Che bello il sesso in vacanza! (parte 1)
di
Nadia89
genere
etero
La vacanza è proseguita di bene in meglio. Io e Marco non abbiamo fatto altro che andare in spiaggia e fare l’amore. Ho perso il conto di quante scopate ci siamo fatti, ma non ho mai più scopato così tanto in vita mia come in quella settimana.
Di tutti i coiti di cui abbiamo goduto, alcuni sono rimasti impressi nella mia memoria.
Una sera stavo facendo la doccia dopo una bella giornata di mare. La mia pelle era abbronzata e calda per tutto il sole preso, i miei capelli neri odoravano di salmastro.
Improvvisamente sento aprire la porta del bagno e vedo Marco entrare. Continuo nelle mie abluzioni.
Sento la porta della doccia che si apre, e giro il capo. Lo vedo completamente nudo, l’abbronzatura sottolinea i suoi addominali e pettorali da sportivo. Abbassando di più gli occhi, vedo il suo birillo bello eretto spuntare da un bel boschetto di peli pubici. Sorrido morsicandomi le labbra eccitata: “Vuoi fare la doccia insieme a me?” domando.
Lui entra all’interno del vano doccia, chiudendone la porta: “Pensavo ti servisse una mano per lavare la schiena.” risponde. Rido, mentre una mia mano si porta ad accarezzare il suo cazzo gonfio: “Che gentile che sei!” esclamo, dandogli la schiena. Si avvicina al mio corpo, accarezzando le mie chiappe sode, mentre le sue labbra baciano la pelle bagnata ed insaponata del mio collo: “Mi fai impazzire!” Si avvicina ulteriormente, sento il suo cazzo contro lo spacco delle mie chiappe, mentre afferra le mie tette con le mani, accarezzandole.
Mi chino leggermente in avanti, appoggiando le mie braccia alle piastrelle della doccia, ed allargo le gambe, per dagli modo di infilarmi da dietro.
Il suo cazzo trova immediatamente la strada per la mia figa. Le sue mani stringono i miei fianchi, le sue dita affondano nella mia pelle, mentre il suo pene scorre ritmicamente dentro di me, avanti ed indietro. Immagino il cazzo di lui dentro di me mentre strofina nelle mie carni, calde e fradice di umori, in uno scivolare meraviglioso. Lo immagino gonfiarsi sempre di più, pieno di sborra densa e cremosa, desideroso di imbiancare la mia cervice. Siamo due animali desiderosi di godere, stretti in un abbraccio infuocato.
Sento dal suo ritmo sempre più frenetico e dal suo respiro sempre più rapido ed affannoso che sta per venire. So già che, come sempre, quando mi dirà che sta per sborrare dentro di me, sarò travolta da un brivido di piacere, come se venisse accesa una miccia che nel giro di pochi secondi fa esplodere il mio clitoride in una goduria immensa che si diffonde nel mio corpo.
“Sborro …. sborro … ahhh!!” urla mentre pianta il suo cazzo dentro di me con violenza animalesca, facendomi sussultare mentre sono scossa dall’orgasmo. Fiotti di sperma bianco si scaricano dentro di me, sento il mio basso ventre avvampare di calore. Il mio cuore batte all’impazzata.
Mi abbraccia, donandomi il calore del suo corpo contro il mio, accarezzandomi con le sue mani.
In quel momento mi sentivo profondamente appagata e soddisfatta, mentre un maschio, l’uomo che amavo, che mi coccolava sotto la doccia dopo avermi inondato la vagina del suo fluido dell’amore.
Un pomeriggio ero sdraiata sulla sdraio a prendere il sole, mentre Marco guardava la tv seduto sul divano. Indossavo solo lo slip del costume, perché volevo far prendere un po’ di sole anche alle mie tette. Saremmo andati in spiaggia più tardi, quando faceva meno caldo e c’era meno gente.
