La collega di lavoro (parte 3)
di
Nadia89
genere
saffico
Le nostre labbra si sfiorano per la prima volta. Porto le mani ad accarezzare le sue guance, ancora umide di lacrime, mentre unisco la mia bocca alla sua. Le nostre lingue si accarezzano con dolcezza. A quel contatto lei freme, lo sento. Il mio cuore batte a mille, ed anche il suo.
Ci alziamo dal divano e la seguo verso la camera da letto, senza bisogno di dirci nulla, come se fosse naturale.
Siamo entrambe in piedi accanto al letto. La luce del lampadario illumina il suo corpo nudo.
E’ difficile descriverla. Non è semplicemente una ragazza stupenda, ma è Milena, la ragazza sulla quale avevo posato segretamente il cuore. La ragazza che pensavo fosse inarrivabile.
Ed ora la vedo davanti a me, è tutta per me. Solo il pensiero del suo corpo esposto al mio sguardo mi provoca una sensazione di estasi che non posso descrivere.
Vedo che si inginocchia ai miei piedi. Cinge le braccia attorno alle mie gambe, posando la sua testa bionda sul mio basso ventre. Piange.
“Non riesco a crederci Na. Dimmi che non è un sogno!” riesce a dire con la voce rotta dal pianto.
Affondo le mie dita nei suoi capelli dorati, luccicano alla luce come se fossero delle pagliuzze d’oro.
Ai miei piedi c’è lei, una bellezza che va al di la di ogni cosa, una modella, una Dea scesa sulla terra. Ed una ragazza molto sicura, intelligente e determinata. Può avere tutto dalla vita, qualsiasi uomo o qualsiasi donna si inginocchierebbero ai suoi piedi. Ed invece lei è li, inginocchiata di fronte a me, con la sua testa immersa nel mio abito di velluto blu.
“Anche io mi sono chiesta se sto sognando. Ma se anche fosse solo un sogno, perché mai dovremmo svegliarci?” le domando con un tono dolce, continuando ad accarezzarle i capelli.
Mi sorride dolcemente, quel sorriso che ho imparato a conoscere.
Indosso un paio di scarpe con il tacco basso. Con i suoi modi dolci e sensuali me le sfila, prima la destra e poi la sinistra. Mi accarezza le gambe, celate dalle calze. “Oh Na, sei veramente bella. Voglio vedere ogni millimetro del tuo corpo!”
Mi sfila le calze, accarezzando le mie gambe nude. Ho i brividi a sentire il contatto delle sue mani sulla mia pelle. Fino a poco prima era un sogno proibito, adesso è realtà.
Si alza in piedi, ci abbracciamo e le nostre bocce si incontrano di nuovo in un lungo bacio. Questa volta la sia lingua è più vivace e reattiva, e battaglia senza sosta con la mia.
Ci stacchiamo, sorridiamo entrambe. Sento il sapore fruttato del suo lucidalabbra nella mia bocca, mi piace.
Mi aiuta a sfilarmi il vestito. Ora sono in intimo nero davanti a lei. Le sue dita percorrono il mio corpo, come a volerlo modellare, desideroso di conoscerne i segreti. Anche le mie fanno altrettanto, esaudendo il mio desiderio di due giorni prima, mentre mi ero fatta un immenso ditalino pensando a lei mentre mi toccava. Adesso era tutto vero.
Ci sdraiamo sul letto, lei è sotto di le. Abbandona le braccia sopra la testa, con fare languidamente inerme. I suoi lunghi capelli dorati sono disposti a raggiera attorno al suo capo, mi ricordano i raggi del sole.
Ci baciamo ancora, e poi ancora.
“Non ho mai fatto l’amore” mi sussurra con un tono che cela un po’ di paura mista ad imbarazzo: “Né con un uomo né con una donna … è la prima volta!”.
Le sorrido, accarezzandola: “Tranquilla!” le dico. Il corpo non ha bisogno di istruzioni per godere del piacere, è la mente che deve solo lasciarsi andare.
