I miei due anni da schiavo - Settima Parte
di
pisellino_umiliato
genere
dominazione
Nota bene: ho creato questo account e-mail (erracpisum@gmail.com) per commenti, suggerimenti, critiche o anche semplicemente per restare in contatto con chi volesse tra i "miei" lettori. Spero di leggervi numerosi.
+++ Il racconto che segue è totalmente frutto della fantasia dell'autore. Qualsiasi riferimento a fatti, persone, luoghi o eventi realmente accaduti è da intendersi come puramente casuale e certamente non intenzionale. +++
Terminai di lavarmi con cura, ma anche con una certa fretta per via dello stimolo impellente della pipì, ormai sempre più difficile da gestire. Il mio Padrone mi attendeva all'ingresso della doccia, dove mi porse il mio accappatoio e mi invitò ad asciugarmi con cura.
"Riappendilo ora." - ordinò Stefano.
Feci come mi aveva chiesto. Poi mi prese di nuovo delicatamente per il pisellino e mi costrinse a incamminarmi dietro di lui. Con la testa bassa, naturalmente. Arrivammo così in sala.
"Sdraiati lì, a pancia in su." - disse Stefano, indicando il divano.
Mentre mi coricavo sul divano, tutto nudo e imbarazzato, Stefano aprì la prima confezione di pannolini, ne estrasse uno e tornò da me.
"Ti supplico." - provai a sussurrare un'ultima volta.
Stefano sorrise, ma non rispose. Aprì bene il pannolino e mi guardò di nuovo.
"Su il sederino e allarga bene le gambine." - mi ordinò il Padrone.
Chiusi gli occhi e mi misi in quella che mi sembrava la posizione più umiliante possibile per un maschio di 25 anni, al cospetto di un ragazzo di 19. Stefano stese il pannolino sotto di me, poi prese i lembi anteriori e mi chiuse il davanti assicurando gli stick posteriori in modo che fossero stretti e sufficientemente ermetici per non fare uscire nulla. Poi mi passò una mano davanti e sotto, in mezzo alle gambe, come ad accarezzarmi, per sincerarsi che fosse tutto in ordine.
"Ecco qui, come dovresti essere sempre o almeno finché non dimostri di saperti controllare come un adulto." - sentenziò Stefano, facendomi sentire veramente come un bimbo piccolo.
"Padrone, ti prego... è tanto umiliante." - dissi debolmente.
"Lo so pisellino, ma la vergogna che stai provando ti deve servire da stimolo per migliorarti e farti crescere. Per cui è importante che tu sia umiliato." - rispose Stefano. "Ora tirati su e vatti a mettere mutandine e una tuta comoda, che devi occuparti del trasloco tra le nostre stanze."
"Ok Padrone, ma a me scappa tanto la pipì e così non riesco a lasciarmi andare. Ti prego." - supplicai nuovamente.
"Basta capricci, dai. Il bagno non lo puoi utilizzare quando sei in casa, te l'ho già spiegato. Per cui non hai alternative e più combatti questa regola e peggio è per te, perché ti torturi senza motivo. Se ti scappa la fai nel pannolino, ma sappi che non te ne posso cambiare uno ogni ora. Per cui adesso tieni quello fino a oggi pomeriggio." - tagliò corto Stefano. "E mi raccomando d'ora in avanti solo mutandine slip sopra il pannolino."
"Sì Padrone." - risposi rassegnato.
Mi diressi verso quella che sarebbe diventata di lì a breve la mia ex camera da letto. Presi un paio di mutandine (slip, come ordinato) e me le infilai. Pensai, tra me e me, che per quanto umiliante fosse l'idea e l'immagine che avevo di me in quel momento, se non altro il pannolino non era particolarmente scomodo. Mi misi poi dei pantaloni puliti della tuta, stando attendo a scegliere quelli più scuri. Avevo il terrore di bagnarmi comunque e che si vedesse tanto la macchia di bagnato. Dopo tutto, non mi ero mai fatto pipì addosso da "adulto" (ammesso che lo sia mai stato).
In quello stato, umiliatissimo e con la pipì che mi scappava da morire, iniziai a svuotare i cassetti nella speranza di ingannare lo stimolo. Nel frattempo, sentii Stefano, il mio Padrone, il maschio alpha indiscusso della casa, che si accese la tv in salotto, steso comodamente sul divano.