Io sonnecchiavo beatamente, sdraiata di schiena quando improvvisamente sopra di me si fa buio.
Apro gli occhi, e vedo il pisello del mio ragazzo che struscia sulla mia guancia. Rido “Ma che fai, deficiente … dai che siamo fuori, c’è gente che ci può guardare.” Do un buffetto con la mano al suo cazzo: “Sempre con questo pisello per aria!”
Lui sorride: “Ho voglia di spalmarti un po’ di crema sul viso, siccome sei sempre al sole … fa bene alla pelle sai …” nel dire ciò la sua mano si posa su una mia tetta, schiacciando poi leggermente il capezzolo tra le dita: “Non c’è nessuno che ci guarda … o sono in spiaggia, o stanno dormendo o stanno scopando … e poi scoparti all’aria aperta vista mare è troppo bello …”
Gli sorrido, mi ha convinta. Accolgo il suo cazzo nella mia bocca ed inizio a spompinarlo come si deve. Lui con un movimento ritmico del bacino accompagna il mio pompino, come se volesse scoparmi la bocca.
Si stacca dalla mia bocca, e non c’è bisogno che mi dica cosa fare: mi giro mettendomi a pecorina. Lui si porta dietro di me, accarezzando e baciando la mia schiena, sfilandomi poi le mutandine. La sua bocca avida si immerge nella mia figa, con la foga di un giovane ragazzo arrapato che sembra stia bevendo direttamente dalla fonte dell’eterna giovinezza.
Godo, godo come una porca sentendo la sua lingua e la sua bocca che lappano il mio sesso. L’unica cosa che voglio in quel momento è essere infilzata dal suo cazzo.
Lo sento entrare dentro di me, e gemo di piacere. Mi sento completamente riempita, il tappo giusto per il mio buco. Sento che scorre dentro di me, dandomi un piacere infinito.
Mi arpiono con le mani allo schienale della sdraio, chiudo gli occhi e mi concentro su quello che sento. In lontananza sento il rumore delle onde, ed ogni tanto il richiamo dei gabbiani. Sento qualche automobile sfrecciare sulla statale poco distante. Una lieve brezza calda accarezza la mia pelle, portandomi l’odore salmastro e di alga del mare. Sento il mio respiro affannoso, ad ogni affondo di lui emetto un gemito di piacere, e sento che lui fa lo stesso.
Sento il rumore delle sue cosce che sbattono contro le mie natiche, ad ogni suo affondo, quando la sua cappella rossa e gonfia penetra le mie carni. Le sue dita intanto massaggiano il mio clitoride infuocato. Sto per venire, e ho paura di mettermi ad urlare tutto il mio piacere. Apro la bocca ed affondo i miei denti sullo schienale di plastica della sdraio, è l’unica cosa che riesco a fare per non gridare, mentre raggiungo l’orgasmo. Sento che sfila fuori il suo cazzo da me, e continua a sditalinarmi accompagnando il mio piacere. Le mie membra si contorcono come se fossero percorse da una scarica elettrica. Mi sento esausta. Mi afferra per i capelli, invitandomi a girarmi. Trovo davanti ai miei occhi il suo cazzo duro, turgido, pulsante. La sua cappella è rossissima, quasi viola, lucida per gli umori della mia fregna e della sua eccitazione.
Mi metto seduta sulla sdraio, lo afferro saldamente. La mia lingua lappa il suo glande, per poi dedicarsi al suo frenulo. Sento il suo cazzo caldo che si gonfia tra le dita della mia mano, mentre lo sperma risale la sua uretra e con spruzzi potenti inonda le mie labbra ed il mio viso di crema calda e bianca. Gli massaggio le palle, mentre accolgo tra le mie fauci il suo pene, bevendo gli ultimi getti della sua sborra. Usando il cazzo a mo’ di pennello spalma bene la sua cremina sulle mie guance. Lo guardo, lui mi guarda ed iniziamo a ridere. Probabilmente tutto il palazzo avrà sentito e visto che scopavamo, ma poco importa.