Le tolgo gli occhiali, posandoli sul comodino. Inizio baciandole la fronte, scendo baciandole entrambe le palpebre e poi il naso. Intanto le mie mani accarezzano il suo corpo nudo, il seno, il ventre, i fianchi, la schiena, le cosce. Voglio conoscere tutto di lei, voglio trasmetterle tramite quello sfregamento il calore della passione.
La bacio ancora sulle labbra, poi le guance salmastre per le sue lacrime. Scendo a deliziarmi della pelle morbida del suo collo. Distende il capo, gemendo di piacere, ed offrendo il suo collo alle mie labbra vogliose.
Le mie mani si fanno più ardite, ora le accarezzo l’interno delle cosce e le mie dita arrivano a lambire la sua fessa umida. Ho una voglia bestiale, animalesca, di posare la mia bocca sulla sua figa carnosa e di leccarla fino a farla sbrodolare. Voglio leccare il succo del suo piacere, so che mi inebrierà mandandomi in pappa la testa. Ma non bisogna avere fretta di arrivare alla meta, la parte più bella del viaggio è il percorso per arrivare a destinazione, ed intendo godermelo e farglielo godere fino in fondo.
Mi abbasso ancora, le sue tette mi guardano come se fossero imploranti di attenzioni. I capezzoli sono eretti, turgidi, aspettano solo le mie labbra. Li ciuccio con passione, come se fossi una neonata che si attacca alla tetta della mamma, affamata di latte. Io sono affamata di Milena.
Mentre faccio ciò, le mie dita titillano il suo clitoride. Sento che ansima e geme, il suo corpo si abbassa e si solleva ritmicamente e freneticamente sotto il mio.
La mia bocca esploratrice scende, percorre tutto il suo ventre tonico, fino ad arrivare all’ombelico. Lo bacio, ringraziando mentalmente la madre che ha tenuto in grembo una meraviglia del genere.
La mia lingua scende ancora, arrivando al suo monte di Venere. Mi sento proprio come su una montagna di emozioni, quasi giunta alla vetta, che però si trova poco più in basso, una discesa che porta alla sua figa rosea, luccicante di umori. Una farfalla che non ha mai ricevuto attenzioni prima di allora. Una farfalla che ha aspettato me, i miei baci e la mia lingua. Mi sento turbata.
Finalmente sono arrivata a lambire il paradiso. Immergo la mia lingua avida nel suo sesso, come se la immergessi nella fonte del piacere. Si lascia andare ad un piccolo urlo.
Poso le mani sulle sue cosce, voglio tenerle aperte mentre la mia lingua raspa la sua figa.
I suoi respiri sono irregolari e rotti da piccole urla acute. Sta godendo di un qualcosa che non ha mai provato. E non sa cosa le aspetta.
“Na … naa … aaaaaaahhhhh” urla a squarciagola, mentre inarca la schiena, schiacciandomi la testa tra le sue cosce che non riesco a tenere aperte con le mie mani. Ma poco importa. Sta orgasmando, sento i suoi umori caldi che mi bagnano la bocca, sento le contrazioni potenti della sua vagina che pulsa quelle onde celestiali che vogliono dire piacere supremo.
Quel momento è emotivamente tanto forte che anche io provo, nello stesso momento in cui Milena viene, un travolgente orgasmo, senza neppure toccarmi. Mugolo tutto il mio godimento mentre le mie labbra sono ancora prigioniere della sua dolce figa.
La vedo piangere a dirotto, singhiozzando. So che è un momento delicato, l’orgasmo è un piacere così profondo per il corpo e per la mente che manda in tilt i nervi.
Mi abbarbico accanto a lei, stringendola tra le mie braccia e cullandola. Sto abbracciando la ragazza dei miei sogni. Tutto è possibile a questo mondo, anche i sogni possono diventare reali.
Si calma un poco, mi sorride: “Scusami” mi dice. “Di cosa?” le rispondo. “E’ stato bello.”
Adesso le sue mani accarezzano il mio corpo, le sue carezze sono piene di curiosità e voglia.