Mi vergognai di me stesso, ma mi sentii anche (finalmente) al mio posto nel mondo.
+++ Il racconto che segue è totalmente frutto della fantasia dell'autore. Qualsiasi riferimento a fatti, persone, luoghi o eventi realmente accaduti è da intendersi come puramente casuale e certamente non intenzionale. +++
Terminai di lavarmi con cura, ma anche con una certa fretta per via dello stimolo impellente della pipì, ormai sempre più difficile da gestire. Il mio Padrone mi attendeva all'ingresso della doccia, dove mi porse il mio accappatoio e mi invitò ad asciugarmi con cura.
"Riappendilo ora." - ordinò Stefano.
Feci come mi aveva chiesto. Poi mi prese di nuovo delicatamente per il pisellino e mi costrinse a incamminarmi dietro di lui. Con la testa bassa, naturalmente. Arrivammo così in sala.
"Sdraiati lì, a pancia in su." - disse Stefano, indicando il divano.
Mentre mi coricavo sul divano, tutto nudo e imbarazzato, Stefano aprì la prima confezione di pannolini, ne estrasse uno e tornò da me.
"Ti supplico." - provai a sussurrare un'ultima volta.
Stefano sorrise, ma non rispose. Aprì bene il pannolino e mi guardò di nuovo.
"Su il sederino e allarga bene le gambine." - mi ordinò il Padrone.
Chiusi gli occhi e mi misi in quella che mi sembrava la posizione più umiliante possibile per un maschio di 25 anni, al cospetto di un ragazzo di 19. Stefano stese il pannolino sotto di me, poi prese i lembi anteriori e mi chiuse il davanti assicurando gli stick posteriori in modo che fossero stretti e sufficientemente ermetici per non fare uscire nulla. Poi mi passò una mano davanti e sotto, in mezzo alle gambe, come ad accarezzarmi, per sincerarsi che fosse tutto in ordine.
"Ecco qui, come dovresti essere sempre o almeno finché non dimostri di saperti controllare come un adulto." - sentenziò Stefano, facendomi sentire veramente come un bimbo piccolo.
"Padrone, ti prego... è tanto umiliante." - dissi debolmente.
"Lo so pisellino, ma la vergogna che stai provando ti deve servire da stimolo per migliorarti e farti crescere. Per cui è importante che tu sia umiliato." - rispose Stefano. "Ora tirati su e vatti a mettere mutandine e una tuta comoda, che devi occuparti del trasloco tra le nostre stanze."
"Ok Padrone, ma a me scappa tanto la pipì e così non riesco a lasciarmi andare. Ti prego." - supplicai nuovamente.
"Basta capricci, dai. Il bagno non lo puoi utilizzare quando sei in casa, te l'ho già spiegato. Per cui non hai alternative e più combatti questa regola e peggio è per te, perché ti torturi senza motivo. Se ti scappa la fai nel pannolino, ma sappi che non te ne posso cambiare uno ogni ora. Per cui adesso tieni quello fino a oggi pomeriggio." - tagliò corto Stefano. "E mi raccomando d'ora in avanti solo mutandine slip sopra il pannolino."
"Sì Padrone." - risposi rassegnato.
Mi diressi verso quella che sarebbe diventata di lì a breve la mia ex camera da letto. Presi un paio di mutandine (slip, come ordinato) e me le infilai. Pensai, tra me e me, che per quanto umiliante fosse l'idea e l'immagine che avevo di me in quel momento, se non altro il pannolino non era particolarmente scomodo. Mi misi poi dei pantaloni puliti della tuta, stando attendo a scegliere quelli più scuri. Avevo il terrore di bagnarmi comunque e che si vedesse tanto la macchia di bagnato. Dopo tutto, non mi ero mai fatto pipì addosso da "adulto" (ammesso che lo sia mai stato).
In quello stato, umiliatissimo e con la pipì che mi scappava da morire, iniziai a svuotare i cassetti nella speranza di ingannare lo stimolo. Nel frattempo, sentii Stefano, il mio Padrone, il maschio alpha indiscusso della casa, che si accese la tv in salotto, steso comodamente sul divano.
Mi vergognai di me stesso, ma mi sentii anche (finalmente) al mio posto nel mondo.
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