Al prossimo racconto per altre scopate che ci siamo fatti in quella vacanza epica! :)
Di tutti i coiti di cui abbiamo goduto, alcuni sono rimasti impressi nella mia memoria.
Una sera stavo facendo la doccia dopo una bella giornata di mare. La mia pelle era abbronzata e calda per tutto il sole preso, i miei capelli neri odoravano di salmastro.
Improvvisamente sento aprire la porta del bagno e vedo Marco entrare. Continuo nelle mie abluzioni.
Sento la porta della doccia che si apre, e giro il capo. Lo vedo completamente nudo, l’abbronzatura sottolinea i suoi addominali e pettorali da sportivo. Abbassando di più gli occhi, vedo il suo birillo bello eretto spuntare da un bel boschetto di peli pubici. Sorrido morsicandomi le labbra eccitata: “Vuoi fare la doccia insieme a me?” domando.
Lui entra all’interno del vano doccia, chiudendone la porta: “Pensavo ti servisse una mano per lavare la schiena.” risponde. Rido, mentre una mia mano si porta ad accarezzare il suo cazzo gonfio: “Che gentile che sei!” esclamo, dandogli la schiena. Si avvicina al mio corpo, accarezzando le mie chiappe sode, mentre le sue labbra baciano la pelle bagnata ed insaponata del mio collo: “Mi fai impazzire!” Si avvicina ulteriormente, sento il suo cazzo contro lo spacco delle mie chiappe, mentre afferra le mie tette con le mani, accarezzandole.
Mi chino leggermente in avanti, appoggiando le mie braccia alle piastrelle della doccia, ed allargo le gambe, per dagli modo di infilarmi da dietro.
Il suo cazzo trova immediatamente la strada per la mia figa. Le sue mani stringono i miei fianchi, le sue dita affondano nella mia pelle, mentre il suo pene scorre ritmicamente dentro di me, avanti ed indietro. Immagino il cazzo di lui dentro di me mentre strofina nelle mie carni, calde e fradice di umori, in uno scivolare meraviglioso. Lo immagino gonfiarsi sempre di più, pieno di sborra densa e cremosa, desideroso di imbiancare la mia cervice. Siamo due animali desiderosi di godere, stretti in un abbraccio infuocato.
Sento dal suo ritmo sempre più frenetico e dal suo respiro sempre più rapido ed affannoso che sta per venire. So già che, come sempre, quando mi dirà che sta per sborrare dentro di me, sarò travolta da un brivido di piacere, come se venisse accesa una miccia che nel giro di pochi secondi fa esplodere il mio clitoride in una goduria immensa che si diffonde nel mio corpo.
“Sborro …. sborro … ahhh!!” urla mentre pianta il suo cazzo dentro di me con violenza animalesca, facendomi sussultare mentre sono scossa dall’orgasmo. Fiotti di sperma bianco si scaricano dentro di me, sento il mio basso ventre avvampare di calore. Il mio cuore batte all’impazzata.
Mi abbraccia, donandomi il calore del suo corpo contro il mio, accarezzandomi con le sue mani.
In quel momento mi sentivo profondamente appagata e soddisfatta, mentre un maschio, l’uomo che amavo, che mi coccolava sotto la doccia dopo avermi inondato la vagina del suo fluido dell’amore.
Un pomeriggio ero sdraiata sulla sdraio a prendere il sole, mentre Marco guardava la tv seduto sul divano. Indossavo solo lo slip del costume, perché volevo far prendere un po’ di sole anche alle mie tette. Saremmo andati in spiaggia più tardi, quando faceva meno caldo e c’era meno gente.
Io sonnecchiavo beatamente, sdraiata di schiena quando improvvisamente sopra di me si fa buio.
