Godendo nuovamente sul divano.

di
genere
saffico

Ci tuffiamo sul morbido divano che ha accolto il nostro primo rapporto. Sono completamente sdraiata sopra di lei, la sto letteralmente divorando di baci e consumando di carezze.
Il mio ginocchio si apre un varco tra le sue gambe, ed il suo pube si struscia contro di esso. La sento gemere di piacere, il nostro respiro affannoso è la colonna sonora della nostra unione, quando non è interrotto dall’apnea dei nostri baci.

Mi sento elettrica, mi sento viva come non mi sono mai sentita. Sono completamente travolta dalla passione e vorrei che quel momento durasse per sempre.
Le tolgo la maglietta quasi strappandogliela di dosso. Le mie labbra si portano sul suo collo, che bacio avidamente, succhiandone la pelle tesa. Voglio imprimerle i miei marchi d’amore sulla pelle. Il profumo che lei indossa mi inebria e mi fa impazzire.

Le dita della mia mano sono alla ricerca del suo sesso e si immergono nei suoi pantaloni e poi giù nelle sue mutandine. Lo trovano, bagnato e caldo. Sento il suo clitoride, quel bottoncino turgido sotto le mie dita. Lo massaggio dolcemente, con movimenti concentrici, mentre mi dedico a riempirla di baci. La mia bocca ora scende, di nuovo verso i suoi seni. Sposto semplicemente le coppe del suo reggiseno, scoprendo quelle due meravigliose mozzarelle. Spalanco la mia bocca e la affondo sulla sua tetta, come se stessi per addentare una grossa fetta di una morbida torta di panna. A quel contatto lei impazzisce, le sue gambe iniziano a tremare, sento le sue urla di piacere che si diffondono nell’etere, senza nessun freno. Il mondo non esiste, ci siamo solo noi.

Le mie dita che stanno ancora lavorando la sua figa si bagnano nel denso nettare del suo orgasmo.
Paola respira a fatica, e scossa da singhiozzi e le lacrime irrigano il suo volto: “E’ bellissimo!” riesce a dire. Si, è bellissimo raggiungere il picco di piacere, è bellissimo che in quei lunghi ed intensi secondi la nostra mente può abbandonare il nostro corpo terreno ed essere letteralmente sparata in alto come un razzo, librarsi in volo nel cielo e sentirsi libera di godere una felicità che non ha eguali nell’universo. Cosa c’è di meglio di un appagante orgasmo? Nulla.

La abbraccio e la accarezzo con dolcezza, lasciando che si riprenda un poco.
Porto poi alla bocca le dita che erano state a contatto con il suo sesso. Lecco avidamente il fluido che cola da esse. “Mmmh, com’è buona la tua figa … c’è un lago la sotto!” le dico sorridendole, provocandole una risata. Allunga le sue braccia verso il mio viso, tirandomi verso di lei. “Sei fantastica Nadia!” mi dice mentre mi accarezza il volto, poi aggiunge con malizia: “Meno male che ti senti confusa … se non lo fossi mi sarebbe già venuto un infarto probabilmente!”

Entrambe scoppiamo a ridere. Lei si libera dei pochi vestiti che le erano rimasti addosso. Ora siamo entrambe nude. Ci guardiamo a lungo l’un l’altra. Lei è bellissima. I suoi lunghi capelli neri incorniciano il suo volto tondo, dove spiccano due grandi occhi verdi. Il suo corpo è semplicemente fantastico. Accarezziamo i nostri corpi caldi e bramosi di desiderio. Le mie mani percorrono le curve della sua pelle con intensità e vigore, come se stessi modellando una statua di creta. Voglio conoscere ogni minimo centimetro di pelle del suo corpo, ogni sua curva, ogni sua piega.

Le mie mani si portano ad accarezzare il suo sedere. Afferro quelle chiappe con vigore: “Che bel culo che hai. Girati, lo voglio vedere!” le dico con tono perentorio. Prontamente mi ubbidisce, mettendosi a pecorina davanti ai miei occhi. Che spettacolo! Posso vedere le sue belle chiappe sode, bellissime, che si incontrano creando un avvallamento dove si trova il suo ano rosa e, poco sotto questo, la sua figa grondante di umori. Non so letteralmente dove mettere le mani e la bocca, vorrei essere un essere mitologico con 12 mani e 4 lingue, per poterla toccare e leccare contemporaneamente in ogni sua parte.

Le accarezzo il sedere, dandole dei piccoli schiaffi: “Si, sculacciami forte … sono la tua troia!” mi dice, invitandomi a darle delle vere e proprie pacche che lasciano un segno rosso sulla sua pelle bianca. “Si, sei la mia troia. Ti fa godere che ti prendo a schiaffi il culo, sei proprio una puttana!” le urlo, senza più controllarmi minimamente. D’istinto porto la mia bocca vicino ad una sua chiappa, e affondo i miei denti nella sua carne morbida: “Ahia … che cagna che sei. Morsicami tutta!”
Non me lo faccio ripetere due volte. Mentre le dita della mia mano destra sono impegnate a farle un ditalino, la mia bocca ed i miei denti sono impegnate a baciare e a mordicchiare il suo sedere.
La sento gemere, la sento godere e la sento mormorare delle parolacce.

La mia lingua si porta a leccare il suo ano. Non avrei mai pensato razionalmente di poter arrivare a tanto, ed invece sono li, sto leccando con passione e desiderio il buco del culo di un pezzo di figa meraviglioso e mi piace come se stessi leccando un buonissimo gelato.
Vedo che inarca la schiena, sta ansimando come una porca ed il suo corpo viene scosso da piccoli tremiti. Le sue braccia afferrano il bracciolo del divano e lo stringono forte, come se, lasciando la presa, dovesse volar via. Sta per venire di nuovo. Metto la mia testa sotto di lei, e con le mani la faccio sedere sopra la mia faccia, la sua figa succosa è a contatto con la mia bocca ora. La lecco con tutta la forza di cui sono capace.

Sento le sue urla animalesche, mentre il mio viso e la mia bocca sono inondate dal miele che cola dalla sua figa che orgasma. Ho il cuore che batte come un tamburo, le tempie mi esplodono, mi sento quasi soffocare dal suo piacere traboccante. Mi stacco, e lei si affloscia completamente sul divano, stremata. La sua pelle è lucida per il sudore che la ricopre.

Con una mano accarezzo dolcemente la sua madida schiena , mentre con l’altra mi masturbo. Sono eccitata oltremisura, e devo assolutamente scaricare quella tensione nervosa che sembra tutta imprigionata nel turgore delle mie piccole labbra e del mio clitoride. L’orgasmo arriva, ed è così forte che mi sento il cervello che si spacca in due. Per qualche secondo vedo tutto a puntini, come se i brividi che accapponano la pelle avessero fatto tremare anche la mia retina. Urlo tutto il mio piacere, non me ne frega niente che i vicini possano sentire.
Mi sdraio praticamente sopra di lei, il divano offre poco spazio per coricarsi.
“Ti amo” mi sussurra. “Anche io ti amo” le rispondo. Così ci assopiamo, due corpi nudi che hanno da poco scoperto il paradiso.
scritto il
2021-11-01
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