La mia padrona Paola.

di
genere
saffico

Dopo i furiosi momenti di passione che hanno travolto me e Paola, ci prendiamo qualche giorno di pausa dal sesso. Mai come in quei giorni mi è capitato di ripensare alla mia vita e alle storie che avevo vissuto.
Ho realizzato consciamente che Paola aveva ragione, il corpo femminile mi è sempre piaciuto, anzi … mi ha sempre entusiasmata! Ma sono cresciuta con l’etichetta di “ragazza etero” e non mi sarei mai sognata di esplorare qualcosa di diverso. Semplicemente, reprimevo quella parte di me, considerandola un semplice scherzo della mia mente.
Paola è stata la scintilla che ha acceso tutto quello che avevo dentro, in un momento molto particolare della mia vita, dove ero lontana dalla mia città e mentre mi ero lasciata alle spalle da poco una storia con un ragazzo.

Ci troviamo una notte nel letto, chiacchierando del più e del meno, poco prima di dormire.
D’un tratto le chiedo: “Ma come ti sei accorta che mi piacevi?”
Sorride a questa mia domanda, quasi se l’aspettasse: “Da come mi guardavi quando uscivo dalla doccia, o quando mi cambiavo. O quando siamo uscite insieme e mi mettevo tutta in tiro. I tuoi occhi mi guardavano attraverso, come se volessero spogliarmi nuda.”

Si interrompe un attimo, scuotendo la testa; il suo tono della voce diventa malizioso: “All’inizio pensavo di aver preso un abbaglio, forse era troppo tempo che non andavo con una donna e la testa mi stava facendo uno scherzo. Poi un giorno… " si interrompe e ride di gusto: "… un giorno mi sono messa quel bel vestito a righe blu scollato … sapevo che mi avrebbe sottolineato molto il seno, l’ho fatto apposta e ho avuto la conferma. I tuoi occhi erano sempre a guardarmi le tette!! Allora ho capito che ti piacevo …”

La sua mano mi accarezza il viso dolcemente: "Ho iniziato a guardarti con occhi diversi … ho perso la testa per troppe donne che non erano interessate a me per lasciarmi andare. Ma quando lo faccio, non mi ferma nessuno.” ridacchia divertita: “Baciami!” mi comanda, cosa che io eseguo senza farmelo ripetere. La punta delle nostre lingue danza un ritmo infuocato nell’unione di quelle bocche. Sono percorsa da brividi. Improvvisamente la sua mano afferra i miei capelli e mi strattona la testa all’indietro, facendomi staccare da quel bacio: “Ahia!” esclamo. Corrugo la fronte, stupita.

“L’altra sera mi hai distrutto il sedere, è pieno di lividi e di graffi … mi fa male quando mi siedo!" esclama con tono divertito, tirandomi ancora di più i capelli: “Sei una puttanella selvaggia da domare!”

Esce dal letto e si mette in piedi sul tappeto li accanto. Il mio cuore pulsa forte. La guardo, è bellissima. Ha indosso solo un paio di mutandine color lillà, i suoi capelli neri ricadono sulle spalle arrivando a lambire i seni sodi. I suoi capezzoli turgidi sembrano fissarmi come due grandi occhi. Mi sento infuocata.

“Adesso voglio che vieni qui, ai miei piedi. In ginocchio, come la cagna che sei. Devi gattonare e venire ai miei piedi e devi baciarli. ORA!” esclama con tono perentorio, indicando il tappeto ai suoi piedi con il dito indice. I suoi grandi occhi verdi mi fissano, sembrano due smeraldi.

Faccio come dice. Il suo tono severo mi eccita da morire. A carponi scendo dal letto, e giungo ai suoi piedi. Mi chino per baciarli, alterno le mie labbra prima su uno e poi sull’altro.

“Brava, brava … Devi capire che io sono la tua padrona, e tu sei solo la mia puttana!” Mi sento afferrata di nuovo per i capelli: "Adesso mettiti a pancia in giù sul bordo del letto. Inginocchiati … su …” Mentre le mie ginocchia toccano il pavimento, il mio corpo è prono sul letto. Mentre con una mano tiene la mia testa schiacciata contro il materasso, con l’altra mano mi schiaffeggia con forza il culo. Ad ogni suo colpo gemo. “Sei una puttana pigliacazzi … dillo che sei una puttana pigliacazzi. Chissà quanti cazzi hai preso nella figa e nel culo … hai preso cazzi a palate, dillo che sei una pigliacazzi”

“Si … sono una pigliacazzi!” riesco a mormorare, la mia voce attutita dal materasso.