Apro gli occhi, e vedo il pisello del mio ragazzo che struscia sulla mia guancia. Rido “Ma che fai, deficiente … dai che siamo fuori, c’è gente che ci può guardare.” Do un buffetto con la mano al suo cazzo: “Sempre con questo pisello per aria!”
Lui sorride: “Ho voglia di spalmarti un po’ di crema sul viso, siccome sei sempre al sole … fa bene alla pelle sai …” nel dire ciò la sua mano si posa su una mia tetta, schiacciando poi leggermente il capezzolo tra le dita: “Non c’è nessuno che ci guarda … o sono in spiaggia, o stanno dormendo o stanno scopando … e poi scoparti all’aria aperta vista mare è troppo bello …”
Gli sorrido, mi ha convinta. Accolgo il suo cazzo nella mia bocca ed inizio a spompinarlo come si deve. Lui con un movimento ritmico del bacino accompagna il mio pompino, come se volesse scoparmi la bocca.
Si stacca dalla mia bocca, e non c’è bisogno che mi dica cosa fare: mi giro mettendomi a pecorina. Lui si porta dietro di me, accarezzando e baciando la mia schiena, sfilandomi poi le mutandine. La sua bocca avida si immerge nella mia figa, con la foga di un giovane ragazzo arrapato che sembra stia bevendo direttamente dalla fonte dell’eterna giovinezza.
Godo, godo come una porca sentendo la sua lingua e la sua bocca che lappano il mio sesso. L’unica cosa che voglio in quel momento è essere infilzata dal suo cazzo.
Lo sento entrare dentro di me, e gemo di piacere. Mi sento completamente riempita, il tappo giusto per il mio buco. Sento che scorre dentro di me, dandomi un piacere infinito.
Mi arpiono con le mani allo schienale della sdraio, chiudo gli occhi e mi concentro su quello che sento. In lontananza sento il rumore delle onde, ed ogni tanto il richiamo dei gabbiani. Sento qualche automobile sfrecciare sulla statale poco distante. Una lieve brezza calda accarezza la mia pelle, portandomi l’odore salmastro e di alga del mare. Sento il mio respiro affannoso, ad ogni affondo di lui emetto un gemito di piacere, e sento che lui fa lo stesso.
Sento il rumore delle sue cosce che sbattono contro le mie natiche, ad ogni suo affondo, quando la sua cappella rossa e gonfia penetra le mie carni. Le sue dita intanto massaggiano il mio clitoride infuocato. Sto per venire, e ho paura di mettermi ad urlare tutto il mio piacere. Apro la bocca ed affondo i miei denti sullo schienale di plastica della sdraio, è l’unica cosa che riesco a fare per non gridare, mentre raggiungo l’orgasmo. Sento che sfila fuori il suo cazzo da me, e continua a sditalinarmi accompagnando il mio piacere. Le mie membra si contorcono come se fossero percorse da una scarica elettrica. Mi sento esausta. Mi afferra per i capelli, invitandomi a girarmi. Trovo davanti ai miei occhi il suo cazzo duro, turgido, pulsante. La sua cappella è rossissima, quasi viola, lucida per gli umori della mia fregna e della sua eccitazione.
Mi metto seduta sulla sdraio, lo afferro saldamente. La mia lingua lappa il suo glande, per poi dedicarsi al suo frenulo. Sento il suo cazzo caldo che si gonfia tra le dita della mia mano, mentre lo sperma risale la sua uretra e con spruzzi potenti inonda le mie labbra ed il mio viso di crema calda e bianca. Gli massaggio le palle, mentre accolgo tra le mie fauci il suo pene, bevendo gli ultimi getti della sua sborra. Usando il cazzo a mo’ di pennello spalma bene la sua cremina sulle mie guance. Lo guardo, lui mi guarda ed iniziamo a ridere. Probabilmente tutto il palazzo avrà sentito e visto che scopavamo, ma poco importa.
Al prossimo racconto per altre scopate che ci siamo fatti in quella vacanza epica! :)
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