“E’ bellissimo toccarti, è un sogno per me … quanto l’ho desiderato!” mi dice mentre vengo percorsa in ogni curva dalle sue dita affusolate. Sorrido dolcemente, pensando che era lo stesso desiderio che avevo io.
Mi sgancia il reggiseno, e le mie tette sono finalmente libere di mettersi in mostra. Con le sue mani le afferra, le stringe. Il suo respiro cambia di intensità. Sento che da preda si sta trasformando in cacciatrice, adesso brama il mio corpo e vuole darmi piacere. Ci baciamo, ora le sue mani scendono più in basso, liberando il mio sesso dalle sue mutandine, che scaglia via con un gesto leggero, le vedo volare per la stanza e ricadere su un lume sopra una cassettiera. Rido nel vedere ciò, anche lei si unisce alle mie risate.
Mi guarda, mi sento soppesata centimetro per centimetro. I suoi occhi di ghiaccio hanno uno sguardo di fuoco, perché dove si posano le sue cerulee iridi io mi sento andare a fuoco.
“Sei una figa assurda” mi dice.
Le sue mani ora mi massaggiano i piedi, la sua bocca li bacia con passione, alternando prima un piede e poi l’altro. Si dedica poi alle mie gambe, risalendo sulle caviglie; dove passano le sue mani passano poi le sue labbra. E’ meraviglioso!
Ho i brividi, penso che è così vicina al mio sesso, mi immagino quando immergerà la sua bocca li. Mi ricordo di due notti fa, quando mi sono sditalinata con violenza, ho goduto come una porca semplicemente immaginandomi lei che la leccava, e adesso ci siamo quasi.
Ha superato ora la collina delle mie ginocchia, ora c’è la discesa della mia cosce, una autostrada morbida che porta direttamente alla mia vulva desiderosa di attenzioni.
Con tanti baci e carezze finalmente arriva li. Sento la mia figa che viene baciata e leccata, mentre le sue braccia si allungano ad accarezzarmi i fianchi ed il ventre.
La sua testa è accolta tra le mie gambe e sento la sua lingua che non da tregua, si porta all’ingresso della mia vagina e poi al mio clitoride, alle mie piccole labbra. Non c’è terminazione nervosa che non venga sollecitata.
Abbandono completamente la testa sul cuscino, e chiudo gli occhi. Non voglio semplicemente godere, voglio assaporarmi quei momenti attimo per attimo. A volte c’è una fretta così convulsa di arrivare al piacere supremo che sembra quasi che la strada per arrivarci sia solo un percorso che deve passare in fretta.
No, quel tempo, quei minuti sono meravigliosi. Un treno di impulsi di piacere mi percorre, la sua lingua indomita non si stacca mai. Il godimento sale, riesco ancora a contenerlo in me ma so che presto arriverà ad esplodere.
Inarco la schiena, le mie gambe sono percorse da un tremito e si muovono senza il mio controllo. Inspiro ed espiro avidamente, come se non riuscissi a trattenere a sufficienza l’aria nei miei polmoni. Il mio cuore batte un ritmo forsennato, quello del godimento. TUMTUMTUMTUM.
Me lo sento in gola, mentre mi lascio andare. Il mio utero e la mia vagina si contraggono all’unisono, come se fossi spremuta più volte dall’interno. Ho gli occhi aperti sgranati, ma per qualche attimo che mi sembra infinito non vedo più nulla.
L’orgasmo è meraviglioso. Sento che non posso limitarlo solo ad una piccola porzione del mio corpo. Per qualche lungo ed interminabile secondo tutto è orgasmo. Il mio corpo, la mia mente, l’aria che respiro. Trascendo nel più sublime dei piaceri. Smetto di essere Nadia e divento io stessa il piacere.
Torno sulla terra con la stessa dolcezza di una piuma che si libra leggiadra nell’aria, senza fretta di posarsi al suolo. Il corpo di Milena si avvinghia al mio, mi bacia. Sento il sapore del mio piacere nella sua bocca, mentre le nostre lingue si sfiorano.
