposito.
Sapeva di star rischiando grosso ma ormai c'era dentro fino al collo e desiderava l'appagamento più di qualsiasi altra cosa.
L'espressione sul viso di Vergit era di pura lussuria , leggermente screziata di ira. Se possibile, questo lo rendeva ancora più bello e attraente e la donna dovette trattenersi dall'impulso di rilasciare le cosce e impalarsi su quel pezzo di carne osceno e pulsante.
- Attenta donna... sai di cosa sono capace .- un lieve sorriso gli attraversò il volto e le sue mani le avvolsero i fianchi.
-Piuttosto, perché non mi dimostri tu di cosa sei capace? - e con una spinta pelvica improvvisa e una forte pressione inversa sui fianchi di lei, Vergit infilò il proprio sesso dentro quello della donna mozzandole il fiato.
Cali si sentì squassare le viscere dall'impatto e urlò di piacere.
Lo voleva, lo voleva da morire.
Cominciò una cavalcata disperata su di lui mentre il guerriero accompagnava I suoi movimenti con spinte dal basso. Le afferrò un seno e se lo infilò in bocca succhiandone il capezzolo.
Dal basso la guardava in preda al piacere, gli occhi dorati puntati nei suoi, il volto contratto e sudato.
Con uno schiocco rilasciò il gustoso pezzo di carne dalle sue labbra e Cali gemette.
-Dillo...dillo, maledetta! Dimmi che mi desideri come io desidero te! - Vergit sembra fuori di sé, un rivolo di saliva sul mento, il viso arrossato.
Era la quintessenza della virilità.
La donna non riuscì più a trattenersi e gemendo, miagolò - Si, si! Ti desidero dal primo momento in cui ti ho visto! -
Gli si accasciò sopra , affondando il viso tra i suoi capelli che sapevano di sudore, polvere e sesso.
-Non me ne frega nulla del resto, voglio solo che mi prendi. Fammi tua, ti prego! - gli singhiozzò all'orecchio.
A queste parole, lui la prese per le natiche , si alzò con lei ancora impalata sul suo sesso, e la trasportò sino a farla sedere su una superficie orizzontale vicina.
Il metallo era freddo ma Cali nemmeno se ne accorse perché in quel momento l'uomo cominciò a martellarle la figa con colpi violenti e ritmici .
Lo vide sbuffare e gemere mentre le attaccava il clitoride con due dita.
Cali strillò di piacere, avvinghiando le sue gambe al busto di lui.
-Ancora! Dimmelo ancora! - la supplicò con un ringhio disperato.
- Ti prego Vergit, fottimi come fossi la tua femmina...- avrebbe dovuto mentire ed adularlo ma quando queste parole lasciarono le sue labbra, Cali seppe che le intendeva completamente.
Voleva che lui la prendesse e che la facesse sua, voleva che la portasse via da quel posto di merda e più di ogni altra cosa, voleva che la scopasse con tutta la sua forza, per sempre.
Vergit reagì così appassionatamente da fare quasi tenerezza.
Con un spasmo del viso ed un singulto, si lanciò a baciarla.
Un bacio lungo , profondo e rozzo, come Cali non ne aveva mai provato.
La lingua di lui cercava la sua con disperazione per poi allontanarsi e morderle le labbra ed il collo. E poi nuovamente a intrecciare bocche e lingue mentre i fianchi dell'uomo pompavano ad un ritmo animale e le scavava dentro.
Il suo cazzo entrava ed usciva dalla sua fica con semplicità disarmante coperto di fluidi ,e Cali sentì un secondo orgasmo arrivare .
Questa volta lo lasciò montare senza più ostacoli.
Vergit si staccò dalle sue labbra per ringhiarle all'orecchio - Sto per venire...ah...ti voglio riempire sino all'orlo! Prendilo! -
E con un urlo le piantò le unghie sui fianchi e le allagò la fica di sborra calda con fiotti lunghi e forti .
Fu il turno di Cali di gridare.
