Ricchione

di
genere
gay

L a prima volta che si sentii chiamare Ricchione avevo diciannove anni, e già da circa cinque ero gay.
Molto presto sono stata iniziata alla dolce vita passiva, e a Milano, negli anni 80, i frocetti giovani, erano ricercatissimi, non esisteva internet, o cellulari, o andavi alla stazione centrale, o al monumentale, o zone limitrofe, e ti abbordavano.
O i più attrezzati, mettevano annunci su giornali specializzati, con u recapito telefonico, con specificato, magari l'orario per chiamare, ma dovevi avere una casa tutta tua, altrimenti rispondeva tua madre o tuo padre.
Io ero fortunata, avevo un'amica lesbica, che mi prendeva, gli appuntamenti, non è che ne avessi molti, ma un paio a settimana succedeva.
Amavo di più, farmi abbordare sul marciapiede, in una strada limitrofa alla stazione centrale, mi sedevo su una panchina, fronte strada, in minigonna e tacchi, e aspettavo le auto che si fermavano, e mi chiedevano il prezzo, poi lì vicino, vi erano un sacco di alberghetti, dove consumare in pace del buon sesso.
Spesso passavano vicino alla panchina uomini normali, che alla vista di una trav, cominciavano a inveirmi contro, a insultarmi, darmi del frocio, dello sporcaccione, del Ricchione, il Milanese usava spesso questa parola, e mi eccitava sentirmela dire, era spesso uomini di una certa età.
Io sorridevo, a volte mi alzavo, e sculettavo verso di loro, e mi cacciavano a mal parole, o succedeva, che sollevavo la gonna e mostravo, il mio cazzetto e il reggicalze, e poi mi risiedevo, il tutto finiva lì.
Poi una sera, la mia amica mi disse che un tale, aveva telefonato, per potermi avere la sera dopo, verso le cinque di pomeriggio, e mi diede l'indirizzo dell'albergo, che conoscevo, e oltre alle solite raccomandazioni, sul tipo di indumenti scarpe ecc, di portare della crema, perché, il tipo era ben dotato.
Non che non avessi mai provato dei bei cazzi, anzi, ma se il cliente lo specificava, voleva dire che sicuramente qualche difficoltà, nel trovare donne, l'aveva.
Il giorno dopo, mi preparo, l'albergo è vicino a casa mia, ci vado già trav, è una vecchia pensione, gestita da due anziani meridionali, piccola ma pulita, mi conoscono, mi salutano, e mi danno la chiave della stanza, e ci entro e attendo il cliente.
Arriva poco dopo, bussa e entra, io sono seduta sul letto, alzo lo sguardo e lo osservo per un secondo, è un maschio possente, alto poco meno di due metri, un armadio, barba lunga e baffi ben curati, lo saluto, e mi alzo per stringergli la mano, Gianni, è il suo nome, mi prende in braccio mi solleva e mi bacia in bocca con tanto di lingua.
Un bel bacio, caldo, mipiace, mi stacca e mi rimette a terra, vicino a lui sono uno scricciolo, io poco più di uno e settanta sembro una bambina.
Io indosso un vestitino a tubino rosso, calze nere e intimo con reggicalze nero, e tacchi 10 un paio di sandali semplici.
Lui camicia pantaloni e un paio di scarpe enormi, avrà il 47, è massiccio, lo osservo, e così, dopo poche parole, inizio a slacciargli la camicia, e mi ritrovo davanti un petto muscoloso, e peloso, slaccio i pantaloni e fatti scivolare a terra, mi ritrovo lui in slip, e vedo un coso enorme ripiegato, mi siedo, e sfilo gli slip.
Mi appare un cazzo pazzesco, non ancora duro, più simile al mio braccio che a un cazzo, lui sorride, lo prende in mano e me lo mette vicino alle labbra, io lo bacio, e inizio a leccarlo.
A contatto con la mia lingua inizia a fremere, tesoro, mettilo in bocca, perché poi non ci riuscirai, lo feci, la cappella entra e poco cazzo con lei, la sento ingigantirsi, fatico a trattenerla, e poi mi sguscia fuori, e così, prende forma la bestia.
Capisco il perché della crema, ma anche con quella non sarei riuscita a fare nulla, lo osservai, lui mi sfilò il vestitino, e iniziò a scostare il reggiseno e succhiarmi il seno, ho una seconda abbondante, frutto di manipolazioni e creme, poi mi lecca il pancino, la sua lingua mi pennella, e poi sfila lo slip, e mi succhia il cazzo.
E' un'aspirapolvere, entrano in bocca anche i miei testicoli, frulla la lingua, e in pochi minuti, beve il mio sperma.
Sono riversa sul letto, stremata dal veloce pompino fattami da Gianni, non me lo aspettavo, mi prende senza fatica e mi rigira, mi allarga le chiappette, e inizia a leccarmi il buchetto, lo bagna e lo forza con la sua lingua, lo sento entrare mi piace, godo, inizio a bagnarmi, se fosse un maschio normale, gli avrei chiesto espressamente di sfondarmi il culo, ma visto chi era non ci pensavo nemmeno.
Lo sento che ansima, ha voglia, un paio di volte lo ha avvicinato al mio buco, e velocemente lo scansavo, poi mi sono girata, e lo avevo davanti.