Dovrei essere pienamente soddisfatta. Ho fatto l’amore con Milena, la ragazza di cui mi sono perdutamente innamorata e che pensavo non potesse essere mai mia. L’impossibile è accaduto, nel giro di pochi attimi. Ho fatto godere e ho a mia volta goduto di un orgasmo meraviglioso.
Ma a quel bacio io avvampo. Mi sento come una drogata. Il mio corpo ne vuole ancora, non è sazio di baci, di abbracci, di carezze e di piacere.
Ci guardiamo negli occhi e vedo in lei riflessa la stessa voglia. Per troppo tempo ci siamo trattenute, e adesso che ci siamo liberate dalle nostre catene interiori e ci siamo trovate ad essere una cosa sola, è ancora presto per ritrovare la nostra singolarità.
Ci accarezziamo con ferocia. Le nostre mani non accarezzano più la pelle una dell’altra, ma la lisciano come a volerla portare via.
Incrociamo le nostre gambe ad incastrarci una con l’altra, mettendo a contatto le nostre fighe umide. Iniziamo lentamente a muovere i nostri bacini, strofinando i nostri sessi in una sforbiciata. Ci troviamo presto a scatenarci danzando un ballo infuocato.
Sto sudando, non so se per la fatica di quei movimenti e per il piacere che sto provando. Sento un caldo tremendo, mentre le nostre vulve si strusciano una con l’altra ed i monti di Venere si toccano.
Raggiungiamo l’apice del godimento all’unisono, una scossa tremenda attraversa i nostri corpi uniti e ci troviamo ad urlare il nostro reciproco piacere, come un coro angelico che canta l’ode all’Orgasmo.
Ci ritroviamo abbracciate, tremanti, e così il sonno ci prende.
Ci risvegliamo ancora avvinghiate una all’altra, sorridendoci: “Buongiorno!” le dico. “Buongiorno!” mi risponde, dandomi un leggero bacio sulla bocca.
Guardo l’ora della sveglia e … cazzo, è tardissimo!!
Ci vestiamo in tutta fretta. Non ho tempo di andare a casa a vestirmi, così lei mi presta un suo tailleur che per fortuna mi sta abbastanza bene.
Ridiamo come due sceme, con la complicità che solo due amanti hanno, mentre voliamo in ufficio.
Ci alziamo dal divano e la seguo verso la camera da letto, senza bisogno di dirci nulla, come se fosse naturale.
Siamo entrambe in piedi accanto al letto. La luce del lampadario illumina il suo corpo nudo.
E’ difficile descriverla. Non è semplicemente una ragazza stupenda, ma è Milena, la ragazza sulla quale avevo posato segretamente il cuore. La ragazza che pensavo fosse inarrivabile.
Ed ora la vedo davanti a me, è tutta per me. Solo il pensiero del suo corpo esposto al mio sguardo mi provoca una sensazione di estasi che non posso descrivere.
Vedo che si inginocchia ai miei piedi. Cinge le braccia attorno alle mie gambe, posando la sua testa bionda sul mio basso ventre. Piange.
“Non riesco a crederci Na. Dimmi che non è un sogno!” riesce a dire con la voce rotta dal pianto.
Affondo le mie dita nei suoi capelli dorati, luccicano alla luce come se fossero delle pagliuzze d’oro.
Ai miei piedi c’è lei, una bellezza che va al di la di ogni cosa, una modella, una Dea scesa sulla terra. Ed una ragazza molto sicura, intelligente e determinata. Può avere tutto dalla vita, qualsiasi uomo o qualsiasi donna si inginocchierebbero ai suoi piedi. Ed invece lei è li, inginocchiata di fronte a me, con la sua testa immersa nel mio abito di velluto blu.
“Anche io mi sono chiesta se sto sognando. Ma se anche fosse solo un sogno, perché mai dovremmo svegliarci?” le domando con un tono dolce, continuando ad accarezzarle i capelli.
Mi sorride dolcemente, quel sorriso che ho imparato a conoscere.