-Oh si! Si, Vergit ! Aaaah, sborrami dentro!-
Il proprio orgasmo la sorprese con la sua forza, facendole dimenticare tutto ciò che stava fuori da lì.
La guerra , Gilkan e Nimeria non esistevano più.
C'erano solo loro due, Vergit che la faceva godere, il suo cazzo duro e i loro corpi sudati e tesi.
Lui le ansimava sul viso, la fronte sulla sua.
Cali si sporse in avanti e lo baciò ancora sulle labbra, un bacio tenue e languido a cui lui rispose con pigro trasporto. Le loro lingue si toccarono appena e poi più nulla.
Lo spinse all'indietro facendo scivolare fuori il suo sesso che si andava ammorbidendo e ,con esso ,anche un mare di seme.
Vergit la osservò in silenzio mentre si rimetteva la tuta e si avviava verso l'uscita.
-Cali - disse lei -Mi chiamo Cali.-
Prima che potesse fare un passo fuori, sentì lui da dietro dirle -Cali...rimani.-
Non era un ordine.
Era una richiesta. Una semplice richiesta da un uomo verso una donna.
Attese qualche istante prima di rispondere, senza voltarsi .
-Non posso...-
Si incamminò su gambe molli verso le colline verdi, acquistando sicurezza ad ogni passo.
Ritrovò le sue cose dall'altra parte del cratere e corse via, verso la base e verso Gikan.
Due mesi dopo.
La guerra era vinta, Nimeria era salvo ed i prigionieri erano stati chiusi in gabbie di gruppo.
I Verfelliani catturati stavano legati ammassati in recinti fatti alla meno peggio , pronti per essere portati alla stazione spaziale più vicina per il processo.
Cali distolse lo sguardo da Gikan che si pavoneggiava come un idiota davanti alle ragazze del gruppo D e sbuffò divertita.
"Buffone" pensò con un mezzo sorriso.
Si voltò a sinistra del campo ed il suo sguardo venne catturato da una figura solitaria dalla parte opposta.
Si avvicinò al recinto e osservò il Verfellen.
Lui la guardò arrivare e quando fu giunta al cancelletto in metallo, le sorrise maligno.
Stava giocherellando con un pezzo di stoffa sbrindellato che aveva tirato fuori dalla tasca della divisa distrutta .
Era azzurro.
-Gikan!- urlò verso il collega.
-Hey, Cal, che c'è?- le rispose lui svogliato dall'altra parte del campo.
-Questo qui... che programmi avete per lui?-
-Ehm...credo che verrà assegnato a qualcuno di almeno grado 3 ,per essere scortato al quartier generale. Quello è Vergit, il principe Verfellen. Lo sai quanto può essere pericoloso.- le rispose il ragazzo.
-Io sono di grado 2... - disse la donna - lo porto io al QG -.
Gikan fece spallucce e riprese a fare il macho con le ragazze del gruppo D.
Cali si voltò nuovamente a fronteggiare il principe Verfellen, gli sorrise fissandolo nei suoi occhi dorati.
E si morse le labbra.
Fine
Lo trovò in piedi stralunato, spettinato e sconvolto che la fissava a bocca aperta, paonazzo in viso.
Le sue mani erano ancora fradicie dei suoi liquidi.
Era vestito solo dei calzoni slacciati e aperti a mostrare il sesso eretto e pulsante, il resto della divisa a terra.
Le sue narici fremevano mentre prendeva grossi respiri che gli gonfiavano il petto come un mantice .
Era fuori di sé.
- Come...come osi? Sporca ...sudicia cagna! - balbettò senza fiato.
Cali in un primo momento non capì il motivo di tale astio ma poi un'idea così sublime e deliziosa le attraversò la mente.
Lui aveva cercato di farla cedere, di strapparle il suo orgoglio e farle ammettere quanto lo desiderava.
Ma alla fine lei aveva resistito.
Non solo! Lui si era ritrovato a compiacere lei senza nemmeno accorgersene , come uno schiavo qualsiasi.