Mi libera dalla presa sulla testa, addentandomi poi con forza una chiappa. Urlo. Mi fa male, ma mi piace. Non so cosa mi stia succedendo, ma mi piace.
Inizia a leccarmi avidamente l’ano, ricambiando quello che avevo fatto io la volta scorsa. E’ una sensazione piacevolissima. I miei polmoni sono avidi di aria, mentre goccioline di sudore imperlano la mia fronte.

“ Mmmh, quanto godi … si vede che ti piace prenderlo nel culo!” esclama.
“Non l’ho mai fatto nel culo!” le rispondo d’istinto.
Sento un forte schiaffo sul sedere che mi fa sussultare: “Non dire cazzate, sei una cagna in calore … tu non hai nemmeno l’ombelico vergine, figuriamoci il culo …” Scuoto la testa in segno negativo.
La sento ridacchiare: “Ma non mi dire … bisogna provvedere!”

Sento un cassetto del comodino accanto al letto che si apre. Sento come se lei avesse afferrato qualcosa, ma non so che cosa. Sento improvvisamente un rumore di qualcosa che vibra. Sgrano gli occhi e mi giro: “Ma cosa vuoi fare?” le dico un po’ preoccupata.
“Stai tranquilla e pensa a godere!” mi risponde senza ammettere ulteriori repliche.

Mentre le dita della sua mano si dedicano a masturbare il mio sesso, sento la sua lingua leccare con vigore il mio buco del culo, alternando a quella le carezze vibranti della punta del dildo. Chiudo gli occhi e mi concentro sulle sensazioni che provo.
Dopo poco, mi sento come se avessi due fighe. Sono in estasi e mi godo quel piacere.

Sento la punta di quell’oggetto che dolcemente, con una leggera pressione, supera il mio sfintere anale rilassato. Sento, centimetro dopo centimetro, quella lancia di gomma che penetra dentro di me, inondandomi di vibrazioni.
Afferro con forza le coperte che sono sul letto e le stringo con forza. Fatico a respirare, sto singhiozzando.
Sento il godimento lievitare dentro di me a dismisura, e urlo tutto il mio piacere mentre vengo percorsa da un orgasmo incredibilmente intenso, con la bocca di lei che munge la mia figa ed un palo vibrante profondo nel mio retto.

Sento le sue labbra poggiarsi sulla mia schiena, tra le fossette di Venere, e baciare la mia pelle, mentre le sue mani accarezzano il mio sedere ormai sfondato.
Mi sento un automa, sono completamente rincoglionita da quel piacere. Il culo mi brucia, probabilmente nemmeno io riuscirò più a sedermi per i prossimi giorni. Ora mi tira di nuovo per i capelli, spingendomi a sedermi per terra sulle ginocchia. Lei è in piedi davanti a me, la sua gamba destra si solleva permettendole di posare il piede sul letto, mentre quella sinistra resta dritta, spalancando dinnanzi ai miei occhi il suo roseo sesso. Con le mani schiaccia la mia testa contro di esso. Il sapore e l’odore della sua figa danno nuova linfa alla mia voglia, inizio a leccargliela con passione.
Non ci vuole molto tempo perché anche lei raggiunga la massima libidine.

Ci troviamo entrambe sedute per terra, abbarbicate l’un l’altra come un’edera. Il contatto della sua pelle calda e sudata dopo tanta passione mi elettrizza, sento rimbombare in battito del mio cuore nel suo petto, ed il suo nel mio.
Non so quanto tempo restiamo abbracciate così, nude, ai piedi del letto, illuminate solo da una fioca luce di una lampada, in silenzio. Ma so una cosa per certo: Mi sento unita a lei come non mai, mi sento totalmente parte del suo corpo e della sua anima.

scritto il
2021-11-05
4 . 4 K
visite
1
voti
valutazione
8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Godendo nuovamente sul divano.

racconto sucessivo

La Vacanza in Liguria.
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.