Indosso un paio di scarpe con il tacco basso. Con i suoi modi dolci e sensuali me le sfila, prima la destra e poi la sinistra. Mi accarezza le gambe, celate dalle calze. “Oh Na, sei veramente bella. Voglio vedere ogni millimetro del tuo corpo!”
Mi sfila le calze, accarezzando le mie gambe nude. Ho i brividi a sentire il contatto delle sue mani sulla mia pelle. Fino a poco prima era un sogno proibito, adesso è realtà.
Si alza in piedi, ci abbracciamo e le nostre bocce si incontrano di nuovo in un lungo bacio. Questa volta la sia lingua è più vivace e reattiva, e battaglia senza sosta con la mia.
Ci stacchiamo, sorridiamo entrambe. Sento il sapore fruttato del suo lucidalabbra nella mia bocca, mi piace.
Mi aiuta a sfilarmi il vestito. Ora sono in intimo nero davanti a lei. Le sue dita percorrono il mio corpo, come a volerlo modellare, desideroso di conoscerne i segreti. Anche le mie fanno altrettanto, esaudendo il mio desiderio di due giorni prima, mentre mi ero fatta un immenso ditalino pensando a lei mentre mi toccava. Adesso era tutto vero.
Ci sdraiamo sul letto, lei è sotto di le. Abbandona le braccia sopra la testa, con fare languidamente inerme. I suoi lunghi capelli dorati sono disposti a raggiera attorno al suo capo, mi ricordano i raggi del sole.
Ci baciamo ancora, e poi ancora.
“Non ho mai fatto l’amore” mi sussurra con un tono che cela un po’ di paura mista ad imbarazzo: “Né con un uomo né con una donna … è la prima volta!”.
Le sorrido, accarezzandola: “Tranquilla!” le dico. Il corpo non ha bisogno di istruzioni per godere del piacere, è la mente che deve solo lasciarsi andare.
Le tolgo gli occhiali, posandoli sul comodino. Inizio baciandole la fronte, scendo baciandole entrambe le palpebre e poi il naso. Intanto le mie mani accarezzano il suo corpo nudo, il seno, il ventre, i fianchi, la schiena, le cosce. Voglio conoscere tutto di lei, voglio trasmetterle tramite quello sfregamento il calore della passione.
La bacio ancora sulle labbra, poi le guance salmastre per le sue lacrime. Scendo a deliziarmi della pelle morbida del suo collo. Distende il capo, gemendo di piacere, ed offrendo il suo collo alle mie labbra vogliose.
Le mie mani si fanno più ardite, ora le accarezzo l’interno delle cosce e le mie dita arrivano a lambire la sua fessa umida. Ho una voglia bestiale, animalesca, di posare la mia bocca sulla sua figa carnosa e di leccarla fino a farla sbrodolare. Voglio leccare il succo del suo piacere, so che mi inebrierà mandandomi in pappa la testa. Ma non bisogna avere fretta di arrivare alla meta, la parte più bella del viaggio è il percorso per arrivare a destinazione, ed intendo godermelo e farglielo godere fino in fondo.
Mi abbasso ancora, le sue tette mi guardano come se fossero imploranti di attenzioni. I capezzoli sono eretti, turgidi, aspettano solo le mie labbra. Li ciuccio con passione, come se fossi una neonata che si attacca alla tetta della mamma, affamata di latte. Io sono affamata di Milena.
Mentre faccio ciò, le mie dita titillano il suo clitoride. Sento che ansima e geme, il suo corpo si abbassa e si solleva ritmicamente e freneticamente sotto il mio.
La mia bocca esploratrice scende, percorre tutto il suo ventre tonico, fino ad arrivare all’ombelico. Lo bacio, ringraziando mentalmente la madre che ha tenuto in grembo una meraviglia del genere.
La mia lingua scende ancora, arrivando al suo monte di Venere. Mi sento proprio come su una montagna di emozioni, quasi giunta alla vetta, che però si trova poco più in basso, una discesa che porta alla sua figa rosea, luccicante di umori. Una farfalla che non ha mai ricevuto attenzioni prima di allora. Una farfalla che ha aspettato me, i miei baci e la mia lingua. Mi sento turbata.