Ma la scarica di piacere trionfale arrivò nel momento in cui si rese conto che l'abitacolo doveva essere impregnato del suo odore e ,dal modo in cui l'uomo respirava e dalla potenza della sua erezione, era palese che lui stesse impazzendo dalla brama di possederla.
Prese la palla al balzo. Nel peggiore dei casi, sarebbe andata all'altro mondo con la soddisfazione di una vita.
Nel migliore, avrebbe portato a casa la pelle.
Lesta, coprì i pochi passi che la separavano da lui e lo spinse a sedere sul sedile del pilota.
Vergit sembrò ancora più sconvolto da tale affronto e rimase immobilizzato sul posto mentre la donna gli saliva a cavalcioni , sfiorandogli la punta del membro con il suo pube.
- Dimmi, mio principe. Dove è finita tutta l'aria di comando di poco fa? Non avrai mica bluffato finora? - gli disse sottovoce con un sorrisetto di scherno.
Mentre parlava oscillava il bacino ad un soffio dalla sua erezione, provocandolo di proposito.
Sapeva di star rischiando grosso ma ormai c'era dentro fino al collo e desiderava l'appagamento più di qualsiasi altra cosa.
L'espressione sul viso di Vergit era di pura lussuria , leggermente screziata di ira. Se possibile, questo lo rendeva ancora più bello e attraente e la donna dovette trattenersi dall'impulso di rilasciare le cosce e impalarsi su quel pezzo di carne osceno e pulsante.
- Attenta donna... sai di cosa sono capace .- un lieve sorriso gli attraversò il volto e le sue mani le avvolsero i fianchi.
-Piuttosto, perché non mi dimostri tu di cosa sei capace? - e con una spinta pelvica improvvisa e una forte pressione inversa sui fianchi di lei, Vergit infilò il proprio sesso dentro quello della donna mozzandole il fiato.
Cali si sentì squassare le viscere dall'impatto e urlò di piacere.
Lo voleva, lo voleva da morire.
Cominciò una cavalcata disperata su di lui mentre il guerriero accompagnava I suoi movimenti con spinte dal basso. Le afferrò un seno e se lo infilò in bocca succhiandone il capezzolo.
Dal basso la guardava in preda al piacere, gli occhi dorati puntati nei suoi, il volto contratto e sudato.
Con uno schiocco rilasciò il gustoso pezzo di carne dalle sue labbra e Cali gemette.
-Dillo...dillo, maledetta! Dimmi che mi desideri come io desidero te! - Vergit sembra fuori di sé, un rivolo di saliva sul mento, il viso arrossato.
Era la quintessenza della virilità.
La donna non riuscì più a trattenersi e gemendo, miagolò - Si, si! Ti desidero dal primo momento in cui ti ho visto! -
Gli si accasciò sopra , affondando il viso tra i suoi capelli che sapevano di sudore, polvere e sesso.
-Non me ne frega nulla del resto, voglio solo che mi prendi. Fammi tua, ti prego! - gli singhiozzò all'orecchio.
A queste parole, lui la prese per le natiche , si alzò con lei ancora impalata sul suo sesso, e la trasportò sino a farla sedere su una superficie orizzontale vicina.
Il metallo era freddo ma Cali nemmeno se ne accorse perché in quel momento l'uomo cominciò a martellarle la figa con colpi violenti e ritmici .
Lo vide sbuffare e gemere mentre le attaccava il clitoride con due dita.
Cali strillò di piacere, avvinghiando le sue gambe al busto di lui.
-Ancora! Dimmelo ancora! - la supplicò con un ringhio disperato.
- Ti prego Vergit, fottimi come fossi la tua femmina...- avrebbe dovuto mentire ed adularlo ma quando queste parole lasciarono le sue labbra, Cali seppe che le intendeva completamente.
Voleva che lui la prendesse e che la facesse sua, voleva che la portasse via da quel posto di merda e più di ogni altra cosa, voleva che la scopasse con tutta la sua forza, per sempre.
Vergit reagì così appassionatamente da fare quasi tenerezza.