Tesoro dissi, ora proviamo, piano piano, devi essere dolce, e paziente, non avere fretta, e poi non è detto che ci riusciremo, ok? annuì.
Presi il tubetto di crema, e iniziai a cospargela sulla sua verga, dalla cappella, ai testicoli, se mai ci fossimo arrivati, poi mi aiutai con le dita a infilarmene parte nel mio ano, e poi mi girai, posizionai dei cuscini sotto alla mia pancia, e mi rilassai.
Ora dissi, appoggialo al mio buchetto, e piano piano vediamo se entra, e così fece, sentii la cappella, punta di una lancia rovente entrare, dilatarmi sempre più, mi faceva mali, lo fermai, e poco dopo riprovò, non fù facile adattarsi al suo calibro, la pelle del buco era tesa, ma la crema aiutò a renderla elastica.
Era più di un quarto dora, che indugiavamo, i dolore era sopportabile e stessa cosa il bruciore, mi rilassai, e poi dissi, entra tesoro, se urlo fermati, solo se urlo ok?, annuì,i prese per i fianchi, e lì capii che o ci riusciva o mi dilaniava.
Chiusi gli occhi, ero spaventata e eccitata, dal mio cazzo usciva un filamento denso, e i capezzoli mi dolevano dal piacere, e Gianni spinse, lentamente e inesorabilmente.
Lo sentii procedere nel mio intestino, che al suo passaggio si dilatava, era alla prima ansa, ed era entrato un terzo , ok mi disse non male dai, ora mi pompa e viene, per nulla, diede un colpo deciso, e forzo il mio intestino che si adattò e lo lasciò passare non senza dolore.
emisi un forte gemito, ma non urlai, non ancora dissi, Gianni capì che stavo lanciando la spugna e spinse con un colpo deciso, entrò tutto, e mi tolse il respiro, urlai con tutta me stessa, ma non emisi nulla.
Svenni, per pochi attimi, mi sorresse lui, mi ripresi, e iniziai a piangere, lo pregavo di uscire, mi aveva rotto il culo lo sentivo, un licquido caldo mi colava sulle cosce, era un rivoletto di sangue, tranquilla amore ore sei donna la mia donna, mi afferrò i seni, li strinse e iniziò la monta.
Mi sentivo svuotare e riempire, mi ero lavata internamente ma capii che ora tutto si era mosso, piangevo, di dolore e di felicità, Gianni mi aveva devastata, non si poteva più tornare indietro.
Mi ha scopata per una mezz'ora dove o goduto e sofferto più volte, poi mi afferra il cazzo, mi solleva, si mette in piedi, mi muove su e giù, e mi gode dentro, sento persino i suoi schizzi, e io a mia volto sborro, lanciando un getto sullo specchio davanti a mè.
Mi guardo, sembro una pupazzetta nelle sue mani, un palo è dentro di mè, mi solleva, e immediatamente espello tutto, sangue sborra e una parte del contenuto del mio onestino, e rimango con una caverna al posto del mio ano.
Mi porta in bagno, mi lava, e mi asciuga, lo bacio, lo stringo al collo, piango, lui mi stringe, e lo ringrazio.
Rimaniamo a letto per un paio d'ore, e mi racconta la difficoltà che ha e che ha avuto con donne e uomini, solo un paio di donne sono riuscite a prenderlo, e nessuna trav, ero la prima, erano trè anni che non scopava, solo seghe.
Poi mi baciò, e i strinse a lui, non voglio perderti amore, io risposi, sai, ora riuscire a godere con un cazzo normale sarà difficile, ma non facciamo correre le cose, e così, mi pagò la somma pattuita con una mancia supplementare.
Passai le due settimane dopo, un po' dolorante, il buco si era chiuso, e ripresi a battere, e devo dire il vero, a parte i primi giorni, poi ricominciai a godermi i soliti cazzi, ma la testa era a lui.
Una domenica mattina la mia amica mi svegliò e mi disse di andare da lei che c'era una telefonata per mè, entrai, ero in slip e babydoll, la ragazza della mia amica era nuda intenta a laccarsi le unghie dei piedi, la salutai,e risposi al telefono, era Gianni, sentire la sua voce mi fece diventare duro il cazzo, e le ragazze se ne accorsero, mi chiedeva un altro incontro, mi ero appena ripresa dal primo, non mi sembrava il caso, dissi, aspettiamo un poco, ma lui insistette, ok ma voglio il doppio o niente, per colpa tua non posso poi lavorare per dei giorni, lui accettò.
Ci incontrammo al solito albergo, Gianni mi fece godere come non mai, anche se con difficoltà, ma meno della prima volta, riuscimmo a scopare godendo.
E così, ogni 15 giorni, mi scopava.
E col passare del tempo iniziammo a frequentarci più spesso e dopo un anno, mi trasferivo da lui, il continuo scopare con lui lasciò i soliti strascici, non avevo più l'elasticità di richiudermi, al meno per sentire cazzi normali, godevo solo con il suo, così mi ci abituai.
Divenni la sua ragazza, e per il palazzo, il RCCHIONE, spesso trovavo sulla porta messaggi del tipo, frocio Ricchione, ecc, ma non mi interessava, ero innamorata e felice.





di
scritto il
2021-10-05
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