Finalmente sono arrivata a lambire il paradiso. Immergo la mia lingua avida nel suo sesso, come se la immergessi nella fonte del piacere. Si lascia andare ad un piccolo urlo.
Poso le mani sulle sue cosce, voglio tenerle aperte mentre la mia lingua raspa la sua figa.
I suoi respiri sono irregolari e rotti da piccole urla acute. Sta godendo di un qualcosa che non ha mai provato. E non sa cosa le aspetta.
“Na … naa … aaaaaaahhhhh” urla a squarciagola, mentre inarca la schiena, schiacciandomi la testa tra le sue cosce che non riesco a tenere aperte con le mie mani. Ma poco importa. Sta orgasmando, sento i suoi umori caldi che mi bagnano la bocca, sento le contrazioni potenti della sua vagina che pulsa quelle onde celestiali che vogliono dire piacere supremo.
Quel momento è emotivamente tanto forte che anche io provo, nello stesso momento in cui Milena viene, un travolgente orgasmo, senza neppure toccarmi. Mugolo tutto il mio godimento mentre le mie labbra sono ancora prigioniere della sua dolce figa.
La vedo piangere a dirotto, singhiozzando. So che è un momento delicato, l’orgasmo è un piacere così profondo per il corpo e per la mente che manda in tilt i nervi.
Mi abbarbico accanto a lei, stringendola tra le mie braccia e cullandola. Sto abbracciando la ragazza dei miei sogni. Tutto è possibile a questo mondo, anche i sogni possono diventare reali.
Si calma un poco, mi sorride: “Scusami” mi dice. “Di cosa?” le rispondo. “E’ stato bello.”
Adesso le sue mani accarezzano il mio corpo, le sue carezze sono piene di curiosità e voglia.
“E’ bellissimo toccarti, è un sogno per me … quanto l’ho desiderato!” mi dice mentre vengo percorsa in ogni curva dalle sue dita affusolate. Sorrido dolcemente, pensando che era lo stesso desiderio che avevo io.
Mi sgancia il reggiseno, e le mie tette sono finalmente libere di mettersi in mostra. Con le sue mani le afferra, le stringe. Il suo respiro cambia di intensità. Sento che da preda si sta trasformando in cacciatrice, adesso brama il mio corpo e vuole darmi piacere. Ci baciamo, ora le sue mani scendono più in basso, liberando il mio sesso dalle sue mutandine, che scaglia via con un gesto leggero, le vedo volare per la stanza e ricadere su un lume sopra una cassettiera. Rido nel vedere ciò, anche lei si unisce alle mie risate.
Mi guarda, mi sento soppesata centimetro per centimetro. I suoi occhi di ghiaccio hanno uno sguardo di fuoco, perché dove si posano le sue cerulee iridi io mi sento andare a fuoco.
“Sei una figa assurda” mi dice.
Le sue mani ora mi massaggiano i piedi, la sua bocca li bacia con passione, alternando prima un piede e poi l’altro. Si dedica poi alle mie gambe, risalendo sulle caviglie; dove passano le sue mani passano poi le sue labbra. E’ meraviglioso!
Ho i brividi, penso che è così vicina al mio sesso, mi immagino quando immergerà la sua bocca li. Mi ricordo di due notti fa, quando mi sono sditalinata con violenza, ho goduto come una porca semplicemente immaginandomi lei che la leccava, e adesso ci siamo quasi.
Ha superato ora la collina delle mie ginocchia, ora c’è la discesa della mia cosce, una autostrada morbida che porta direttamente alla mia vulva desiderosa di attenzioni.
Con tanti baci e carezze finalmente arriva li. Sento la mia figa che viene baciata e leccata, mentre le sue braccia si allungano ad accarezzarmi i fianchi ed il ventre.
La sua testa è accolta tra le mie gambe e sento la sua lingua che non da tregua, si porta all’ingresso della mia vagina e poi al mio clitoride, alle mie piccole labbra. Non c’è terminazione nervosa che non venga sollecitata.