Con un spasmo del viso ed un singulto, si lanciò a baciarla.
Un bacio lungo , profondo e rozzo, come Cali non ne aveva mai provato.
La lingua di lui cercava la sua con disperazione per poi allontanarsi e morderle le labbra ed il collo. E poi nuovamente a intrecciare bocche e lingue mentre i fianchi dell'uomo pompavano ad un ritmo animale e le scavava dentro.
Il suo cazzo entrava ed usciva dalla sua fica con semplicità disarmante coperto di fluidi ,e Cali sentì un secondo orgasmo arrivare .
Questa volta lo lasciò montare senza più ostacoli.
Vergit si staccò dalle sue labbra per ringhiarle all'orecchio - Sto per venire...ah...ti voglio riempire sino all'orlo! Prendilo! -
E con un urlo le piantò le unghie sui fianchi e le allagò la fica di sborra calda con fiotti lunghi e forti .
Fu il turno di Cali di gridare.
-Oh si! Si, Vergit ! Aaaah, sborrami dentro!-
Il proprio orgasmo la sorprese con la sua forza, facendole dimenticare tutto ciò che stava fuori da lì.
La guerra , Gilkan e Nimeria non esistevano più.
C'erano solo loro due, Vergit che la faceva godere, il suo cazzo duro e i loro corpi sudati e tesi.
Lui le ansimava sul viso, la fronte sulla sua.
Cali si sporse in avanti e lo baciò ancora sulle labbra, un bacio tenue e languido a cui lui rispose con pigro trasporto. Le loro lingue si toccarono appena e poi più nulla.
Lo spinse all'indietro facendo scivolare fuori il suo sesso che si andava ammorbidendo e ,con esso ,anche un mare di seme.
Vergit la osservò in silenzio mentre si rimetteva la tuta e si avviava verso l'uscita.
-Cali - disse lei -Mi chiamo Cali.-
Prima che potesse fare un passo fuori, sentì lui da dietro dirle -Cali...rimani.-
Non era un ordine.
Era una richiesta. Una semplice richiesta da un uomo verso una donna.
Attese qualche istante prima di rispondere, senza voltarsi .
-Non posso...-
Si incamminò su gambe molli verso le colline verdi, acquistando sicurezza ad ogni passo.
Ritrovò le sue cose dall'altra parte del cratere e corse via, verso la base e verso Gikan.
Due mesi dopo.
La guerra era vinta, Nimeria era salvo ed i prigionieri erano stati chiusi in gabbie di gruppo.
I Verfelliani catturati stavano legati ammassati in recinti fatti alla meno peggio , pronti per essere portati alla stazione spaziale più vicina per il processo.
Cali distolse lo sguardo da Gikan che si pavoneggiava come un idiota davanti alle ragazze del gruppo D e sbuffò divertita.
"Buffone" pensò con un mezzo sorriso.
Si voltò a sinistra del campo ed il suo sguardo venne catturato da una figura solitaria dalla parte opposta.
Si avvicinò al recinto e osservò il Verfellen.
Lui la guardò arrivare e quando fu giunta al cancelletto in metallo, le sorrise maligno.
Stava giocherellando con un pezzo di stoffa sbrindellato che aveva tirato fuori dalla tasca della divisa distrutta .
Era azzurro.
-Gikan!- urlò verso il collega.
-Hey, Cal, che c'è?- le rispose lui svogliato dall'altra parte del campo.
-Questo qui... che programmi avete per lui?-
-Ehm...credo che verrà assegnato a qualcuno di almeno grado 3 ,per essere scortato al quartier generale. Quello è Vergit, il principe Verfellen. Lo sai quanto può essere pericoloso.- le rispose il ragazzo.
-Io sono di grado 2... - disse la donna - lo porto io al QG -.
Gikan fece spallucce e riprese a fare il macho con le ragazze del gruppo D.
Cali si voltò nuovamente a fronteggiare il principe Verfellen, gli sorrise fissandolo nei suoi occhi dorati.
E si morse le labbra.
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