Abbandono completamente la testa sul cuscino, e chiudo gli occhi. Non voglio semplicemente godere, voglio assaporarmi quei momenti attimo per attimo. A volte c’è una fretta così convulsa di arrivare al piacere supremo che sembra quasi che la strada per arrivarci sia solo un percorso che deve passare in fretta.
No, quel tempo, quei minuti sono meravigliosi. Un treno di impulsi di piacere mi percorre, la sua lingua indomita non si stacca mai. Il godimento sale, riesco ancora a contenerlo in me ma so che presto arriverà ad esplodere.
Inarco la schiena, le mie gambe sono percorse da un tremito e si muovono senza il mio controllo. Inspiro ed espiro avidamente, come se non riuscissi a trattenere a sufficienza l’aria nei miei polmoni. Il mio cuore batte un ritmo forsennato, quello del godimento. TUMTUMTUMTUM.
Me lo sento in gola, mentre mi lascio andare. Il mio utero e la mia vagina si contraggono all’unisono, come se fossi spremuta più volte dall’interno. Ho gli occhi aperti sgranati, ma per qualche attimo che mi sembra infinito non vedo più nulla.
L’orgasmo è meraviglioso. Sento che non posso limitarlo solo ad una piccola porzione del mio corpo. Per qualche lungo ed interminabile secondo tutto è orgasmo. Il mio corpo, la mia mente, l’aria che respiro. Trascendo nel più sublime dei piaceri. Smetto di essere Nadia e divento io stessa il piacere.
Torno sulla terra con la stessa dolcezza di una piuma che si libra leggiadra nell’aria, senza fretta di posarsi al suolo. Il corpo di Milena si avvinghia al mio, mi bacia. Sento il sapore del mio piacere nella sua bocca, mentre le nostre lingue si sfiorano.
Dovrei essere pienamente soddisfatta. Ho fatto l’amore con Milena, la ragazza di cui mi sono perdutamente innamorata e che pensavo non potesse essere mai mia. L’impossibile è accaduto, nel giro di pochi attimi. Ho fatto godere e ho a mia volta goduto di un orgasmo meraviglioso.
Ma a quel bacio io avvampo. Mi sento come una drogata. Il mio corpo ne vuole ancora, non è sazio di baci, di abbracci, di carezze e di piacere.
Ci guardiamo negli occhi e vedo in lei riflessa la stessa voglia. Per troppo tempo ci siamo trattenute, e adesso che ci siamo liberate dalle nostre catene interiori e ci siamo trovate ad essere una cosa sola, è ancora presto per ritrovare la nostra singolarità.
Ci accarezziamo con ferocia. Le nostre mani non accarezzano più la pelle una dell’altra, ma la lisciano come a volerla portare via.
Incrociamo le nostre gambe ad incastrarci una con l’altra, mettendo a contatto le nostre fighe umide. Iniziamo lentamente a muovere i nostri bacini, strofinando i nostri sessi in una sforbiciata. Ci troviamo presto a scatenarci danzando un ballo infuocato.
Sto sudando, non so se per la fatica di quei movimenti e per il piacere che sto provando. Sento un caldo tremendo, mentre le nostre vulve si strusciano una con l’altra ed i monti di Venere si toccano.
Raggiungiamo l’apice del godimento all’unisono, una scossa tremenda attraversa i nostri corpi uniti e ci troviamo ad urlare il nostro reciproco piacere, come un coro angelico che canta l’ode all’Orgasmo.
Ci ritroviamo abbracciate, tremanti, e così il sonno ci prende.
Ci risvegliamo ancora avvinghiate una all’altra, sorridendoci: “Buongiorno!” le dico. “Buongiorno!” mi risponde, dandomi un leggero bacio sulla bocca.
Guardo l’ora della sveglia e … cazzo, è tardissimo!!
Ci vestiamo in tutta fretta. Non ho tempo di andare a casa a vestirmi, così lei mi presta un suo tailleur che per fortuna mi sta abbastanza bene.
Ridiamo come due sceme, con la complicità che solo due amanti hanno, mentre voliamo in ufficio.
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